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Archivio per gennaio 2010

S. Giovanni in Fiore: Manifestazione popolare. La società civile “vince”!

20 gennaio 2010 Commenti chiusi

Calabria, Abbazia Florense: Procura di Cosenza ordina di smontare i ponteggi. Prima vittoria della società civile italiana che ha manifestato il 5 gennaio scorso

dal sito amico “La Voce di Fiore

mercoledì 20 gennaio 2010.

Notizie buone dalla Calabria. Dopo la manifestazione apartitica del 5 gennaio 2010 per l’Abbazia florense, in restauro con fondi europei, la Procura di Cosenza ha ordinato di smontare i ponteggi lì da tre anni in un diffuso silenzio omertoso. Prima vittoria della società civile, che, purtroppo, dall’amministrazione di San Giovanni in Fiore (Cosenza) è stata definita manipolo di “avvoltoi”, aggiungendo che “la città non è di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”.

Respingendo le polemiche, abbiamo prodotto fatti, qui il dossier. Azioni positive e coraggiose, col coinvolgimento di tutte le forze, sociali, politiche e religiose, affinché il monumento – che risale al 1200 ed è simbolo dell’utopia della giustizia in questo mondo, dell’Abate Gioacchino da Fiore (1135-1202) – fosse restituito alla sua bellezza.

Ora, resta da risolvere, lo ribadiamo contro strumentalizzazioni partitiche, il problema della direzione dei lavori, nominata irregolarmente secondo l’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici. Ancora, va risolto il problema del contenzioso civile fra il Comune di San Giovanni in Fiore e la ditta appaltatrice, sciolto il contratto fra le parti. Bisognerà ottenere la riattivazione del finanziamento europeo sospeso nel giugno scorso dalla Regione Calabria.

Nondimeno, resta aperta la questione, da noi segnalata pubblicamente, della residenza sanitaria per anziani all’interno dell’Abbazia florense; un tempo opera di carità della Chiesa, oggi in mano a privati che non corrisponderebbero, secondo un dirigente del Comune di San Giovanni in Fiore, alcun fitto al municipio.

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Comitato De Grazia solidale con familiari vittime della mafia

14 gennaio 2010 Commenti chiusi

17° anniversario dell’assassinio del giornalista Beppe Alfano

Il Comitato De Grazia solidale con Familiari vittime della mafia.

A Barcellona il silenzio e l’indifferenza uccidono più del piombo.

La testimonianza di un’attivista

beppe alfano targa

Barcellona Pozzo di Gotto (ME) – 8 gennaio 2010, Le premesse non erano buone per la giornata di oggi.Un clima poco sereno a Barcellona per la commemorazione di Beppe Alfano, giornalista ucciso dalla mafia l’ 8 gennaio 1993: locandine staccate dai muri, persone che negli anni precedenti hanno contestato questa giornata, accusando la famiglia Alfano di screditare il paese, ma si possono staccare le locandine, ma mai il ricordo di un uomo onesto che ha dedicato la sua vita alla legalità, non si può staccare il senso di giustizia che si porta nel cuore, non si può rimuovere ai figli e alla moglie di Beppe Alfano il vuoto che egli gli ha lasciato come padre e marito, non si può togliere a questa famiglia il sacrosanto diritto di ricordarlo e gridare che la mafia esiste e l’uccisione crudele di questo giornalista ne è la prova, come tutte le altre vittime della mafia, si perché sono vittime che diventano simbolo della lotta e della legalità.
Sonia Alfano, prima figlia di Beppe Alfano, eurodeputata, ringrazia i giovani scesi da Roma, Napoli, Matera, Falerna; perché dopo 17 anni si sente circondata da persone, per stare accanto alla famiglia. Le sue lacrime scendono, è commossa, sono lacrime liberatorie, lacrime di tanta solitudine. L’ascolto e sento quel dolore, lo stesso dolore che avverto durante la Messa in memoria del padre. Il prete nell’Omelia ricorda il funerale di Beppe Alfano. Parla di quel giorno, quando disse a Sonia che dovrà essere lei ad occuparsi della famiglia e in particolar modo di Chicco. Il prete quel giorno di 17 anni fa, chiama Sonia allaresponsabilità, lei che pur coperta di forza e tenacia, è in quel momento una donna, una figlia che ha perso il padre, è con il proprio dolore, la rabbia per gli assassini, un essere umano con mille domande in testa. Ma, si sa, ci sono persone che devono crescere in fretta, devono diventare donne/uomini in fretta per le circostanze della vita, e tutto ciò che può sentire lei in quel momento dentro di sé, pian piano lo trasforma in forza e va avanti, non deludendo il parroco, la famiglia e tutti coloro che credono in una giustizia onesta, senza violenza, non deludendo principalmente suo padre e i principi per cui lui si è battuto sempre in vita.

