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Archivio per la categoria ‘Attività del Comitato’

Fiume Oliva: Le richieste del Comitato al presidente della Commissione Ambiente del Consiglio regionale della Calabria

19 febbraio 2016 Commenti chiusi

Presentate dal comitato De Grazia – insieme ad una corposa relazione sull’inquinamento della vallata – a Domenico Bevacqua nel corso di un incontro organizzato dal circolo PD di Amantea

Foto A. Chiappetta

Amantea, 19 febbraio 2016 - L’interesse sulla valle del fiume Oliva e la sua bonifica, riscontrato nel corso dell’incontro che il consigliere regionale Mimmo Bevacqua ha tenuto ad Amantea mercoledì scorso, non può che sortire un beneaugurante sentimento di speranza in quanti, come gli attivisti del Comitato civico Natale De Grazia, si sono adoperati in questi anni per avere il ripristino delle terre inquinate e per la tutela della salute pubblica.

All’incontro organizzato dal partito democratico cittadino – che ringraziamo per l’invito – oltre al presidente della terza commissione consiliare Bevacqua, al sindaco della città Sabatino, ad altri esponenti dell’amministrazione locale e della Cgil – c’erano anche diversi componenti del comitato civico che hanno consegnato a mano un’ampia relazione sulla situazione ambientale della vallata. Documentazione peraltro già acquisita dalla stessa commissione consiliare che si occupa di ambiente e salute, in occasione dell’audizione di associazioni e comitati civici di tutta la Calabria, nella seduta del dicembre 2013. Da allora, è bene ricordarlo, poco è stato fatto in direzione della bonifica, anzi, ancora la valle dell’Oliva non è compresa nell’elenco regionale dei siti potenzialmente pericolosi.

Gianfranco Posa, intervenuto per il comitato, ha rimarcato la necessità di passare a fatti concreti, perché è una questione che si sta trascinando da troppo tempo alla quale va trovata una definitiva soluzione. Ci sono molti ostacoli – ha detto Posa rivolgendosi al presidente Bevacqua – che si dovranno superare. In primis i “negazionisti” presenti nelle amministrazioni locali e negli uffici degli enti coinvolti, che negano il danno ambientale già certificato dall’Ispra. Bisognerà convincere innanzitutto il presidente Oliverio e i suoi più vicini collaboratori che la bonifica non è più rinviabile».

Il piano di caratterizzazione dei siti inquinati dell’Oliva – ha spiegato – è stato completato nel 2010 e la regione non ha finanziato l’analisi del rischio all’Arpacal, analisi del rischio che rappresenta un passaggio propedeutico all’avvio concreto della bonifica. Un fatto che la dice lunga sulla reale volontà di agire.

Tuttavia, ha concluso Posa, dobbiamo registrare la disponibilità di Bevacqua di riunire la terza commissione proprio qui ad Amantea entro marzo, coinvolgendo l’Arpacal e i vertici dell’Asp, e di attivarsi a favore delle procedure burocratiche per la bonifica entro un anno. Noi come Cittadini resteremo vigili e offriremo tutto il nostro contributo per giungere a riavere la nostra terra, ripulita e salubre. Auspichiamo, pure, che la Valle Oliva, dopo la bonifica, possa ritornare ad essere un luogo accogliente e sicuro – non solo per le attività agricole e produttive – ma anche per praticarvi escursionismo tra la natura e la storia di Temesa. La bonifica è l’unico modo per rilanciare il nostro territorio, oggi purtroppo associato ad eventi che ne oscurano l’immagine.

 

Le richieste del Comitato

AL PRESIDENTE
COMMISSIONE ASSETTO E UTILIZZAZIONE DEL TERRITORIO E PROTEZIONE DELL’AMBIENTE
CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA

OGGETTO: BONIFICA DELLA VALLE DEL FIUME OLIVA

Gentile Presidente,
alla luce della gravissima situazione igienico-sanitaria e ambientale riscontrata nella valle del fiume Oliva, che viene confermata dal Consulente Tecnico d’Ufficio – CTU della Procura della Repubblica di Paola, dalle risultanze delle indagini condotte dalla magistratura, nonché dalle analisi e verifiche effettuate da Arpacal, Ispra e altri enti – per come illustrato nell’allegata Promemoria sulla situazione ambientale ed igienico-sanitaria della valle dell’Oliva (già peraltro consegnata alla stessa Commissione nell’audizione del 3 dicembre 2013) – Le chiediamo di portare a conoscenza della Commissione Assetto e Utilizzazione del Territorio e Protezione dell’Ambiente, dell’intero Consiglio e della Giunta regionale il caso della “valle dei veleni”, per fare in modo che intervengano, ognuna per le proprie competenze, nei modi e nelle forme dovute, affinché:
- La Regione Calabria disponga gli adempimenti necessari e fornisca i mezzi essenziali all’Arpacal per completare i lavori di “analisi del rischio” del bacino del fiume Oliva, in modo da poter avviare al più presto gli interventi di messa in sicurezza e/o di bonifica delle aree risultate inquinate, atteso che la caratterizzazione del sito è stata ultimata da Ispra e Arpacal nel lontano 2010;
- le autorità ambientali (Ministero dell’ambiente, ISPRA e Regione Calabria) e quelle sanitarie (Ministro della Sanità, Istituto Superiore di Sanità e Regione Calabria) procedano alla messa in sicurezza dal punto di vista igienico-sanitario e ambientale ed alla bonifica della Valle dell’Oliva, nel rispetto del principio di precauzione, di cui all’articolo 191 del Trattato dell’Unione Europea, finalizzato a garantire un alto livello di protezione dell’ambiente grazie alla prevenzione del rischio, e del principio di prevenzione, riconosciuto in ambito comunitario;
- le autorità ambientali e sanitarie regionali e nazionali rispettino appieno gli obblighi stabiliti dalla Convezione UN/ECE sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale (“Convenzione di Arhus”), sottoscritta il 25 giugno 1998 dalla Comunità Europea e ratificata dalla Repubblica italiana con L. 16 marzo 2001 n. 108;
- le autorità ambientali e sanitarie regionali e nazionali collaborino attivamente, contribuendo ad accertare il danno agli habitat naturali e alle risorse idriche e le relative responsabilità, in coerenza con quanto stabilito alla Direttiva 2004/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004, sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale.
- Siano resi efficaci, alla luce della nuova Legge regionale di “Istituzione del Registro tumori di popolazione della regione Calabria” i registri tumori della Regione Calabria come strumenti di prevenzione delle malattie oncologiche, indispensabili alla valutazione della situazioni ambientali a rischio.
Fiduciosi che le nostre istanze saranno opportunamente valutate e nella speranza che presto saranno attivati gli adempimenti necessari al risanamento del nostro territorio, La ringraziamo e Le porgiamo i nostri auguri di buon lavoro.
Amantea, 17/02/2016

Comitato civico “Natale De Grazia”
Il presidente
Gianfranco Posa

Allegati:
1. Promemoria sulla situazione ambientale ed igienico-sanitaria della valle dell’Oliva;
2. Valutazione del danno ambientale redatta dall’Ispra (aprile 2013).

Calabria, approvata legge Registro Tumori

9 febbraio 2016 Commenti chiusi
Sarà uno strumento necessario ala prevenzione delle malattie oncologiche che potrà essere utile anche a verificare la connessione tra malattie e ambiente.
Il Consiglio regionale della Calabria, ha approvato nella seduta di ieri 8 febbraio, la legge che istituisce il Registro Tumori di popolazione della Regione Calabria.”Con Deliberazione n. 289 del 31 marzo 2010 la Giunta Regionale della Calabria ha ritenuto approvare un progetto per la realizzazione del Registro Tumori di popolazione della regione Calabria. Poiché il registro Tumori viene riconosciuto anche dall’ambiente oncologico locale e nazionale uno strumento indispensabile di valutazione della efficacia degli strumenti di diagnosi e cura del territorio oggetto di studio e delle situazioni ambientali a rischio, è quindi necessario che la Regione Calabria si doti di tale strumento di valutazione e studio di una patologia a forte impatto sanitario e sociale quale quella oncologica. Il presente atto di legge si compone di cinque articoli e si propone di instituire il Registro Tumori della Calabria come Coordinamento della rete dei tre registri sub regionali di Cosenza-Crotone, Catanzaro-Vibo Valentia e Reggio Calabria” questo è quanto si legge nella relazione che accompagna la legge. Cosa cambierà rispetto all’esistente, visto che i registri già esistono ma solo quello di Catanzaro è stato effettivamente avviato ed accreditato presso l’Airtum?
Di seguito il dossier completo a corredo della legge ed alcuni articoli sulle attività dei comitati territoriali, che hanno spinto negli anni scorsi, per la costituzione dei registro tumori. Tra questi il comitato De Grazia.
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Il consorzio Goel riparte dopo gli attentati

27 novembre 2015 Commenti chiusi

Si terrà sabato 19 Dicembre, dalle 15 in poi, l’evento che celebra la ripartenza dell’azienda agrituristica biologica di GOEL Bio, A Lanterna, dopo l’attentato incendiario della notte del 31 ottobre scorso. 


