Nucleare: nasce in Italia la prima nave portascorie europea
Il suo nome è ‘Rossita’, costruita da Fincantieri, la prima “nave dei veleni” «ufficiale», destinata a un ente russo
La Spezia – Ormai in Italia la via del nucleare è stata imboccata, difficilmente sarà possibile tornare indietro anche se dovessero cambiare governo e governanti, soprattutto se i fondi destinati alla produzione di energia non saranno dirottati verso fonti rinnovabili e “pulite”. E su questa strada l’Italia stringe patti con i Paesi che già lavorano con il nucleare.
Grazie ad un accordo tra Italia e Russia nell’ambito del progetto Global partnership (avviato in occasione del G8 del 2002 in Canada, per il quale il governo italiano ha impegnato 360 milioni di euro) è nata “Rossita” una nave “speciale” per il trasporto di scorie nucleari.
La nave, varata a La Spezia (“Il porto delle nebbie”) – ha un valore di 70 milioni di euro – è lunga 84 metri, larga 14, con una capacità di carico di 640 tonnellate e potrà viaggiare alla velocità continuativa di 12 nodi con equipaggio di 23 persone. Trasporterà il combustibile irraggiato prodotto in diversi siti del Nord-Ovest della Russia (Penisola di Kola e Mar Bianco) ed i resti di sottomarini nucleari russi dismessi. Ma queste scorie arriveranno mai in porto? L’Ansa nel lanciare la notizia del varo della nave il 16 dicembre scorso diceva che il sottomarino sarà utilizzato da un ente russo che trasporterà il materiale radioattivo nei siti di stoccaggio di Sayda Bay.
Sarà utile che gli amici ambientalisti, soprattutto russi, tengano d’occhio la nave e le sue rotte.
ANSA: LA SPEZIA – E’ stata varata alla presenza del ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani e del ministro russo all’Industria Viktor Khristenko, ‘Rossita’, la nave per il trasporto di materiali radioattivi derivanti dallo smantellamento dei sommergibili nucleari russi, il cui nome indica la cooperazione tra Russia (Ross) e Italia (Ita).
Alla cerimonia di varo della nave, realizzata da Fincantieri nello stabilimento del Muggiano, sono intervenuti l’ad di Fincantieri Giuseppe Bono e di Sogin (la societa’ di gestione impianti nucleari nata in Italia nel 1999), Giuseppe Nucci. Madrina della nave e’ stata la dipendente del cantiere Cristina Brivonese.
La nave – che ha un valore di circa 70 milioni di euro – verrà’ utilizzata dalla societa’ russa Atomflot, che fa capo all’ Ente per l’ energia atomica della Federazione Russa Rosatom: trasporterà combustibile irraggiato dai diversi siti del Nord-Ovest della Russia (Penisola di Kola e Mar Bianco) al porto di Murmansk, e i rifiuti radioattivi gia’ messi in condizioni di sicurezza al sito di stoccaggio di Sayda Bay.