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Archivio per la categoria ‘Attività del Comitato’

Sabato 30 ottobre a Crotone

29 ottobre 2010 Commenti chiusi
ASSEMBLEA DELLA RETE PER LA DIFESA DEL TERRITORIO “FRANCO NISTICÒ”
CROTONE 30 Ottobre 2010
Assemblea della Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”.
Sabato 30 Ottobre 2010 a Crotone si terrà il terzo l’incontro della Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”, Convergeranno sul capoluogo crotonese comitati, associazioni, collettivi, singoli cittadini provenienti da tutto il territorio calabrese che in questi anni si sono battuti per la difesa del territorio, per i beni comuni e per uno sviluppo eco sostenibile della nostra regione.
La giornata sarà articolata in due principali momenti: sabato mattina un sit-in davanti l‟ex area industriale di Crotone, simbolo prima del benessere di una comunità e del lavoro e poi di inquinamento industriale, che ha provocato morte e sofferenze per i cittadini di Crotone, area che attende da oltre 10 anni di essere bonificata; l‟altro, nel pomeriggio, con l‟assemblea plenaria della Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”, dove tutte le realtà calabresi in lotta potranno confrontarsi e darsi percorsi e tempi comuni per affrontare le vertenze ambientali in Calabria.
A latere di queste due importanti iniziative si terranno incontri e momenti di
approfondimento relativi alle specifiche vertenze che interessano il “Caso Crotone”.
PROGRAMMA – Crotone 30 ottobre 2010.
Ore 11:00 sit-in davanti l‟ex area industriale di Crotone con microfoni aperti a tutte le esperienze, i cittadini e le realtà che si battono per la difesa del territorio.
Ore:15.00, presso i locali del Dopolavoro Ferroviario di Crotone, Assemblea Plenaria della Rete
Perché a Crotone
La grave situazione di inquinamento ambientale che vive tutto il territorio della provincia di Crotone merita un momento di discussione “privilegiato” che faccia conoscere a tutti l‟enorme disastro ambientale perpetrato su vaste aree della provincia.
Da oltre ottanta anni, infatti, la nostra provincia, ed il territorio della città in particolare, ha registrato uno sviluppo economico, se così lo si può definire, incentrato sullo sfruttamento intensivo delle risorse naturali e del patrimonio ambientale. Le industrie del polo chimico di Crotone, infatti, hanno provocato un inquinamento fortissimo a danno delle lavoratrici e dei lavoratori, nonché di tutto il suolo ed il sottosuolo interessato dagli impianti, dello specchio di mare adiacente, delle falde acquifere e dell’aria che respiriamo, e oggi, come se non bastasse, si scopre che i materiali di risulta di quelle produzioni chimiche sono stati utilizzati per costruire edifici e costruzioni pubbliche e private. Dalle fabbriche chimiche allo smaltimento dei rifiuti, dagli impianti di estrazione di metano e sale agli inceneritori e alle biomasse, dal bussines dell’energia eolica alla centrale turbogas, all’aggressione continua dell’edilizia, più o meno abusiva, sulle nostre coste, continuiamo ad assistere ad un vero e proprio sacco ai danni dei cittadini della più piccola provincia d’Italia.

