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Archivio per maggio 2012

Il comitato De Grazia contro la chiusura del Tribunale di Paola

30 maggio 2012 Commenti chiusi

«Con la chiusura degli uffici giudiziari il Tirreno cosentino perde  un importante presidio di legalità»

Tribunale di Paola

Amantea, 29 mag. 2012 – Circola ormai da più tempo la notizia che il Governo ed il CSM, nell’ambito di una redistribuzione territoriale degli Uffici giudiziari calabresi, avrebbero intenzione di chiudere – tra gli altri – il Tribunale e conseguentemente la Procura della Repubblica di Paola.

Ove questa sciagurata ipotesi dovesse concretizzarsi il Tirreno cosentino perderebbe un importante presidio di legalità e pertanto tutte le istituzioni e con esse l’intera popolazione interessata, devono mobilitarsi per impedire che un territorio infestato da diverse organizzazioni mafiose e fatto oggetto di traffici illeciti di ogni tipo (droga, rifiuti tossici, riciclaggio ecc.) possa restare privo di un così importante ufficio giudiziario.

Il territorio sul quale si esercita la competenza del Tribunale e della Procura di Paola presenta tutte le caratteristiche che imporrebbero un rafforzamento di tutti i presidi di legalità presenti, mentre invece, per una logica puramente economica, viene ipotizzato un loro ridimensionamento. Giustificare una tale sciagurata decisione sulla base dell’organico esistente, o delle sentenze, o degli affari generali, è quanto di più errato ed illogico si possa immaginare; se un Ufficio giudiziario viene lasciato sotto organico per anni è evidente che la sua produttività si riduce mentre, per converso, crescono la criminalità  e l’impunità. Ben altri devono essere i criteri che devono presiedere a decisioni sul ridimensionamento degli uffici giudiziari in Calabria.

Nei comuni del Tirreno cosentino operano numerosi clan organizzati che condizionano la vita economica, sociale e politica, per come hanno dimostrato le operazioni antimafia condotte negli ultimi anni e che hanno visto protagonista la procura di Paola.

Il territorio, ed anche il mare  che lo bagna, sono fatti oggetto delle più pericolose attività  di pirateria ambientale, condotte dalle mafie locali e dalle imprese criminali ad esse collegate, che si sono sostanziate con l’interramento di migliaia di tonnellate di rifiuti tossici ed anche radioattivi nei fiumi (vallata dell’Oliva) e con un inquinamento continuo delle acque del mare. La procura della Repubblica di Paola, diretta dal dottor Bruno Giordano, ha dimostrato una capacità investigativa su questi tipi di reato che pochi altri Uffici similari hanno finora avuto in Italia, riuscendo ad individuare responsabilità e collegamenti criminali sui quali la Magistratura giudicante è chiamata a pronunciarsi. Solo la presenza di questi presidi di legalità sul Tirreno cosentino ha finora impedito che l’intero territorio cadesse completamente nelle mani dei mafiosi e dell’imprenditoria criminale da loro controllata. La chiusura del Tribunale sarebbe una palese ammissione di sconfitta dello Stato ed una evidente resa della lotta alla mafia.

Per tali ragioni il comitato civico Natale De Grazia, invita tutte le istituzioni locali a porre il problema all’ordine del giorno dei loro interventi e decisioni, realizzando tra di loro un coordinamento stabile. Alle forze sindacali ed alla popolazione di tutti i comuni interessati rivolge un appello affinché abbia inizio una mobilitazione di massa per impedire la chiusura dei presidi giurisdizionali presenti sul territorio. Auspichiamo inoltre che il CSM ed il Governo valutino ogni decisione sulla base di criteri  fattuali quali la criminalità esistente ed operante, i reati commessi, le condizioni di precarietà degli uffici e non invece sul criterio della riduzione delle spese di Giustizia.

