Bonifica Oliva. Gli ambientalisti “bisogna accelerare con gli interventi”
Il problema riguarda il finanziamento dell’opera.
Demetrio Metallo (associazione direttori albergo): Utilizzate i fondi PILS riservati alle aree depresse dell’UE
di Ernesto Pastore su Gazzetta del Sud
Amantea, 11 feb. 2012 - La bonifica della valle dell’Oliva deve partire con immediatezza, strutturando un progetto ad hoc che coinvolga le autorità locali, provinciali e regionali. Attendere stanziamenti straordinari da parte del governo centrale o dall’Unione Europea significherebbe fare passare troppo tempo. Le associazioni ambientaliste ed i comitati civici che nel corso di questi anni si sono battuti per fare emergere la verità chiedono che si faccia presto. Chi vive lungo le sponde del fiume Oliva ha già pagato un prezzo troppo alto.
Il problema più evidente riguarda il finanziamento dell’opera di bonifica. Studiosi ed esperti convergono sul fatto che sarebbero necessari almeno tre milioni di euro per restituire alla valle dell’inferno il fascino di un tempo. Ma gli enti comunali giuridicamente competenti sul territorio non dispongono di tale cifra. Qualora venisse accertata la presenza nel sottosuolo di sostanze radioattive lo scenario muterebbe in maniera radicale. In quel caso dovrebbe essere lo Stato ad assumersi gli oneri (e gli onori) della bonifica. Ma su questo punto è in atto una diatriba tra la Procura della Repubblica di Paola e l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Secondo l’ente in questione la presenza di Cesio 137 (un elemento radioattivo derivante dalla lavorazione nucleare) rintracciato in alcune zone della valle è riconducibile all’esplosione del reattore di Chernobyl avvenuto nel 1986. Secondo il procuratore capo Bruno Giordano tale ipotesi non spiegherebbe il fatto che tracce di Cesio 137 sono state rintracciate ad oltre sei metri di profondità. È su questo punto che si gioca la partita, non solo per individuare chi deve fare fronte alla bonifica, ma anche per determinare le eventuali responsabilità.
Tralasciando questo aspetto Demetrio Metallo, uno dei massimi referenti nazionali dell’Ada (Associazione direttori d’albergo) ha indicato nei giorni scorsi una strada alternativa: utilizzare i fondi Pisl (Piani integrati sviluppo locale) per dare seguito all’immediata bonifica della vallata e ridare slancio all’economia e più in particolare al settore turistico.
Il dibattito resta aperto. La delegazione Envi che ha effettuato un sopralluogo lungo il greto del fiume, parlando con i rappresentanti delle istituzioni locali, con i tecnici che hanno effettuato le analisi e con la magistratura ha rilevato la carenza legislativa in materia. L’Italia e la Calabria non riescono a garantire un corretto smaltimento dei rifiuti inquinanti e ciò secondo i delegati europei, avviene in quanto le normative vigenti a riguardo sono troppe blande.
La stessa Commissione nella relazione presentata a Bruexelles invita gli enti preposti (amministrazioni comunali, provinciali, regionali, istituti di ricerca ed autorità giudiziaria) alla massima trasparenza. Da questo punto di vista è fondamentale “fornire tutti gli elementi in grado di far percepire la reale situazione della valle dell’Oliva”.