Come valorizzare l’esistente e coniugare Filosofia e Gusto?
Gaia International Festival
24 Giugno in programma ad AMANTEA
Oggi, 24 giugno, ad Amantea nell’ambito del Gaia International Festival si terrà un pubblico dibattito su “La Valorizzazione dell’esistente” promosso dal Comitato De Grazia e dal Centro Giovane Andrea Guido. Nello scenario di Piazza Calavecchia, docenti universitari ed operatori della società civile si confronteranno su come poter valorizzare le risorse materiali e immateriali della nostra regione. Rosario Chimirri,professore di architettura e urbanistica dell’Università della Calabria, presenterà il volume Architettura popolare del Basso Tirreno cosentino e disserterà sulle varie opportunità di utilizzo del patrimonio architettonico con “Il Genius Loci del Tirreno cosntino: conoscere per pianificare”. Franco Rossi, professore di ingegneria ambientale presso l’Unical, porterà una concreta testimonianza su come valorizzare l’esistente con la presentazione del grande progetto di riqualificazione del territorio realizzato alle Gole del Raganello, presso Civita (Cs) ed al quale Rossi ha collaborato “l’ecomuseo della valle del Raganello, un’esperienza di successo”. Franco Ferlaino, professore cultore di etnologia all’Università della Calabria, proporrà riflessioni sul folklore e sui retaggi culturali del comprensorio amanteano con il suo intervento “Autenticità dell’attrazione turistica e patrimonio della cultura materiale ed immateriale in Calabria”. Vincenzo Linarello, presidente del consorzio GOEL, costituito dalle cooperative promosse da Monsignor Brigantini, che operano sui terreni confiscati alla mafia nel reggino, porterà la sua testimonianza su come essere “protagonisti del proprio cambiamento”, di come è possibile vivere e lavorare nella legalità in Calabria producendo con risorse umani e materiali locali, prodotti di eccellenza, come quelli del brand Cangiari che con i suoi abiti ha avuto una grande affermazione alla settimana della moda di Milano e che trova consensi in tutto il mondo.
25 Giugno in programma a BELMONTE CALABRO
Domani 25 giugno invece a Belmonte Calabro si cercherà di coniugare filosofia e degustazioni culinarie. Una missioneche ha il sapore di una vera e propria sfida tra alimentazione della mente e quella del corpo. Da qui prende le mosse l’evento “Il gusto delle sfide, gusto della filosofia. Le sfide del gusto, filosofia del gusto” che si terrà venerdì prossimo con inizio alle 19 nell’anfiteatro di Belmonte Calabro. L’evento, rientra nel programma del Gaia International Festival iniziato sabato 19 giugno scorso nei paesi situati lungo la costa tra Amantea e Maratea, prevede due momenti: uno dedicato alla disquisizione filosofica in tema di cittadinanza attiva e uno enogastronomico con la sfida gustativa tra due salumi: il culatello di Zimbello (celeberrimo salume della pianura Padana) e il gammune di Belmonte Calabro (salume tipico della località tirrenica). In particolare il primo momento prevede un dibattito dal titolo “Il gusto delle sfide, gusto della filosofia. Valori e riferimenti per una cittadinanza attiva” che vedrà impegnati il professor Alfonso Lorelli, docente di storia e filosofia disquisire con il professor Romeo Bufalo, docente di Estetica all’Unical. Un approfondito confronto più che un convegno che permetterà di comprendere, grazie alla presenza di esperti, gli aspetti più salienti della filosofia dell’esistenza e del ruolo attivo di una cittadinanza partecipata. Seguirà, poi, l’evento degustativo che si snoderà in una prova comparativa alla “cieca” tra i due salumi, cioè il pubblico non conoscerà anticipatamente quale salume assaporerà. Per garantire la correttezza di questa sfida del gusto ci sarà, inoltre, una giuria d’onore composta da esperti del settore. “Il gammune – spiegano gli organizzatori – è un prodotto simile al culatello, stessa parte della coscia posteriore del maiale, stessa necessità come tecnica di conservazione in posti non abbastanza alti e freddi da consentire la conservazione dell’intiera coscia (prosciutto). La tradizione della preparazione di questo salume proveniente dalle colline del belmontese risale sicuramente al 1800. Il nome, appunto gammune, probabilmente deriva dallo spagnolo Jamon”. “Questa sfida almeno per il nostro prodotto – aggiungono – rappresenta una sorta di rivincita storica visto che la tradizione del gammune è così antica e ci permetterà di far conoscere il nostro salume ad una più vasta platea e conseguentemente contribuire fattivamente alla valorizzazione del nostro territorio”.