alfano-beppe
Và avanti chiedendo giustizia, seminando legalità, passo dopo passo si circonda di persone che hanno voglia di cambiare, sono poche, ma non per lei, che di solitudine ne ha vissuto tanta. Dopo 17 anni di solitudine, di mancanza di solidarietà, non si sente sola in quel paese, dove gli hanno strappato una parte importante della sua vita: scendono le lacrime, sono mie le lacrime, sono miei gli occhi sofferenti e a volte persi di Chicco, sento mio quel vuoto e quella sete di giustizia e legalità che sono nei tre figli di Beppe Alfano, non può non appartenerci un dolore così grande. Lacerante, però, è anche il silenzio di questi cittadini, mi chiedo: chi intendono proteggere? Come si fa a chiudere gli occhi di fronte ad una fatto così evidente, ad un dolore così tangibile? Lo striscione attaccato al muro della Sala Consiliare di Pozzo di Gotto dice, urla:
“ A BARCELLONA IL SILENZIO E L’INDIFFERENZA UCCIDONO PIU’ DEL PIOMBO – Familiari Vittime di Mafia”.
Un silenzioso corteo và verso Viale Marconi, dove c’è la targa in memoria di Beppe. Silenzio, ma c’è anche gente di Barcellona che si avvicina, forse per guardare solamente. Sanno, sì loro sanno cosa siamo venuti a fare li, io mi soffermo a leggere queste parole, scritte sulla targa:
”A Beppe Alfano – Giornalista – Una Voce Di Verità Barbaramente Stroncata Dalla Mafia”
Ritorniamo alla Sala,con passo lento, gridiamo”Beppe Alfano è uno di noi” .
Inizia il convegno organizzato dalla famiglia Alfano, relatori: Gioacchino Genchi, l’On. Antonio Di Pietro, l’Eurodeputata Sonia Alfano, il Senatore Lumia. Sono interventi forti, con nomi e cognomi della criminalità, della mafia. Sono interventi che fanno uscire anche una volta la verità su quell’omicidio e anche su persone che continuano a fare politica, stare tra la magistratura e non sono puliti per niente. Sono interventi che si rivolgono soprattutto ai noi giovani: di non mollare, di combattere e denunciare, di credere nel cambiamento e di non spegnere la luce della speranza.
Genchi nel suo intervento dice “ IL RICORDO FA PAURA, LA RETE FA PAURA” ed io aggiungo l’unione di persone oneste che sanno la verità fa sempre paura. E riguardo alla RETE anche l’On. Antonio Di Pietro dice qualcosa: “ non è più tempo di dividere la destra e la sinistra, ma dividere le persone oneste da quelle disoneste”.
Beppe Alfano Una voce di verità: come poche ancora oggi dopo 17 anni, dava voce alla verità, cosi come fa oggi la figlia Sonia, e i suoi fratelli. Grintosa, testarda a proseguire questo cammino di legalità e verità, lei conosce la verità.
Il suo intervento è così traboccante di autenticità e coraggio. Ringrazia ancora una volta noi giovani venuti da fuori regione, ma ringrazia anche i giovani di Barcellona che l’hanno contattata tramite Facebook.
