Archivio

Archivio per la categoria ‘Attività del Comitato’

Paola. E’ in corso il Processo per i morti della Marlane

28 settembre 2012 Commenti chiusi

Il 28 settembre di nuovo con gli operai della Marlane a Paola fuori  e dentro il Tribunale

Venerdì alle 9,30 nel Tribunale di Paola finalmente potremo aprire una pagina importante per la strage degli operai della Marlane di Praia a Mare. Dopo diversi rinvii e stop al processo si entrerà nel vivo della vicenda con l’interrogatorio di alcuni operai . Fra questi l’ex operaio Luigi Pacchiano che fin dal 1995 ha denunciato quello che avveniva nella fabbrica. Pacchiano è la memoria storica della fabbrica, è colui tra i fondatori del sindacato Slai Cobas nel 1997, e della successiva scissione nel 2009 del Si Cobas con il quale oggi continua la lotta in difesa degli operai. Luigi Pacchiano non demorde e sin dal 1995 quando fece in piena solitudine la prima denuncia  ha continuato a portare la verità su quanto avvenuto in quella fabbrica. Coautore con Francesco Cirillo, esponente ambientalista di un libro inchiesta sulla Marlane,e con la documentarista  Giulia Zanfino per l’unico documentario girato sulla questione e trasmesso più volte sulle rete nazionali,  ha girato l’Italia a presentare la storia, facendola diventare un caso nazionale. Ora finalmente potrà parlare per la prima volta ed essere ascoltato sulle morti avvenute nella Marlane, sui metodi di lavoro, sulle condizioni di lavoro senza le minime misure di sicurezza a tutela della salute degli operai e delle operaie. Potrà finalmente far sentire la sua testimonianza  sui rifiuti tossici sotterrati nell’area della Marlane e sulle confessioni, registrate,  di Francesco De Palma, operaio deceduto un anno fa per tumore, autore dei sotterramenti. Il video è stato consegnato al tribunale di Paola in attesa di essere acquisito come prova. La storia della Marlane in definitiva non è finita. Si risveglia ad ogni funerale di qualche operaio che muore per tumore, si risveglia ogni qual volta che un operaio scopre quel maledetto tumore che proviene dalle vasche piene di acidi, veleni, fumi tossici. Gli stabilimenti della Marlane oggi giacciono ancora a Praia a Mare. La cittadinanza ci passa davanti e quasi fa finta di non vederli. I turisti ignari ancora fanno i bagni davanti la spiaggia senza sapere che in quei terreni sono stati seppelliti i rifiuti tossici provenienti dalla lavorazione. L’ex sindaco di Praia a Mare , Lomonaco oggi è imputato per disastro ambientale, lesioni gravi, omicidio colposo , per cinque anni del suo mandato ha fatto finta di non sapere nulla, così il nuovo sindaco Antonio Praticò finge di non sapere cosa è avvenuto in quella fabbrica nella quale lui stesso ha lavorato e diretto le assunzioni per 35 anni, e fa finta di non sapere che quell’area è inquinata e che va assolutamente bonificata per liberare la cittadinanza da quei rifiuti tossici e pericolosi. Anche la Regione Calabria, che pur costituitasi parte civile nel processo, ha “dimenticato” di inserire il sito della Marlane fra le aree calabresi da bonificare . Come abbiamo sempre fatto sin dall’inizio della vicenda come ambientalisti, sindacati di base, centri sociali della Calabria saremo vicini agli operai e faremo sentire la nostra presenza e vicinanza alle famiglie degli operai e delle operaie morti in quella fabbrica dei veleni. Così come il 6 ottobre dalle ore 18 nel CPOA Rialzo di Cosenza lo saremo con gli operai e le vittime dell’ILVA di Taranto . Storie del sud , che accomunano i territori e che dimostrano senza ombra di dubbio come il capitale , lo sfruttamento umano, la mancanza di regole certe sulla difesa dell’ambiente e della salute si muovano con le stesse gambe e la stessa politica criminale.

Si- Cobas coordinamento Calabria /  Osservatorio Nazionale Amianto / Rete Difesa Territorio “Franco Nisticò”/ CSOA Rialzo Cosenza / Forum Ambientalista Calabria / Associazione Culturale Skatakatascia U*CS Francavilla /   Movimento Ambientalista del Tirreno /ACSSA Montalto Uffugo

Categorie:Attività del Comitato Tag:

Fiume Oliva. Pugliano: “Presto la Bonifica”

24 luglio 2012 Commenti chiusi

Ad affermarlo l’assessore regionale all’ambiente Francesco Pugliano, che rispondendo ad un’interrogazione di Mimmo Talarico ha confermato in Consiglio regionale che saranno stanziati i fondi necessari ad avviare la bonifica del fiume Oliva, confermando quanto già riferito in un precedente incontro ai responsabili del Wwf di Amantea e del Comitato “Natale De Grazia”.

segue Articolo di Paolo Orofino sul Quotidiano della Calabria

Amantea, 24 Lug. 2012  – Forse una buona notizia per Amantea e per l’intero comprensorio. Il consigliere regionale dell’Idv, Mimmo Talarico ha reso noto che la Regione nel giro di poco tempo reperirà le risorse per la bonifica della vasta area in cui scorre il fiume Oliva, in cui negli anni sono stati abusivamente interrati ingenti quantità di rifiuti nocivi. Talarico precedentemente aveva inoltrato un’interrogazione scritta all’assessorato regionale all’Ambiente. Ieri è arrivata la risposta direttamente dall’assessore regionale Pugliano. Speriamo, a questo punto, che alle rassicurazioni verbali, seguano presto i fatti. Da due anni si parla della bonifica dei siti inquinati nella vallata del fiume Oliva, con rimpalli di competenze intervallati da censurabili silenzi sulla gravissima questione per la salute pubblica di residenti

e villeggianti. L’augurio è che questa volta, sia la volta buona. Da quando la procura di Paola ha scoperto

le indiscriminate discariche di svariate specie di rifiuti nascoste nel sottosuolo della suddetta zona, l’allarme è salito. Il ministero dell’Ambiente però si è chiamato fuori, non essendoci prove circa la presenza di rifiuti radioattivi (sospetto ridimensionato dopo le verifiche dell’Ispra, come ha evidenziato lo stesso Pugliano), passando la patata bollente alla Regione.

