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Dietro le navi dei veleni L’ombra lunga dei servizi segreti

20 febbraio 2010 Commenti chiusi

Dietro le navi dei veleni l’ombra lunga dei servizi segreti

sabato, febbraio 20th, 2010

di Vincenzo Mulé

Fonte: http://www.gliitaliani.it/?p=564

Proseguono le audizioni in Commissione rifiuti: in tutte emerge la costante presenza di pezzi deviati dello Stato. Erano a conoscenza degli affondamenti, scendevano a patti con la ‘ndrangheta e ostacolavano le indagini

Un nome. Uno soltanto. Dietro il quale si nasconde la verità sulle navi dei veleni, i relitti carichi di rifiuti che, secondo ormai numerose testimonianze, sarebbero stati affondati tra gli anni Ottanta e Novanta nel Mediterraneo. Al nominativo, però, forse non si arriverà mai. Per colpa di una carenza del nostro ordinamento legislativo, che non prevede per chi commercia rifiuti l’iscrizione a un albo professionale. «Anche se un giorno trovassimo la pistola fumante – spiega Camillo Piazza, nella precedente legislatura vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti – sarebbe impossibile risalire ai produttori di rifiuti. In quegli anni, poi, era prassi che le grandi imprese costituissero società ad hoc per mettere in commercio i rifiuti. Società che potevano morire anche il giorno dopo aver ultimato il lavoro. Bastava un cambio di bolla, e il rifiuto rinasceva. Dal nulla».

In una recente interrogazione parlamentare, Elisabetta Zamparutti, deputata radicale del Pd, riprendendo i dati pubblicati nel rapporto Ecomafie, ha sottolineato come ogni anno in Italia circa 31 milioni di tonnellate di rifiuti sfuggono alla gestione del recupero o dello smaltimento. «Più passa il tempo e più mi convinco che la vicenda sia composta da più filoni». Raggiunto telefonicamente dopo una giornata passata ad ascoltare testimonianze, Alessandro Bratti, componente dell’attuale commissione Ecomafie, sottolinea come nella vicenda «stia progressivamente emergendo il ruolo dei servizi segreti. Il problema è avere riscontri concreti ». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Gaetano Pecorella, presidente della commissione, secondo il quale «oltre a quella ormai appurata della criminalità organizzata starebbe emergendo anche l’interferenza da parte dei servizi».

Nel corso della sua audizione Rino Martini, ex colonnello del Corpo forestale dello Stato, ha raccontato di quando si trovava, per un incontro sulla questione, in un ristorante chiuso al pubblico. «A un certo punto – ha detto – sono arrivate due persone a bordo di un’auto che è poi risultata essere dei servizi segreti». Episodi già raccontati, anche con maggiore dovizia di particolari, lo scorso 20 gennaio dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Brescia, Nicola Maria Pace sentito dalla stessa Commissione. I due, all’epoca, insieme con il procuratore Neri, collaboravano nelle indagini sulle navi affondate. Pace, in qualità di procuratore di Matera: «Per sviare gli antagonisti con Neri decidiamo di vederci non a Matera o a Reggio Calabria, ma a Catanzaro e durante la trasferta, mentre personalmente non mi accorsi di niente perché nella mia macchina non avevo scorta e durante il viaggio sonnecchiavo, Neri che aveva una scorta si accorse con i suoi e verificò con i computer di bordo di essere seguito da una macchina della ’ndrangheta. Fece scattare l’allarme, mi telefonò, prendemmo direzioni diverse e riuscimmo a tornare». Il pool investigativo, poi, fu oggetto di attenzioni “particolari” anche durante una trasferta a Brescia: «Fui proprio io – continua Pace – a scoprire che qualcuno ci stava filmando da un camper parcheggiato a poca distanza dalla sede del Corpo forestale dello Stato. Proposi di perquisire il camper, ma si considerò più opportuno far finta di niente».

Seguirono i 15 giorni più inquietanti di tutta l’inchiesta: improvvisamente, il colonnello Martini, regista delle indagini e delle attività strettamente investigative, si dimette. Ma, soprattutto, muore il comandante Natale De Grazia: «Quando è giunta la notizia della morte io, Neri e altri non abbiamo avuto dubbi sul fatto che quella morte non fosse dovuta a un evento naturale. Avevo sentito De Grazia alle 10:30 di quella mattina, mi aveva detto che si sarebbe recato prima a Massa Marittima e poi a la Spezia». Nello stesso colloquio, De Grazia comunicava a Pace che lo avrebbe aspettato a Reggio Calabria per portarlo con una nave sul punto esatto. Quello dove era affondata la Rigel.

