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Archivio per la categoria ‘Attività del Comitato’

Comitato De Grazia: «Natale De Grazia vive nelle nostre coscienze»

20 dicembre 2010 Commenti chiusi

Il Comitato “De Grazia” ha commemorato domenica scorsa il capitano morto mentre indagava sulle “navi dei veleni”

Amantea, 20 dic. 2010 – Domenica mattina si è tenuta sul lungomare di Amantea, la commemorazione del capitano Natale De Grazia da parte degli attivisti del comitato che porta il suo nome e che lotta per conoscere la verità sulle vicende di cui egli si stava occupando, che vorrebbe siano svelati i misteri che offuscano le circostanze della sua morte e che lottano per difendere il territorio ed il mare dall’avvelenamento da rifiuti pericolosi.

Una cerimonia semplice, di commovente intimità, fatta da semplici cittadini che non intendono dimenticare chi si è sacrificato per difendere questa terra. Senza pomposi formalismi e false solennità, il capitano De grazia è stato ricordato in modo sentito da chi ci crede veramente. «Abbiamo voluto ricordarlo oggi, il giorno del suo compleanno – ha dichiarato Gianfranco Posa presidente del comitato mentre deponeva la corona di alloro ai piedi della lapide che porta impresso il nome di De Grazia – perché vogliamo sentirlo vivo. Vivo nelle nostre coscienze e speriamo nelle nostre azioni».

Natale De Grazia è stata una persona che si è distinta per le sue alte qualità morali, per la passione che metteva nel suo lavoro che svolgeva con senso di giustizia e dello Stato. «E con lo stesso spirito proviamo noi semplici cittadini a fare la nostra parte, provare a difendere il nostro territorio e la

La targa sul Lungomare di Amantea

salute dei cittadini che lo abitano. E cerchiamo di stare vicino a quelle poche persone delle istituzioni che, come De Grazia, svolgono onestamente il proprio lavoro affinché non siano lasciate sole come, probabilmente, è stato lasciato solo il capitano De Grazia e come certamente le istituzioni hanno lasciato sola la sua famiglia dopo la sua morte.

Speriamo che le attività del comitato possano proseguire nel tempo per far vivere il ricordo di Natale De Grazia e per diffondere, soprattutto tra i giovani, i suoi valori, sempre più difficili da trovare radicati in persone che hanno ruoli di responsabilità.

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Natale De Grazia verrà ricordato ad Amantea

18 dicembre 2010 Commenti chiusi

Il Comitato “De Grazia” commemorerà domenica mattina il capitano morto mentre indagava sulle “navi a perdere”

Natale De Grazia 19.12.56-13.12.95

AMANTEA, 18 dic.2010 Avrebbe compiuto 54 anni il capitano di fregata Natale De Grazia se il 13 dicembre del 1995, esattamente 15 anni addietro, non fosse morto in circostanze ancora non del tutto chiarite lungo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Domenica 19 dicembre, proprio in occasione del compleanno dell’uomo di Stato che ha dato un contributo decisivo sulla vicenda delle cosiddette “navi a perdere”, il Comitato “Natale De Grazia” deporrà una corona sul lungomare che porta il nome del capitano di fregata. Una decisione, quella di ricordare così Natale De Grazia, che lega simbolicamente l’attività portata avanti dall’ufficiale che indagava su affondamenti sospetti nel Mediterraneo per conto della Procura della Repubblica di Reggio Calabria alle iniziative condotte proprio dal Comitato “De Grazia” per conoscere la verità su tali vicende. Per questo gli attivisti del Comitato si ritroveranno domenica mattina alle 11.00 davanti la lapide che ricorda “innanzitutto un uomo delle istituzioni”. “La dedizione ed il coraggio dimostrata dal capitano De Grazia – sostengono gli attivisti – nel cercare fino in fondo la verità su quelle vicende che tutt’ora sono rimaste insolute continuano a darci la forza necessaria a portare avanti oggi  la nostra battaglia per capire cosa sia successo e cosa stia ancora succedendo lungo le nostre coste e sui nostri territori ed ottenere che gli stessi vengano bonificati. Grazie alla grande energia che proviene da uomini come De Grazia possiamo ancora credere che le nostre istituzioni siano in grado di spiegare vicende che interessano la  Calabria e la sua possibilità di costruire un futuro diverso”.  Da qui la decisione di ricordare De Grazia nel giorno della sua nascita. “Per noi – affermano gli attivisti del Comitato – Natale non è morto ma continua grazie alla sua grande energia e all’amore che ha dimostrato per il nostro mare e per la nostra terra a vivere nelle nostre coscienze. Vorremmo che questo messaggio arrivasse a quanti hanno il potere di aiutare la ricerca della verità e non trovano il coraggio per gridare ad alta voce di volere una terra diversa. Innanzitutto libera di poter costruire serenamente il proprio futuro e quello dei suoi figli”.