Monasterace - Il fuoco del cambiamento non solo non si è spento sotto la cenere di quell’incendio, ma continua ad ardere forte più di prima. La comunità di riscatto di GOEL non si piega, risponde unita agli attacchi e traduce la condizione di doloroso svantaggio in opportunità concrete. La campagna di raccolta fondi #ripartiamo e rilanciamo ha consentito, in pochissimo tempo, di recuperare il necessario per riparare i danni e ripartire.
Coloro che disprezzano la dignità della terra di Calabria con il fuoco e la distruzione volevano le donne e gli uomini di GOEL tristi e affranti: la risposta è invece “la Festa” di una comunità che risorge e vuol tenere la testa alta!
Con la Festa della Ripartenza GOEL vuole condividere con tutti la gioia della rinascita e la celebrazione dei simboli della legalità ripristinata. Interverranno personalità, istituzioni civili e religiose
regionali e nazionali, in un ricco programma di musica, arte, teatro popolare, degustazione di prodotti biologici e ricette tipiche accompagnerà l’inaugurazione del capannone ristrutturato e del nuovo trattore.
L’appuntamento è presso l’azienda A Lanterna a Monasterace Marina. A breve tutti i dettagli sul programma dell’evento.

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Processo Oliva, Nautilus: falde acquifere della zona contaminate

22 ottobre 2015 Commenti chiusi

Continua il processo sull’inquinamento del fiume Oliva in Corte d’assise a Cosenza. Sentiti i tecnici della Nautilus che confermano la contaminazione delle falde acquifere della zona

di Bruno Pino

COSENZA – Proseguono le udienze in Corte d’Assise a Cosenza del processo Valle Oliva Inquinata. Per ieri mattina erano stati chiamati a deporre la geologa Valeria Eulilli dell’Ispra, ed Ernesto Cilurso, Francesco Lico e Lorenzo Passaniti, della “Nautilus” di Vibo Valentia, società cooperativa che nel 2009 aveva effettuato carotaggi sui siti di Carbonara e Foresta, in comune di Aiello Calabro il primo, e in quello di Serra il secondo. Anche in questa fase processuale, è stato deciso con l’accordo delle parti, di acquisire agli atti le relazioni tecniche e di dispensare i testi dalla deposizione in aula. Solo Lorenzo Passaniti, coordinatore delle attività della Nautilus, ha risposto ad alcune domande della pm Camodeca della procura di Paola vertenti sulla tipologia delle analisi svolte e sulle risultanze scientifiche.

La Nautilus, per conto dei due comuni – Aiello e Serra – aveva provveduto nel 2009, come già accennato, alla caratterizzazione delle discariche di località Carbonara e Foresta, con carotaggi e analisi di laboratorio delle acque sotterranee e superficiali. In entrambi i casi, risultarono ampiamente superati i valori del csc, le concentrazioni soglia di contaminazione, secondo la tabella A della normativa vigente in materia ambientale, riferita alle aree agricole. In particolare, a Carbonara, le acque sotterranee presentavano alti livelli di solfati; mentre a Foresta furono registrate elevate concentrazioni di metalli pesanti.

La prossima udienza calendarizzata già da tempo, sarà il 19 ottobre.

Il processo che si celebra a Cosenza, iniziato a luglio 2013, ha come imputati per disastro ambientale l’imprenditore Coccimiglio di Amantea ed altre 4 persone proprietarie dei siti risultati inquinati.

Al di là dell’esito del processo in corso, resta sempre pendente la mancata bonifica dell’Oliva. Nel sottosuolo della vallata sono stipati almeno 160 mila metri cubi di sostanze nocive e pericolose per la salute pubblica. Il governo regionale non può rinviare più una decisione che le popolazioni del posto aspettano da anni. La bonifica va fatta. Ed è inaccettabile che il fiume Oliva non sia nemmeno inserito nel piano regionale delle bonifiche dei siti potenzialmente pericolosi.

La valle Oliva è una terra ricca di storia e di emergenze archeologiche di grande interesse. È la terra dell’antica Temesa, che meriterebbe altra e migliore sorte.

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Osso: “Natale De Grazia dimenticato dalle istituzioni”

1 ottobre 2015 Commenti chiusi

Durante la cerimonia di intitolazione della “Piazza della Guardia Costiera” ad Amantea non è stato ricordato il capitano Natale De Grazia

di Emilio Osso

Amantea, 07 Agosto 2015  - Ho assistito per circa 2 ore alla manifestazione “La Grotta dei desideri” svoltasi ad Amantea lo scorso 4 agosto al parco pubblico “La Grotta”.  E sono rimasto fino dopo l’intervento dell’ammiraglio Felicio Angrisano, capo del corpo delle capitanerie di Porto.