“L’assessore Pugliano –ha dichiarato Mimmo Talarico – in consiglio regionale, ha rassicurato i cittadini che vivono nei comuni interessati dal sito inquinato nella vallata del fiume Oliva rispondendo alla mia interrogazione nella quale chiedevo quali ragioni avessero indotto il Dipartimento regionale alle Politiche dell’Ambiente ad escludere dal piano di bonifica le aree ricadenti nella vallata del fiume Oliva, nel Tirreno cosentino, e quali azioni si intendono avviare, nel breve periodo, per dare attuazione alla bonifica delle suddette aree. Pugliano in aula ci ha riferito che a breve saranno reperite le risorse necessarie per avviare la bonifica del sito ed ha escluso la presenza di elementi radioattivi.

Noi non vogliamo fare facili allarmismi ma neanche sottovalutare la portata del problema che esiste. Chiediamo dunque –haconcluso il consigliere dell’Idv – all’assessore di mantenere l’impegno che ha assunto nella sede ufficiale del consiglio regionale e che prevede la bonifica a breve del fiume Oliva e restituire la vallata ai suoi cittadini e ai comuni che hanno denunciato la presenza di migliaia di metri cubi di rifiuti, molto probabilmente tossici e nocivi”.

Categorie:Attività del Comitato Tag:

“L’acqua è pubblica!” lo afferma anche la Corte costituzionale

21 luglio 2012 Commenti chiusi
Grande vittoria dei movimenti, la Corte Costituzionale fa saltare le privatizzazioni di acqua e servizi pubblici locali

Attivisti del comitato "De Grazia"

Oggi, 20 Luglio, la Corte Costituzionale restituisce la voce ai cittadini italiani e la democrazia al nostro Paese.

Lo fa dichiarando incostituzionale, quindi inammissibile, l’articolo 4 del decreto legge 138 del 13 Agosto 2011, con il quale, il Governo Berlusconi, calpestava il risultato referendario e rintroduceva la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Questa sentenza blocca anche tutte le modificazioni successive, compresa quelle del Governo Monti.

La sentenza esplicita chiaramente il vincolo referendario infranto con l’articolo 4 e dichiara che la legge approvata dal Governo Berlusconi violava l’articolo 75 della Costituzione. Viene confermato quello che sostenemmo un anno fa, cioè come quel provvedimento reintroducesse  la privatizzazione dei servizi pubblici e calpestasse la volontà dei cittadini.

La sentenza ribadisce con forza la volontà popolare espressa il 12 e 13 giugno 2011 e rappresenta un monito al Governo Monti e a tutti i poteri forti che speculano sui beni comuni. Dopo la straordinaria vittoria referendaria costruita dal basso, oggi è chiarito una volta per tutte che deve deve essere rispettato quello che hanno scelto 27 milioni di italiani: l’acqua e i servizi pubblici devono essere pubblici.

Si scrive acqua, si legge democrazia!

Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

Categorie:Attività del Comitato Tag:

Navi dei veleni. Se ne parlerà a Gallico dove viveva Natale De Grazia

19 luglio 2012 Commenti chiusi

Sabato 21 luglio alle ore 18.30 al Centro sociale “Cartella” per riportare l’attenzione sulle navi dei veleni. Dibattito e presentazione del documentario “L’Avvelenata” di Claudio Metallo. Sarà presente il comitato civico Natale De Grazia.

Gallico, 18 Lug. 2012 - Il 12 settembre del 2009, al largo delle coste di Cetraro, fu ritrovata una nave affondata che, in base alle dichiarazioni del pentito di ‘ndrangheta Francesco Fonti, è stata inizialmente identificata come la Cunsky. Quel ritrovamento scatenò un moto di indignazione in tutta la Calabria, e non solo: dopo anni di denunce inascoltate, di inchieste archiviate in fretta, di racconti diventati leggende, finalmente sembrava sia stato squarciato quel velo calato sulle cosiddette “navi dei veleni”, quelle imbarcazioni cariche di rifiuti tossici e radioattivi, affondate con la complicità del governo italiano.
La Jolly Rosso, arenatasi sulle spiagge della vicina Amantea il 14 dicembre del 1990, divenne il simbolo di queste carrette affondate e di una Calabria avvelenata dalle mafie e da imprenditori senza scrupoli. Ma (in seguito alla chiusura con archiviazione dell’inchiesta giudiziaria) diventò anche l’emblema di quella Calabria che ricerca verità e giustizia, e che si riversò nelle strade della cittadina cosentina per gridare “Basta ai veleni” e chiedere la bonifica dei territori inquinati.
Giocando sulla identità della nave, identificata nella Catania e non nella Cunsky, e quindi sulla inattendibilità di Fonti, ben presto fu nuovamente oscurata tutta la vicenda. A distanza di quasi tre anni da quella manifestazione, le navi dei veleni sono ricadute nell’oblio, e addirittura la valle del fiume Oliva, a pochi chilometri dalla spiaggia dove si arenò la Jolly Rosso e dove furono ritrovati 90mila metri cubi di rifiuti nocivi, viene esclusa dalla lista regionale delle aree da bonificare.
Per parlare di tutto questo, ma anche per ricordare chi ha dato la vita per inseguire la verità sulle navi dei veleni, come il capitano Natale De Grazia, il c.s.o.a. Cartella e la Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò” hanno organizzato per sabato 21 luglio alle 18.30, un incontro pubblico che vedrà la partecipazione di Nuccio Barilla, dirigente nazionale Legambiente, Gianfranco Posa del Comitato civico Natale De Grazia, e Claudio Metallo, regista e documentarista.
Dopo un apericena a base di prodotti del G.A.S. – Gruppo di Acquisto Solidale “Felce & Mirtillo”, seguiranno le proiezioni del documentario L’avvelenata, scritto e diretto da Claudio Metallo, e di “L’uomo che si è fatto dio”, progetto fotografico di Alessandro Mallamaci che racconta un’altra storia di veleni nella nostra regione, quella della Marlane.
La serata si chiuderà con lo spettacolo “Il suono e la parola”, un viaggio in un mondo fatto di parole e di musica con Mimmo Martino e Mario Lo Cascio.
All’iniziativa saranno presenti con dei banchetti informativi, il Comitato contro la Centrale a Carbone di Saline Joniche, che ha indetto un presidio per il 23 luglio davanti il Consiglio regionale, il Gruppo Emergency di Reggio Calabria, da poco costituitosi nella nostra città, e gli attivisti della Colonia felina “Le Micille”, finalmente tornata al parco Cartella dopo il trasferimento forzato causato dall’incendio