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NAVI: AFFONDA UN’ALTRA NAVE DELLA COMPAGNIA MESSINA

15 dicembre 2010 Commenti chiusi

A vent’anni dallo spiaggiamento della Jolly Rosso in Calabria, affonda anche la Jolly Amaranto  della Compagnia Ignazio Messina & C. Spa in acque egiziane

Scritto da  Sara Dellabella (Agenzia Parlamentare)

(AGENPARL) – Roma, 15 dic – Ancora guai per la compagnia Messina. A vent’anni esatti dallo spiaggiamento della Jolly Rosso, ieri è affondata a largo dell’Egitto un’altra nave, la Jolly Amaranto. La nave si è inabissata dopo essere stata per due giorni in balia delle onde con i motori spenti. Anche stavolta l’equipaggio si è salvato e l’amministratore della compagnia di navigazione genovese, Andrea Gais ha dichiarato alla stampa che i problemi sono cominciati con l’aperture di una falla all’interno della nave. Anche per la Jolly Rosso si ipotizzò il distacco di un muletto che causò una falla. La Jolly Amaranto trasportava trentotto container di vernici, resine, additivi e gomma. Altri veleni. Anche se le inchieste della Magistratura italiana che da anni indaga sullo spiaggiamento della Rosso sulle coste calabresi, non ha mai accertato il collegamento tra il carico della nave e l’inquinamento riscontrato nelle zone dell’alveo del fiume Oliva. Nonostante le archiviazioni del pm Francesco Greco, nel maggio 2009 la Procura di Paola ha aperto un altro filone di indagine: quello della salute pubblica. Infatti, nell’area di Paola sono aumentati in maniera esponenziale, e in percentuale ben al di sopra della media nazionale, le patologie tumorali.

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Anniversari di un brutto ventennio

14 dicembre 2010 Commenti chiusi


13 dicembre 1995
moriva il capitano Natale De grazia mentre indagava su un traffico illecito di rifiuti pericolosi via mare.

14 dicembre 1990 – La Jolly Rosso abbandonata dall’equipaggio, spiaggiava sulle coste di Amantea

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“L’ultima spiaggia” sbarca in America

13 dicembre 2010 Commenti chiusi

NEW YORK – Il documentario ”L’ultima spiaggia. Saggio di geografia disumana” del regista calabrese Massimo De Pascale sarà proiettato negli USA. Il video (riprese e montaggio di Nicola Carvello; Produzione DoKufilm), sul traffico dei rifiuti tossici che riguarda la Calabria, e non solo, sarà oggi ospite (dalle ore 19.30 ora locale) presso il “Brecht Forum” di West Street a New York, uno dei luoghi storici della sinistra newyorkese, grazie all’impegno e al’organizzazione di Micheal Leonardi.

Brecht Forum http://brechtforum.org/ PHONE (212) 242-4201
451 West Street
New York, NY

SHIPS OF POISON, Discussion and Film Screening

Ships with toxic and radioactive wastes have been intentionally sunk across the Mediterranean while NATO, State governments and the Italian mafia keep their silence.