ASSEMBLEA DELLA RETE PER LA DIFESA DEL TERRITORIO “FRANCO NISTICÒ”CROTONE 30 Ottobre 2010Assemblea della Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”.Sabato 30 Ottobre 2010 a Crotone si terrà il terzo l’incontro della Rete per la Difesa delTerritorio “Franco Nisticò”,Convergeranno sul capoluogo crotonese comitati, associazioni, collettivi, singoli cittadiniprovenienti da tutto il territorio calabrese che in questi anni si sono battuti per la difesa delterritorio, per i beni comuni e per uno sviluppo eco sostenibile della nostra regione.La giornata sarà articolata in due principali momenti: sabato mattina un sit-in davanti l‟exarea industriale di Crotone, simbolo prima del benessere di una comunità e del lavoro epoi di inquinamento industriale, che ha provocato morte e sofferenze per i cittadini diCrotone, area che attende da oltre 10 anni di essere bonificata; l‟altro, nel pomeriggio, conl‟assemblea plenaria della Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”, dove tutte lerealtà calabresi in lotta potranno confrontarsi e darsi percorsi e tempi comuni peraffrontare le vertenze ambientali in Calabria.A latere di queste due importanti iniziative si terranno incontri e momenti diapprofondimento relativi alle specifiche vertenze che interessano il “Caso Crotone”.PROGRAMMA – Crotone 30 ottobre 2010.Ore 11:00 sit-in davanti l‟ex area industriale di Crotone con microfoni aperti a tutte leesperienze, i cittadini e le realtà che si battono per la difesa del territorio.Ore:15.00, presso i locali del Dopolavoro Ferroviario di Crotone, Assemblea Plenaria dellaRetePerché a CrotoneLa grave situazione di inquinamento ambientale che vive tutto il territorio della provincia diCrotone merita un momento di discussione “privilegiato” che faccia conoscere a tuttil‟enorme disastro ambientale perpetrato su vaste aree della provincia.Da oltre ottanta anni, infatti, la nostra provincia, ed il territorio della città in particolare, haregistrato uno sviluppo economico, se così lo si può definire, incentrato sullo sfruttamentointensivo delle risorse naturali e del patrimonio ambientale. Le industrie del polo chimico diCrotone, infatti, hanno provocato un inquinamento fortissimo a danno delle lavoratrici e deilavoratori, nonché di tutto il suolo ed il sottosuolo interessato dagli impianti, dello specchiodi mare adiacente, delle falde acquifere e dell’aria che respiriamo, e oggi, come se nonbastasse, si scopre che i materiali di risulta di quelle produzioni chimiche sono statiutilizzati per costruire edifici e costruzioni pubbliche e private. Dalle fabbriche chimiche allosmaltimento dei rifiuti, dagli impianti di estrazione di metano e sale agli inceneritori e allebiomasse, dal bussines dell’energia eolica alla centrale turbogas, all’aggressione continuadell’edilizia, più o meno abusiva, sulle nostre coste, continuiamo ad assistere ad un vero eproprio sacco ai danni dei cittadini della più piccola provincia d’Italia.