È dolce la sua voce, materna, quasi come se volesse proteggere tutti quei figli di Barcellona, forse è questa dolce determinazione che spaventa la gente di Barcellona, perché io ne rimango colpita e quasi affascinata, perché dovrebbe esserci rancore, rabbia,per questa gente che è li silenziosa, invece no Sonia è una donna che ha sofferto e alcune ferite sono ancora aperte, non chiede vendetta, non si arrabbia di fronte a questo muto scenario, comprende le paure delle persone, lei si arrabbia con gli uomini di mafia, non con la gente che definisce “vittime della mafia”. Qualcuno l’ha accusata di aver usato il nome del padre per entrare in politica, lei risponde “ Non ho usato il nome di mio padre, anche perché è anche il mio. E poi la politica è di tutti”. Si, la politica dovrebbe riempire gli uffici di persone oneste, e di persone che sono capaci di guardare il bene comune e non sono i propri interessi.
La giornata sta per terminare, saluti, ringraziamenti, abbracci. Sono io a ringraziare la famiglia Alfano, perché mi hanno fatto capire che gli ostacoli non mancano, lungo un percorso ci sono momenti che trovi le buche sotto i piedi e ti rendi conto che le hanno create per farti cadere nella loro “rete”, ma bisogna avere la forza di rialzarsi e non aver paura di camminare, di schierarsi dalla parte della verità, di urlarla, ma anche di sapere aspettare di urlare.
Mi sono sentita libera e una di loro, combattere certi sistemi mafiosi non è facile, ma oggi so che non siamo soli, che il sole fatica a sorgere, ma esiste per tutti.
Due arcobaleni, uno sull’altro, sono apparsi nel cielo di Barcellona, dietro nuvole nere, e i colori dell’arcobaleni erano più visibili, sorrido e ringrazio Dio per questa bellissima giornata di verità, legalità, dove si respirava il profumo del cambiamento. Emotivamente forte, semplicemente vera e allora di cosa si può aver paura?
Il pullman partito da Roma, per arrivare a Barcellona, per stare attorno alla famiglia Alfano, sta per partire. Non abbiamo, noi giovani, paura di manifestare la nostra indignazione verso la mafia, noi giovani (e non solo perché ci sono tanti 50enni) sentiamo dentro il senso di responsabilità non solo verso la propria Regione, ma ovunque, laddove la mafia ha deciso di abitare e mettere radici, siamo scesi per sradicare un sistema malato, un sistema malavitoso che non guarda in faccia nessuno e mette radice in qualsiasi luogo: imprese, aziende, politica, scuole, case, si estende a macchia d’olio per provocare danni e guardare i loro interessi personali.
Siamo scesi per gridare che la mafia esiste e non abbiamo dubbi: NOI SIAMO l’ANTIMAFIA! E andremo avanti, semineremo semi di verità e legalità dappertutto, in ogni luogo, in ogni angolo di questa terra, vogliamo insieme a tutte le persone oneste portare il fresco profumo della legalità, perché oggi abbiamo ricordato Beppe Alfano, ma voglio ricordare anche Giuseppe Fava, altro giornalista ucciso dalla mafia, che disse “se non si è disposti a lottare, a che serve esser vivi ?”
Appunto amici, a te Sonia Alfano, donna che hai colmato il tuo cuore dei valori di tuo padre, che stai seminando con la tua dolcezza e determinazione semi d’amore vero : NON MOLLIAMO, sempre insieme verso la LIBERTA’!!!
Francesca Munno
Attivista Comitato civico Natale De Grazia