These Ships, at least 55 acknowledged by the former head of Italian intelligence Bruno Branciforte, and more than 100 according to research from the Italian Daily il Manifesto’s Andrea Pallidino are a serious threat to the health of the citizens and the ecosystems of the Mediterranean. But the story goes beyond the Mediterranean and down to the coast of Somalia where ocean ecosystems have been destroyed, livelihoods devastated and journalists killed as they sought to uncover the truth of this story.
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Jolly Amaranto in balia delle onde in Egitto

11 dicembre 2010 Commenti chiusi

14 dicembre 1990 – 11 dicembre 2010.
Jolly Rosso     –   Jolly Amaranto

Venti anni. Il 14 dicembre di vent’anni fa in balia delle onde la Jolly Rosso fu abbandonata dall’equipaggio al largo del golfo di S. Eufemia (CZ) e poi trasportata dalla corrente si è spiaggiata s

ulle coste di Amantea (CS). Oggi, a largo delle coste egiziane, dalla Jolly Amaranto il comandante della nave ha chiesto di poter abbandonare la nave perchè le condizioni del mare potrebbero farla affondare. Jolly Rosso – Jolly Amaranto, due navi, stessa compagnia armatrice: la Ignazio Messina & C. Società sfortunata.

A bordo della Jolly Amaranto tra i tanti container, alcuni dei quali a causa dei marosi sono finiti in acqua, pare ve ne siano alcuni che contengono materiale “pericoloso”, almeno secondo quanto battuto dalle agenzie e riportato dalle maggiori testate italiane. Sul posto è stata chiamata ad intervenire per recuperare la nave la Smit Tak società olandese, come 20anni fa per la Jolly Rosso.

—— da Corriere della Sera Online

Egitto, portacontainer in avaria
Sulla Jolly Amaranto anche 16 italiani
Onde alte fino a tredici metri e andamenti laterali della nave anche di 30-40 gradi. A bordo «merci pericolose»

MILANO, 11 dic. 2010 – È assai difficile la situazione dei 21 marinai, di cui 16 italiani, a bordo della nave portacontainer «Jolly Amaranto», in balia delle onde al largo delle coste egiziane. Le proibitive condizioni del mare con onde alte fino a 13 metri, vento che soffia a circa cento chilometri orari e scarsa visibilità, non solo stanno provocando andamenti laterali della nave anche di 30-40 gradi (e non è escluso il ribaltamento), ma per di più non consentono momento alcuna operazione di soccorso da parte delle imbarcazioni che le autorità egiziane hanno dirottato in zona, un mercantile e una nave da guerra. L’armatore Stefano Messina ha tuttavia voluto smentire il fatto che la nave stia affondando.
«VOGLIAMO ABBANDONARE LA NAVE» – Poco fa, secondo quanto si apprende da fonti italiane delle Capitanerie, il comandante della nave ha chiesto di poter abbandonare la nave per non mettere a rischio l’incolumità dell’equipaggio. D’intesa con l’armatore, il comandante ha dunque inviato un nuovo sos alle autorità egiziane affinchè approntino un intervento di soccorso. «Siamo tesi e preoccupati per la situazione perchè siamo persone responsabili, ma l’equipaggio sta bene. Hanno paura, ma la nave non sta affondando – ripete Messina -. Ci sono due rimorchiatori della Smith, uno partito da Alessandria d’Egitto e uno da Creta che li stanno raggiungendo, ma non è una cosa istantanea, magari lo fosse».

MERCI PERICOLOSE – A bordo della nave, da quanto si è appreso, ci sono diverse merci «pericolose»: vernici, pitture, resina, inchiostro da stampa, pneumatici pressurizzati, alcol, pitture speciali, liquidi infiammabili, sostanze chimiche, chimici farmaceutici, liquido corrosivo e lacca.