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I fantasmi di Amantea

27 ottobre 2010 Commenti chiusi

di Andrea Palladino
Il Manifesto, 27 ottobre 2010

AMANTEA (COSENZA). «Non ho mai visto un camion in queste strade, nulla di nulla… questa storia, come si dice qui, è tutta ‘na camorra, ‘na tarantella». Nel piccolo borgo di contrada Gallo, sulle pendici della valle del fiume Oliva, le donne in nero si incamminano verso le case, quando la sera è vicina. Si parlano quali sussurrando, abbassano leggermente lo sguardo, ma gli occhi neri e intensi di questo pezzo di Calabria non smettono di guardarti. Sembra quasi una nenia, antica, tramandata: «Ma quali veleni, ma quali rifiuti, ma quali camion… Nulla, non c’è nulla». Un anziano appare sull’angolo della strada, quasi a dimostrare con i suoi ottant’anni che qui, sulle sponde del fiume dei veleni, nessuno muore. Apre le porte della cantina, offre il vino rosato che viene dalle terre bagnate dalle acque che passano attraverso la briglia dove la Procura di Paola ha trovato almeno centomila metri cubi di idrocarburi, ed è quasi una sfida verso chiunque venga qui a chiedere, a guardare questa terra tragica: «Io ne bevo due litri al giorno, guardatemi: qui non c’è nulla».
È un attimo, quella poca luce che filtra attraverso le nuvole grigie e autunnali sparisce. La donna lo sguardo non lo abbassa, ma cambia registro, si ferma qualche secondo: «Aveva ventotto anni mia figlia, mai una febbre, nulla. In pochi giorni se ne andata». Un tumore fulminante, sedici anni fa. «E poi mio marito, aveva poco più di cinquantanni, se n’è andato cinque anni fa». A contrada Gallo, raccontano, una persona su dieci è stata colpita da un tumore. «Ma non è così anche a Roma?», subito sottolineano gli anziani che questa terra non la lasceranno mai. No, non è così a Roma. Non è così a Cosenza, non è così nella maggior parte del paese. Qui si muore e si tace.
Ieri nell’ufficio del procuratore di Paola Bruno Giordano sono arrivate le prime analisi dell’Arpacal sui carotaggi nella valle dell’Oliva, realizzati la scorsa estate lungo otto chilometri e mezzo di percorso del fiume. Numeri che potrebbero dare la risposta definitiva a quel groviglio di storie e di piste investigative che attraversano la valle da tre anni, indicando, forse, un responsabile per quelle morti che per prime vennero segnalate dallo studio del professor Brancati, voluto dal procuratore Giordano. Leggendo i cilindri di terra raccolti – oltre seicento – è possibile disegnare una prima, e ancora parziale, mappa della devastazione ambientale compiuta a pochi chilometri dalle spiagge di Amantea. Ad iniziare dalle sostanze: idrocarburi, arsenico, cromo, cobalto, antimonio e nikel. Sostanze arrivate da decine di industrie che qui non hanno mai avuto neanche un ufficio. Uno sversamento iniziato, probabilmente, nei primi anni novanta, poco prima della morte a soli ventotto anni della figlia della donna in nero di contrada Gallo. Proseguita fino a due o tre anni fa, hanno spiegato i tecnici, cercando di interpretare le diverse concentrazioni trovate sui campioni. Quasi vent’anni di veleni, di silenzi, di complicità.
Trovare un testimone o anche semplicemente una fonte riservata è una vera impresa. A Serra d’Aiello, il paese che sovrasta la valle dell’Oliva, ancora oggi nessuno vuole parlare dell’altro mistero di questo pezzo di Calabria, l’istituto Giovanni XXIII, chiuso con la forza lo scorso anno, da dove sarebbero spariti pazienti dimenticati. All’epoca i carabinieri cercarono le loro tracce anche nel piccolo cimitero locale, ma nulla venne trovato. E mentre nell’enorme edificio dell’istituto Giovanni XXIII – dove lavoravano centinaia di persone – calava il silenzio complice sugli abusi e sui tesori accumulati, poco più a valle centinaia di camion sversavano indisturbati tonnellate di veleni. Due storie parallele, che accomunano questa valle. Due storie basate su omertà e complicità, e che nessuno oggi vorrebbe più sentire, quasi fossero un marchio di una sorta di destino di dannazione.

Fusto spiaggiato ad Amantea

I dati delle analisi consegnate ieri in Procura sono chiare, attendono una spiegazione e, da domani, un progetto di bonifica. I livelli di concentrazione dei veleni superano i limiti che la legge stabilisce per i siti industriali, i massimi accettabili e consentiti. L’arsenico, ad esempio, in un campione raggiunge un valore di 146, contro un limite previsto per le zone di “verde pubblico” – come è oggi classificata la valle dell’Oliva – di 20 e contro una concentrazione massima di 50 permessa nei siti industriali. In un altro campione, prosegue la perizia dell’Arpacal, il cadmio è presente in quantità cinque volte superiore alle soglie di legge. E così via, in una lunga lista che nei prossimi giorni arriverà anche all’Ispra, l’organo del ministero dell’ambiente che a sua volta sta preparando altre analisi di riscontro. Per i risultati sulle presenze di sostanze radioattive – spiega il procuratore Giordano – occorrerà aspettare ancora: il dicastero di Stefania Prestigiacomo ha inviato i campioni all’Arpa del Piemonte, della Lombardia e dell’Emilia Romagna, in grado di realizzare le indagini più accurate. Per ora nessun risultato, nessuna verità, nessun «caso chiuso».
A volte è nei dettagli che è possibile intravedere l’essenziale di una storia. C’è un campione raccolto nella zona chiamata Foresta che rimane ancora oggi un vero mistero: da 0 a 16 metri di profondità – spiega l’Arpacal – è presente una grande quantità di granulato di marmo, mentre le scorie sono concentrate nella zona più profonda, fino a venti metri sotto il livello del suolo. È il segno evidente di quella sorta di sistematicità – quasi industriale – utilizzata da chi ha sversato le scorie. Ed è nota la proprietà del granulato di marmo, quella di schermare, di impedire agli strumenti di rilevare radiazioni o altre emissioni. Sedici metri di schermatura, in questo caso, che lasciano aperta la porta alle ipotesi più inquietanti. Un segno che mostra nella sua evidenza la volontà di non far trovare nulla, di impedire analisi ed indagini.
Nella valle del fiume Oliva, quella polvere bianca di marmo che nasconde i veleni sembra quasi fondersi con l’ostinato silenzio delle vittime, che sanno e muoiono con quello sguardo, quasi atavico, della sottomissione. Il luogo ideale per i signori dei rifiuti.


