A Lamezia “Scorta civica” per i magistrati antimafia
Organizzato dalle Scorte civiche Calabresi, di Caltanissetta e Palermo un sit-in di solidarietà ai magistrati vittime di atti intimidatori
Anche Lamezia Terme dice NO alla mafia.
Nella mattinata del 29 Maggio scorso associazioni, cittadini, studenti e anche istituzioni politiche di diverso schieramento si sono ritrovati davanti al Palazzo di Giustizia, in un sit-in organizzato dalla Scorta Civica Calabria-Caltanissetta- Palermo, e insieme si sono stretti in un abbraccio di solidarietà attorno a quei magistrati impegnati quotidianamente nella lotta alla criminalità e per questo vittime di atti intimidatori. «Eroi da proteggere e sostenere finché sono ancora vivi» li hanno definiti gli organizzatori dell’iniziativa, come il Procuratore Salvatore Vitello, il Presidente della sezione penale del tribunale lametino Giuseppe Spadaro, il Procuratore Pierpaolo Bruni della Procura di Crotone. Magistrati che s’impegnano quotidianamente nella lotta alla mafia e per la difesa della Costituzione.
Il ruolo delle Scorte civiche, “costola” delle movimento delle Agende Rosse, fondato da Salvatore Borsellino, nella speranza di far luce sulle stragi di Palermo, in cui persero la vita il fratello Paolo ed il giudice Falcone, è quello di cercare di far capire alla società civile che è ora che ogni singolo cittadino faccia la propria parte per garantire l’incolumità ai magistrati antimafia, per far sentire loro che i cittadini apprezzano il delicato lavoro che svolgono. «Noi prima di essere magistrati siamo uomini, – ha affermato il presidente Spadaro – uomini che fanno sempre più fatica a spiegare ai loro cari il perché dei loro silenzi, delle loro assenze da casa e dei loro sacrifici per un mestiere sempre più ingrato, anche e soprattutto per le continue denigrazioni a cui i nostri familiari sono costretti ad assistere, quasi fossimo noi giudici i criminali. Sono un uomo, sono un uomo-giudice» La sua è stata una commozione che ha toccato tutti i presenti che si sono lanciati in un lungo applauso per questo servitore dello Stato costretto a subire minacce, non solo rivolte a lui personalmente ma anche ai suoi bambini. «La famiglia non c’entra, – ha detto con forza Spadaro – la famiglia non si tocca. Un vero uomo non si sarebbe mai permesso, i figli non c’entrano».
«Ma vi conviene vivere così? – ha chiesto il Procuratore Vitello rivolgendosi agli uomini di mafia – Ma che vita fai? continuamente immerso nel terrore che la cosca rivale possa trucidare te e la tua famiglia. Ma ha senso vivere così? Pensate che si possa acquisire rispetto mancando di rispetto alla collettività? È un falso rispetto: la gente vi odia. Questo sit-in è anche per chi sta dalla parte mafiosa: sono tutti invitati a cambiar vita, convertendosi a vivere serenamente la libera democrazia italiana».
«Questa partecipazione – ha detto il magistrato crotonese Pier Paolo Bruni – significa che la Calabria sta sviluppando gli anticorpi per reagire a questa tremenda malattia che è la criminalità organizzata. Questi ragazzi sono la testimonianza del fatto che la società calabrese è un organismo sano che sa e vuole reagire».
Si, erano soprattutto giovani ad affollare piazza della Repubblica a Lamezia. Rragazzi che sventolavano bandiere e striscioni delle associazioni antimafia, ma sopratutto tante agende rosse al cielo in memoria di quell’agenda sottratta dall’auto di Paolo Borsellino il giorno del suo attentato e che conteneva tante verità sulla criminalità e sui legami della Mafia con pezzi delle istituzioni. «Oggi abbiamo creato un nuovo ponte dello stretto, – hanno dichiarato i componenti della Scorta civica calabrese insieme a quelle di Palermo e Caltanissetta – quello della legalità e della resistenza alle critiche, resistenza ai sistemi collusi, al “puzzo del compromesso”. Siamo ovunque, siamo “piccole” gocce in tutta Italia, perché verità e giustizia sia fatta per le stragi di Falcone e Borsellino e per tutte le vittime di mafia. E per far sì che questi magistrati-uomini non debbano più sentire solitudine, sappiano gli “uomini” di mafia, che ogni volta che minacceranno uno di questi veri uomini, minacceranno anche noi. Noi della scorta civica resteremo uniti insieme a loro.”
Una risposta a quel luogo comune che definisce i Calabresi gente omertosa, incapace di stare dalla parte delle persone oneste, e la Calabria come una regione rassegnata e incapace di arrabbiarsi difronte alle brutture di questa terra. “E’ nelle scelte quotidiane che si costruisce il cambiamento. – Affermano le “Agende rosse” – e fortunatamente noi abbiamo degli esempi da seguire come il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Caltanissetta Giovanbattista Tona, come il Procuratore aggiunto alla procura di Palermo Antonio Ingroia, come il Procuratore della Repubblica di Caltanissetta Sergio Lari e il Procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone – a cui va la nostra solidarietà e vicinanza per le minacce subite nei giorni scorsi –, come il Procuratore della Procura di Paola Bruno Giordano che nonostante pochi mezzi e uomini, nonostante le minacce, gli attacchi e i rischi continuano a lottare per noi”.
«Chiunque può contribuire attivamente a rendere migliore la nostra società – sono le parole di Salvatore Borsellino – Se l’antimafia diventa un patrimonio “collettivo”, allora colpire un singolo giudice non sarà più conveniente per la criminalità organizzata. E come diceva, esattamente mio fratello Paolo : “Se la gioventù le negherà il consenso anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come in un incubo.”
Lamezia Terme 29 maggio 2010