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Parte dal “basso” la difesa dei beni culturali calabresi

8 gennaio 2010 Commenti chiusi

La società civile difende i beni della Calabria, in nome della legalità e della “giustizia”.

Tra le associazioni presenti alla manifestazione popolare del 5 gennaio anche il Comitato Natale De Grazia.

Fonte: il Crotonese

san giovanniSan Giovanni in Fiore – Inizia alle 15,30 del 5 gennaio la manifestazione popolare a difesa dell’Abbazia florense indetta da gruppi della società civile. Si forma una catena umana per preservare simbolicamente il monumento, sul cui restauro con fondi europei, sospesi dal giugno scorso, sta indagando la Procura di Cosenza; mentre l’Autorità di vigilanza sui Lavori pubblici ha rilevato gravissime irregolarità in municipio, segnalandole a Corte dei conti e Procura.

Il giornalista Emiliano Morrone, che introduce, ricorda la ricorrenza della nascita di Peppino Impastato, il giovane di Cinisi (Palermo) ammazzato dalla mafia per le sue denunce. Quindi afferma che, nel consiglio comunale del 4 gennaio, dalla maggioranza sono partite accuse verso la stampa, riguardo all’Abbazia florense ritenuta responsabile d’una montatura mediatica.

Poi esprime profondo sdegno per l’aspra ostilità con cui, a suo avviso, la maggioranza in Comune ha trattato i movimenti antimafia promotori della manifestazione, invitandoli ad andare altrove dacché, per un esponente politico, “San Giovanni in Fiore non è la città di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”. A riguardo, Morrone legge un messaggio di Salvatore Borsellino.

Durissima la condanna dell’accaduto da parte del fratello del giudice Paolo Borsellino. Su Internet, centinaia i commenti indignati della rete antimafia, secondo cui la dichiarazione politica è un’offesa inaccettabile alla memoria e all’eredità morale e culturale del giudice siciliano.

Fallito il tentativo d’attribuire colori alla manifestazione, di ricondurla a strategie in vista delle prossime elezioni, la società civile presente è compatta: chiede verità, giustizia e l’immediata tutela dell’Abbazia florense. Ci sono anziani, adulti, ragazzi, bambini. Con Serenetta Monti, che coordina, ci sono i “Grilli del Pigneto”, da Roma; con Gianfranco Posa ci sono i ragazzi del “Comitato Natale De Grazia”, di Amantea (Cs); con Lilia Infelise ci sono rappresentanti di “Commossi e indignati”; con Francesco Lo Giudice gli universitari del “Movimento politico del Sole”, di Bisignano (Cs). Con Federica Menciotti ci sono i giovani del “Popolo delle Agende rosse”, arrivati da varie città italiane; ci sono gli “Amici di Pino Masciari” e attivisti di “Verso Sud”, l’associazione dello scrittore antimafia Orfeo Notaristefano. C’è il “Comitato cittadino per le primarie aperte”, l’associazione locale “Un sorriso agli emigrati”, il laboratorio culturale antimafia “la Voce di Fiore”, col direttore Morrone e il vice Vincenzo Tiano. Rosario Rizzuto è arrivato da Scandale (Kr); per l’occasione la signora Teresa paga un taxi da Altomonte (Cs). Chicco Alfano, figlio del giornalista Beppe, assassinato dalla mafia a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), partecipa con Rossella Vilardi per l’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia. Antonio e Maria, due professionisti, sono giunti da Roma. Assenti, per aver ritirato all’ultimo la propria adesione, Assopec, cioè l’associazione dei commercianti di “San Giovanni in Fiore”, “Legambiente Sila” e “Pro loco”.