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Valle Oliva, Comitato “De Grazia”: “Uniti per ottenere subito la bonifica”

27 ottobre 2010 Commenti chiusi

Gli attivisti chiedono la massima attenzione alle istituzioni per tutelare la salute dei cittadini

AMANTEA, 27 ottobre 2010 – “I primi dati che arrivano dall’Arpacal confermano, purtroppo, le nostre preoccupazioni sul livello di contaminazioni da sostanze tossico-nocive dei territori dell’hinterland amanteano e sulle conseguenze che hanno avuto e potranno avere sulla stessa salute delle popolazioni”. Così il Comitato civico “Natale De Grazia”, che da anni si batte per conoscere la verità su quanto avvenuto nella vallata dell’Oliva, commenta la notizia del rinvenimento, ad opera del personale specializzato dell’Arpacal, nell’area del fiume di arsenico, fanghi prodotti da impianti industriali e probabilmente rifiuti derivanti da raffinerie. “Quanto riscontrato nell’Oliva – denunciano gli attivisti del Comitato – dimostra che persone, senza alcun amore per il proprio territorio e per chi vi abita, abbiano avvelenato coscientemente quest’area per ottenere, esclusivamente, personalissimi ritorni economici. Un comportamento criminale che sarà valutato giustamente dalla procura della Repubblica di Paola che finora ha dimostrato con i fatti il suo alto livello di professionalità”. Per il “De Grazia” ora si impone “da subito la necessità di intervenire tempestivamente sui luoghi per delimitare i danni già provocati dalla contaminazione delle acque e dei terreni della vallata”. Da qui l’appello degli attivisti. “Occorre – sostengono – che ognuno, per le proprie competenze, dimostri con i fatti di voler proteggere la salute di quanti vivono in Calabria attivandosi per predisporre la bonifica dei terreni e delle acque contaminate. Per fare questo è necessario che la società civile (composta da cittadini semplici ed associati) assieme alle istituzioni tutte facciano quadrato per tutelare la salubrità dei luoghi violentati da speculatori senza scrupoli e la qualità della vita di quanti vivono in questa martoriata terra”. Infine l’invito specifico ai comuni interessati dalla vicenda dell’avvelenamento dell’Oliva. “Lanciamo un appello – concludono gli attivisti del “De Grazia” – a tutte le amministrazioni pubbliche locali che hanno vissuto e continueranno a vivere sulla propria pelle questa emergenza ambientale affinché si schierino a viso aperto e senza remore contro quest’avvelenamento dei nostri territori costituendosi, immediatamente, parte civile nel procedimento penale in corso presso la procura di Paola. Ma soprattutto muovendosi all’unisono per chiedere con forza tutti gli adempimenti necessari a ripristinare lo stato naturale dei luoghi contaminati e garantire così la salute di tutte le popolazioni potenzialmente vittime di questo sopruso”.