—– da Libero-news.it

Egitto: armatore Jolly Amaranto, equipaggio non ha subito danni

Genova, 11 dic. – (Adnkronos) – La Messina & C ha dato incarico alla Smith, la piu’ grossa societa’ di salvataggio e assistenza in mare, di intervenire in soccorso della Jolly Amaranto, la nave italiana bloccata in balia delle onde a 50 miglia dalla coste egiziane. Verso le 16 sono partiti due rimorchiatori, uno da Alessandria e uno da Creta che dovrebbero arrivare in zona domani mattina se le condizioni del tempo lo permetteranno. In zona, a meno di dieci miglia dalla Jolly, c’e’ una petroliera che non e’ attrezzata per il trasbordo in queste condizione meteo.

L’equipaggio, che con il calare del buio si trova in difficolta’, non ha subito danni e si e’ radunato sul ponte, le comunicazioni funzionano. L’armatore e’ in costante contatto con la nave. ”La priorita’ e’ mettere in salvo l’equipaggio, evacuarlo trasferirlo su un’altra nave”, ha detto Stefano Messina ad della compagnia Ignazio Messina & C.

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Italia: lotta contro la mafia dei rifiuti

9 dicembre 2010 Commenti chiusi

Le attività del Comitato “De Grazia” raccontate all’Europa dalla Tv ARTE.

La Tv satellitare ARTE molto seguita in Germania e in Francia si è occupata del traffico dei rifiuti tossici, portando operatori e telecamere in Calabria. Lo ha fatto all’interno della Trasmissione Yourope dedicata ai giovani europei impegnati socialmente. L’interesse dimostrato dalle Tv straniere è scaturito dalla scarsa conoscenza che, l’opinione pubblica europea, ha del problema dell’illecito smaltimento dei rifiuti, molti dei quali potrebbero esser prodotti proprio da Paesi del nord Europa. Scarti della lavorazione delle fabbriche francesi, tedesche, olandesi potrebbero essere smaltiti a basso costo in Italia, illegalmente.

i link del video
in lingua tedesca:
http://videos.arte.tv/de/videos/italien_kampf_gegen_muell_mafia-3540328.html

in lingua francese:
http://www.youtube.com/watch?v=4mbqXWj72pk

Italia: lotta contro la mafia dei rifiuti (ARTE)

Sin dagli anni ’90, giacciono in fondo al mare, al largo della costa calabrese, relitti contenenti rifiuti tossici e radioattivi. Un sistema, quello di affondare navi cariche di rifiuti, che permette alla ndrangheta di accumualre enormi ricchezze. Tante inchieste su tali traffici sono state archiviate per mancanza di prove. Le ultime sono state riaperte grazie alla testimonianza di un pentito.
Ma non sono le autorità, non è lo Stato, a farsi carico della lotta al traffico dei rifiuti in Italia, ma i giovani. Essi organizzano la mobilitazione popolare contro la ‘ndrangheta e il traffico dei rifiuti tossici mettendo a repentaglio la loro vita.

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Cosenza manifestazione Acqua Pubblica. Il “De Grazia” c’era

8 dicembre 2010 Commenti chiusi

Il Comitato De Grazia a Cosenza

Il 4 dicembre il Comitato De Grazia era a Cosenza a difendere l’Acqua, un bene comune che è stato “regalato” dai governi ai privati per farne profitti, lucrarci sopra, Mentre i movimenti per l’Acqua di tutto il mondo vorrebbero che la gestione del servizio idrico tornasse ad essere un servizio pubblico.
Perchè l’acqua è di tutti e non ha padroni.

La testimonianza di chi c’era.

