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Archivio per la categoria ‘Acqua Pubblica. Referendum’

Amantea Referendum, costituito il comitato comprensoriale “2 si per l’acqua bene comune”

10 marzo 2011 Commenti chiusi

Costituiti gruppi di lavoro per diffondere tra i cittadini notizie sul referendum dell’acqua.
Posa: «Le multinazionali devono conseguire dei profitti e non possono garantire la solidarietà tra i cittadini».

di Asmara Bassetti

Amantea - Venerdì 4 marzo, nella sede di Amantea del comitato civico Natale De Grazia, si è costituito il Comitato comprensoriale “2 SI PER L’ACQUA BENE COMUNE” contro la privatizzazione dell’acqua, per far vincere il SÌ al referendum.
Ad invitare associazioni, parrocchie, sindaci, rappresentanti delle istituzioni e singoli cittadini di Amantea e dei paesi limitrofi, ci ha pensato il comitato “Natale De Grazia”, che già da qualche mese, con impegno e costanza, sta provando a sensibilizzare la popolazione ad andare a votare al referendum che si terrà il 12 giugno. Alla riunione ha partecipato anche l’assessore Sergio Tempo in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Amantea.

Grazie a 1.400.000 firme, la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili due dei tre referendum contro la privatizzazione dell’acqua, ma il ministro degli interni Maroni ha stabilito che i referendum si terranno l’ultimo fine settimana utile alle votazioni vanificando almeno per adesso gli sforzi dei movimenti per l’acqua che avevano chiesto alle istituzioni di unificare i referendum con le elezioni amministrative del prossimo 15 maggio facendo risparmiare così agli italiani 400milioni di euro. Per tale ragione diventa fondamentale l’apporto di ogni cittadino per riuscire a motivare più gente possibile ad andare a votare, e far votare due Si per evitare che l’acqua, che è un bene comune, non finisca nelle mani dei privati diventando una merce su cui speculare.

“E’ un dovere dei cittadini contribuire alla copertura delle spese del servizio idrico – ha affermato Gianfranco Posa presidente del De Grazia – perché portare l’acqua dalle sorgenti nelle nostre case ha un costo. Ma se a gestire il servizio sono i privati a tale costo sarà aggiunto un surplus, perché i privati devono, giustamente, rispondere alle leggi del mercato e un buon imprenditore non è tale se non raggiunge il conseguimento di profitti. Se a gestire il servizio è invece un ente pubblico dovrà occuparsi di coprire i costi meramente necessari a portare acqua potabile nelle nostre case ed eventualmente potrà chiedere ai cittadini di pagare qualcosa in più per le famiglie che vivono in povertà ma che dell’acqua non possono fare a meno. E’ inverosimile pensare che una società multinazionale si preoccupi delle famiglie in stato di bisogno e come già successo in altri comuni a tutti i contribuenti che non pagheranno sarà tagliata l’acqua senza far differenza tra i “furbi” che intendono evadere i tributi e  chi vive in stato di povertà”.

Durante la riunione si sono formati dei gruppi operativi. Ci sarà infatti chi si occuperà di diffondere capillarmente con volantini e altri mezzi di comunicazione notizie sui referendum; altri si occuperanno della comunicazione via web diffondendo appelli su internet; un altro gruppo si occuperà di organizzare eventi o spettacoli teatrali per sensibilizzare anche i bambini sull’importanza dell’acqua che è un bene finito e che non va sprecato. Per quanto riguarda invece gli istituti scolastici superiori, verrà indetto, un concorso letterario sul tema dell’acqua, i vincitori saranno premiati con dei libri messi a disposizione dei volontari ma anche da alcune case editrici calabresi in primis la Rubettino che si è già detta disponibile a partecipare all’iniziativa.

Il governo decide per Referendum a giugno che costeranno ai cittadini 400 milioni di euro in più

5 marzo 2011 Commenti chiusi

400milioni di euro è il prezzo che il governo ha deciso di far pagare ai cittadini per non voler accorpare i referendum con le elezioni amministrative.
Il Governo – che sui temi dell’acqua sa di essere minoranza – dimostra di aver paura che si possa raggiungere il quorum e che i cittadini cancellino le norme con le quali ha concesso l’Acqua ai privati.

di Corrado Oddi*

Corrado Oddi

Non ci si può certo lamentare della prontezza di riflessi del ministro Maroni. Proprio nel momento in cui i Comitati referendari manifestavano sotto Montecitorio per chiedere l’accorpamento della scadenza referendaria con le prossime amministrative, è arrivata perentoria la sua risposta per cui i referendum si debbano tenere il 12 giugno, ultima data utile tra quelle previste dalla legge. Il ministro si guarda bene dal confrontarsi con le ragioni da noi avanzate, e cioè che l’accorpamento farebbe risparmiare circa 400 milioni di euro alle casse dello Stato e che tale scelta valorizzerebbe l’istanza partecipativa insita nell’istituto referendario.

Il Governo sa bene, in particolare per quanto riguarda i 2 referendum volti alla ripubblicizzazione del servizio idrico, di essere minoranza nel Paese e si attrezza di conseguenza. A maggior ragione, vale la pena mettersi a lavorare di lena perché anche questa strategia di disincentivo alla partecipazione possa essere sonoramente smentita dai fatti.

