Lo ha scritto l’Ispra nella sua relazione finale, ma lo ha confermato soprattutto nella relazione datata aprile 2013, presentata in Corte d’Assise a Cosenza in occasione della costituzione di “parte civile” del Ministero dell’Ambiente, nel processo sull’inquinamento del fiume Oliva.
Amantea, 02 gennaio 2014 - E’ iniziato con la lettura del testo che segue, da parte del presidente del comitato De Grazia, la serata del 27 dicembre scorso al Campus Temesa di Amantea, in cui vera protagonista è stata ”La Buffa”, associazione che ha messo in scena lo spettacolo teatrale “Occhi a perdere” scritto e diretto da Virginio Gallo. Il testo – tratto dalla relazione preliminare del danno Ambientale redatta dall’Ispra – mette in evidenza l’odierna situazione dell’Oliva la cui falda risulta compromessa e l’acqua (di falda e di superficie) inutilizzabile per uso umano e agricolo, ma ad oggi nessun ente ha preso provvedimenti e nella vallata si continua a coltivare e allevare animali senza adeguati controlli. Situazione che svantaggia i consumatori ma che non tutela neanche quelle aziende agricole che coltivano aree magari incontaminate, ma che hanno la “sfortuna” di trovarsi nel bacino dell’Oliva.
Procedimento Penale n. 2210/08 R.G.N.R. – Tribunale di Paola -
VALUTAZIONE DEL DANNO AMBIENTALE
Estratto dalla Relazione preliminare, redatta dal Servizio per le Emergenze Ambientali – Settore Valutazione del Danno Ambientale – dell’ ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) del Ministero dell’Ambiente
Aprile 2013. Oggetto del procedimento è lo smaltimento illecito di ingenti quantitativi di rifiuti, in numerose aree prossime all’alveo del fiume Oliva, in provincia di Cosenza. Lo smaltimento è avvenuto mediante interramento di rifiuti nel corso di un periodo che ha avuto inizio almeno 20 anni addietro.
I rifiuti sono stati rinvenuti in otto aree, per un totale massimo stimabile di circa 140mila metri cubi.
La contaminazione si è estesa anche alla falda acquifera della zona.
La contaminazione è tale da escludere la possibilità di utilizzare la risorsa – acqua – per il consumo umano ed a fini irrigui o zootecnici.
Si sono inoltre prodotti numerosi danni ambientali dovuti alla perdita di funzioni naturali ed antropiche delle risorse.
In particolare, sono ipotizzabili i seguenti danni:
- La compromissione della salubrità, rappresentata da un aumento statistico delle patologie, associabili alle sostanze inquinanti rinvenute nei suoli e nelle acque;
- La compromissione della fruibilità delle acque – sotterranee e di superficie – del fiume Oliva per il consumo umano;
- La compromissione di alcune coltivazioni, anche di pregio, nelle aree irrigate con le acque sotterranee e con le acque di superficie del fiume Oliva;
- La compromissione della funzione di habitat del fiume Oliva, in particolare per le specie ittiche più sensibili all’inquinamento;
- La compromissione della fruibilità della zona per fini ricreativi e la conseguente perdita del valore di attrattiva turistica;
- La compromissione delle caratteristiche estetico/paesaggistiche dei siti soggetti a tale vincolo;
- La compromissione delle funzioni di tutela idrogeologica dei siti soggetti a tale vincolo.
Per il momento è possibile definire solo il costo massimo delle attività di rimozione e smaltimento dei rifiuti interrati che, alla luce dei prezzi di settore praticati corrisponde a 21 milioni di euro.
L’illecito interramento dei rifiuti ha determinato una serie di gravi danni ambientali attuali e temporanei alle risorse della zona, e rappresenta oggi una permanente fonte di rischio di aggravamento e di estensione della contaminazione. Aprile 2013
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