Categorie:Attività del Comitato Tag:

Amantea, Rifugiati. Le associazioni chiedono un immediato intervento “prima che la situazione precipiti”

17 luglio 2012 Commenti chiusi

I rifugiati: “Abbiamo una dignità da difendere e un futuro per il quale lottare. Ad Amantea siamo stati letteralmente deportati. “

Foto: Webiamo.it

Amantea, 17, Lug. 2012 - Più che in altre circostanze precedenti, ha destato viva preoccupazione la recente protesta dei migranti ospitati ad Amantea e sfociata nell’azione di blocco materiale di un’auto con all’interno una donna, responsabile della struttura che accoglie i rifugiati, e del proprio figlio. Atto non giustificabile con alcuna scusante, esecrabile e intollerabile.

Ciò specificato resta però il fatto che negli ultimi tempi le proteste e le rimostranze da parte dei rifugiati si susseguono in continuazione. Segno evidente di un malessere e di uno stato di persistente disagio che va affrontato con serietà e responsabilità dagli organismi competenti e risolto con chiarezza.

Donde derivano le proteste dei migranti?

- Dalla mancata concessione del permesso di soggiorno e dei successivi documenti d’identità che permetterebbe loro di essere liberi e muoversi nel territorio nazionale;

- Dalle condizioni in cui sono costretti a convivere all’interno della struttura ospitante.

Noi crediamo che si possa fare chiarezza in tempi rapidi su entrambi i problemi. Esistono certamente leggi e regolamenti nazionali e internazionali che dettano le regole da rispettare e criteri di assegnazione cui attenersi per il rilascio dei documenti di identità ai rifugiati. Tant’è che alcuni dei migranti stessi hanno potuto usufruire di tali benefici. Sono criteri univoci o suscettibili di varie interpretazioni a seconda dell’organismo o ente locale che valuta le richieste?

Gli organismi competenti dovrebbero, perciò, in tempi accettabili decidere in merito e stabilire chi ha diritto alla concessione del documento di identità e chi no. E agire di conseguenza.

Anche sul secondo problema sollevato si tratta di intervenire al più presto, considerato che la situazione è conosciuta, nonché denunciata da più parti, da più di un anno. È vero che la struttura non ha la capacità di ospitare decentemente e dignitosamente circa 140 persone? Che le condizioni igienico-sanitarie sono gravemente insufficienti? Che la convivenza tra le varie etnie e religioni risulta compromessa per il continuo disagio determinato dalla qualità di vita e dai conflitti interpersonali?

Dalle dichiarazioni rilasciate dagli stessi migranti agli organi di stampa risulta chiaramente che non vogliono restare ad Amantea “dove siamo stati letteralmente deportati” e che fin tanto che sono costretti a fermarsi rivendicano condizioni di dignità “… noi abbiamo una dignità da difendere e un futuro per il quale lottare …”. Risulta anche che gli enti e gli organismi incaricati dell’organizzazione dell’accoglienza in Calabria e della gestione dei migranti (Regione Calabria, Protezione civile regionale, ecc.) hanno accentrato ogni decisione senza dialogare con l’Amministrazione locale, con le associazioni, le organizzazioni cittadine. Come se le conseguenze del loro operato non si riflettessero sulla città e sui suoi cittadini. Le operazioni di polizia successive alle proteste non possono risolvere i problemi che preesistono. Si tratta allora di dimostrare la volontà di risolvere con trasparenza e capacità e con l’applicazione delle leggi lo stato di questa umanità derelitta giunta fino alla nostra terra. In altre regioni d’Italia l’accoglienza ha funzionato non ammassando in poche zone i migranti, garantendo i servizi essenziali e il rispetto della dignità della persona.

È responsabilità degli organismi di gestione e degli apparati amministrativi attivarsi prima dell’ennesima protesta dei rifugiati, prima di qualche escalation violenta, prima che crolli la forza di sopportazione.

Si tratta allora di agire di conseguenza senza altro obiettivo che quello della giusta soluzione del problema dimostrando di voler smentire nei fatti la denuncia degli immigrati “Siamo stati consegnati nelle mani di persone che da più di un anno ci tengono in ostaggio e non riusciamo a comprendere i meccanismi burocratici che impediscono di dare risposte ai nostri problemi”.

