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La piattaforma della Rete calabrese di associazioni “F. Nisticò”

31 ottobre 2010

Rete Difesa del Territorio “Franco Nisticò”

“… i molti problemi del nostro territorio, come il dissesto idrogeologico, i giovani, il lavoro,non hanno bisogni di divisione, ma hanno bisogno di unità. Dobbiamo lottare con forza e tutti insieme per sconfiggere chi marcia contro. E allora la speranza siamo tutti noi, vecchi e giovani. Per dare insieme una speranza a questa Calabria abbandonata da tutti …”

Franco Nisticò, 19 dicembre 2009

PIATTAFORMA DELLA RETE PER LA DIFESA DEL TERRITORIO FRANCO NISTICO’

La crisi ecologica che investe il pianeta è evidente conseguenza di un sistema in cui tutto, umanità compresa, è stato ridotto a merce. I livelli di inquinamento e di compromissione dell’equilibrio dell’ecosistema non hanno precedenti nella storia, e gli effetti in termini di cambiamenti climatici, riduzione della biodiversità ed impatto sulla salute e sulla qualità della vita sono drammaticamente chiari.

In Calabria la mercificazione del territorio viene favorita e alimentata dalla presenza opprimente di una criminalità diffusa e collusa con la classe politica, e da una secolare fame di occupazione e benessere, favorita da una politica nazionale che accentua il dualismo nord-sud, generando così, dal Pollino allo Stretto, una lunghissima serie di catastrofi. L’innegabile presenza di rifiuti nucleari e “navi a perdere” è solo la riprova di come le nostre montagne e i nostri mari per anni abbiano svolto il compito di enormi discariche per scarti  illegali e pericolosi. A fronte di questo avvelenamento, l’emergenza ambientale è servita solamente a far proliferare discariche e a progettare inceneritori, mentre il ciclo dei rifiuti si è intrecciato singolarmente con quello dell’acqua, nell’unico grande business dei servizi locali. Così svendiamo le ricchezze del territorio ed assistiamo all’imposizione di inquinanti impianti di produzione energetica – in una regione che da decenni ne esporta grandi più di quanto consuma – mentre non subisce flessioni il business del cemento come negli infiniti cantieri dell’A3, prova generale di ciò cui andremo incontro se malauguratamente saranno avviati gli espropri per la realizzazione del Ponte sullo Stretto.

Siamo convinti però che invertire questa rotta è ancora possibile, tessendo legami solidali e di supporto tra le esperienze che in questi anni hanno cercato di dare risposte concrete alle emergenze, ostacolare le speculazioni, bloccare  progetti scellerati. Una Rete ambientalista per la vita e contro le devastazioni, per combattere la realtà esistente affrontando temi e percorsi, non solo politici ma anche sociali, che in Calabria significa soprattutto rompere la tenaglia dei poteri economici, criminali e non, con la politica degli interessi della casta calabrese e le loro “relazioni internazionali” che hanno trasformato la nostra regione in una colonia-pattumiera da cui spremere energie e risorse.

Le importanti esperienze di lotte territoriali degli ultimi anni hanno dimostrato ampiamente che ovunque le comunità locali si sono ribellate, realizzando forme di democrazia ed azione diretta a difesa dei propri territori, esse sono riuscite a sviluppare una consapevole critica del modello di sviluppo imperante, affinando così le ragioni di un’alternativa radicale fondata sulla tutela dei beni comuni, sulla gestione partecipata dei servizi pubblici; sulla riqualificazione delle terre abbandonate; sull’incentivazione dell’agricoltura di qualità – biologica o naturale – e delle filiere corte; sulla decentralizzazione e la redistribuzione energetica attraverso l’uso di fonti rinnovabili; sull’imposizione, a monte, di produzioni con materiali interamente riciclabili; e a valle, con la raccolta differenziata porta a porta; sulla consapevole modifica di stili di vita e di consumo non più tollerabili, e così via verso modelli sostenibili.

La soluzione a lungo termine della crisi ecologica dipenderà dalla capacità di trasformare e riorganizzare la società, riscoprendo forme di politica basate sulla democrazia diretta, sulle assemblee di vicinato e di quartiere, sulla partecipazione reale. Dobbiamo e possiamo stabilire nuovi contesti, fondati su modi di sapere e di produzione qualitativi ed emancipatori, prevedendo una nuova sensibilità verso gli altri. Vogliamo una società non gerarchica, basata sulla complementarità piuttosto che sulla rivalità e su nuove comunità a misura umana e dell’ecosistema in cui ci troviamo – un mondo pubblico nuovo, decentralizzato, autogestito, uno spazio-tempo per nuove forme di autonomia, di democrazia diretta e gestione sociale.

Ogni comitato, associazione, gruppo e persona della Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”, si propone con le sue decisioni consapevoli e condivise col resto della Rete a limitare le scelte contrarie allo sviluppo ecologico e sociale della nostra Calabria, proporre modelli alternativi in cui la nostra terra non sia più solo una pattumiera o spazio da cementificare, ma un luogo buono per viverci. Per dare insieme una speranza a questa Calabria abbandonata da tutti.

La speranza siamo tutte e tutti noi.

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