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Serra d’Aiello. Nel fiume Oliva tracce di arsenico, fanghi industriali e avanzi di raffinerie

26 ottobre 2010 Commenti chiusi
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Fiume Oliva (Cosenza). Oggi, presso gli uffici della Procura della Repubblica di Paola, sono stati consegnati i risultati delle ispezioni effettuate dall’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente in Calabria) nelle acque del f iume Oliva. Dai riscont ri effettuati dal personale specializzato è emersa la presenza di arsenico, fanghi prodotti da impianti indust riali e rifiuti derivanti da raffinerie. I carotaggi sono stati ordinati dal procuratore della Repubblica di Paola, Bruno Giordano, che sta conducendo le indagini sullo smaltimento illegale di rifiuti nel corso d’acqua in provincia di Cosenza. L’attività investigativa ha f inora coinvolt o quat t ro persone che risultano iscrit t e nel regist ro degli indagat i con l’accusa di disastro ambientale. Il procurat ore della Repubblica, Giordano, in rif eriment o all’esito degli accertamenti svolt i, ha spiegato nel dettaglio che “Dai 91 carot aggi ef f et t uat i sono emersi rif iut i speciali, in part icolare f anghi industriali che non potevano essere smalt it i nel t erreno, ma dovevano f inire in un apposit o sit o che si t rova in Germania. Ci sono poi rif iut i pericolosi ed in part icolare è st at o riscont rat o un picco alt o di arsenico. Sono st at i poi rilevat i degli idrocarburi pesant i e rit eniamo che si t rat t i di scart i di raffineria”. Quant o alla pavent at a ipot esi circa la presenza di mat eriale radioat t ivo, il magist rat o
ha precisat o che “Per il moment o sulla vicenda della radioat t ivit à non possiamo ancora dire nulla perché at t endiamo gli esit i delle analisi af f idat e ad alcune Arpa dell’It alia set t ent rionale. Per quanto riguarda invece i rif iut i speciali t rovat i nel let t o del t orrent e, si pone ora il problema della bonifica dell’area”.
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(ANSA) – PAOLA (COSENZA), 26 OTT – Nel letto del torrente Oliva ci sono rifiuti speciali e pericoloso del tipo fanghi industriali, arsenico e scarti di raffinerie.
E’ quanto emerso dagli accertamenti fatti dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal) che stamani ha depositato alla Procura di Paola gli esiti dei carotaggi compiuti nei mesi scorsi. Per lo smaltimento illegale dei rifiuti nel letto del torrente Oliva e’ in corso un’inchiesta nella quale sono indagate quattro persone per il reato di disastro ambientale.(ANSA).
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Calabria e veleni: un anno dopo la grande manifestazione di Amantea

20 ottobre 2010 Commenti chiusi

24 ottobre 2009 >> 24 ottobre 2010

Calabria e Veleni, un anno dopo

Appunti per costruire un futuro diverso

Amantea (Cosenza) – L’appuntamento mira a fare il punto sullo stato di salute dei territori calabresi interessati da gravi episodi di inquinamento legato alla illecita gestione di rifiuti tossico-nocivi. Attraverso il racconto su casi di inquinamento  avvenuti in Calabria come la Vallata dell’Oliva ad Amantea, la Pertusola Sud di Crotone  e la Marlane di Praia a Mare si cercherà di illustrare, con la testimonianza diretta di alcuni protagonisti, cosa è avvenuto su questi territori. Inoltre grazie al contributo di tecnici della materia si cercherà di comprenderne gli effetti sulla salute della popolazione residente e sull’ambiente. Sono previsti anche contributi di personalità del mondo delle istituzioni, della comunicazione e delle parti sociali che serviranno a restituire un quadro più completo del fenomeno dell’inquinamento illecito dei territori e sulle ricadute anche in termini economici. E’ prevista, inoltre, la presenza di istituzioni locali per cercare di dare risposte alle aspettative di recupero dell’ambiente e conseguentemente della salute pubblica delle popolazioni residenti nelle zone interessate da inquinamento. La scelta della data non è casuale. Ma servirà a ricordare la grande manifestazione del 24 ottobre 2009 contro l’inquinamento dei territori calabresi che ha portato ad Amantea circa 30 mila persone con la partecipazione massiccia di associazioni, istituzioni, sigle sindacali e semplici cittadini.