Firmato dalle Organizzazioni:
Auser Amantea
Cgil Amantea
Lega Spi Amantea
Comitato civico Natale De Grazia
Movimento Agende Rosse Calabria
Il Tassello onlus
Associazione Bretia
Coordinamento Territoriale Associazioni del Distretto Socio-Sanitario di Amantea

Categorie:Attività del Comitato Tag:

Amantea. Lotta alla mafia «insieme si vince-insieme si perde».

26 giugno 2012 Commenti chiusi

 La risposta della società civile agli ultimi attentati verificatisi in città

Amantea, 26 giugno 2012 - Quando succedono fatti criminali deprecare e condannare serve ben poco se la comunità ed i singoli non si interrogano sul “che fare?” e non attivano itinerari virtuosi finalizzati a delegittimare e vincere la pedagogia mafiosa che avvelena tanti giovani ma anche spezzoni di società civile e dei pubblici poteri.

Ad Amantea la criminalità organizzata non demorde quantunque Forze dell’ordine e Magistratura qualche anno fa abbiano inferto un colpo durissimo alla sua struttura di grado elevato ed intermedio. Dopo l’operazione Nepetia, i cui itinerari processuali non si sono ancora completamente conclusi, la città è sembrata risollevata, quasi si sentisse liberata da una cappa di piombo, fatta di paura e di connivenze, che avvolgeva la sua vita economica, sociale e di relazione.

Alcuni episodi successivi però, uno dei quali verificatosi  qualche giorno fa e che ha causato il ferimento di un giovane ad opera di un gruppo di fuoco che ha agito in pieno giorno e nel centro della città, fanno ritenere che Amantea è ancora infettata dalla malavita organizzata e che la sua liberazione resta  una speranza più che una nuova condizione reale.

Noi crediamo che la città non sa (o non vuole) interrogarsi collettivamente sui mali che la imprigionano da tanto tempo condizionando negativamente la vita di tutti i suoi cittadini. Né le famiglie si rendono conto che da certi mali della società ci si libera collettivamente o non ci si libera mai; e che solo un impegno coordinato e ben pensato può evitare pericolose derive giovanili delle quali nessuna famiglia può credersi immune.

Gli operatori economici della città, in parte vittime di questa economia drogata da mafia nella quale operano, sembrano incapaci di reagire preferendo risposte individuali al problema che così diventa sempre più difficile da risolvere.

Le istituzioni scolastiche, al di là di qualche sporadica iniziativa pur degna di nota, non operano in modo coordinato con il resto della società civile e delle istituzioni, all’interno di un progetto di educazione antimafia pensato e realizzato insieme.

L’amministrazione comunale, coinvolta suo malgrado in alcune delle vicende che hanno segnato la storia recente della città, non ha saputo ricostruire la solidarietà e la fiducia nelle trame della società civile dove tante associazioni di volontariato, di categoria e sindacali operano con encomiabile spirito di servizio.

Le nostre associazioni, che operano in diversi settori  che interessano l’intera società civile non solo amanteana, nell’ambito di un maggiore e diverso impegno che l’intera comunità civica deve assumere, ritengono quantomeno opportuna la formazione di un coordinamento permanente tra tutte le associazioni di volontariato operanti in città ed interessate a dare un proprio contributo alla lotta alla mafia ed alla malavita organizzata. Non si tratta di distogliere l’attività di ognuna dal settore specifico di competenza ma di fare anche qualcosa di più insieme ad altri, per affrontare uno snodo importante della vivibilità democratica della città quale è la lotta alla criminalità organizzata, la difesa della legalità, la libertà di tutti, il futuro dei giovani.

Rivolgiamo perciò un appello a tutte le Associazioni operanti sul territorio cittadino per una mobilitazione continua sul problema della criminalità organizzata, chiedendo il loro assenso o dissenso alla proposta. All’amministrazione comunale chiediamo di ripensare  gli obblighi ed i doveri istituzionali cui è chiamata, unitamente alle istituzioni scolastiche ed alle forze economiche operanti in città. La guerra contro la mafia si vince insieme o si perde insieme.

Comitato Civico “Natale De Grazia”
CGIL Amantea
AUSER Amantea
Lega SPI Amantea
Movimento Agende Rosse Calabria 

Categorie:Attività del Comitato Tag:

L’incubo delle ecomafie

21 giugno 2012 Commenti chiusi

Ad Amantea va in scena “Occhi a perdere” tra Sofocle e Lucarelli. Iniziativa organizzata dall’associazione teatrale “La Buffa” e dal comitato De Grazia