All’appuntamento manca il presidente del Centro studi gioachimiti, non si vede anima della maggioranza in Comune. Disertano il presidente della Provincia di Cosenza, invitato con un telegramma, e il deputato Franco Laratta (Pd), invitato come i colleghi calabresi Angela NapoliLuigi De Magistris, del parlamento europeo, entrambi presenti. Non c’è l’arcivescovo di Cosenza, interessato con un telegramma. Ci sono però dei frati cappuccini, i quali intendono contribuire alla difesa dell’Abbazia di Gioacchino da Fiore, di cui Morrone ricorda l’utopia della giustizia in questo mondo, fondamentale per chi crede in un obiettivo cambiamento morale e culturale. Ancora, ci sono esponenti del Pdl, di La Destra, di Idv, di Vattimo per la città, dell’Udc. Con una delegazione – invitati, di là dai colori, come tutte le forze politiche -, sono presenti i giovani del Partito comunista dei lavoratori. “Nessun trasversalismo, solo l’adesione a un’iniziativa apartitica – ribadiscono le forze politiche presenti – che nasce per tutelare il monumento simbolo di San Giovanni in Fiore”. I rappresentanti della società civile spiegano le ragioni della loro presenza. Esortano i cittadini ad essere liberi. Applausi, commozione, speranza.

Morrone sottolinea che la manifestazione è per una tutela complessiva dell’Abbazia florense, tra le cui mura c’è pure una casa di riposo, per anni gestita dalla Chiesa e con atti sconosciuti passata a privati che non corrisponderebbero un fitto al municipio, proprietario dei locali in questione.

Giusi Gallo (Pcl), Francesco Saverio Oliverio (Pcl) Antonio Barile (Pdl), Marco Militerno (Vattimo per la città) e Pasquale Gallo (Idv) ripercorrono i fatti sull’Abbazia florense e, ciascuno con la propria autonomia, pretendono la massima tutela del monumento.

Napoli invita alla difesa dell’Abbazia e della cultura al di là delle parti politiche. Poi annuncia una sua richiesta al ministero dell’Interno, perché valuti se il Comune di San Giovanni in Fiore debba essere sciolto.

De Magistris insiste sulla vigilanza dei cittadini rispetto all’operato dell’amministrazione pubblica; per contrastare comitati d’affari, abusi, insabbiamenti.

Alfano assicura un ritorno dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime della Mafia a San Giovanni in Fiore; difende la memoria e l’eredità di Paolo Borsellino e, rivolgendosi alla maggioranza in Comune, esprime la sua indignazione per la denigrazione della società civile e di figure scomode. Nei prossimi giorni, in città arriverà Vittorio Sgarbi. Un giornalista riferisce che rappresentanti della maggioranza avrebbero chiamato la direzione di un giornale lamentandosi di suoi articoli. Viva solidarietà, per lui, da “la Voce di Fiore”.

La manifestazione si chiude con una toccante lettera del giornalista Biagio Simonetta, che richiama l’appello al “fresco profumo di libertà” di Paolo Borsellino.

Il Crotonese, 7 gennaio 2010

Le parole di Salvatore Borsellino su questa manifestazione:

salvatore-borsellino1“…non posso non fare sentire la mia voce e il mio sdegno a fronte della ignominiosa affermazione che mi è stato riferito essere stata fatta nel consiglio comunale di San Giovanni in Fiore dove è stato affermato che “questa non è la città di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e i gruppi antimafia debbono andare altrove“. Sappia chi ha pronunciato queste parole e chi con il proprio silenzio o con la propria adesione le ha avallate, che ogni città, ogni più piccolo paese in Italia, sono le città di Paolo Borsellino e di Giovanni Falcone perché non per la loro città, Palermo, hanno sacrificato la loro vita questi martiri, ma per il loro paese, per la loro Patria, l’Italia, e quindi non c’è posto in Italia in cui si combatte per la Legalità e per la Giustizia in cui Paolo Borsellino e Giovanni Falcone non siano presenti in spirito e dentro i cuori di quelle persone, giovani per età o per spirito, che non andranno altrove ma saranno presenti a lottare dovunque questa NUOVA RESISTENZA che stiamo combattendo e che alla fine trionferà lo renderà necessario.

