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«No alle scorie», una petizione on line per fermare il nucleare

4 giugno 2010

L’iniziativa dell’attore Ulderico Pesce, che ha anche realizzato uno spettacolo sul tema: «Bisogna fermare lo scempio»

di Debora Aru

Fonte: http://www.ilmanifesto.it/il-manifesto/ricerca-nel-manifesto/vedi/nocache/1/numero/20100602/pagina/15/pezzo/279555/?tx_manigiornale_pi1[showStringa]=ulderico%2Bpesce&cHash=2fd305c549

Ulderico Pesce, a giugno,  sarà in Calabria e Basilicata dal 23 (Amantea)  al 27 (Maratea)  protagonista del Gaia International Festival, incontro internazionale di cittadini e artisti per l’ambiente

Ulderico Pesce

Ulderico Pesce

Sono 6.480 persone e sono i sottoscrittori della petizione “No scorie nucleari” che l’attore Ulderico Pesce ha lanciato dal suo sito www.uldericopesce.it. «I depositi nucleari -ha spiegato l’artista- utilizzano l’acqua per raffreddare il materiale radioattivo incandescente che cercano di conservare. E l’acqua, a contatto con la radioattività lo diventa a sua volta. Una buona parte viene contaminata e riversata nel Mar Tirreno, nel Mar Jonio e nel torrente Arrone, nei pressi del Deposito nucleare della Casaccia, a 25 chilometri da Roma. E questo è insopportabile. Bisognerebbe rendere inerte questo liquido, portandolo allo stato solido: vetro o ceramica, come si fa in altre parti del mondo e invece da noi viene rilasciata nei torrenti. Nel Po addirittura». Ulderico Pesce racconta che gran parte delle sue scoperte le ha fatte durante la preparazione del suo spettacolo “Storie di scorie”. Non fa nomi durante la perfomance, ma non ce n’è bisogno. Prima di esibirsi ha raccontato tutto.
Il docente Angelo Chimienti, che ora è morto, nel 2001 gli ha segnalato la presenza a Rotondella, in provincia di Matera, di una condotta lunga 5 km che scarica nel mar Jonio liquido radioattivo proveniente dal deposito nucleare Enea. «Questo tubo s’era bucato nel marzo del 1993. Il liquido radioattivo aveva contaminato il terreno e vari prodotti agricoli. Il giudice Nicola Maria Pace, allora Procuratore della Repubblica di Matera, lo aveva fatto sequestrare e aveva obbligato l’Enea a sostituirlo. Ma nonostante questo provvedimento, la tubatura non era ancora stata messa in sicurezza. Allora ho raccolto 6.500 firme sul mio sito e con grande piacere ho visto che il tubo è stato messo finalmente in sicurezza a settembre del 2007». Le scoperte che l’attore lucano racconta però sono inquietanti. «Riesco ad ottenere il capitolato d’appalto per i lavori di messa in sicurezza. Per prassi la tubatura doveva essere disseppellita dalla campagna agricola, sezionata in pezzi di 5 metri, isolati e portati immediatamente nel deposito nucleare. Inoltre gli operai dovevano lavorare con cartellini identificativi e attrezzature protettive. Ma io ho filmato i lavoratori privi di questi strumenti di sicurezza e 300 metri di condotta rotta e abbandonata a 10 metri da un campo di fragole». Il governo Berlusconi, spiega Ulderico, ha stanziato 780 mila euro per mettere in sicurezza la condotta. Vince la gara d’appalto una società che si chiama Icos. Il campo di fragole in questione è di proprietà della ditta Agrifela, uno dei più grandi distributori al mondo di fragole. Agrifela fa capo al titolare dell’Icos.
«Come fa lo Stato ad assegnare i lavori di messa in sicurezza di una condotta di scarico di liquidi radioattivi che passa su un campo di fragole a un imprenditore che è proprietario sia della ditta che rimuove il tubo che del campo di fragole? Lo Stato non lo vede proprio il conflitto di interesse?»
L’appello che Ulderico Pesce rivolge al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’Ambiente, al Presidente della Regione Basilicata e a quello della Sogin è chiaro: «Chiediamo è che vengano bloccate tutte le condotte di scarico di effluvi radioattivi, nel torrente Arrone, nel Po (la centrale atomica di Caorso scarica nelle sue acque), nella Dora Baltea (impianto di Trino Vercellese), nel mar Tirreno (centrale di Latina) e nel mar Jonio (deposito di Rotondella). Chiediamo anche la dismissione di tutti i reattori nucleari presenti in Italia. E infine vogliamo che venga sospesa qualsiasi tipo di attività nucleare in Italia e la solidificazione delle 20 tonnellate di rifiuti liquidi radioattivi giacenti presso il Centro Eurex di Saluggia e la sostituzione delle cisterne che li contengono perché scadute».

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