Fonte: Rino Muoio su  ”Il Quotidiano della Calabria

Gli Attori in scena

Amantea – Non c’é voluto molto a comprendere l’obiettivo nobile degli attori de “La Buffa Agitatori Culturali”, l’associazione teatrale, che pulsa e si muove tra le mura di Catocastro, una delle zone antiche dello splendido centro storico amanteano. Il continuo intersecarsi dei passi della tragedia di “Edipo Re” di Sofocle e le righe del noir di Carlo Lucarelli, “Navi a perdere”, che poteva sembrare ardito agli ortodossi del teatro classico, piú che a quelli di denuncia, ha finito per convincere tutti. Il lavoro, titolato “Occhi a perdere, incubo premonitore”, mandato in scena domenica sera, in una location da teatro post-avanguardista, per non dire assolutamente inadeguata, é stato, non a caso, organizzato da quel Comitato De Grazia” che sul traffico illecito di sostanze inquinanti continua a spendere energie enormi, alla continua ricerca della verità. Se l’obiettivo, dunque, era quello di far riflettere e sollecitare l’attenzione sul fenomeno delle ecomafie e sull’impegno indefesso del Capitano, Natale De Grazia, morto in circostanze ancora oggi ritenute misteriose, mentre indagava per la procura della Repubblica di Reggio Calabria proprio sull’affondamento sospetto di decine di navi in vicinanza della costa calabrese, bisogna dire che il risultato é indiscutibilmente convincente. I riferimenti allo spiaggiamento della Jolly Rosso, arenatasi sulla costa di località “Formiciche”, tra Campora e Amantea, durante la rappresentazione de “La Buffa” sono stati continui e portanti, anche con il supporto di audiovisivi, sottolineati opportunamente, per altro, da movenze e mimiche efficacissime (emblematica la figura del testimone di fatti e circostanze criminali riferibili all’inquinamento del territorio del fiume Oliva, fatto passare per pazzo e reso inerme nella camicia di contenimento)
La compagnia, dicevamo, é partita da un’analisi moderna de L’Edipo Re, composto da Sofocle nella piena maturità e intriso da temi molteplici, a cominciare da quello della giustizia.
Edipo, che si scoprirà assassino del padre e amante della madre, vuole cercare la verità su se stesso e sul suo operato, anche quando intuisce in qualche modo la sua colpevolezza. Il suo animo è tormentato e non trova pace fino a quando la verità non viene completamente conosciuta e quando questa stessa viene scoperta, sconvolto, decide di dare esecuzione ad un decreto da lui stesso emanato contro chi fosse stato riconosciuto come assassino di Laio. Il suo sacrificio per la legge è estremo, purificante, eroico. E per questo diventa simbolo dell’amore per la verità. “Quella verità – é stato detto nella presentazione – che cercava Natale de Grazia sulle cosiddette navi dei veleni, portata avanti senza incertezze, così come accade per il comitato “Natale De Grazia”.

Durante lo spettacolo innumerevoli oracoli e novelli Tiresia, cercano di aprire gli occhi all’uomo del XXI secolo, che sembra vedere ma non voler guardare in modo consapevole al suo futuro.
Il messaggio che ci ha lasciato Natale De Grazia era forse una forma di vaticinio? L’ultima versione del 2012 di “Occhi a Perdere”, più articolata, é stato spiegato, indaga proprio su questa domanda, che ognuno dei silenziosi e attentissimi spettatori ha riportato a casa, facendola propria. Un lavoro ben fatto, che merita di essere vissuto assieme agli attori de “La Buffa”, per la verità non nuovi al successo.
Già durante l’estate del 2010, avevano messo in scena, nell’ambito della serata conclusiva del “Gaia Festival International 2010” il primo esperimento su “Occhi a Perdere – incubo premonitore da Edipo Re di Sofocle e Navi a Perdere di Carlo Lucarelli”.
Nello stesso anno avevano poi partecipato al Festival Internazionale di Regia Teatrale “Premio G. Corradini” con “Midsummer Night Blues”, surreale rilettura di “Sogno di una notte di mezza estate” di W. Shakespeare.
Nel 2011 hanno poi rappresentato “Eresia”, tragedia che rievoca la vita di Gianluigi Pascale e la strage dei Valdesi di Guardia Piemontese. Nel corso di questo 2012, infine, hanno collaborato fattivamente a “Gramsci Antonio Detenuto”, produzione di Ottavomiglio Laboratorio (Cosenza).

Aspettando l’apertura della “Casa delle Culture” gli artisti si esibiscono all’aperto

Amantea – Non potevano passare sotto traccia le difficoltà dell’associazione teatrale “La Buffa Agitatori Culturali”, che domenica sera ha dovuto mandare in scena lo spettacolo sotto il portico dell’edificio della Casa delle Culture, che attende di essere completata e inaugurata in autunno, come per altro ci ha assicurato l’assessore ai Lavori Pubblici in una recente intervista. Una situazione davvero indignitosa per uno spettacolo di grande interesse che merita certamente una location più adeguata. “Anche il luogo scelto per la messa in scena dello spettacolo – avevano affermato dall’organizzazione, che ha visto anche l’impegno del Comitato Civico “N. De Grazia” – può indurre ad un’altra riflessione: il ruolo che può avere un’opera pubblica come la Casa delle Culture sulla crescita culturale e morale della comunità una volta che avrà aperto i suoi battenti alla Città. Servono luoghi in cui si nutrano menti e spirito, dove far crescere sensibilità e intelligenze. Perché forse è superato il tempo dei “dibattiti” o comunque questi non bastano più come mezzo di comunicazione e riflessione. È giunto il tempo dei “racconti”, semi dai quali germogliano, anche se solo in terreni mentali fertili, le piante del pensiero critico”
Ma nella stessa presentazione si era voluto sottolineare la precarietà della situazione, a cominciare dalle poche sedie a disposizione, che hanno visto anche anziani dover stare in piedi, per assistere ad un lavoro meritorio.
Del disagio avvertito é stato informato anche il sindaco, Francesco Tonnara, che abbiamo sentito sulla questione.
“Sono consapevole della inadeguatezza del luogo dove si é svolto lo spettacolo – ci ha riferito – che so essere il frutto di tanti sacrifici come di grandissima professionalità. Sono io il primo a dire che gli attori de “La Buffa” meritano un luogo ben più adeguato per esibirsi. Quello che portano in scena rappresenta la parte migliore della città, il senso della partecipazione civile e della giustizia degli amanteani. Proprio per dare, finalmente, a questi nostri artisti e al pubblico, un luogo deputato alle attività culturali, per la prima volta ad Amantea, siamo impegnati con tutte le nostre forze, che spesso non bastano, per dotare la città di un teatro che sarà anche molto di più. Sto seguendo personalmente l’andamento delle cose per arrivare, come ha anticipato l’assessore Mazzei in questi giorni in una intervista pubblicata dal Quotidiano della Calabria, ad inaugurare la Casa delle Culture per gli inizi del prossimo autunno. Sarà quello – ha concluso – il luogo d’espressione più alto del pensiero del nostro territorio e, ancor prima, la casa dei tanti artisti che Amantea esprime.