Nel nome Di Paolo, di Giovanni e di Gioacchino da Fiore.

Salvatore Borsellino”

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Comitato “De Grazia”. Cosa è successo dopo il 24 ottobre?

7 gennaio 2010 Commenti chiusi

Comitato “De Grazia”: un Gazebo in piazza per spiegare cosa è successo dal 24 ottobre in poi


DSCN8017Amantea 6 gennaio 2009 - Il Comitato civico “Natale De Grazia”, promotore ed organizzatore della manifestazione nazionale del 24 ottobre che ha portato nella città di Amantea (CS) oltre 30.000 persone provenienti non solo dalla nostra regione, ribadisce la necessità di non allentare la mobilitazione attorno al problema dell’inquinamento del nostro mare e delle nostre terre. Proprio per questo il Comitato “De Grazia” ha sentito la necessità di informare i cittadini sull’attività svolta nelle ultime settimane dall’associazione. Per tale ragione  ha allestito un gazebo nella centralissima piazza Commercio della città di Amantea giorno 6 gennaio con esposizione di foto, proiezione di filmati e con la distribuzione di un volantino sullo stato dei lavori nel fiume oliova, sulla vicenda “navi dei veleni” e sui progetti futuri sintetizzati dis eguito.

Vallata dell’Oliva

Stiamo costantemente monitorando la situazione mantenendo i contatti sia con la Procura della Repubblica di Paola sia con la Regione. In particolare con quest’ultima abbiamo avuto una serie di incontri che ci hanno consentito di conoscere le attività già avviate dalle istituzioni su questa zona. Dopo una prima verifica su quest’area, effettuata dai tecnici inviati dalla Procura, sono ora in azione tecnici specializzati del Ministero dell’Ambiente oltre a personale dell’Arpacal, del Corpo forestale dello Stato e del Comando dei Vigili del Fuoco. Questo personale sta predisponendo i siti per le successive analisi che avverranno attraverso specifici carotaggi ad opera di una ditta specializzata. I tempi di realizzazione non sono brevissimi. Occorre procedere con molta cautela e senza improvvisazioni, anche per evitare danni alle persone che procedono negli accertamenti e nei prelievi del materiale da analizzare. E’ prevedibile che entro un paio di mesi arriveranno i risultati delle prime analisi che verranno effettuati da tre diversi laboratori scientifici per conto della Regione, della Procura di Paola e del Ministero. Tali risultati saranno comparati tra di loro e dalle risultanze si conoscerà la verità scientifica sulle fonti inquinanti. E’ nostra intenzione, appena avremo acquisito queste informazioni, organizzare un incontro con la cittadinanza per comunicare quanto appreso. In attesa cercheremo di recuperare altri dati soprattutto di carattere medico sull’incidenza dei tumori nei nostri territori.

Vicenda delle “navi dei veleni”

Non ci ha per nulla convinto la “verità” fornita da ministero dell’Ambiente sul relitto di Cetraro. Troppo frettolose e contraddittorie le risposte che ci sono pervenute su una vicenda che presenta, per noi, molti lati oscuri. Ad iniziare dal luogo dove sono state effettuate le ricerche del Ministero, dalle caratteristiche del relitto esaminato dalla “Oceano Mare” e dalla velocità con la quale si sono svolte queste indagini. Su questi interrogativi abbiamo chiesto lumi al ministro Prestigiacomo ma a tutt’oggi non abbiamo avuto risposte esaurienti. Su tutte una: come mai neanche un relitto coinvolto nei traffici illeciti di rifiuti tossici, nocivi o radioattivi finora è stato individuato nonostante questi traffici siano stati accertati ormai da anni da tante indagini della magistratura e dalle stesse Commissioni parlamentari d’inchiesta? Per questo stiamo cercando di mantenere alta la soglia di attenzione informando e sensibilizzando le popolazioni residenti nelle aree dove questi presunti affondamenti sono avvenuti. Sempre con questo intento abbiamo partecipato ad un forum ambientalista regionale che si è svolto il 6 dicembre scorso a Lamezia Terme nonché ad altre iniziative.

