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Acqua. Il comitato “De Grazia” chiede modifica Statuto comunale per favorire gestione pubblica.

28 aprile 2010

Amantea, 28 Apr. 2010 - Il Comitato civico Natale De Grazia ha scritto al sindaco di Amantea ed a tutti i membri del Consiglio comunale di pronunciarsi a favore del servizio pubblico dell’acqua con l’approvazione di un’apposita delibera in cui il civico consesso esprime di condividere e aderire alla proposta di legge d’iniziativa popolare “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per rendere pubblico il servizio idrico”, e di ritenere necessario che il Parlamento proceda celermente alla sua discussione e approvazione.

Inoltre nella stessa missiva il comitato propone di modificare lo Statuto comunale integrandolo con un articolo che sancisca, partendo dal principio che l’acqua è un bene essenziale per la vita e l’accesso deve essere garantito a tutti i cittadini, che il servizio idrico integrato sia un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, la cui gestione deve essere affidata ad un ente pubblico e non a società private il cui unico interesse è il conseguimento di profitti con possibili ripercussioni sull’entità delle tariffe.

Il comitato, a tal proposito, ha allegato alla corposa lettera indirizzata al sindaco e al consiglio comunale, in cui si motivano le ragioni di una presa di posizione a favore del servizio pubblico dell’acqua, una bozza di delibera e un articolo che dovrebbe integrare l’attuale Statuto comunale, redatti sulla base dei documenti elaborati dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.

Infine il comitato invita i consiglieri comunali a mettere in atto ogni provvedimento necessario ad evitare l’affidamento della gestione dell’acqua potabile ai privati, sostenendo il referendum abrogativo delle norme emanate a favore della privatizzazione dell’acqua, affinché sia data ai cittadini la possibilità di votare e di esprimersi sulla gestione del Servizio idrico.

Amantea, 28 aprile 2010

La lettera indirizzata al sindaco e a tutti i membri del Consiglio Comunale

Oggetto: Richiesta modifica Statuto comunale per gestione pubblica dell’acqua.

Gent.mo Sindaco, Gent.mi Consiglieri comunali,

con la presente, il Comitato civico in intestazione, chiede al Sindaco ed all’intero Consiglio comunale di adottare dei provvedimenti atti a scongiurare che l’acqua pubblica diventi una merce privata su cui speculare, apportando delle modifiche alla Statuto comunale dove si riconosca che il Servizio Idrico Integrato sia un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, la cui gestione va attuata attraverso gli artt. 31 e 114 del Dlgs n. 267/2000; e conseguentemente si affidi la gestione del SII (Sistema Idrico Integrato) ad un Ente di diritto Pubblico, il cui fine principale non è il conseguimento di profitti ma il benessere di tutti i cittadini.

Il recente art. 15 del D.L. 135/09 – approvato definitivamente dalla Camera dei Deputati il 19 novembre 2009 – introduce alcune modifiche all’art. 23 bis della Legge 133/08 e muove passi ancora più decisi verso la privatizzazione dei servizi idrici e degli altri servizi pubblici locali, prevedendo l’obbligo di affidare la gestione dei servizi pubblici a rilevanza economica “a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica” o, in alternativa, “a società a partecipazione mista pubblica e privata con capitale privato non inferiore al 40%”. Le gestioni affidate a società “in house” cessano, improrogabilmente e senza necessità di deliberazione da parte dell’ente affidante, alla data del 31 dicembre 2011 oppure alla scadenza prevista dal contratto di servizio a condizione che entro il 31 dicembre 2011 le amministrazioni cedano almeno il 40 per cento del capitale.

Tale provvedimento sottrarrà ai cittadini ed alla sovranità delle Regioni e dei Comuni l’acqua potabile di rubinetto, il bene più prezioso, per consegnarlo, a partire dal 2011, agli interessi delle grandi multinazionali e farne un nuovo business per i privati.
Noi pensiamo che sia un epilogo da scongiurare, sia per un concetto inviolabile che annovera l’acqua come un diritto universale e non come merce, ma anche per le ripercussioni disastrose che una privatizzazione potrebbe generare sui cittadini in funzione della crescita delle tariffe.