Categorie:Attività del Comitato Tag:

Navi dei veleni. Uno spettacolo teatrale i piazza per aiutare a riflettere sul ruolo dei cittadini

14 giugno 2012 Commenti chiusi

“Occhi a Perdere” lo spettacolo teatrale messo in scena dalla compagnia “La Buffa” con la collaborazione del comitato De Grazia, aiuta a riflettere sul ruolo dell’uomo moderno «che sembra vedere ma non voler guardare in modo consapevole al suo futuro»

Amantea, 14 giugno 2012 - L’associazione teatrale “La Buffa Agitatori Culturali” metterà in scena lo spettacolo “Occhi a perdere, incubo premonitore”, un evento organizzato dalla stessa compagnia con la collaborazione del comitato civico “Natale De Grazia” e si terrà domenica 17 giugno ad Amantea alle ore 21.00 all’esterno della Casa delle Culture in via Vulcano.

L’opera invita a riflettere su alcuni eventi che hanno riguardato anche questo territorio e sul ruolo e l’atteggiamento avuto dalla popolazione locale.

“Occhi a perdere” è il racconto di un incubo scaturito dalle letture di due opere letterarie molto diverse tra loro: “Edipo Re” del filosofo Sofocle e il noir di ecomafia di Carlo Lucarelli “Navi a perdere”. La visione onirica nasce, nella prima versione del 2010, dall’Edipo Re come metafora sofoclea dello sguardo cieco ma dalla visione profonda, per dipanarsi poi tra le maglie dei misteri moderni indagati da Carlo Lucarelli.

Durante lo spettacolo innumerevoli oracoli e novelli Tiresia cercano di aprire gli occhi all’uomo del XXI secolo, che sembra vedere ma non voler guardare in modo consapevole al suo futuro.

Il messaggio che ci ha lasciato Natale De Grazia era forse una forma di vaticinio? L’ultima versione del 2012 di “Occhi a Perdere”, più articolata, indaga proprio su questa domanda.

Anche il luogo scelto per la messa in scena dello spettacolo può indurre ad un’altra riflessione: il ruolo che può avere un’opera pubblica come la Casa delle Culture sulla crescita culturale e morale della comunità una volta che avrà aperto i suoi battenti alla Città. Servono luoghi in cui si nutrano menti e spirito, dove far crescere sensibilità e intelligenze. Perché forse è superato il tempo dei “dibattiti” o comunque questi non bastano più come mezzo di comunicazione e riflessione. È giunto il tempo dei “racconti”, semi dai quali germogliano, anche se solo in terreni mentali fertili, le piante del pensiero critico. Allora può essere  ipotizzato che la ricerca teatrale moderna possa arrogarsi il diritto di proporre le sue metodiche con la speranza di creare coaguli di pensiero che fungano eventualmente da terreno di coltura per la crescita di altro pensiero.

                                                                                       La Buffa Agitatori Culturali

                                                                                      Comitato civico “Natale De Grazia”

 

Quella verità che cercava Natale De Grazia sulle navi dei veleni e che non lo fece demordere mai, neanche quando qualcuno gli sussurrò che, forse, c’erano trame oscure intorno al suo lavoro”. Quella ricerca di verità che anima, fin dal suo nascere, il Comitato Natale De Grazia, quantunque le trame e le manovre delegittimanti messe in atto da personaggi ed istituzioni note e meno note.

 

IL MITO DI EDIPO RE
Per gustare meglio il lavoro de “La Buffa” di giorno 17-6-2012

Tragedia di Sofocle (496-406 a.c.), rappresentata per la prima volta ad Atene nel 429, l’anno della peste ad Atene che nel canovaccio dell’opera è riferita a Tebe. Gli eventi narrati si completano con l’Antigone e con l’Edipo a Colono. L’oracolo di Apollo aveva preannunciato a Laio, re di Tebe, che sarebbe stato ucciso dal figlio, perciò quando la moglie Giocasta partorì Edipo, il padre, per evitare che la profezia si avverasse, fece abbandonare il bambino sul monte Citerone, dopo avergli fatto trafiggere le caviglie affinché non potesse più camminare.
Il bambino però venne raccolto e curato da Peribea, moglie del re di Corinto, e diventato adolescente seppe dall’oracolo di Delfi che egli avrebbe ucciso il padre e sposato la madre. Edipo, credendo che il padre fosse Polibo, marito di Peribea, decise di andar via da Corinto, per evitare che la profezia si avverasse, e si diresse verso Tebe.
Lungo il cammino incontrò il re Laio ed i suoi araldi: Uno di questi ordinò ad Edipo di farsi da parte per far passare il re, ma Edipo si oppose. Per tutta risposta l’araldo gli uccise il cavallo: Edipo, adirato, uccise l’araldo ed il re Laio (ovviamente ignaro che fosse il padre). Così si compiva la prima delle profezie.
Arrivato a Tebe trovò la città in preda al panico perché la Sfinge, un mostro per metà uomo e per metà leone, divorava tutti coloro che non sapevano risolvere un proprio enigma. Quando Edipo dà la giusta risposta la Sfinge per rabbia si getta dalla rupe e Tebe viene liberata.
Allora i tebani, per riconoscenza, elessero Edipo loro re dandogli in sposa la regina Giocasta, sua madre ( si avverava così la seconda parte della profezia).
Dalla loro unione nacquero due figlie( Antigone ed Ismene) e due figli( Eteocle e Polinice).
La leggenda, ripresa da Sofocle nell’Edipo Re e nell’Edipo a Colono, riferisce che essendo scoppiata a Tebe una pestilenza fu interrogato l’oracolo di Delfi che si pronunciò dicendo che per far cessare la pestilenza occorreva punire l’assassino del re Laio.
Il vate Tiresia, interrogato a sua volta, svelò il segreto: Edipo aveva ucciso il padre e sposato sua madre.
Giocasta, per lo scandalo e la vergogna si impiccè mentre Edipo, dando applicazione ad un proprio decreto reale, si cavò gli occhi e si allontanò da Tebe; accompagnato dalla figlia Antigone vagò per tutta l’Attica fino a quando non giunse a Colono, nei pressi di Atene, dove morì. Sofocle narrò questa seconda parte della vita di Edipo nell’altra tragedia “Edipo a Colono”, mentre le vicende intrecciate dei suoi quattro figli sarà oggetto dell’Antigone.
L’Edipo Re fu composto da Sofocle nella piena maturità ed i temi che vi sono contenuti sono molteplici. Tra questi quello della giustizia e della ricerca della verità.
Edipo vuole cercare la verità su se stesso e sul suo operato, anche quando intuisce in qualche modo la sua colpevolezza. Il suo animo è tormentato e non trova pace fino a quando la verità non viene completamente conosciuta. Il suo animo sconvolto dall’orrenda scoperta lo porta a dare esecuzione ad un decreto da lui stesso emanato contro chi fosse stato riconosciuto come assassino di Laio. Il suo sacrificio per la verità e per la legge è estremo, purificante, eroico, egli diventa perciò, tra l’altro, anche simbolo dell’amore per la verità e per la sua continua ricerca. Quell’amore per la verità che negli stessi anni di Sofocle predicava Socrate. Dopo la sua morte Edipo sarà onorato a Colono come simbolo della magnanimità eroica nella ricerca della verità, anche quando questa è dolorosa.
Quella verità che cercava Natale de Grazia sulle navi dei veleni e che non lo fece demordere mai, neanche quando qualcuno gli sussurrò che, forse, c’erano trame oscure intorno al suo lavoro.
Quella ricerca di verità che anima, fin dal suo nascere, il Comitato Natale De Grazia, quantunque le trame e le manovre delegittimanti messe in atto da personaggi ed istituzioni note e meno note.