Cosa c’è  in cantiere sugli altri fronti

Stiamo raccogliendo tutte le informazioni sullo stato di salute del nostro mare, sulla qualità delle acque che sgorgano dai nostri rubinetti, sulla gestione dei rifiuti e sull’inquinamento elettromagnetico che interessa la nostra città. Ma per andare avanti, con rinnovata convinzione e vigore, abbiamo bisogno soprattutto dell’attenzione e dell’aiuto di tutta la popolazione.

La battaglia che conduciamo non è solo nostra,

la salute da proteggere è quella di tutti.

Amantea il 24 di ottobre 2009 è diventata la “capitale d’Italia”

nella lotta all’inquinamento.

Dopo anni di notizie negative sulla nostra città, il nome di Amantea ha avuto un impatto altamente positivo in Italia ed all’estero di cui possiamo essere fieri. Proprio l’orgoglio e la convinzione di avere iniziato una battaglia giusta e di lunga durata ci spinge a chiedere a tutti voi di non smobilitare ma di aiutarci a continuare a batterci per far sopravvivere il vero spirito del 24 ottobre:mattina gazebo


LOTTARE PER UN FUTURO MIGLIORE

PER LA NOSTRA REGIONE!

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Aden, nave con sostanze chimiche a bordo sequestrata dai pirati somali

4 gennaio 2010 Commenti chiusi

da http://www.repubblica.it/2010/01/sezioni/esteri/pirateria-somalia/pirateria-somalia/pirateria-somalia.html

NAIROBI – Una nave cisterna battente bandiera di Singapore e che trasporta sostanze chimiche è stata sequestrata oggi (1 gennaio 2010)  dai pirati somali nel Golfo di Aden. 

Lo hanno reso noto fonti a Nairobi, dove ha sede l’organizzazione kenyana del Programma di assistenza ai marittimi. 

Secondo la fonte, la Pramoni ha una stazza di 20.000 tonnellate e a bordo vi sono 24 uomini d’equipaggio (17 indonesiani, cinque cinesi, un nigeriano e un vietnamita). La nave era diretta a Kandla, in India, ed è stata sequestrata in una zona pattugliata dalla missione anti-pirateria organizzata dall’Unione Europea. Attualmente sarebbe diretta verso le coste africane del Corno d’Africa e l’equipaggio sta bene.

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Restauro Abbazia Florense. 5 gennaio menifestazione S. Giovanni in Fiore

4 gennaio 2010 Commenti chiusi

5 gennaio 2010, dalla Calabria rinasce l’utopia della giustizia.

Le ragioni di una manifestazione aperta, non partitica.

di Emiliano Morrone

fonte: http://www.lavocedifiore.org

s. giovanni fiore

San Giovanni in Fiore – L’Autorità di vigilanza sui Lavori pubblici ha stabilito che presso il Comune di San Giovanni in Fiore (Cs) sono state commesse gravissime irregolarità per il restauro dell’Abbazia florense; finanziato con fondi europei, ad oggi bloccati dalla Regione Calabria. Contestualmente, ha informato la Corte dei conti e la Procura della Repubblica.

Il monumento, da tempo vergognosamente prigioniero di un’impalcatura ormai marcia, simbolo dell’utopia della giustizia in questo mondo, dell’abate rivoluzionario Gioacchino da Fiore (1135-1202), è attualmente sequestrato dalla Procura della Repubblica di Cosenza.

