Livorno, i 200 fusti tossici ancora sui fondali. Comuni e Regione chiedono al governo di intervenire con urgenza
Un pescatore: “ci hanno detto di non tirarli a bordo, potrebbero esplodere”. I fusti non sono stati ancora individuati e potrebbero mettere in pericolo delle vite.
Livorno 11 gen. 2012 - I tecnici dell’Arpa Toscana stanno valutando il grado di inquinamento provocato dai fusti pieni di cobalto adagiati sui fondali di Livorno e persi dalla nave Venezia della Grimaldi Lines. I veleni provenivano dalla raffineria di Priolo Gargallo (Siracusa) ed erano diretti a Genova, quando la notte del 17 dicembre sono caduti in mare a causa di una forte burrasca. La capitaneria di Livorno, avvertita dell’accaduto dal comandante della nave, ha fatto scattare subito le ricerche ma ci ha messo ben 11 giorni ad informare comuni costieri e cittadini, abbastanza per far nascere nell’opinione pubblica il sospetto che si sia voluto insabbiare la vicenda, facendo reagire anche i sindaci e i vertci della regione Toscana che hanno chiesto l’intervento del Governo. Il contenuto dei fusti, che attualmente non sono stati ancora individuati, è talmente tossico che se dovessero raggiungere la spiaggia potrebbero mettere in pericolo delle vite. Gli stessi peescatori ne parlano fra loro preoccupati. “Per ora ci hanno detto solo che se li troviamo non dobbiamo tirarli fuori dall’acqua perché c’è pericolo che esplodano” ha dichiarato un pescatore intervistato dall’emittente La1. La Grimaldi Lines, compagnia proprietaria della nave, che evita taccuini e microfoni dei giornalisti, dovrebbe occuparsi del recupero dei fusti che però non è facile, per cui gli enti locali chiedono l’intervento dello Stato. Gli armatori sono finiti sotto inchiesta con l’accusa di disastro ambientale e dovranno spiegare agli inquirenti come mai hanno fatto navigare un cargo, che trasportava sostanze pericolose malgrado l’allerta maltempo e per giunta in una zona protetta come il Santuario dei cetacei.
Fonte: FUSTI DI COBALTO AFFONDATI AL LARGO DI LIVORNO