La Buffa Agitatori Culturali

La Buffa, da intendersi come nome dialettale/scientifico del Rospo, nasce nel 2010. I suoi membri hanno al loro attivo in molti casi, ultradecennale esperienza nel campo del teatro sia vernacolare che in lingua e con altri gruppi artistici di ogni parte d’Italia. Da tali precedenti percorsi essi sono partiti, grazie anche all’innesto di nuove risorse attoriali, per indagare nuovi modi drammaturgici, non più solo di provenienza “letteraria”, ma che intersecano il testo con la “drammaturgia d’attore”.
La costruzione della parola e dell’azione scenica viene operata in questo caso, oltre che dal testo di base se esiste, dall’intreccio di improvvisazioni nel corso di sedute d’ “atelier” con materiale narrativo-testuale preesistente.
Una sorta di “schiuma” scaturita da esercizi di base che si intrecciano con il vissuto particolare dell’attore, dando luogo a reazioni più o meno consapevoli ma comunque “vere” dei singoli performers che vengono posti di fronte alla storia da raccontare durante le attività di laboratorio.
E’ questa verità che viene vissuta dagli attori hic et nunc e (se la magia teatrale arriva a compimento) dagli spettatori.
Nell’estate 2010, “La Buffa” ha messo in scena, nell’ambito della serata conclusiva del “Gaia Festival International 2010” il primo esperimento su “Occhi a Perdere – incubo premonitore da Edipo Re di Sofocle e Navi a Perdere di Carlo Lucarelli”.
Nello stesso anno ha partecipato al Festival Internazionale di Regia Teatrale “Premio G. Corradini” con “Midsummer Night Blues”, surreale rilettura di “Sogno di una notte di mezza estate” di W. Shakespeare.
Nel 2011 ha messo in scena “Eresia”, tragedia che rievoca la vita di Gianluigi Pascale e la strage dei Valdesi di Guardia Piemontese.
Nel corso di questo 2012 ha collaborato fattivamente a “Gramsci Antonio Detenuto”, produzione di Ottavomiglio Laboratorio (CS).
Aspettiamo tutti coloro che possono essere interessati.
agitatorilabuffa@yahoo.it associazionelabuffa@gmail.com
http://labuffa.blogspot.com/ “La Buffa” è anche su Facebook!

Categorie:Attività del Comitato Tag:

Fiume Oliva: Wwf e Comitato De Grazia incontrano l’assessore Pugliano

5 giugno 2012 Commenti chiusi

Pugliano (Regione Calabria): «L’Oliva è una priorità e stiamo stanziando i fondi per la bonifica». Ma restano perplessità sui tempi

Amantea, 05 giu. 2012 - Si è tenuto mercoledì scorso a Catanzaro un incontro tra l’Assessore all’Ambiente della Regione Calabria Francesco Pugliano ed i rappresentanti delle Associazioni WWF (Franco Falsetti) e COMITATO DE GRAZIA (Gianfranco Posa) in merito all’inquinamento del Fiume Oliva.

Falsetti e Posa hanno sollecitato l’individuazione di strategie in grado di risolvere l’ormai conclamato inquinamento del Fiume Oliva, iniziando dai siti con contaminazioni più preoccupanti. I terreni contaminati da metalli pesanti ed inquinanti di ogni genere molti dei quali non prodotti in Calabria – stimati in circa centomila metri cubi – non possono più restare con la sola delimitazione di una nastro bianco/rosso ed un cartello che ne sancisce il sequestro da parte della Procura della Repubblica di Paola. Territorio e cittadini vogliono risposte – hanno ribadito i due ambientalisti – la bonifica non è più un atto rinviabile, anche in virtù dell’aumento di patologie tumorali nei territori contigui alla vallata dell’Oliva.