I direttori del restauro, Giovanni Belcastro, Salvatore Marazita e Domenico Marra, nominati con delibera di giunta municipale e in violazione delle leggi e dei princìpi di correttezza e trasparenza dell’ordinamento interno e comunitario, sono indagati per danni. Con loro, è indagato il responsabile unico del procedimento, Pasquale Tiano, a cui la giunta comunale recentemente ha dato mandato, all’unanimità (Antonio Nicoletti, Pierino Lopez, Aldo Orlando, Attilio Mascaro, Antonio Candalise, Giuseppe Lammirato), di predisporre gli atti per la “rescissione in danno” contro l’impresa appaltatrice, Ati Lufraco (di Rende, in provincia di Cosenza). Dal canto suo, l’appaltatore, al quale la Procura di Cosenza e l’Autorità di vigilanza non hanno mosso alcun addebito, ha avviato contro il Comune una causa di risarcimento milionario; pure confortato da atti della Soprintendenza ai Beni architettonici di Cosenza, nei quali è chiaramente contestato l’operato dei direttori dei lavori.

Per come stanno le cose, è molto probabile che l’appaltatore vinca in giudizio: probabilmente saranno prosciugate le già esigue casse pubbliche del municipio, a danno dei cittadini. San Giovanni in Fiore ha una disoccupazione record, un’emigrazione da primato. Anche per assistenzialismo, purtroppo, si pone ai vertici dell’Europa.

Queste notizie sull’Abbazia florense, provate da documenti ufficiali, sono state taciute da parte della stampa regionale, che nel settembre scorso ha dato in pompa magna la notizia del dissequestro dell’edificio, rivelatasi poi una straordinaria bufala. Infatti, la Procura di Cosenza ha in realtà solo ordinato la realizzazione di opere di consolidamento dell’edificio; ancora non iniziate, forse per la volontà politica di modificare favorevolente la situazione, grazie al silenzio generale e all’atteggiamento di riverenza di pezzi dell’informazione.

Per questi motivi, fermamente credendo nella Costituzione, nella legge, nelle regole, nell’etica e nella responsabilità, mi appello a tutta la rete affinché il prossimo 5 gennaio calabresi e residenti altrove riusciamo a dimostrare che esiste una vigilanza su chi amministra e che la cosa pubblica è di tutti.

E’ necessario fermare gli abusi. Quello del restauro dell’Abbazia florense rappresenta uno dei più emblematici fra quelli commessi in Calabria, dove tutto è possibile e nessuno paga. Ha da fare, lo sottolineo, coi fondi europei; in Calabria sottratti da criminalità e colletti bianchi.

Sul caso, solo per citare alcune figure, a tutela del monumento sono intervenuti gli onorevoli Angela Napoli, Sonia Alfano, Luigi De Magistris, Gianni Vattimo e Franco Laratta; dal quale attendo un atto di grande coerenza, cioè la sua partecipazione alla manifestazione del 5 gennaio prossimo, nonostante appartenga allo schieramento che sostiene la giunta comunale in carica. Si sono espressi, ancora, Marcello Veneziani, Beppe Grillo, Rosanna Scopelliti, Derrick De Kerckhove e altri.

Il 5 gennaio dovrà rappresentare una rinascita per la Calabria, di là dai colori politici. Nell’unità, nel coraggio e nella fermezza d’una richiesta di giustizia corale che sia più forte delle coperture politiche che assicurano impunità e arricchimento ai responsabili di scempi, violazioni, ruberie.

Dalle ore 15, faremo una catena umana davanti all’Abbazia florense, purtroppo in pericolo per tutto quanto è fin qui accaduto. Il monumento, secondo indagini tecniche effettuate nei mesi scorsi, rischia anche cedimenti per causa di un restauro incompleto e il mancato consolidamento delle strutture portanti.

Pertanto, aspetto tutti gli amici della rete. E’ fondamentale partecipare e far sentire la nostra voce, indipendentemente dalle convinzioni politiche personali, dalle ideologie, dalle simpatie, dalla provenienza geografica.

Dateci una mano a riprenderci la nostra meravigliosa terra, conquistata e usata per sé dalla Ndrangheta con la maiuscola. Devastata, distrutta.


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