È stato giustamente ricordato l’impegno degli uomini della guardia costiera e l’encomiabile attività d’intervento nel soccorso dei profughi in specie nel Canale di Sicilia. Ritengo che sarebbe stato giusto ricordare anche un valoroso rappresentante del corpo delle capitanerie di porto, il capitano Natale De Grazia, morto, quasi venti anni fa, durante una delicata e pericolosa attività delegata di Polizia giudiziaria inerente la vergognosa e scandalosa vicenda dell’affondamento doloso di “carrette del mare” cariche di rifiuti pericolosi e in alcuni casi radioattivi nel mar Mediterraneo. Si sarebbe potuto ricordare il capitano De Grazia , se non altro perchè Amantea gli ha intitolato il lungomare cittadino e anche per l’impegno dimostrato dall’ufficiale nelle indagini sullo spiaggiamento della moto nave “Rosso” verificatosi nell’anno 1990 sul litorale in località Formiciche di Amantea.

Non è stato fatto nè dal capo del corpo delle capitanerie di porto, nè dal sindaco di Amantea e nè dagli organizzatori della manifestazione. Da semplice cittadino calabrese voglio ricordare il capitano De Grazia come esempio di rettitudine, dedizione, coraggio e onestà.

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Il fiume Oliva domenica a Presa Diretta su Raitre

14 marzo 2015 Commenti chiusi

Amantea, 14 marzo 2015 - Riccardo Iacona nella prossima puntata di “Presa Diretta”, in onda domenica 15 marzo alle 21,45 su Raitre, si occuperà dell’inquinamento del fiume Oliva e della sua mancata bonifica.

La puntata “Salviamo il mare” è un lungo viaggio in giro per il Mediterraneo per raccontare che i nostri mari sono malati e hanno bisogno di essere curati. Una troupe della Rai al seguito dell’inviata Elena Stramentinoli ha indagato anche sullo stato di salute del Tirreno cosentino scoprendo le carenze dei nostri depuratori e l’esistenza di aree contaminate che influiscono sullo stato di salute del mare. Disastri ambientali come quello dell’Oliva che dopo oltre dieci anni di indagini, numerosi carotaggi ed analisi non è stata ancora bonificata.

 

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Bonifica dell’Oliva. Il Comitato chiede incontro ai sindaci

13 marzo 2015 Commenti chiusi

Sarà successivamente richiesto incontro con Oliverio per sollecitare la regione alla bonifica.

Amantea, 12 marzo 2014 – Il Comitato civico Natale De Grazia chiede un incontro ai sindaci dei comuni che si affacciano nella vallata del fiume Oliva per fare il punto sullo stato dei lavori e per sollecitare il governatore della Regione, Mario Oliverio, a farsi carico della bonifica. Ai primi cittadini di Amantea, Aiello Calabro, Serra d’Aiello, San Pietro in Amantea e Lago è indirizzata la missiva a firma del  presidente del Comitato, Gianfranco Posa, che chiede inoltre al sindaco di Amantea di coordinare l’organizzazione della riunione, alla quale chiede di invitare – oltre ai sindaci in indirizzo – anche le associazioni e i sindacati che si sono impegnati nella vicenda dell’Oliva ad iniziare dalle organizzazioni che si sono costituite parti civili nel processo in Corte d’assise a Cosenza.

Segue il contenuto della missiva indirizzata ai Sindaci di Amantea, Aiello Calabro, Serra d’Aiello, Lago, San Pietro in Amantea

OGGETTO: Richiesta incontro per discussione bonifica della Valle dell’Oliva. Analisi della situazione attuale e discussione piattaforma con i sindaci del comprensorio, da sottoporre al Presidente della Regione Calabria.

Amantea, 10/03/2015

Egregi Sindaci,

Con la presente, il Comitato Civico “Natale De Grazia” di Amantea intende sollecitare una riunione con i rappresentanti dei Comuni in indirizzo per discutere e concordare una unitaria piattaforma di istanze e desiderata urgenti e non più rinviabili, da sottoporre in un prossimo incontro da richiedere al Presidente della Giunta regionale della Calabria, On. Mario Oliverio.