Cosenza - Quattro dicembre 2010, la Calabria c’era. Anche oggi, come in tante altre occasioni, per dimostrare che quando crediamo in qualcosa, andiamo avanti nelle nostre battaglie.
C’era per gridare «No alla privatizzazione dell’acqua», che  «l’acqua è un bene di tutti» e che non possiamo permettere che ci venga “portato via” come è già capitato in altri paesi d’Italia, che, a causa della privatizzazione, si ritrovano costi triplicati in bolletta, e pessime qualità dell’acqua a causa dei tagli agli investimenti da parte delle società private. Quindi tutti in piazza, per la richiesta di una moratoria immediata sulle scadenze della Legge Ronchi per fermare i processi di privatizzazione dell’acqua pubblica, in attesa dei referendum sull’acqua previsti per la prossima primavera.
Molte le partecipazioni: da Lamezia, Crotone, Amantea, Catanzaro, Rossano, Reggio Calabria,  e dalla stessa Cosenza, soprattutto giovani come i numerosi studenti dell’Unical, che hanno continuato a manifestare a far sentire la loro voce anche quando i vari gruppi erano arrivati al capolinea e si erano ormai sciolti per tornare a casa.
Il corteo, organizzato dal Coordinamento calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri” con il supporto della Cgil di Cosenza, è partito alle 15:30 circa da Piazza Loreto, passando per Via Alimena e arrivando fino a Corso Mazzini, dove sono intervenuti i vari rappresentanti dei comitati presenti, spiegando le ragioni per cui oggi, a Cosenza come a Cancun, e in altre parti del mondo, si scendeva in piazza.
Alla fine degli interventi da parte del Coordinamento, Totonno Chiappetta, poeta cosentino, ha divertito una folla stanca ma ancora attenta, recitando una poesia, e confessando tra l’altro, di essere «alla ricerca di Talete»  filosofo greco , il quale sosteneva che “l’acqua è tutto”.
In serata, su Viale Mancini, la manifestazione si è chiusa con il concerto dei Musicanti nel Vento.
Con la propria terra da salvare nel cuore, i calabresi, si ritroveranno alla prossima manifestazione, sventolando, assieme alle bandiere, la stessa passione e determinazione di oggi.

Asmara Bassetti
Comitato De Grazia

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Domani a Cosenza si scende in piazza per l’Acqua Pubblica contro le privatizzazioni

3 dicembre 2010 Commenti chiusi
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La scheda del Fiume Oliva redatta dal settimanale scientifico Focus

3 dicembre 2010 Commenti chiusi

Il Fiume Oliva

Lunghezza: 19,45 km
Portata media: circa 1,3 metri cubi al secondo
Estensione del bacino: 59,5 kmq
Abitanti nel bacino: circa 2.600

Stato ecologico: non rivelato. I risultati delle analisi sono attualmente coperti da segreto istruttorio per le indagini in corso da parte della Procura di Paola.

Le cause: smaltimento di rifiuti tossici e radioattivi, discariche abusive di rifiuti solidi urbani e industriali, depurazione civile insufficiente.

Fonte: http://www.focus.it/natura/ambiente/speciali/italia-inquinata-i-fiumi-italiani-nella-crisi-idrica-globale-201011251234_5.aspx

La mappa sei siti contaminati lungo il fiume Oliva (© Comitato civico Natale De Grazia).

CHI LO CONOSCE LO EVITA L’Oliva nasce dalla confluenza di più rivoli che scendono dal Monte Scudiero, in provincia di Cosenza. Scorre verso sud ovest lunga la vallata omonima e attraversa piccoli comuni rurali come Aiello Calabro e Serra D’Aiello. Sfocia nel Tirreno a Campora San Giovanni. Può ingrossarsi per le piogge in autunno e primavera, ma prosciugarsi in estate.

Nonostante sia poco più di un torrente l’Oliva ha meritato l’attenzione dei vertici scientifici e istituzionali italiani. Le Arpa di Calabria, Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia, l’Ispra, il Cnr, il Ministero dell’Ambiente, le Commissioni Parlamentari d’Inchiesta sui Rifiuti e sulla Mafia, le Università della Calabria e di Bologna, il Corpo Forestale dello Stato, il Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente e la Procura di Paola: in questi anni tutti hanno indagato sulla contaminazione dell’Oliva; le ultime campagne di studio sono in pieno svolgimento e i risultati sono coperti dal segreto istruttorio per l’inchiesta della Procura di Paola.