Intanto, a questo fine, servirà che la manifestazione nazionale del prossimo 26 marzo lanciata dal Comitato referendario “2 Sì per l’acqua bene comune” e promossa da una larghissima coalizione sociale, che nei fatti aprirà la campagna referendaria per la ripubblicizzazione del servizio idrico e che intende anche connettersi con la battaglia contro il nucleare e per la difesa dei beni comuni, sia grande, allegra e partecipata. E che faccia da volano per una forte e capillare mobilitazione dei Comitati territoriali, delle organizzazioni sociali e delle forze politiche che hanno sostenuto i referendum per l’acqua, con l’idea che, anche nonostante il silenzio dei grandi mass media e la strategia astensionista del governo, si riesca a raggiungere la grandissima parte dei cittadini, informarli sullo svolgimento del referendum e sulle ragioni del voto per il sì.

Ce la possiamo fare, intanto, perché mossi dalla consapevolezza che la vittoria referendaria per sottrarre l’acqua al mercato e alle privatizzazioni (e anche per fermare il nucleare) può aprire una nuova stagione in grado di invertire la rotta rispetto alle scelte di ispirazione neoliberista che si sono affermate da molti anni a questa parte e di iniziare a battere il “berlusconismo” sul piano dei contenuti. In particolare ce la possiamo fare, partendo dal riconoscimento che i 2 referendum per l’acqua bene comune hanno anche il valore aggiunto di essere promossi da una larga coalizione sociale e sostenuti da 1.400.000 cittadini, la più grande raccolta di firme realizzata nella storia referendaria del nostro Paese.

Un percorso che va rispettato dalla politica, in primo luogo da Italia dei Valori, evitando di intestarsi referendum di cui non si è stati promotori, e che, anzi, va visto come portatore di nuove forme della partecipazione alle vicende politiche e sociali. Anche su questa base, continueremo a chiedere che i referendum vengano accorpati alle elezioni amministrative e lavoreremo perché, se proprio Maroni vorrà andare al mare a giugno, ci vada da solo o con una ristretta compagnia.

*Forum Italiano Movimenti per l’Acqua

26 marzo 2011

Ore 14.00 – Piazza della Repubblica

Manifestazione nazionale a Roma

VOTA SI’ AI REFERENDUM PER L’ACQUA BENE COMUNE!

Una giornata all’insegna del “SI”

1 marzo 2011 Commenti chiusi

Referendum Acqua. Il De Grazia in piazza per sostenere le ragioni del SI”

Domenica scorsa in mattinata gazebo ad Amantea e nel nel pomeriggio  “Festival popolare della salsiccia” a Belmonte.

di Asmara Bassetti

AMANTEA 27 febbraio, – Con il sole dalla loro parte, gli attivisti del comitato civico “Natale De Grazia”  si sono ritrovati domenica scorsa in piazza Commercio per sensibilizzare la popolazione in vista del referendum contro la privatizzazione dell’acqua che si dovrebbe tenere tra il prossimo 15 maggio e il 15 giugno.

Alle dieci e trenta era già tutto pronto sotto il gazebo e si è dato il via alla distribuzione di volantini informativi e la raccolta di contributi economici per  finanziare la campagna referendaria in cambio venivano distribuiti piccoli gadget realizzati artigianalmente da Roberta Rappini, attivista del De Grazia, mentre qualche palloncino con impresso lo slogan “2 si per l’acqua bene comune” veniva distribuito ai bimbi che passeggiavano con i genitori.

Il referendum sull’acqua pubblica è un esempio concreto di “democrazia partecipata”. I quesiti referendari sono stati voluti e e realizzati da semplici cittadini (lontani dai partiti) che oggi ne curano anche la promozione sostenendo di tasca propria e con i contributi dei singoli le spese.

Affinché i referendum abbiano validità sarà necessario raggiungere il quorum, ovvero bisognerà convincere ad andare a votare il 50% più uno degli aventi diritti al voto. Fanno  comunque ben sperare sia l’interesse e la partecipazione della gente ad iniziative come quelle di domenica, sia il milione e mezzo di firme che hanno accompagnato la presentazione dei quesiti referendari.

Nel pomeriggio gli attivisti del comitato si sono spostati nel comune Belmonte Calabro dove hanno partecipato, presso la biblioteca comunale, al “Festival popolare della salsiccia casereccia”. Questa iniziativa, promossa dal Gruppo Attivo Belmonte, dall’Associazione Nero di Calabria e dalla locale Pro loco e coordinata con grande impegno da Mario Arlia, prevedeva la competizione, appunto, di produttori artigianali del tipico salume calabrese. Una giuria dal palato fine ha assegnato alla commossa vincitrice, quale premio, un maialino nero. L’intera iniziativa è stata approntata sul tema dell’acqua pubblica e sulla promozione dei referendum con un intervento finale di Gianfranco Posa, Portavoce del comitato “Natale De Grazia”, che ha illustrato le ragioni del  “si” e l’importanza di come ognuno debba impegnarsi per convincere più persone possibili ad andare a votare “2 si per l’acqua bene comune”.

La serata si è conclusa con un “happy hour” a base di prodotti tipici, ottimo vino e salumi di maiale nero di Calabria, il tutto allietato con della buona musica popolare che ha animato il borgo antico del comune di Belmonte Calabro.
Il ricavato dell’happy hour è stato devoluto al finanziamento della campagna referendaria.