Processo Oliva, Nautilus: falde acquifere della zona contaminate
Continua il processo sull’inquinamento del fiume Oliva in Corte d’assise a Cosenza. Sentiti i tecnici della Nautilus che confermano la contaminazione delle falde acquifere della zona
COSENZA – Proseguono le udienze in Corte d’Assise a Cosenza del processo Valle Oliva Inquinata. Per ieri mattina erano stati chiamati a deporre la geologa Valeria Eulilli dell’Ispra, ed Ernesto Cilurso, Francesco Lico e Lorenzo Passaniti, della “Nautilus” di Vibo Valentia, società cooperativa che nel 2009 aveva effettuato carotaggi sui siti di Carbonara e Foresta, in comune di Aiello Calabro il primo, e in quello di Serra il secondo. Anche in questa fase processuale, è stato deciso con l’accordo delle parti, di acquisire agli atti le relazioni tecniche e di dispensare i testi dalla deposizione in aula. Solo Lorenzo Passaniti, coordinatore delle attività della Nautilus, ha risposto ad alcune domande della pm Camodeca della procura di Paola vertenti sulla tipologia delle analisi svolte e sulle risultanze scientifiche.
La Nautilus, per conto dei due comuni – Aiello e Serra – aveva provveduto nel 2009, come già accennato, alla caratterizzazione delle discariche di località Carbonara e Foresta, con carotaggi e analisi di laboratorio delle acque sotterranee e superficiali. In entrambi i casi, risultarono ampiamente superati i valori del csc, le concentrazioni soglia di contaminazione, secondo la tabella A della normativa vigente in materia ambientale, riferita alle aree agricole. In particolare, a Carbonara, le acque sotterranee presentavano alti livelli di solfati; mentre a Foresta furono registrate elevate concentrazioni di metalli pesanti.
La prossima udienza calendarizzata già da tempo, sarà il 19 ottobre.
Il processo che si celebra a Cosenza, iniziato a luglio 2013, ha come imputati per disastro ambientale l’imprenditore Coccimiglio di Amantea ed altre 4 persone proprietarie dei siti risultati inquinati.
Al di là dell’esito del processo in corso, resta sempre pendente la mancata bonifica dell’Oliva. Nel sottosuolo della vallata sono stipati almeno 160 mila metri cubi di sostanze nocive e pericolose per la salute pubblica. Il governo regionale non può rinviare più una decisione che le popolazioni del posto aspettano da anni. La bonifica va fatta. Ed è inaccettabile che il fiume Oliva non sia nemmeno inserito nel piano regionale delle bonifiche dei siti potenzialmente pericolosi.
La valle Oliva è una terra ricca di storia e di emergenze archeologiche di grande interesse. È la terra dell’antica Temesa, che meriterebbe altra e migliore sorte.