 «Il fiume Oliva è per me una priorità» ha affermato l’assessore Pugliano ribadendo che i comuni ricadenti nel bacino del fiume non hanno goduto del finanziamento di 45.ooo euro destinato alle bonifiche, poiché l’Oliva non rientrava nell’elenco dei siti ad alto rischio redatto nel 2002 ed approvato dalla Unione Europe. Ma l’assessore ha riferito che la Regione sta rimodulando dei fondi e sarà prevista una voce di spesa apposita per l’Oliva.

Perplessità restano però sui tempi. La Regione Calabria intende aspettare la chiusura delle indagini da parte della Procura di Paola e le conseguenti indicazioni da parte del Ministero dell’Ambiente sulle competenze. Dal Governo non è giunta fino ad oggi nessuna risposta alle sollecitazioni della Regione.

Secondo Falsetti e Posa – se le tempistiche sono quelle del passato (individuazione dei siti ad alto rischio nel 2002 e inizio bonifica 2012) sono  quantomeno  “preoccupanti”. Il territorio rischia di rimanere contaminato per lungo tempo con conseguenze gravi sulla salute e sull’immagine del territorio che resterà poco appetibile dal punto di vista turistico.

L’assessore ha mostrato grande disponibilità al dialogo e gli  ambientalisti hanno chiesto ulteriori momenti di confronto sul problema del Fiume Oliva e su altre tematiche attinenti la tutela del territorio. Pugliano si è detto disponibile  anche a far visita alle popolazioni interessate.

Categorie:Attività del Comitato Tag:

Il comitato De Grazia contro la chiusura del Tribunale di Paola

30 maggio 2012 Commenti chiusi

«Con la chiusura degli uffici giudiziari il Tirreno cosentino perde  un importante presidio di legalità»

Tribunale di Paola

Amantea, 29 mag. 2012 – Circola ormai da più tempo la notizia che il Governo ed il CSM, nell’ambito di una redistribuzione territoriale degli Uffici giudiziari calabresi, avrebbero intenzione di chiudere – tra gli altri – il Tribunale e conseguentemente la Procura della Repubblica di Paola.

Ove questa sciagurata ipotesi dovesse concretizzarsi il Tirreno cosentino perderebbe un importante presidio di legalità e pertanto tutte le istituzioni e con esse l’intera popolazione interessata, devono mobilitarsi per impedire che un territorio infestato da diverse organizzazioni mafiose e fatto oggetto di traffici illeciti di ogni tipo (droga, rifiuti tossici, riciclaggio ecc.) possa restare privo di un così importante ufficio giudiziario.

Il territorio sul quale si esercita la competenza del Tribunale e della Procura di Paola presenta tutte le caratteristiche che imporrebbero un rafforzamento di tutti i presidi di legalità presenti, mentre invece, per una logica puramente economica, viene ipotizzato un loro ridimensionamento. Giustificare una tale sciagurata decisione sulla base dell’organico esistente, o delle sentenze, o degli affari generali, è quanto di più errato ed illogico si possa immaginare; se un Ufficio giudiziario viene lasciato sotto organico per anni è evidente che la sua produttività si riduce mentre, per converso, crescono la criminalità  e l’impunità. Ben altri devono essere i criteri che devono presiedere a decisioni sul ridimensionamento degli uffici giudiziari in Calabria.

Nei comuni del Tirreno cosentino operano numerosi clan organizzati che condizionano la vita economica, sociale e politica, per come hanno dimostrato le operazioni antimafia condotte negli ultimi anni e che hanno visto protagonista la procura di Paola.

Il territorio, ed anche il mare  che lo bagna, sono fatti oggetto delle più pericolose attività  di pirateria ambientale, condotte dalle mafie locali e dalle imprese criminali ad esse collegate, che si sono sostanziate con l’interramento di migliaia di tonnellate di rifiuti tossici ed anche radioattivi nei fiumi (vallata dell’Oliva) e con un inquinamento continuo delle acque del mare. La procura della Repubblica di Paola, diretta dal dottor Bruno Giordano, ha dimostrato una capacità investigativa su questi tipi di reato che pochi altri Uffici similari hanno finora avuto in Italia, riuscendo ad individuare responsabilità e collegamenti criminali sui quali la Magistratura giudicante è chiamata a pronunciarsi. Solo la presenza di questi presidi di legalità sul Tirreno cosentino ha finora impedito che l’intero territorio cadesse completamente nelle mani dei mafiosi e dell’imprenditoria criminale da loro controllata. La chiusura del Tribunale sarebbe una palese ammissione di sconfitta dello Stato ed una evidente resa della lotta alla mafia.

Per tali ragioni il comitato civico Natale De Grazia, invita tutte le istituzioni locali a porre il problema all’ordine del giorno dei loro interventi e decisioni, realizzando tra di loro un coordinamento stabile. Alle forze sindacali ed alla popolazione di tutti i comuni interessati rivolge un appello affinché abbia inizio una mobilitazione di massa per impedire la chiusura dei presidi giurisdizionali presenti sul territorio. Auspichiamo inoltre che il CSM ed il Governo valutino ogni decisione sulla base di criteri  fattuali quali la criminalità esistente ed operante, i reati commessi, le condizioni di precarietà degli uffici e non invece sul criterio della riduzione delle spese di Giustizia.

Alla popolazione di ciascun Comune interessato, alle associazioni di volontariato, alle organizzazioni di categorie produttive, rivolgiamo un appello per  avviare una mobilitazione unitaria, che prescinda da ogni tipo di diversità ideologica, organizzativa o funzionale, con l’intento di costruire, ove necessario, un coordinamento tra tutti i cittadini del Tirreno cosentino che hanno a cuore la difesa della legalità , della libertà e dell’agibilità democratica sul territorio in cui viviamo.

Categorie:Attività del Comitato Tag: