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Valle dell’Oliva, Giordano: Presto i risultati dall’Arpacal

26 maggio 2012 Commenti chiusi

Il procuratore capo di Paola conferma la presenza di rifiuti sotterrati nel terreno al centro dell’inchiesta del Corriere della Calabria

AMANTEA «Quest’operazione ci ha permesso di accertare che anche in quest’area è stato riversato di tutto. Dai rifiuti industriali a sfridi dell’edilizia. Ma in questo occasione c’è l’aggravante che sono stati gettati ad una profondità tale da entrare a contatto con la falda acquifera». Così Bruno Giordano, procuratore capo di Paola commenta l’operazione condotta con il coinvolgimento dei mezzi pesanti del comando provinciale dei vigili del fuoco di Reggio in un terreno nella valle dell’Oliva ad Amantea. Un’indagine aperta dalla Procura in seguito ad un’inchiesta pubblicata dal Corriere della Calabria che aveva pubblicato alcuni scatti che ritraevano alcuni mezzi – almeno tre camion di grosse dimensioni, due escavatrici e una pala meccanica – intenti a gettare, in un grosso fosso, del materiale scuro e poi a ricoprire il tutto. In altri scatti, sempre ripresi dal nostro settimanale, si notava poi la stessa zona ricoperta da una pesante massicciata. I sospetti erano alimentati dalla circostanza che la zona è all’interno dell’area – la valle dell’Oliva nel Cosentino – al centro di una lunga indagine portata avanti fin dal 2004 dalla Procura paolana e che il terreno teatro dell’operazione era limitrofo all’azienda il cui titolare, Cesare Coccimiglio è accusato di disastro ambientale. Da qui l’interessamento degli inquirenti e l’avvio dell’indagine che ha portato al sequestro del terreno e alla successiva operazione – coordinata dai Nucleo ecologico ambientale dei carabinieri di Catanzaro – condotta dai vigili del fuoco, dall’Arpacal, oltre agli uomini del nucleo Ambiente della stessa Procura. «La preoccupazione era tanta – afferma Giordano – per l’accuratezza con la quale si era proceduto a nascondere i rifiuti. Visto che il terreno per una lunga striscia è stato ricoperto con pesanti massi. Per questo gli uomini che hanno lavorato nella zona hanno proceduto con una particolare cautela». Sul contenuto dei materiali rintracciati in questa nuova inchiesta il procuratore ha affermato di voler aspettare le analisi più dettagliate. «Nel corso dell’operazione – sottolinea Giordano – l’Arpacal ha proceduto a prelevare dei campioni per avviare specifiche analisi. Siamo convinti che i risultati li avremo molto presto, ma da un primo esame sembrerebbero fanghi industriali e sfridi dell’edilizia, quindi non rifiuti particolarmente speciali».

Roberto De Santo

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Valle Oliva, negli ultimi scavi forse amianto proveniente dai lavori effettuati nella galleria di Coreca.

26 maggio 2012 Commenti chiusi

Secondo quanto riportato dal settimanale il Corriere della Calabria (in questi giorni  edicola), dagli scavi effettuati dai vigili del fuoco alcuni giorni fa nel fiume Oliva (sotto la grande massicciata  che coprirebbe interramenti effettuati nel settembre 2010) sarebbero emersi scarti della ristrutturazione di due gallerie ferroviarie – site nella vicina località Coreca – che potrebbero essere contaminati da amianto.

Gallerie di Coreca durante i lavori

In particolare dai primi riscontri effettuati dai Vigile del Fuoco, dai carabinieri del Noe, dai tecnici dell’Arpacal e della Procura di Paola dallo scavo sarebbero emersi «calcinacci, materiale elettrico e altri scarti di lavorazione edile, ma soprattutto decine di scaglie di pietre verdi.  Secondo gli inquirenti proprio la presenza di ofioliti – rocce tipiche dell’area di Coreca – indicherebbe che nelle profondità del terreno, accanto al fiume Oliva, sarebbe finito anche materiale riconducibile ai lavori effettuati dalla ditta nel mirino degli inquirenti per l’ammodernamento di due gallerie ferroviarie di quella zona. Materiale che conterrebbe alte concentazioni di amianto. …Ma il sospetto degli inquirenti – continua l’articolo del Corriere - è che nel terreno in questione sia finito anche dell’altro. Soprattutto quei fanghi industriali già rinvenuti nella valle nel corso dei carotaggi effettuati dall’Ispra nel 2010.” Si attendono ora i risultati delle analisi che saranno condotte sui campioni di terreno prelevato dai tecnici dell’Arpacal.
clicca qui per vedere FOTO degli scavi

Amantea, 25 maggio 2012 

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Valle Oliva, i sindaci chiedono alla Regione di avviare la bonifica

21 maggio 2012 Commenti chiusi

Dopo che la Procura ha consegnato i dati all’assessore all’Ambiente Pugliano, i sindaci chiedono alla Regione di avviare la bonifica perchè “la regione Calabria non può più disconoscere la rilevanza e l’urgenza della problematica” e a questo punto “risulta davvero illogico ed incomprensibile come la valle dell’Oliva, che a differenza di altri siti è dotato del piano di caratterizzazione, possa continuare a rimanere fuori dal piano di risanamento”. Segue il testo della lettera.

SDC10341 Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto notizia dell’avvenuta consegna all’assessorato regionale all’Ambiente, da parte della Procura della Repubblica di Paola, dei risultati delle analisi condotte sulla Valle dell’Oliva e del piano di caratterizzazione che ne prevede la messa in sicurezza e la bonifica.

Nell’incontro con l’assessore  all’Ambiente Francesco Pugliano,  avvenuto lo scorso 14 aprile, lo stesso aveva riferito che la Regione non poteva intervenire sulla vallata dell’Oliva perché non ne conosceva il livello di rischio, dato che né il Governo, né l’Ispra, più volte sollecitati, avevano trasmesso i dati sull’inquinamento dell’area. Tali motivazioni, sempre secondo l’assessore Pugliano, avevano di fatto impedito l’inclusione dei nostri comuni tra quelli meritevoli del finanziamento complessivo di 45 milioni di euro destinati ad una serie di bonifiche.

La regione Calabria è ora a conoscenza della pesante situazione dell’Oliva; dai risultati delle analisi trasmessi dalla Procura di Paola risulta, infatti, che quasi 100 mila tonnellate di rifiuti tossici sono stati interrati nell’area nel corso degli anni. Gli effetti sulla salute della popolazione possono essere assai gravi, visto che le analisi su campioni di terreno e sulle acque hanno confermato l’inquinamento da sostanze chimiche, industriali, ed anche tracce di sostanze radioattive.

La regione Calabria non può più disconoscere la rilevanza e l’urgenza della problematica, sulla quale è già alta  l’attenzione mediatica sia per i ripetuti solleciti di intervento da parte dei sindaci e delle associazioni ambientaliste (in primis il Comitato civico Natale De Grazia) e sia per la recente visita della Commissione ambiente del Parlamento europeo (ENVI), che recatasi sul posto nel  novembre 2011  ha certificato  la necessità della bonifica.

Alla luce della documentazione trasmessa dalla Procura di Paola, risulta davvero illogico ed incomprensibile come la valle dell’Oliva, che a differenza di altri siti è dotato del piano di caratterizzazione, possa continuare a rimanere fuori dal piano di risanamento.

Chiediamo, pertanto, l’adozione urgente di tutti i provvedimenti propedeutici alla necessaria bonifica  e messa in sicurezza di una delle aree più inquinate della Calabria e ad alto rischio.

I Sindaci

Francesco Tonnara
Franco Iacucci
Gioacchino Lorelli
Antonio Cuglietta

 

Amantea, 19 maggio 2012

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Valle Oliva, durante gli scavi rinvenuto materiale interrato

16 maggio 2012 Commenti chiusi

La scoperta nel corso delle operazioni che hanno coinvolto diversi mezzi dei vigili del fuoco, i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Catanzaro e i tecnici dell’Arpacal tese a rimuovere i massi che coprono un terreno sospetto. La vicenda prende spunto dall’inchiesta pubblicata sul Corriere della Calabria

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AMANTEA, 15 Mag. 2012 -  Sono arrivati fino oltre cinque metri di profondità i mezzi dei vigili del fuoco del comando provinciale di Reggio Calabria per consentire il prelievo di campioni dal terreno sospetto nella valle dell’Oliva ad Amantea. E già nel corso delle operazioni – coordinate dai Noe di Catanzaro su disposizione delle Procura di Paola – è  stato rivenuto materiale diverso dallo stato dei luoghi. Secondo gli inquirenti, si tratterebbe molto probabilmente di materiale frutto di attività di discarica abusiva di rifiuti.

Mentre per conoscere la natura delle sostanze interrate si dovranno attendere le risultanze dell’Arpacal. I tecnici dell’Agenzia di protezione dell’ambiente di Cosenza hanno provveduto a campionare aliquote di terreno dalla profondità da inviare poi al laboratorio bruzio per compiere dettagliate analisi chimiche. Ma i prelievi come tutte le altre attività di indagine sui luoghi proseguiranno anche domani.
Oggi sul posto hanno lavorato, oltre ai Noe e ai vigili del fuoco di Reggio, gli uomini del nucleo Nbcr (Nucleare, batteriologico chimico e radiologico) dei vigili del fuoco di Cosenza, del nucleo ambiente di polizia giudiziaria della Procura di Paola e dell’Arpacal Cosenza. L’operazione – che prende le mossa da un’inchiesta del Corriere della Calabria cha ha documentato un presunto, nuovo caso d’inquinamento dei terreni – è partita già ieri mattina con la rimozione dei pesanti massi che coprivano il lembo di terreno nel cui sottosuolo sarebbero stato interrato materiale sospetto. Un’area già passata agli onori della cronaca per l’inchiesta avviata fin dal 2008 dalla Procura della Repubblica di Paola sulla presunta ipotesi di disastro ambientale causato proprio da migliaia di metri cubi di materiale altamente pericoloso – per lo più fanghi industriali, provenienti da fuori regione – che, secondo gli accertamenti effettuati dagli inquirenti, sarebbero stati interrati nella zona. Un’inchiesta delicata che ha portato all’arresto dell’imprenditore amanteano, Cesare Coccimiglio (poi scarcerato dal Tribunale della libertà di Catanzaro) e all’incriminazione di altre quattro persone accusate a vario titolo di aver permesso l’interramento del materiale tossico-nocivo che avrebbe contaminato i terreni e le acque superficiali e profonde della vallata.

P1010531 I MEZZI IMPEGNATI

Nell’operazione – disposta dal procuratore capo , Bruno Giordano, titolare dell’inchiesta sull’Oliva – sono al lavoro da ieri un escavatore e una grossa pala meccanica proveniente dal nucleo motorizzato dei vigili del fuoco di Reggio. Sono stati proprio questi mezzi pesanti ad operare in zona. Nel corso di un breafing avvenuto ieri, infatti, si è deciso di procedere con i lavori di rimozione dei massi e di scavo dei terreni utilizzando solo i mezzi della squadra reggina senza far intervenire il ragno meccanico del comando nazionale dei vigili del fuoco di Roma che, in  un primo momento, era stato allertato.

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L’INCHIESTA DEL CORRIERE DELLA CALABRIA
Il fascicolo d’indagine su cui si sta muovendo la Procura parte su un nuovo presunto caso di interramento di materiale contaminato nella valle dell’Oliva. I sospetti degli inquirenti, stimolati dagli scatti fotografici pubblicati sul nostro settimanale, si sono concentrati in quest’area limitrofa all’azienda dell’imprenditore edile finito nell’inchiesta della Procura paolana. In particolare quegli scatti, riportati a dicembre scorso sul Corriere della Calabria, ritraevano alcuni mezzi – almeno tre camion di grosse dimensioni, due escavatrici e una pala meccanica – intenti a gettare, in un grosso fosso, del materiale scuro e poi a ricoprire il tutto. Altre foto, pubblicate sul settimanale, testimoniavano infine che quella stessa area era stata interamente coperta da grossi massi. Da qui i sospetti della Procura che ha aperto un apposito fascicolo su un presunto nuovo caso d’inquinamento della valle dell’Oliva. Le operazioni avviate ieri – fanno sapere i tecnici – dureranno ancora alcuni giorni. Dopo i lavori di rimozione dei massi e di prelievo dei campioni infatti i mezzi dei vigili del fuoco dovranno ripristinare lo stato dei luoghi.

 Roberto De Santo
Corriere della Calabria

 

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Valle dell’Oliva, iniziati gli scavi in una nuova zona sospetta

14 maggio 2012 Commenti chiusi

Individuato un punto preciso il cui terreno, una volta libero dai massi, sarà esaminato per verificare se risulta contaminato da sostanze pericolose. 

 

Da stamattina i mezzi dei vigili del fuoco, gli uomini del Nucleo operarativo ecologico di Catanzaro e i tecnici dell’Arpacal sono all’opera per rimuovere i massi che coprono un terreno sospetto. La vicenda prende spunto dall’inchiesta pubblicata sul Corriere della Calabria

Foto: Comitato De Grazia

Amantea, 14 maggio 2012 - L’operazione verità è iniziata nella valle dell’Oliva. Stamattina i mezzi dei vigili del fuoco hanno iniziato a rimuovere i pesanti massi che coprono un lembo di terreno nell’area del fiume Oliva ad Amantea nel cui sottosuolo sarebbe stato interrato qualcosa di sospetto. La vicenda prende le mossa da un’inchiesta del Corriere della Calabria che ha documentato un presunto, nuovo caso d’inquinamento dei terreni dell’Oliva. Un’area già passata agli onori della cronaca per l’inchiesta avviata fin dal 2008 dalla Procura della Repubblica di Paola sulla presunta ipotesi di disastro ambientale causato proprio da migliaia di metri cubi di materiale altamente pericoloso – per lo più fanghi industriali, provenienti da fuori regione –  che, secondo gli accertamenti effettuati dagli inquirenti, sarebbero stati interrati nella zona. Un’inchiesta delicata che ha portato all’arresto dell’imprenditore amanteano, Cesare Coccimiglio (poi scarcerato dal Tribunale della libertà di Catanzaro) e all’incriminazione di altre quattro persone accusate a vario titolo di aver permesso l’interramento del materiale tossico-nocivo che avrebbe contaminato i terreni e le acque superficiali e profonde della vallata. L’operazione iniziata stamattina – su disposizione del procuratore capo, Bruno Giordano, titolare dell’inchiesta sull’Oliva – sta impegnato decine di uomini appartenenti al comando vigili del fuoco di Cosenza, al nucleo operativo ecologico di Catanzaro dei carabinieri e ai tecnici dell’Arpacal di Cosenza. Sul posto è arrivato da Roma un enorme ragno meccanico nella disponibilità del comando nazionale dei vigili del fuoco che dovrà provvedere ai rimuovere i massi. Inoltre dal comando provinciale di Reggio Calabria è stata dislocata in zona una grossa escavatrice che penetrerà nel sottosuolo per consentire ai tecnici dell’Arpacal di prelevare campioni di materiale da analizzare. I sospetti degli inquirenti, stimolati dagli scatti fotografici pubblicati sul nostro settimanale, si sono concentrati in quest’area limitrofa all’azienda dell’imprenditore edile finito nell’inchiesta della Procura paolana. In particolare quegli scatti, riportati a dicembre scorso sul Corriere della Calabria, ritraevano alcuni mezzi – almeno tre camion di grosse dimensioni, due escavatrici e una pala meccanica – intenti a gettare, in un grosso fosso, del materiale scuro e poi a ricoprire il tutto. Altre foto, pubblicate sul settimanale, testimoniavano infine che quella stessa area era stata interamente coperta da grossi massi. Da qui i sospetti della Procura che ha aperto un apposito fascicolo su un presunto nuovo caso d’inquinamento della valle dell’Oliva. Le operazioni avviate oggi – fanno sapere i tecnici – dureranno tre giorni. Sarà compito dei tecnici dell’Arpacal, infine, accertare cosa sia stato interrato nel sottosuolo. Le analisi dei laboratori di Cosenza sveleranno, infatti, di cosa sia composto il materiale interrato.

Roberto De Santo

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Le analisi del fiume Oliva arrivano alla Regione

8 maggio 2012 Commenti chiusi

La Procura di Paola consegna le analisi dell’Oliva alla Regione. Ora non vi sono più alibi, bisogna iniziare la bonifica

Amantea, 8 maggio 2012 – Consegnati direttamente dalla Procura di Paola alla Regione i risultati delle analisi condotte sull’Oliva e il piano di caratterizzazione che prevede la messa in sicurezza e la bonifica dei siti inquinati. Nei giorni scorsi gli agenti della polizia giudiziaria, coordinati dal Procuratore Bruno Giordano, sono partiti da Paola, documenti in mano, per consegnarli direttamente all’assessore regionale all’Ambiente, Francesco Pugliano, che ora è in possesso degli elementi necessari per intervenire sull’Oliva. Lo stesso assessore lo scorso 14 aprile aveva riferito ai sindaci di Amantea, Aiello Calabro, Serra d’Aiello e San Pietro in Amantea, convocati in Regione, di non poter intervenire sull’Oliva perché non ne conosceva il livello di rischio, dato che né il Governo, né l’Ispra, più volte sollecitati, avevano trasmesso i dati sull’inquinamento del fiume alla Regione. Tali motivazioni, secondo l’assessore Pugliano, avevano impedito anche all’ente regionale di inserire i comuni, sul cui territorio ricade il bacino dell’Oliva, tra quelli meritevoli di finanziamento da destinare alle bonifiche (stanziati in totale 45milioni di euro).

Decisione che suscitò le proteste del comitato De Grazia e conseguentemente di molti consiglieri regionali d’opposizione, perché in verità,la Procuradi Paola che indaga sull’inquinamento dell’Oliva sin dall’anno 2004,  aveva reso noto nel corso di questi anni a Comuni, Provincia e Regione il ritrovamento di sostanze pericolose lungo il corso del fiume. Tanto è vero che alcuni comuni avevano emesso delle ordinanze conseguenti, come quelle per richiedere ai proprietari dei terreni risultati inquinati, di metterli in sicurezza.

Ora però con la consegna dei documenti alla Regione gli inghippi burocratici sono stati superati. Il piano di caratterizzazione del bacino del fiume Oliva, consegnato dalla Procura alla Regione, contiene il risultato delle analisi effettuate sui campioni di terreno prelevati durante i carotaggi effettuati da aprile a luglio 2010 e sulle acque del sottosuolo. Analisi che hanno confermato un grave inquinamento da sostanze chimiche, anche industriali, e la presenza di tracce di sostanze radioattive, come il cesio 137, che secondo i tecnici dell’Ispra è da ricondurre all’incidente di Chernobyl anche se l’alta concentrazione di cesio137 (132 bequerel per chilogrammo di terreno) lascia più di un dubbio. Nello stesso documento viene indicata in sintesi anche la strada da percorrere per arrivare alla bonifica. «In base al quadro ambientale emerso – si legge nel documento – si suggeriscono le seguenti azioni di approfondimento e di intervento: Eventuale quantificazione da parte dell’Arpacal dei valori rappresentativi del fondo naturale per alcuni parametri (es. stagno nel terreno, manganese e solfato nelle acque); Rimozione dei rifiuti abbandonati superficiali (come amianto in loc. Foresta); Verifica puntuale della geometria e dei volumi di rifiuto sepolto (ulteriori sondaggi e/o scavi, indagini geofisiche) finalizzate alla predisposizione di idonee misure di messa in sicurezza permanente e/o bonifica e ripristino ambientale delle aree interessate; Predisposizione di un sistema di monitoraggio delle acque di falda (attraverso i piezometri installati ndr) in corrispondenza delle aree interessate dalla presenza di accumuli sepolti; Campagne di investigazione di dettaglio nelle aree “spot” risultate contaminate, finalizzate all’implementazione di un’analisi di rischio (utilizzando anche i dati sito specifici acquisiti in questa fase di caratterizzazione) e all’eventuale predisposizione della bonifica del terreno risultato contaminato».

Ora ci aspettiamo che la Regione adotti tutti i provvedimenti necessari per iniziare i lavori di bonifica e di messa in sicurezza dell’area. Esortiamo i Sindaci dei comuni interessati a prestare la stessa attenzione e sollecitare l’ente regionale.  

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Gli albergatori a fianco del comitato De Grazia in difesa della salute.

3 maggio 2012 Commenti chiusi

Il presidente Perri del consorzio Isca Hotels: «Possiamo vivere senza aiuti economici alle nostre imprese ma non senza salute»

Gabriele Perri

Amante, 13 aprile 2012 – Il consorzio Isca Hotels, a nome di tutti gli associati , vuole ufficialmente schierarsi a fianco del Comitato De Grazia ed a fianco di tutti coloro che da tanto tempo lottano per una causa che non può lasciare nessuno indifferente.

Il nostro quotidiano impegno di operatori economici che riescono ancora a sopravvivere solo in presenza di un minimo di ambiente sano e turisticamente attraente ha sempre di più bisogno della massima attenzione da parte di chi abbiamo delegato a rappresentarci e tutelarci .Altri fattori, sebbene altrettanto importanti , non rivestono e non rivestiranno mai una così vitale importanza.

Possiamo sopravvivere anche senza aiuti economici di chicchessia alle nostre imprese che pure assicurano lavoro a tante famiglie, ma non possiamo e non vogliamo vivere con la paura , ormai diventata incubo, di dover continuare a convivere con vere e proprie ‘epidemie’ legate alle conseguenze che potrebbero derivare ,sulla salute nostra e dei nostri figli ,dagli inquinanti rilevati nel fiume Oliva.

Siamo e saremo incondizionatamente vicini a tutti coloro che credono che la vita venga prima di ogni interesse economico e che pertanto vada tutelata sempre ed in ogni caso.

Nonostante l’incomprensibile esclusione dall’intervento di bonifica dei siti ricadenti in una delle aree più inquinate della regione vogliamo ancora credere in un ripensamento da parte del nostro Governatore on. Scopelliti e da parte dell’ Assessore all’ambiente on. Francesco Pugliano.

A tal fine , insieme a tutti gli altri che stanno conducendo questa battaglia, chiediamo loro un incontro urgente.

Tralasciare di prendere in considerazione una questione di vitale importanza qual è questa del fiume Oliva significa rinunciare alla nostra dignità di padri di famiglia e con fierezza diciamo che non possiamo e non vogliamo farlo.

Consorzio Albergatori Isca Hotels – Gabriele Perri

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I veleni dell’Oliva possono causare i tumori e l’area va bonificata.

17 aprile 2012 Commenti chiusi

E’ quanto emerso  dall’incontro “La vita innanzitutto – Inquinamento ambientale e tumori” organizzato dal comitato De Grazia

Amantea, 16 aprile 2012 - Una sala consiliare gremita ha accolto gli esperti, invitati dal comitato De Grazia, all’incontro “La vita innanzitutto – Inquinamento ambientale e tumori” che si è tenuto sabato 14 aprile ad Amantea. Tra i presenti tante persone colpite direttamente dal cancro o da altre malattie epidemiologiche e i parenti di vittime della malattia. Tanti drammi familiari che si sono identificati nelle testimonianze di Palmiro Medaglia, papà del giovane amanteano Stefano, venuto a mancare alcuni mesi addietro – e  Luigi Pacchiano operaio della fabbrica Marlane di Praia a Mare ammalatosi di tumore, come molti suoi colleghi, a causa degli inquinanti utilizzati nel ciclo di lavorazione dell’opifico dismesso da anni.

La gente era ansiosa di sapere se le sostanze seppellite nell’Oliva sono pericolose per la salute e se possono essere causa delle loro malattie. E il professor Alfonso Lorelli del comitato De Grazia, nell’introdurre i relatori ha sollecitato soprattutto i medici a fornire maggiori chiarimenti.

Massimo Lopez

La relazione del prof. Massimo Lopez, oncologo di fama internazionale, è stata accentrata proprio sugli effetti che alcune sostanze, in particolare alcuni isotopi radioattivi, producono sulla salute di coloro che vi restano esposti per periodi più o meno lunghi. Riportando anche statistiche e dati ormai acquisiti dalla “letteratura” in materia, egli ha evidenziato il rapporto causale riscontrato tra esposizione a sostanze radioattive e diverse malattie oncologiche.

Poiché i carotaggi effettuati nella vallata dell’Oliva hanno dimostrato la presenza  di cesio 137 in quantità 16 volte superiore alla norma, di cadmio e cobalto con anomalie  pari, rispettivamente, a 14 ed a 13 volte superiori ai limiti, è emersa con forza la necessità e l’urgenza di bonificare i siti inquinati che attentano alla salute della popolazione interessata.

Anche le relazioni del dott. Giacomino Brancati e della dott.sa Giorno (che ha trattato il problema del registro tumori della provincia di Cosenza di cui è responsabile), nonostante le prudenti dichiarazioni che spesso contraddistinguono le relazioni dei medici quando si parla di malattie tumorali e di mortalità, hanno confermato i possibili nessi di causalità tra i veleni presenti nella zona e la diffusione di alcune patologie tumorali. Inevitabilmente la discussione si è spostata sulla bonifica considerata da tutti assolutamente necessaria.

Ad affrontare l’argomento per la provincia di Cosenza è intervenuto il dirigente del dipartimento ambiente dott. Francesco Toscano, per il comune di Amantea il vicesindaco Michele Vadacchino, il dott. Piero Piersanti per la Cgil di Cosenza e l’on. Doris Lo Moro.

Vadacchino ha illustrato i contenuti dell’incontro avuto –  insieme con i primi cittadini di Serra d’Aiello, San Pietro in Amantea e Aiello Calabro – presso la sede della Regione Calabria con l’assessore all’ambiente Francesco Pugliano che ha comunicato i motivi per cui l’Oliva non è stato inserito nel piano di bonifica per il quale sono stati stanziati recentemente 45milioni di euro. L’assessore ha addotto tra le altre cause il fatto che ancora la Regione non è in possesso dei dati elaborati dall’Ispra; “una situazione inaccettabile – ha affermato il presidente del comitato Gianfranco Posa – visto che il comitato De Grazia già da mesi è in possesso delle analisi elaborate dall’Ispra che sono state fornite dalla Procura di Paola dopo una formale richiesta; perché gli enti non hanno fatto la stessa cosa? Sono loro a dover tutelare la salute dei cittadini ed a compiere tutto ciò che è necessario per farlo”.

Doris Lo Moro

Situazione intollerabile anche per l’on. Lo Moro che, chiudendo i lavori, ha esortato le istituzioni a parlarsi e collaborare. La deputata ha riferito che presto sarà presentata una nuova interrogazione in Parlamento per spingere il ministero competente ad agire con celerità e mettere in condizioni la regione di intervenire celermente. Non si può perdere altro tempo dietro i cavilli burocratici come quelli esposti dalla Regione, nè per quanto riguarda la bonifica, nè per l’istituzione del registro tumori, la mancanza del quale non giustifica inadempienze perche “basta una sola persona in più deceduta per tumore rispetto alla media, per giustificare la bonifica”. Sulla vicenda sono state presentate anche  interrogazioni da parte di numerosi consiglieri regionali che hanno stigmatizzato la mancata bonifica della vallata del fiume Oliva.

Cliccare sul link sotto per vedere il video registrato degli interventi del convegno

VIDEO CONVEGNO

Comitato civico Natale De Grazia

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“La vita innanzitutto” sarà al centro di un dibattito organizzato dal Comitato De Grazia

11 aprile 2012 Commenti chiusi

I cittadini incontreranno medici, esperti e istituzioni per capire gli effetti sulla salute degli inquinanti ritrovati nell’Oliva e per affrontare il problema della bonifica.

Amantea 11 apr. 2012 – Si svolgerà sabato 14 aprile alle ore 17 presso la sala consiliare del comune di Amantea l’incontro  “La vita innanzitutto – Inquinamento ambientale e tumori”, organizzato dal Comitato civico “Natale De Grazia”.

L’evento permetterà di fare il punto sull’attuale situazione  nella vallata del fiume Oliva così come è stata “fotografata” dal piano di caratterizzazione elaborato dall’Ispra.

La presenza all’incontro di medici e oncologi aiuterà a capire quali conseguenze possono avere gli inquinanti rilevati nel fiume sulla salute della popolazione residente. A tal proposito efficaci saranno le testimonianze di chi ha dovuto fare i conti con la malattia.

Sarà reso noto lo stato dell’arte del registro tumori della provincia di Cosenza, uno strumento essenziale per la ricerca sulle cause del cancro e per la programmazione di un piano di prevenzione sanitario adeguato.

Verranno poi esaminate le possibili soluzioni al problema ambientale del fiume Oliva e quindi si parlerà della bonifica. La  Regione Calabria ha da poco stanziato 45 milioni di euro per bonificare vecchie discariche site in 17 comuni della Calabria. Da questo elenco sono stati esclusi tutti i siti ricadenti nel bacino del fiume Oliva e ubicati nei comuni di Amantea, Aiello Calabro, San Pietro in Amantea e Serra d’Aiello. Tale esclusione ha provocato la reazione di protesta del Comitato che ha sollecitato poi i sindaci dei comuni interessati a chiedere un incontro al Presidente della regione e all’assessore regionale all’ambiente per conoscere le ragioni che hanno escluso, inopinatamente, dagli interventi una delle aree più inquinate della regione.

Tale esclusione e il successivo intervento del comitato De Grazia hanno spinto molti consiglieri regionali d’opposizione a formulare delle interrogazioni al presidente della giunta e all’assessore regionale all’ambiente per chiedere i motivi di tale esclusione e sollecitare comunque degli interventi di risanamento.La situazione del fiume Oliva è stata anche oggetto di una interrogazione in Parlamento arrivando ad interessare anche la Comunità europea. Infatti la situazione dell’Oliva è risultata grave anche ai commissari del Parlamento Europeo (commissione Envi) che nei mesi scorsi hanno effettuato un sopralluogo nell’Oliva incontrando i tecnici e gli inquirenti che da anni indagano sullo smaltimento illegale di rifiuti nella vallata e hanno chiesto alle autorità italiane un intervento urgente.

 

Saranno presenti:

Massimo Lopez - Oncologo dell’Ospedale Regina Elena di Roma e professore universitario

Giacomino Brancati - Medico, dirigente della regione Calabria che ha condotto uno studio epidemiologico nella vallata del Fiume Oliva per conto della Procura di Paola

Anna Giorno - Responsabile UO Screening Oncologico dell´Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza. Ci parlerà del’importanza del registro tumori, delle informazioni che contiene e ci illustrerà lo stato dell’arte del registro tumori Asp di Cosenza e Crotone

Doris Lo Moro - Parlamentare, già magistrato e assessore regionale alla Sanità

Giuseppe Aieta - Assessore Ambiente Provincia di Cosenza

Francesco Tonnara - Sindaco di Amantea

Giovanni Donato - Segretario Generale Cgil Cosenza

con le testimonianze di:

Francesco Cirillo -  Giornalista e scrittore ci parlerà del caso “Marlane” la fabbrica di Praia a Mare al centro di un processo giudiziario che si spera darà giustizia ai tanti operai ammalati e morti di tumore.

Palmiro Medaglia - Presidente dell’associazione “Stefano ’78″ e papà di Stefano Medaglia – a cui l’associazione è dedicata – giovane Amanteano venuto a mancare di recente.

coordinerà i lavori

Alfonso Lorelli - comitato civico Natale De Grazia

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Ennesimo atto intimidatorio a Don Panizza e la sua Comunità

11 aprile 2012 Commenti chiusi

«Vogliamo la scorta per Don Giacomo Panizza e la videosorveglianza nella sede “Pensieri e Parole» a chiederlo il movimento “Agende Rosse Calabria”,  il Comitato Natale De Grazia e “Donnelibertadistampa Calabria”

Foto: Lameziainstrada.tv

Lamezia Terme - Due colpi di pistola alla saracinesca del centro per disabili e migranti “Pensieri e parole”. E’ l’ennesima intimidazione all’associazione “Comunità Progetto Sud” di Lamezia Terme dopo i due già perpetrati nei mesi scorsi con un colpo di pistola alla finestra e l’esplosione di un ordigno al citofono. Presa di mira la comunità guidata da don Panizza sita nel palazzo requisito al clan dei Torcasio, oggi sede di attività d’integrazione e accoglienza per minori stranieri e disabili, di due case accoglienza e dove trovano allocazione la sede legale di Banca Etica  e di numerose associazioni come il “Forum del terzo settore”, la Fish regionale”, “Dpi”, “Le agricole”, R-evolution legalità” e lo sportello informativo sui diritti. Un fatto grave. L’ennesima dura minaccia all’attività di Don Giacomo Panizza e della Comunità che dirige, che da anni sono al fianco delle persone più deboli tenendo testa ai locali clan della ‘ndrangheta in un territorio difficile, come quello Lametino. Ciò che spaventa la società civile e le associazioni presenti sul territorio e attive sul fronte antimafia è che, a distanza di mesi, la sicurezza di Don Giacomo Panizza non sembra essere stata rafforzata. E lo stabile sede dell’associazione resta un obiettivo facile da colpire. A lanciare l’allarme l’associazione “Natale De Grazia”, e il movimento “Agende Rosse della Calabria” e “Donnelibertadistampa Calabria” che lanciano un appello: “Chiediamo alla Procura, alla Prefettura, alla Questura e al Viminale di intervenire tempestivamente per dare la scorta a Don Giacomo Panizza. E ci chiediamo come mai, dopo tutto questo tempo, il palazzo oggetto delle tante intimidazioni non è ancora stato posto sotto videosorveglianza. Lo troviamo assurdo e chiamiamo in causa le istituzioni, perché provvedano il prima possibile a garantire la giusta vigilanza allo stabile” . E la associazioni aggiungono: “Invitiamo, inoltre, la Commissione Antimafia che si recherà a Monasterace il 12 aprile a passare anche a Lamezia Terme, per portare il segno della presenza delle istituzioni in una terra di confine dove la ‘ndrangheta la fa da padrone. La “Comunità Progetto Sud” non può essere dimenticata”.

“Donnelibertadistampa Calabria”

Comitato “Natale De Grazia”

Movimento Agende Rosse Calabria

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