Siamo tutti a conoscenza della situazione di inquinamento ambientale in cui versa la valle del fiume Oliva, appurata negli anni scorsi con accurate e approfondite analisi. Sappiamo tutti che i siti interessati – come dalle risultanze delle indagini effettuate dalla Procura di Paola, dai carotaggi eseguiti da Ispra e Arpacal nella primavera del 2010, e da quanto sta emergendo dal processo in corso in Corte d’Assise a Cosenza – sono diverse, e che la quantità di sostanze nocive e pericolose per l’ambiente è stimata in circa 160 mila metri cubi di fanghi industriali interrati a diversi metri di profondità. Un volume enorme di materiale inquinante, altamente nocivo e pericolosissimo per la salute pubblica, certamente cancerogeno, che comprende tricloroetano, arsenico, vari metalli pesanti, inerti, rifiuti solidi urbani, idrocarburi e Cesio 137.

 

Le aree inquinate – lo ricordiamo – ricadono nei comuni di Amantea, Aiello Calabro, Serra D’Aiello, San Pietro in Amantea. Località come Foresta, Carbonara, Giani, Romia, Massa Vetere, Petrone, Valle del Signore attendono da troppo tempo di essere bonificate. Un’operazione, quella della bonifica, che secondo stime Ispra, necessiterebbe di circa 21 milioni di euro. Lo stesso Istituto del Ministero dell’ambiente, nell’aprile 2013, ha confermato, in una relazione, l’attuale grave situazione ambientale dell’Oliva e segnalato le elevate concentrazioni di sostanze velenose come l’arsenico e l’avvelenamento delle acque di falda inutilizzabile per uso umano, agricolo e zootecnico.

Nei mesi scorsi, è utile evidenziare, la regione Calabria ha chiesto ai comuni di segnalare entro ottobre 2014 la presenza nel proprio territorio di siti da bonificare. Nell’elenco attuale – che però risulta non aggiornato, per come invece è scritto sul sito della Regione – non compare la Valle Oliva (per la quale dovrebbe, invece, essere in procinto l’analisi del rischio, operazione propedeutica alla bonifica), ma è indicato solo Grassullo (anche per questo ultimo sito, dovremmo fare il punto).

 

In relazione a quanto sopra ricordato, CHIEDIAMO, a nome delle Comunità della Vallata dell’Oliva, di voler programmare un INCONTRO con TUTTI i SINDACI del COMPRENSORIO, da tenersi ad Amantea nei prossimi giorni, al quale chiediamo di partecipare insieme alle associazioni ed organizzazioni sindacali che si sono impegnate a difesa dell’Oliva ad iniziare da quelle che si sono costituite “parti civili” nel processo in Corte d’Appello a Cosenza (Comitato De Grazia, Vas, Wwf, Legambiente, Ampana, Forum ambientalista e Camera del lavoro Cgil di Cosenza). Chiediamo inoltre al sindaco di Amantea di farsi promotore dell’incontro da tenersi possibilmente nel giorno di sabato per dare la possibilità a tutti di partecipare.

Certi di una vostra pronta accoglienza della presente, inviamo i nostri più cordiali saluti.

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LAGO (CS). Un centro raccolta rifiuti differenziati al posto della discarica

12 marzo 2015 Commenti chiusi

I cittadini preoccupati che il centro di raccolta possa trasformarsi in discarica

Tra la fine dell’anno 2013 e i primi mesi del 2014 una protesta popolare – nata ad Amantea nella sede del  comitato De Grazia – ha impedito che venisse realizzata una discarica di rifiuti in località Giani del comune di Lago.

Il deposito di rifiuti doveva nascere sulle pendici della valle del fiume Oliva, già pesantemente inquinata  da rifiuti industriali seppelliti illegalmente. Durante un incontro pubblico, davanti alle proteste dei cittadini, il sindaco di Lago, l’architetto Vittorio Cupelli,  faceva “dietrofront”, forse convinto dalle motivazioni a sostegno della raccolta differenziata portate avanti da cittadini e ambientalisti o forse anche dal crescente fronte del “no alla discarica”, che avrebbe potuto condizionare l’allora imminente campagna elettorale (poi vinta dallo stesso Cupelli).

Il progetto della discarica – che prevedeva un finanziamento di  circa 5 milioni di euro – veniva così sospeso e per cercare di non perdere i finanziamenti si è lavorato ad un progetto alternativo a supporto – diceva il sindaco – della raccolta differenziata. E così, mantenendo l’impegno, l’amministrazione comunale  con la delibera del 14/2015 ha approvato il progetto esecutivo per la realizzazione di un centro di raccolta di rifiuti differenziati in località Giani del comune di Lago, stessa zona dove doveva nascere la discarica.

Alcuni cittadini di Lago ci hanno però contattato preoccupati, perché sospettano che il “centro di raccolta” possa invece trasformarsi – in caso di necessità ed emergenza – in un deposito di rifiuti “tal quale”, in altre parole in una discarica.