Alla popolazione di ciascun Comune interessato, alle associazioni di volontariato, alle organizzazioni di categorie produttive, rivolgiamo un appello per  avviare una mobilitazione unitaria, che prescinda da ogni tipo di diversità ideologica, organizzativa o funzionale, con l’intento di costruire, ove necessario, un coordinamento tra tutti i cittadini del Tirreno cosentino che hanno a cuore la difesa della legalità , della libertà e dell’agibilità democratica sul territorio in cui viviamo.

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Valle dell’Oliva, Giordano: Presto i risultati dall’Arpacal

26 maggio 2012 Commenti chiusi

Il procuratore capo di Paola conferma la presenza di rifiuti sotterrati nel terreno al centro dell’inchiesta del Corriere della Calabria

AMANTEA «Quest’operazione ci ha permesso di accertare che anche in quest’area è stato riversato di tutto. Dai rifiuti industriali a sfridi dell’edilizia. Ma in questo occasione c’è l’aggravante che sono stati gettati ad una profondità tale da entrare a contatto con la falda acquifera». Così Bruno Giordano, procuratore capo di Paola commenta l’operazione condotta con il coinvolgimento dei mezzi pesanti del comando provinciale dei vigili del fuoco di Reggio in un terreno nella valle dell’Oliva ad Amantea. Un’indagine aperta dalla Procura in seguito ad un’inchiesta pubblicata dal Corriere della Calabria che aveva pubblicato alcuni scatti che ritraevano alcuni mezzi – almeno tre camion di grosse dimensioni, due escavatrici e una pala meccanica – intenti a gettare, in un grosso fosso, del materiale scuro e poi a ricoprire il tutto. In altri scatti, sempre ripresi dal nostro settimanale, si notava poi la stessa zona ricoperta da una pesante massicciata. I sospetti erano alimentati dalla circostanza che la zona è all’interno dell’area – la valle dell’Oliva nel Cosentino – al centro di una lunga indagine portata avanti fin dal 2004 dalla Procura paolana e che il terreno teatro dell’operazione era limitrofo all’azienda il cui titolare, Cesare Coccimiglio è accusato di disastro ambientale. Da qui l’interessamento degli inquirenti e l’avvio dell’indagine che ha portato al sequestro del terreno e alla successiva operazione – coordinata dai Nucleo ecologico ambientale dei carabinieri di Catanzaro – condotta dai vigili del fuoco, dall’Arpacal, oltre agli uomini del nucleo Ambiente della stessa Procura. «La preoccupazione era tanta – afferma Giordano – per l’accuratezza con la quale si era proceduto a nascondere i rifiuti. Visto che il terreno per una lunga striscia è stato ricoperto con pesanti massi. Per questo gli uomini che hanno lavorato nella zona hanno proceduto con una particolare cautela». Sul contenuto dei materiali rintracciati in questa nuova inchiesta il procuratore ha affermato di voler aspettare le analisi più dettagliate. «Nel corso dell’operazione – sottolinea Giordano – l’Arpacal ha proceduto a prelevare dei campioni per avviare specifiche analisi. Siamo convinti che i risultati li avremo molto presto, ma da un primo esame sembrerebbero fanghi industriali e sfridi dell’edilizia, quindi non rifiuti particolarmente speciali».

Roberto De Santo

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Valle Oliva, negli ultimi scavi forse amianto proveniente dai lavori effettuati nella galleria di Coreca.

26 maggio 2012 Commenti chiusi

Secondo quanto riportato dal settimanale il Corriere della Calabria (in questi giorni  edicola), dagli scavi effettuati dai vigili del fuoco alcuni giorni fa nel fiume Oliva (sotto la grande massicciata  che coprirebbe interramenti effettuati nel settembre 2010) sarebbero emersi scarti della ristrutturazione di due gallerie ferroviarie – site nella vicina località Coreca – che potrebbero essere contaminati da amianto.

Gallerie di Coreca durante i lavori

In particolare dai primi riscontri effettuati dai Vigile del Fuoco, dai carabinieri del Noe, dai tecnici dell’Arpacal e della Procura di Paola dallo scavo sarebbero emersi «calcinacci, materiale elettrico e altri scarti di lavorazione edile, ma soprattutto decine di scaglie di pietre verdi.  Secondo gli inquirenti proprio la presenza di ofioliti – rocce tipiche dell’area di Coreca – indicherebbe che nelle profondità del terreno, accanto al fiume Oliva, sarebbe finito anche materiale riconducibile ai lavori effettuati dalla ditta nel mirino degli inquirenti per l’ammodernamento di due gallerie ferroviarie di quella zona. Materiale che conterrebbe alte concentazioni di amianto. …Ma il sospetto degli inquirenti – continua l’articolo del Corriere - è che nel terreno in questione sia finito anche dell’altro. Soprattutto quei fanghi industriali già rinvenuti nella valle nel corso dei carotaggi effettuati dall’Ispra nel 2010.” Si attendono ora i risultati delle analisi che saranno condotte sui campioni di terreno prelevato dai tecnici dell’Arpacal.
clicca qui per vedere FOTO degli scavi

Amantea, 25 maggio 2012 

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Valle Oliva, i sindaci chiedono alla Regione di avviare la bonifica

21 maggio 2012 Commenti chiusi

Dopo che la Procura ha consegnato i dati all’assessore all’Ambiente Pugliano, i sindaci chiedono alla Regione di avviare la bonifica perchè “la regione Calabria non può più disconoscere la rilevanza e l’urgenza della problematica” e a questo punto “risulta davvero illogico ed incomprensibile come la valle dell’Oliva, che a differenza di altri siti è dotato del piano di caratterizzazione, possa continuare a rimanere fuori dal piano di risanamento”. Segue il testo della lettera.

SDC10341 Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto notizia dell’avvenuta consegna all’assessorato regionale all’Ambiente, da parte della Procura della Repubblica di Paola, dei risultati delle analisi condotte sulla Valle dell’Oliva e del piano di caratterizzazione che ne prevede la messa in sicurezza e la bonifica.

Nell’incontro con l’assessore  all’Ambiente Francesco Pugliano,  avvenuto lo scorso 14 aprile, lo stesso aveva riferito che la Regione non poteva intervenire sulla vallata dell’Oliva perché non ne conosceva il livello di rischio, dato che né il Governo, né l’Ispra, più volte sollecitati, avevano trasmesso i dati sull’inquinamento dell’area. Tali motivazioni, sempre secondo l’assessore Pugliano, avevano di fatto impedito l’inclusione dei nostri comuni tra quelli meritevoli del finanziamento complessivo di 45 milioni di euro destinati ad una serie di bonifiche.

La regione Calabria è ora a conoscenza della pesante situazione dell’Oliva; dai risultati delle analisi trasmessi dalla Procura di Paola risulta, infatti, che quasi 100 mila tonnellate di rifiuti tossici sono stati interrati nell’area nel corso degli anni. Gli effetti sulla salute della popolazione possono essere assai gravi, visto che le analisi su campioni di terreno e sulle acque hanno confermato l’inquinamento da sostanze chimiche, industriali, ed anche tracce di sostanze radioattive.

La regione Calabria non può più disconoscere la rilevanza e l’urgenza della problematica, sulla quale è già alta  l’attenzione mediatica sia per i ripetuti solleciti di intervento da parte dei sindaci e delle associazioni ambientaliste (in primis il Comitato civico Natale De Grazia) e sia per la recente visita della Commissione ambiente del Parlamento europeo (ENVI), che recatasi sul posto nel  novembre 2011  ha certificato  la necessità della bonifica.

Alla luce della documentazione trasmessa dalla Procura di Paola, risulta davvero illogico ed incomprensibile come la valle dell’Oliva, che a differenza di altri siti è dotato del piano di caratterizzazione, possa continuare a rimanere fuori dal piano di risanamento.

Chiediamo, pertanto, l’adozione urgente di tutti i provvedimenti propedeutici alla necessaria bonifica  e messa in sicurezza di una delle aree più inquinate della Calabria e ad alto rischio.

I Sindaci

Francesco Tonnara
Franco Iacucci
Gioacchino Lorelli
Antonio Cuglietta

 

Amantea, 19 maggio 2012