Per capire la preoccupazione di investigatori e scienziati si deve partire dal giudizio di un medico: «Nello studio che ho condotto tra il 2008 e il 2009 per conto della Procura», spiega il dottor Giacomino Brancati, consulente tecnico d’ufficio nell’indagine, «ho evidenziato che nella popolazione che nei decenni scorsi ha vissuto nella valle dell’Oliva vi è un evidente eccesso di mortalità e di ricoveri per malattie cardiovascolari e soprattutto per tumori maligni del colon, del retto, dell’apparato genito-urinario, della mammella e della tiroide». E la mortalità – secondo questo studio – aumenta avvicinandosi al fiume.

RIFIUTI RADIOATTIVI Cosa ci sia di pericoloso nell’Oliva lo aveva già scoperto nel 2004 l’Arpa Calabria e negli anni successivi molte altre indagini hanno purtroppo confermato i risultati: nei sedimenti e terreni dell’Oliva ci sono metalli pesanti tossici e cancerogeni come arsenico, rame, zinco, nichel, vanadio, berilio, piombo, mercurio, selenio, tallio e stagno, oltre a PCB e diossine. Il piombo è stato trovato anche nelle carni dei polli, prova che la contaminazione è entrata nella catena alimentare. Ma soprattutto in alcuni punti sono stati trovati cesio 137, antimonio 124 e cadmio 109: radionuclidi di origine artificiale, ossia rifiuti radioattivi. La concentrazione di queste sostanze, che non possono essere state rilasciate da industrie locali, aumenta scavando in profondità nel terreno: qualcuno ha seppellito rifiuti industriali tossici e radioattivi in questa piccola valle calabrese.

Cava dismessa. Radioattività naturale o provocata dall'uomo?

LA MAPPA DELLE DISCARICHE Il primo allarme l’aveva lanciato il Wwf locale nel 1999, ma era stato accusato di rovinarel’immagine turistica della Calabria. Nel 2004 alcuni militanti fondarono il Comitato civico Natale De Grazia e nel 2009 hanno pubblicato il dossier La valle dei veleni, che ricostruisce la situazione nel dettaglio. «Risalendo il fiume Oliva dal mare verso le sorgenti si incontrano quattro aree fortemente contaminate», spiega Gianfranco Posa, presidente del comitato. «Sotto lo sbarramento, a Serra D’Aiello c’è un sarcofago in cemento armato lungo 100 metri contenente mercurio e rifiuti industriali. Poco più sopra, sulla sponda sinistra, a Foresta c’è un’area contaminata da pcb e diossine, metalli pesanti e sostanze radioattive: si nota rispetto al territorio circostante perché intorno gli alberi sono secchi. Risalendo ancora, sulla riva destra si incontra una discarica abbandonata dove durante l’emergenza rifiuti degli anni ’80 i comuni della zona hanno scaricato tonnellate di rifiuti urbani, industriali e ospedalieri. Infine, poco sopra c’è una cava abbandonata dove è stata rilevata una evidente anomalia termica per la forte presenza di sostanze radioattive nel sottosuolo.»

Qui il fiume lo si guarda “al contrario” e cioè dal mare, perché alcuni pensano che una parte dei rifiuti sia arrivata da lì. Il 14 dicembre 1990 la motonave Jolly Rosso si arenò su queste spiagge: anche se finora le inchieste non sono riuscite a provarlo rimane il sospetto che quella nave trasportasse rifiuti tossici per conto dei “soliti noti” e che dopo il naufragio qualcuno li abbia fatti sparire sotterrandoli nella valle dell’Oliva.

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