Il dubbio potrebbe essere fondato se si pensa che nelle  vicinanze, sul suolo del confinante comune di San Pietro in Amantea, il virtuoso sindaco Gioacchino Lorelli ha avuto finanziato un progetto per la realizzazione di un’isola ecologica di discrete dimensione che dovrebbe accogliere i rifiuti differenziati di diversi comuni. Pare che l’impianto di San Pietro debba ospitare addirittura anche i rifiuti differenziati del comune di Longobardi distante alcuni chilometri. La domanda dunque sorge spontanea:  Perché realizzare un’opera “doppione” nel vicino comune di Lago?

Le risposte potrebbero venire dagli amministratori negli incontri programmati con i cittadini.

Assemblea di Lago. L’intervento del presidente del comitato de grazia. convegno discarica 5 

La discarica di Giani non si farà è lannuncio dei due candidati a sindaco di lago

 

Un’isola ecologica per la differenziata al posto della discarica dei rifiuti

La realizzazione nel sito di località Giani

Articolo di Bruno Pino sul Quotidiano del Sud del 12 marzo 2015

 

LAGO – Il sito di Giani, in comune di Lago – che lo scorso anno era stato individuato per la costruzione di una discarica per rifiuti speciali non pericolosi – diverrà ora, secondo quanto deciso dall’amministrazione comunale, un centro di raccolta per rifiuti differenziati.

Il progetto prevede, come ci ha spiegato il consigliere Angelo De Simone, la recinzione e l’asfalto di un’area di Cozzo Giani, e la realizzazione di una vasca a tenuta stagna. Il centro di raccolta, i cui lavori dovrebbero terminare entro fine aprile e che saranno eseguiti in economia, per un importo di 33 mila euro gravanti sul bilancio comunale, accoglierà tutte le tipologie di rifiuti differenziati e sarà funzionale al servizio di raccolta “porta a porta” che l’ente locale intende avviare a partire dal prossimo mese di maggio, «con l’obiettivo – è scritto nella deliberazione 14/2015 – di garantire una maggiore tutela ambientale e di riduzione dei costi di smaltimento».

Intanto, il comune sta pianificando, ci ha anticipato il vice sindaco Fiorenzo Scanga, un piano di sensibilizzazione per imparare a differenziare correttamente attraverso incontri presso le scuole, nelle frazioni, e con le associazioni.

Come si ricorderà, la paventata realizzazione di una discarica a Giani (finanziamento di 5 milioni e mezzo di euro), lo scorso inverno aveva tenuto in apprensione le popolazioni locali che si erano fermamente opposte al progetto, insieme ai consigli comunali di Amantea, Aiello, Serra, Cleto, e San Pietro, poiché il territorio della vallata dell’Olivo, dove insiste Giani, più che di altre discariche aveva ed ha tuttora bisogno di bonifiche.

Questo pomeriggio (giovedì 12, ore 18.30), nella frazione Terrati, è previsto un incontro per fare una sorta di bilancio dei primi 10 mesi di amministrazione, al quale parteciperà il consigliere De Simone. Sarà la giusta occasione per chiedere tutti i dettagli del progetto.

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Per l’Oliva si richiede la stessa determinazione dimostrata per Coreca

10 marzo 2015 Commenti chiusi

A rischio la salute di una popolazione di ventimila persone

Il caso Coreca oscura l’Oliva

Alfonso Lorelli del comitato De Grazia lancia la provocazione 

di Rino Muoio sul Quotidiano del Sud (domenica 8 marzo 2015, pag. 23)

Amantea, 8 marzo 2015 – “Altro che scoglio di Coreca! Altro che difesa di pochi interessi privati. La mancata bonifica dell’Oliva mette a repentaglio il sacrosanto diritto alla tutela della salute e della vita di 20.000 persone. Perciò a nessuno può più essere consentito di fare lo struzzo. Sarebbe un comportamento omicida”.