Nonostante l’approvazione dell’art. 15 del D.L. 135/09, rimane possibile dar vita ad una gestione pubblica del SII, attraverso l’affidamento diretto del servizio ad un Ente di diritto pubblico, strumentale dell’Ente Locale (Consorzio tra Comuni, Azienda speciale, Azienda speciale consortile). La strada per arrivare a tale risultato è sostanzialmente, come precedentemente meglio specificato, la modifica degli Statuti comunali dei Comuni dell’ATO.

Il Forum Nazionale dei movimenti per l’Acqua, ha provveduto a costruire una delibera-tipo (che alleghiamo in copia) per l’inserimento nello Statuto dei Comuni di una formulazione che, basandosi sul riconoscimento che l’acqua è un bene comune naturale finito, indispensabile all’esistenza di tutti gli esseri viventi, considera il Servizio idrico integrato come un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica. Con tale operazione, i Comuni dell’ATO hanno la potestà di decidere quale forma gestionale intendono adottare.

Tale provvedimento è pienamente legittimo, in quanto l’Unione Europea demanda ai singoli Stati membri, la decisione di definire quali siano i servizi a rilevanza economica e quali privi di rilevanza economica e la normativa del nostro Paese non si è mai pronunciata esplicitamente in questa direzione. L’unico riferimento esistente in proposito risale al comma 16 dell’art. 35 della legge 448/2001 (legge Finanziaria 2002), con il quale il Governo era impegnato, nell’arco di tempo di sei mesi, ad emanare un regolamento per definire i servizi pubblici locali da considerarsi “a rilevanza industriale”. Regolamento che non è mai stato presentato.

Inoltre con la sentenza n. 272 del 27 luglio 2004 la Corte Costituzionale è intervenuta nell’ambito della normativa che disciplina i servizi pubblici locali. Tale sentenza ha dichiarato l’incostituzionalità dell’art. 14, comma 1 e 2, del D.L. 269/2003 (“Disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la correzione dell’andamento dei conti pubblici”) in quanto tali norme determinavano un’illegittima compressione dell’autonomia regionale e locale in materia di servizi pubblici locali. La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale anche dell’art. 113 bis del D.Lgs. 276/2000 (TUEL), cioè di quell’articolo che disciplinava i servizi pubblici locali privi di rilevanza economica. Secondo la Sentenza citata, infatti, “il titolo di legittimazione per gli interventi del legislatore statale costituito dalla tutela della concorrenza non è applicabile a questo tipo di servizi, proprio perché in riferimento ad essi non esiste un mercato concorrenziale”.
Il legislatore statale, quindi, in materia di servizi può legiferare soltanto in riferimento al tema della “tutela della concorrenza”, tutto il resto è demandato al livello locale.
A questo punto per l’Ente Locale è possibile il ricorso all’articolo 114 (azienda speciale) del TUEL, che, combinato con l’art. 31 dello stesso TUEL, porta a dar vita ad un’Azienda speciale consortile.

Infine, ci preme sottolineare, sia pure in modo sintetico, i motivi per i quali pensiamo che la scelta dell’affidamento ad un’Azienda speciale consortile sia quella realmente rispondente ad una gestione pubblica del servizio idrico, a differenza dell’affidamento ad una SpA “in house” .
L’acqua è un bene essenziale per la vita, che non può dipendere dalla decisione di società private il cui unico scopo è il conseguimento di profitti. Stare nell’ambito del diritto pubblico o in quello privato non è assolutamente la stessa cosa in termini di conseguenze per chi usufruisce del servizio. Essere azienda di diritto privato significa dover rispondere all’obiettivo di produrre utili, mentre un Ente pubblico assume come vincolo il pareggio di bilancio.

Alla luce di quanto sopra riportato confidiamo nella Loro sensibilità, sperando che mettano in atto ogni provvedimento necessario ad evitare l’affidamento della gestione dell’acqua potabile ai privati sostenendo concretamente ogni evento promosso per evitare la liberalizzazione del Servizio idrico. Chiediamo inoltre che gli enti in indirizzo sostengano il referendum abrogativo delle norme emanate a favore della privatizzazione dell’acqua, affinché sia data ai cittadini la possibilità di scelta sulla gestione del Servizio idrico.

Nel ringraziare per la cortese attenzione, porgiamo distinti saluti.

Amantea, 22/04/2010

Allegati:
1) Delibera-tipo redatta dal forum Nazionale Movimenti per l’Acqua.
2) Proposta di modifica Statuto Comunale

Comitato Civico Natale De Grazia
Il Presidente
Gianfranco Posa

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