Bonifica dell’Oliva: ma i soldi chi li mette?
TIRRENO Le conclusioni della Commissione Envi hanno scontentato quanti si attendevano che l’Europa si accollasse le spese per l’operazione ambientale
Il fatto che nell’area siano stati interrati rifiuti pericolosi non sembra interessare più di tanto
di Ernesto Pastore Oggi su “Gazzetta del Sud”
Amantea, 10 feb. 2012 – La relazione dei delegati della Commissione Envi ha certamente deluso le aspettative di coloro che si attendevano dagli organi europei i fondi necessari alla bonifica della valle dell’Oliva. I membri della delegazione che hanno interloquito con i tecnici dell’Arpacal, dell’Ispra e con i referenti di associazioni ambientaliste hanno evidenziato la mancanza di un piano di bonifica, partendo dal presupposto che qualora non sia possibile accertare i responsabili dell’interramento dei rifiuti tossici dovrebbe essere lo Stato ad intervenire. Secondo i membri della Commissione il problema dei rifiuti sepolti nella valle dell’inferno deve considerarsi un problema di carattere locale e non europeo. Una visione non condivisa dal procuratore capo di Paola Bruno Giordano che nel corso dell’incontro avvenuto illo tempore con i rappresentanti europei ha spiegato “che il problema é europeo, considerato che la maggior parte dei rifiuti ritrovati non proviene dalla Calabria, ma da tutta Europa. Il Cesio 137 ad esempio é un rifiuto tipico da lavorazioni nucleari ed in Italia non ci sono impianti di questo tipo”.
Anche il Comitato civico Natale De Grazia chiede la bonifica del sito che, secondo una prima stima, dovrebbe costare intorno ai tre milioni di euro. «Che la commissione Envi del Parlamento Europeo – evidenzia il referente Gianfranco Posa – avesse scarsi poteri decisionali per tentare di risolvere l’emergenza ambientale calabrese ci è stato chiaro dal primo minuto. Il loro interesse per i problemi della nostra comunità è apprezzabile, ma essi possono soltanto portare a conoscenza dell’Unione Europea i problemi relativi all’applicazione della legislazione ambientale e l’incapacità dell’Italia nel gestire il ciclo dei rifiuti. Inoltre sono sembrati comprensibilmente poco disposti ad attivarsi per impegnare fondi europei per risolvere problemi come quelli del fiume Oliva – che secondo i membri della delegazione – sono tutti italiani. Quello che ci ha colpito positivamente è stata la sensibilità e la disponibilità mostrata nei confronti della popolazione locale: i parlamentari europei ci hanno ascoltato più e meglio di quanto fatto fino ad oggi dai rappresentanti nazionali. Deprecabile invece è stato l’atteggiamento mostrato da alcuni tecnici: alle domande poste dai componenti dell’Envi hanno riservato risposte vaghe e genertiche».
Attivarsi con la massima urgenza è l’imperativo dell’ex consigliere delegato all’ambiente Pasquale Ruggiero che da circa quattro mesi ha restituito la delega al sindaco Franco Tonnara. «Ritengo – afferma Ruggiero – che bisogna prendere atto dell’emergenza relativa al fiume Oliva, dando seguito a tutte le iniziative istituzionali che possano portare alla risoluzione positiva della vicenda. Sono consapevole del fatto che oggi come oggi un’amministrazione comunale efficiente debba preoccuparsi del governo del territorio soprattutto dal punto di vista ambientale e con molta probabilità non sono stato capace di riscontrare questa unicità di intenti nell’attuale maggioranza. Ho rimesso la mia delega nelle mani del primo cittadino quanto ho avuto contezza di ciò. La mancanza di un piano di bonifica, in attesa di accertare responsabilità e competenze, al momento è l’emergenza più incombente. Le decisioni in merito non possono più essere rimandate».