E’ diretto e preoccupato l’intervento del professore Alfonso Lorelli, intellettuale e voce autorevole del Comitato “De Grazia”, l’associazione che da decenni combatte sulle grandi questioni ambientali del territorio e della regione, a cominciare da quella dell’invasiva, inquietante e accertata presenza di centinaia di metri cubi di sostanze altamente inquinanti e nocive presenti nell’alveo del fiume Oliva, sulla quale, per altro, è incardinato un processo, che si sta celebrando in questi mesi presso il Tribunale di Cosenza, avviatosi al termine di una delicata e complessa indagine della Procura della Repubblica di Paola, guidata dal dottor Bruno Giordano.
Il professore Lorelli interviene mentre, nelle scorse settimane, l’attenzione dei cittadini si è concentrata sulla vicenda del contestato progetto di salvaguardia del tratto di costa di Coreca, per il quale è stato ora affidato un studio all’Unical.
Una giusta e forte attenzione dell’opinione pubblica che, sostiene, tuttavia, andrebbe riposta forse con ancora maggiore determinazione sulla vicenda dell’Oliva.”
Coreca? Ma della valle dell’Oliva che ne facciamo? – chiede Lorelli. La Regione Calabria, il Comune di Amantea, funzionari, assessori, sindaci, si stanno spendendo con determinazione per “salvare”(dicono loro) lo scoglio grande di Coreca. Vogliono che venga spesa, comunque, la somma di un milione e centomila euro per la costruzione della barriera di difesa programmata e finanziata su di un improvvisato ed occasionale progetto sul quale non tutta l’amministrazione del tempo era d’accordo. Ora hanno deciso di affidare all’Unical (che a volte viene considerata come foglia di fico scientifica) una nuova progettazione che abbia minore impatto ambientale e possa evitare la deturpazione di un luogo storico del turismo calabrese; ma forse quadrare il cerchio non è possibile per nessuno.
Tutto questo attivismo è stato indotto dalle prese di posizione di associazioni, cittadini, esponenti dell’istituzione locale, a difesa dello scoglio e contro un mostruoso intervento che prevede la costruzione di una barriera di massi emersi per due metri dal livello dell’acqua.
Non è lo scoglio ad essere in pericolo – spiega allora il professore. Non esiste una dimostrazione scientifica che esso è prossimo al collasso; esso resiste da millenni alla furia delle onde. Lo sono invece alcuni interessi privati circostanti, sanati i quali altri se ne produrrebbero di ben più grave entità.
La ragione di tanta ostinazione non è la difesa dello scoglio ma il non voler perdere un finanziamento, ed altro ancora. Mi pongo una domanda: come mai altrettanta attenzione, altrettanti e maggiori finanziamenti, altrettanta mobilitazione non vi è stata e non vi è sull’urgenza di bonificare il fiume Oliva? Perché su questa grande tragedia che colpisce il territorio e le popolazioni di 4 Comuni si continua a voler nascondere la testa sotto la sabbia? A non lottare con determinazione, anzi con ostinazione, per ottenere la bonifica dei siti inquinati da veleni pericolosissimi per la salute della popolazione? Mi domando se questo atteggiamento di rimozione del pericolo che incombe su 20.000 persone dipende dalla incapacità a capire, ed a far capire, la gravità della situazione, o dalla convinzione, quasi generale, che è meglio dimenticare, tacere, far finta che tutto sia stato un brutto sogno causato da brutti fantasmi. Eppure in quel fiume si trovano 140.000 metri cubi di rifiuti pericolosi, tossici e nocivi il cui illecito interramento “ha determinato una serie di gravi danni ambientali, attuali e temporanei, fonte di rischio di aggravamento ed estensione della contaminazione… e di un aumento statistico, presso la zona in esame, di patologie associabili alle sostanze inquinanti rinvenute nei suoli e nelle acque” (Relazione ISPRA).
Novantuno carotaggi e 500 prelievi analizzati hanno dimostrato, senza ombra di dubbio, la presenza di enormi e diverse sostanze inquinanti e pericolose nell’alveo dell’Oliva. E nulla smentiscono le saltuarie analisi delle acque del mare che, spesso,  vengono considerate pulite anche quando “de visu” sono ben sature di inquinanti di ogni specie.
Quantunque persista un grave pericolo per la salute della popolazione – insiste – le istituzioni si impegnano di più quando si tratta di costruire una barriera di massi che deturperà uno dei luoghi più belli della Calabria, che non quando si dovrebbe difendere il bene primario dei cittadini che è la salute.
Si possono sperperare un milione e centomila euro per costruire un ecomostro a Coreca ma non per bonificare qualche sito del nostro fiume. Tanto chi si ammala, chi si è già ammalato, non può mai dimostrare il rapporto di causa con quelle sostanze velenose interrate nell’Oliva, e vivrà il proprio dramma nel suo isolamento familiare.
Mentre del Registro tumori si continua ciarlare solo in qualche convegno.
La Regione Calabria, i Comuni, lo Stato non possono continuare ad avere un atteggiamento di “rimozione” del pericolo; è ampiamente dimostrato che in alcuni siti del fiume Oliva (Carbonara, Foresta ed aree limitrofe) la concentrazione di veleni è talmente alta da richiedere la bonifica urgente ed indilazionabile.
Per bonificare l’intera vallata sarebbero necessari almeno 20 milioni di euro. Urgenza, necessità e buon senso imporrebbero che in attesa di un tale finanziamento, almeno si mettesse mano alle aree più pericolose, anche con fondi minori ma spendibili. I sindaci ed il neo presidente della Regione Oliverio (che conosce il problema e lo conosce ancora di più il capo della sua segreteria Franco Iacucci) – conclude – sono chiamati alle loro responsabilità, finora tutte disattese”.

