24 ottobre. Una data da ricordare
24 ottobre 2009 – 24 ottobre 2011
di Asmara Bassetti
Amantea, 24 ott. 2011 - Il 24 ottobre è una data importante per Amantea e per la Calabria intera, che nel 2009 si è resa protagonista di una grande manifestazione alla quale hanno partecipato più di 30 mila persone per dire “basta ai veleni” a chi distrugge incontrastato il nostro territorio, a chi uccide noi calabresi nell’orgoglio e nell’amore. Un amore incondizionato nei confronti della nostra terra, un amore che spinge i “buoni” a non piegare mai la testa quando qualcuno cerca di affondare navi piene di sostanze pericolose, che magari si piaggiano e il cui carico viene fatto finire chi sa dove; che non abbassa la testa nemmeno quando i ministri dell’ambiente e i vari governatori di turno ci rassicurano che «va tutto bene» che non c’è nessuna nave carica di sostanze pericolose nei nostri mari e che la radioattività riscontrata nel fiume Oliva è di origine naturale quando invece i dati dimostrano che “probabilmente” non è così.
Organizzata dal comitato civico “Natale De Grazia”, la manifestazione del 24 ottobre 2009 – giorno in cui è avvenuta l’intitolazione ufficiale del lungomare di Amantea allo stesso capitano di corvetta – lo dimostra: quel giorno tutto il popolo calabrese ha finalmente alzato la testa, si è “svegliato” dallo stato di incoscienza in cui si trovava e ha reagito. Quel giorno tutta la Calabria, come mai, si è unita, si è stretta, si è sentita più forte.
Più forte per chiedere finalmente la verità, per chiedere che il fiume Oliva– i cui terreni risultano avere una contaminazione da cesio 137 circa 10 volte superiore alla media regionale e la cui area si sospetta da anni che sia stata utilizzata come sito di smaltimento illecito di materiale radioattivo e tossico – venisse bonificato, per evitare che altri abitanti dei paesi confinanti col fiume, continuassero ad ammalarsi e a morire, mentre chi sapeva stava in silenzio a guardare senza fare niente. E se una voce può essere ignorata, 30 mila voci non passano invece inosservate. O Per lo meno ci si aspetta questo.
Ma dopo 2 anni la bonifica non è ancora arrivata, nonostante i cittadini si siano battuti non solo in occasione della manifestazione per ottenerla. Si sono susseguiti solo molti giudizi a riguardo; numerose le analisi e i carotaggi effettuati da ArpaCal e Ispra, contrastanti tra loro fino all’ultimo. Ma come può accadere una cosa del genere? I terreni del fiume hanno una radioattività di cesio 137 più alta di Vercelli, città più colpita in tutta Italia dalle ricadute radioattive del disastro di Chernobyl, un fatto inspiegabile (o forse si?).
I cittadini aspettano che il territorio su cui vivono torni ad essere “pulito”, che la verità venga a galla, che i colpevoli vengano individuati e anche se nessuna condanna potrà riportare in vita chi, per colpa della radioattività, purtroppo non sarà lì a veder punito il proprio “mandante”.