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“La notte di Santa Lucia”. Ad Amantea i lettori incontrano l’autore

20 ottobre 2010 Commenti chiusi

VENERDI’ 22 OTTOBRE ORE 18,30 HOTEL MEDITERRANEO AMANTEA

Cultura Calabrese organizza un incontro con l’autore del libro Francesco Cirillo

Un viaggio fra i veleni della calabria, dalla Marlane di Praia a Mare ,  passando per le ferriti di zinco di Cassano fino alla valle del Fiume Oliva.  L’occasione è la presentazione del libro di Francesco Cirillo “La notte di Santa Lucia” dalla Jolly Rosso all’affossamento della Cunsky. Edizioni Coessenza.  Ne discuteranno con l’autore Rosanna Grisolia di Cultura Calabrese, l’avv.  Rodolfo Ambrosio, Luigi Pacchiano ex operaio della Marlane coordinatore regionale del Si.Cobas. Ad un anno dalla grande manifestazione ad Amantea  ritorniamo sul luogo del  delitto per parlare di veleni in Calabria. Ma  ritorniamo soprattutto per non  rassicurare nessuno. La situazione è grave, i morti per tumore aumentano, la giustizia tarda ad arrivare , le verità vengono
nascoste.

Francesco Cirillo

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Fiume Oliva, il “De Grazia”: “Rendere pubblici i risultati delle analisi”

18 settembre 2010 Commenti chiusi

Intanto riprende vigore il movimento calabrese che portò lo scorso 24 ottobre migliaia di persone ad Amantea

AMANTEA 18 sett. 2010 – Il popolo che chiede verità sulla vallata dell’Oliva, come sulle decine di siti contaminati sparsi per l’intera regione, si rimette in marcia.

In un’assemblea convocata nella sede del Comitato Civico “Natale De Grazia” di Amantea attivisti di diverse sigle associative si sono ritrovate per fare il punto sull’attuale situazione e programmare le prossime iniziative per difendere il territorio e tutelare la salute dei cittadini. Ad iniziare dalla vicenda della vallata del torrente Oliva dove da alcuni mesi sono in corso le attività di riscontro da parte dell’autorità giudiziaria per appurare la natura delle sostanze illecitamente smaltite in zona.  Proprio per questa vicenda il Comitato “De Grazia” ha chiesto che “vengano resi immediatamente pubblici i risultati delle analisi condotte sui campioni di terreno prelevati nell’Oliva”.

«Non è possibile – affermano – che a distanza di diversi mesi non si abbia ancora prontezza di cosa è stato trovato nella vallata. Questa situazione di stallo crea molta tensione tra la popolazione che non comprende cosa possa essere avvenuto a ridosso delle proprie abitazioni. Circolano informazioni contraddittorie, rappresentanti delle istituzioni affermano che i dati in loro possesso sono “confortanti”, altri confermerebbero invece quanto dichiarato dal procuratore Bruno Giordano che prima dell’estate ha parlato di “cento metri cubi di fanghi industriali”». E’ il momento della verità, delle certezze. I cittadini vogliono sapere e per ottenere al più presto gli esiti delle analisi gli attivisti del Comitato assieme alle altre sigle presenti alla riunione annunciano battaglia. «Siamo pronti – spiegano – ad organizzare iniziative eclatanti per ottenere la pubblicazione dei risultati delle analisi e conoscere la verità su quanto accaduto nella vallata del torrente Oliva. Una verità che deve essere innanzitutto rivelata a quanti da anni risiedono in questa zona e nelle aree circostanti e che per questo temono per la loro salute». Da qui la richiesta agli enti che si sono occupati delle analisi di “far pervenire alla Procura di Paola e quindi rendere pubblici subito i risultati, per poter avviare immediatamente le opere di bonifica dei siti inquinati”.

Una richiesta che si allarga anche alle altre aree contaminate della Calabria e che porta gli attivisti del Comitato a lanciare una nuova iniziativa. «Stiamo organizzando – affermano – un nuovo evento ad un anno da quel 24 ottobre che ha portato nelle strade della nostra cittadina circa trentamila persone per protestare contro lo stato di abbandono dell’ambiente calabrese in sfregio anche alla stessa salute di tutti noi. Per quella data vorremmo poter discutere con esperti e rappresentanti delle istituzioni sui risultati delle analisi condotte nell’Oliva, su modalità e tempistica della bonifica. Per questo evento chiameremo a raccolta tutti quanti come noi stanno lottando in giro per la Calabria per salvaguardare i territori ed il diritto a vivere in una regione libera da qualsiasi forma di inquinamento».

