«Sostenere Progetto sud e Goel incentivando i progetti Sprar e indirizzando i nostri acquisti verso le attività economiche gestite da queste comunità virtuose»
Caulonia. I danni provocati dall'esplosione
Amantea, 05 gen. 2012 - Dopo la comunità Progetto Sud di don Giacomo Panizza, anche il consorzio di Cooperative Goel che opera nella locride finisce nel mirino della ‘ndrangheta. A Natale a Lamezia è stato fatto esplodere una pacco bomba presso il centro per minori stranieri non accompagnati, realizzato dalla comunità di don Giacomo Panizza in un bene confiscato alla mafia. Mentre, all’inizio dell’anno, nel comune di Caulonia (RC), è esploso un ordigno davanti all’ingresso del locale che il gruppo Goel stava predisponendo come laboratorio d’inserimento lavorativo per gli immigrati rifugiati politici, presenti nei propri progetti di accoglienza. Il locale era stato affittato dal consorzio con l’intenzione di avviare un ristorante multietnico che avrebbe aperto nei prossimi giorni.
I progetti di inclusione sociale, cooperazione ed avvio al lavoro, portato avanti dalle comunità colpite, tolgono forza alla criminalità organizzata che, con tali vili gesti, esprime il timore di perdere il controllo del territorio e la possibilità di “arruolare” un esercito di disperati provenienti da paesi lontani.
«Il lavoro è l’arma di riscatto delle popolazioni meridionali – ha affermato spesso Vincenzo Linarello presidente del consorzio Goel – per liberarsi dalle catene della mafia» e la criminalità organizzata evidentemente lo ha capito ed ha iniziato a colpire chi mette in campo progetti concreti contro la disoccupazione e per il cambiamento, con l’intenzione di creare un sistema economico che, fondato sulla giustizia sociale ed economica, si contrappone al sistema attuale che ostacola lo sviluppo del territorio.
Lo Stato invece sembra nicchiare su tali temi e non sembra capace di intraprende iniziative che favoriscono progetti virtuosi e di contrasto alla mafia. Invece di favorire i progetti dello Sprar mette in atto sistemi di accoglienza profughi meno virtuosi. Lo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), per esempio, vede coinvolti gli enti locali (come il comune di Caulonia, Riace, Lamezia e San Giovanni in Fiore) che, con il prezioso supporto delle realtà del terzo settore (come Progetto Sud e Goel), garantiscono interventi di “accoglienza integrata”. Tali progetti, che superano la sola distribuzione di vitto e alloggio – prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico – si contrappone a quello messo in atto dal precedente Governo nazionale che ha inteso “stipare” i profughi che raggiungono l’Italia, in strutture alberghiere, lasciandoli, nei migliori dei casi, alla solidarietà dei cittadini locali o, nel peggiore, alla mercé della malavita e di imprenditori senza scrupoli che ne sfruttano la manodopera a bassissimo costo. Il governo deve intervenire a supporto di iniziative come quella del consorzio Goel e di Don Giacomo Panizza e sostenerle concretamente favorendone lo sviluppo, così come deve favorire l’inclusione nel mercato delle iniziative economiche che queste comunità mettono in campo. Allo stesso tempo bisogna incentivare la lotta alla mafia mettendo in condizione le forze dell’ordine e la magistratura di operare. La decisione di chiudere alcune procure e di tagliare fondi alla giustizia, non ci sembra che vadano in tale direzione.
Le istituzioni devono essere dotate degli strumenti necessari a fronteggiare lo strapotere della ‘ndrangheta che va colpita soprattutto nei loro patrimoni illegali.Ma anche noi cittadini possiamo fare la nostra parte concretamente. Non solo condannando apertamente tali vili gesti, come noi facciamo, ma mettendoci a disposizione delle organizzazioni colpite, sostenendo le loro attività. I cittadini, – soprattutto in questi momenti – devono star vicino alle organizzazione colpite e sostenere con i loro acquisti le attività economiche promosse da strutture come il Goel evitando invece di comprare nei negozi gestiti da imprenditori vicini alle organizzazioni criminali. La mafia si combatte anche isolando i violenti, rifiutandone favori e complicità.
–Comitato Civico Natale De Grazia
Share on Facebook