La Calabria non è solo Mafia, e la gente “perbene” si ribella
Quella che segue è la lettera di Nina, una ragazza calabrese costretta, come molti giovani della sua età, ad “emigrare” alla ricerca di una terra che le dia la possibilità di realizzarsi e affermarsi. Quelle possibilità che nella sua terra le sono negate.
E’ un appello. Un appello ai media e a tutti coloro che hanno il dovere e la responsabilità di difendere i diritti dei cittadini. Diritti fondamentali come la salute…che qualcuno in questi giorni sta ignorando, forse dimenticando che anche la Calabria è parte integrante del Paese che governa. Un Paese che si dice civile e democratico ma che affonda nei propri mari, e nasconde nelle viscere del proprio territorio, i rifiuti più pericolosi che produce, perché non sa dove smaltirli. Non sa dove smaltire i “rifiuti di Stato”.
In realtà sono i rifiuti prodotti da aziende private e non, che per risparmiare sui costi dello smaltimento legale, seppellisce, con la complicità di intermediari senza coscienza e politici corrotti, veleni nella terra costruendovi sopra scuole, palazzi, uffici, o li getta in mare…condannando a morte persone ignare che danno la colpa al “destino” per il male, a volte incurabile, che le colpisce.
No, a volte non è il destino, ma è la volontà di qualche “piccolo” uomo senza scrupoli che per puro guadagno, per accumulare denaro, condanna a morte un territorio e la sua gente, a volte i propri figli…
E come definire questi “piccoli” uomini se non ASSASSINI?
“E finalmente i nodi vengono al pettine e le navi tornano a galla.
E con le navi vengono alla luce nomi e cognomi di mafiosi, politici e politici mafiosi che, con rara ignoranza e spregiudicatezza, hanno avvelenato fin nel midollo la loro stessa terra.
Sarebbero una trentina le navi che sono colate a picco a largo delle coste calabresi portando sui fondali del nostro mare bidoni contenenti rifiuti tossici e radioattivi dai nomi impronunciabili.
L’aspetto più agghiacciante in tutta questa storia è che la ‘ndragheta sarebbe solo il braccio mentre ”la mente” è altrove. Sembra quasi la trama di un film, ma è la realtà. La dura realtà di una terra già martoriata e ferita.
Ora mi chiedo e vi chiedo:
Cosa deve ancora succedere in Calabria perchè qualcuno si ricordi di noi?
Noto con rabbia, delusione e amarezza l’indifferenza che ci viene riservata: qualche titolo di coda e qualche articolo.
Un’ indifferenza che rende questo dramma ancora più insopportabile.
A te che leggerai questa email voglio dire che forse la mia voce sarà una goccia nell’oceano, ma la mia rabbia è tanta e non avrò pace finché non verrà fatta luce su questa storia.
Nina Sesti”