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Intervento sulla massicciata a protezione dello scoglio di Coreca

7 febbraio 2015 Commenti chiusi

Il NO al “mostro” di Coreca di  Alfonso Lorelli*

prof. Alfonso Lorelli

A chi giova la mostruosa barriera di massi che vogliono costruire davanti allo scoglio di Coreca? Soltanto all’impresa che  la costruirà, a chi venderà quei massi, a chi trasporterà migliaia di metri cubi di sabbia avvelenata prelevata dall’Oliva. A loro e soltanto a loro. Non alla collettività amanteana, non ai cittadini di Coreca, non alla Calabria che quel luogo annovera tra i più belli della regione. Vogliono distruggere un patrimonio naturale unico per soli fini speculativi, fregandosene della volontà dei cittadini. Perché non attivare il referendum consultivo previsto dallo Statuto?

Tutti i cittadini di Amantea sono contrari, lo sarebbero tutti i cittadini della Calabria se venissero interpellati, ma l’amministrazione comunale tergiversa, è incerta, non sa scegliere, non ha il coraggio di dare il suo parere negativo e di porsi alla guida dei suoi cittadini per impedire, comunque, un così devastante assalto alla bellezza di quel tratto di litorale. Forse è il solito, stantio, pensiero perverso del “ ma così perdiamo il finanziamento” che non può essere devoluto;ma ci hanno provato ad aprire un tavolo in tal senso con la regione per utilizzare quel milione di euro per un’opera ben più urgente e necessaria che è la difesa della S.S.18 alla Principessa?; “per non perdere un finanziamento” non scelto dalla collettività in Italia sono state costruite le opere più mostruose,inutili e dannose che hanno prodotto guadagni soltanto a speculatori senza scrupoli, alle mafie, a funzionari ed amministratori corrotti. Cento volte meglio “perdere che trovare” finanziamenti del genere.

A che serve un’opera che danneggia un territorio? Che rovina per sempre una bellezza naturale da custodire gelosamente? Anche una barriera sommersa distruggerebbe comunque la bellezza del luogo, producendo altri danni più a sud. Soltanto amministratori, enti pubblici,  funzionari  che non sanno  badare al bene collettivo possono avere dubbi quando si tratta di utilizzare un finanziamento che finirà col produrre  danni anziché benefici. Soltanto governi regionali o locali insensati possono fare scelte del genere, salvo che non si debba sempre “pensar male”; ed a “pensar male si fa peccato ma ci si azzecca” diceva Andreotti.

Lo scoglio di Coreca non è in pericolo; chi dice il contrario non lo fa sulla base di incontrovertibili dati scientifici. Esso resiste alla furia del mare da millenni e nessun crollo serio si è mai verificato. Da quando Ulisse lo scoprì nel suo travagliato viaggio di ritorno da Troia, 3.000 anni fa, e lo chiamò “Koreca petre”, pietra delle cornacchie, come l’omonima scogliera ancora esistente nella sua Itaca. Pietra sulla quale gracchiano le cornacchie, toponimo greco. A riprova sta il fatto che fino a qualche decennio fa sulla sommità dello scoglio si appollaiavano le cornacchie che dimoravano e nidificavano nell’antro della Marinella-Oliva, là dove, forse, risiedeva il mostro Polifemo che scagliò il masso contro il figlio di Laerte; masso che si trova ancora davanti alla “Grotta del pecoraro”.

Coreca  è località famosa in tutto il mondo, cara alla memoria ed alla storia della comunità amanteana e calabrese, va difesa ad ogni costo impedendo che venga realizzata un’opera mostruosa che nemmeno dei barbari potrebbero costruire. Tutte le associazioni amanteane si sono dichiarate contrarie, tutti i cittadini esprimono il loro parere negativo. Se l’amministrazione comunale e la Regione si ostinano,  non restano che scelte estreme ma necessarie. A) una pubblica manifestazione davanti al Municipio durante il prossimo Consiglio comunale o anche prima che venga assunta la sciagurata decisione; B) se dovessero iniziare i lavori, l’occupazione del cantiere. Come il movimento No-Tav . E’ necessario che gli amanteani si diano una mossa, quando le parole non bastano più bisogna usare anche altri mezzi ed altre forme di lotta. Salviamo lo scoglio di Ulisse.

*vice presidente Comitato “Natale De Grazia”

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