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12 settembre. Navi dei veleni, un anno dal “caso” Cetraro.

12 settembre 2010 Commenti chiusi

24 ottobre 2009

Ad un anno dal caso Cunsky-Catania siamo insoddisfatti per come lo Stato italiano affronta il fenomeno delle navi dei veleni. Dopo aver chiuso frettolosamente e con un’operazione nebulosa il caso Cetraro (in quella zona vi sono più relitti che forse andava la pena scandagliare)  un nuovo velo è stato disteso sul traffico dei rifiuti pericolosi. Gli Stati, in particolare quello italiano, sono abituati ad occuparsi di queste vicende solo quando diventano un caso mediatico e quando si accende la protesta delle popolazioni, poi torna il silenzio e l’indifferenza. Ormai sono troppi gli atti ufficiali che confermano l’esistenza del fenomeno delle “navi a  perdere” ma non sembra esserci la volontà, né un adeguato coordinamento tra le varie istituzioni coinvolte (Procure, Governo, Commissioni ecc), per andare alla ricerca di tali navi e ripulire il Mediterraneo dai veleni contenuti nelle loro stive.

Stiamo seguendo con particolare attenzione le operazioni nel fiume Oliva, dove la caparbietà del procuratore Bruno Giordano ha permesso a varie autorità di sedere allo stesso tavolo per coordinare le azioni necessarie ad attuare un adeguato piano di caratterizzazione, che permetta di verificare quali sostanze siano seppellite nell’alveo del fiume. Fra qualche giorno dovrebbero arrivare i primi risultati ufficiali delle analisi condotte sui campioni di terreno prelevati durante i carotaggi, poi cercheremo di esercitare la pressione necessaria (sperando non ce ne sia bisogno) affinché sia effettuata la bonifica in tempi certi e brevi. Non vogliamo che l’Oliva diventi un’altra Crotone, o che i rifiuti giacciano lì per decenni come le ferriti di zinco nella sibaritide. Per tale ragione il prossimo 24 ottobre, ad un anno dalla Manifestazione di Amantea (http://www.comitatodegrazia.org/Blog/manifestazione-nazionale-24-ottobre-09)  è prevista un’iniziativa pubblica per sollecitare le istituzioni competenti ad intervenire con urgenza.

Comitato civico Natale De Grazia

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Nave Veleni: verifiche sul Tirreno e fondi per i pescatori

22 agosto 2010 Commenti chiusi
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“La notte di Santa Lucia” il libro di Cirillo sarà presentato a Paola

6 agosto 2010 Commenti chiusi

Paola - Si ritorna a parlare di navi dei veleni e della stagione che ha visto fra settembre del 2009 ed il gennaio del 2010 protagonisti , ambientalisti calabresi, regione calabria e governo centrale. Al centro di tutto le dichiarazioni del pentito Fonti che individuņ nel mare di Cetraro la nave Cunsky da lui stesso affondata. Il libro racconta quelle giornate drammatiche, tese,piene di manifestazioni, convegni proteste varie fino alla grande manifestazione ad Amantea con la partecipazione di oltre 30 mila persone.
Francesco Cirillo nel suo libro LA NOTTE DI SANTA LUCIA , edito dalla casa editrice Coessenza,   racconta come in un diario quelle giornate coinvolgendo nel suo racconto i sindaci, gli ambientalisti, i rappresentanti del governo, la ministro Prestigiacomo . Cirillo pubblica tutti i documenti usciti, alcune foto inedite dello smantellamento della Jolly Rosso del fotografo Barone, dichiarazioni.
La presentazione del libro avverrą sabato 7 agosto alle ore 17,30 nella sede ACLI in viale dei Giardini a Paola.  Con l’autore saranno presenti l’avv.Rodolfo Ambrosio prefatore del libro, Antonella Politano di Paola che ha visto tutta la sua famiglia sterminata da tumori e anche lei al centro di un racconto nel libro di Cirillo. Modera il dibattito la giornalista Marta Perrotta.

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