Terra

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Nasce l’osservatorio “per un Mediterraneo libero dai veleni”

18 febbraio 2010 Commenti chiusi

  • Nasce l’osservatorio “per un Mediterraneo libero dai veleni”

La società civile reclama:“Le Istituzioni si coordinino per smantellare la rete criminale”
Tra i promotori il WWF e il Comitato “Natale De Grazia”

Roma, 16 feb. 2010 - Viene presentato ufficialmente a Roma, il 16 febbraio 2010, l’Osservatorio “Per un Mediterraneo libero dai veleni” che ha evidenziato otto  filoni di intervento per dire basta ai fenomeni delle “navi dei veleni” e delle “navi a perdere”.

La società civile dice basta ai traffici illeciti internazionali di rifiuti via mare, spesso coniugati con il traffico d’armi, e chiede a Governo, Magistratura e Parlamento un impegno concorde per mettere con le spalle al muro la rete di trafficanti delle “navi dei veleni” che opera sostanzialmente impunita da 22 anni e per disinnescare la bomba ad orologeria, ai danni dell’ambiente e della salute dei cittadini, costituita dalle “navi a perdere” e dalle zone franche costiere dove sono stati affondati o seppelliti rifiuti pericolosi o radioattivi.

Sono questi i motivi che ispirano la Carta Fondante dell’OsservatorioPer un Mediterraneo libero da veleni” presentata oggi a Roma nella Sala Di Liegro del Palazzo della Provincia da un cartello di organizzazioni di categoria e di associazioni impegnate nel campo della tutela dell’ambiente e della salute, della difesa dei diritti civili e nel campo della ricerca. Il nuovo cartello rappresenta quella necessaria convergenza tra le ragioni ambientali e socio-sanitarie delle associazioni e quelle economiche rappresentate dalle organizzazioni dei pescatori: tutte egualmente interessate a contrastare chi attenta alla salute del mare.

Alla presentazione sono intervenuti i rappresentanti degli organismi  promotori:  Agci – Agrital (il presidente naz. Giampaolo Buonfiglio),Cittadinanza Attiva (la presidente naz. Teresa Petrangolini), Comitato Civico “Natale De Grazia”Greenpeace Italia (il direttore naz. Giuseppe Onufrio), Lega Pesca (il presidente naz. Ettore Ianì), Medici per l’Ambiente – ISDE (il presidente naz. Roberto Romizzi), Movimento “Ammazzateci Tutti”/Fondazione Scopelliti, Slow Food Italia (il presidente naz. Roberto Burdese), Società Chimica Italiana (il presidente della Sezione Lazio, Armando Bianco), WWF Italia (il vicepresidente naz. Raniero Maggini).

Come si, legge nella sua Carta fondante, l’Osservatorio vuole muoversi interloquendo in primo luogo con le istituzioni nazionali ma anche, se necessario, sensibilizzando quelle europee ed internazionali e vuole fornire, con azioni mirate e documentate, sostegno all’azione di indagine ed inquirente della magistratura e vuole che sia garantito il massimo della trasparenza e delle informazioni sanitarie e ambientale ai cittadini.

SONO 8 I FILONI DI INTERVENTO PROPOSTI per smantellare la rete criminale e  individuare e mettere in sicurezza o bonificare le fonti inquinanti:

1. un rapporto organico tra i tre organismi parlamentari interessati con poteri di indagine (Commissione bicamerale d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica); 2. la creazione di un coordinamento tra le Procure della Repubblica che si sono occupate e si stanno occupando dell’argomento (a cominciare da quelle di Asti, Brescia, La Spezia, Matera, Napoli, Reggio Calabria, Paola); 3. la convocazione da parte del Ministro dell’Interno di un tavolo operativo che coinvolga tutti gli organismi e i corpi delle Forze dell’ordine che abbiano svolto o possano svolgere ricerche e indagini su queste vicende (Comando generale delle Capitanerie di porto, l’Agenzia di Informazioni e Sicurezza Esterna – AISE,  la Guardia di Finanza, i Carabinieri – in particolare il Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente -) per redigere un elenco delle “navi e perdere” e fornire indicazioni per intervenire su quelle più sospette; 4. l’istituzione di una Struttura Operativa, presso il Ministero dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare, che faccia un censimento di tutte le indagini e le ricerche riguardanti fenomeni rilevanti di inquinamento in mare aperto, nelle acque superficiali o nei sedimenti, di sostanze pericolose o radioattive e raccolga le segnalazioni di chi opera in mare (a cominciare dai pescatori); 5. l’attivazione del Ministero della Salute e delle sue articolazioni, nonché dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), nella raccolta di informazioni/segnalazioni provenienti dalle ASL e dai medici di base; 6. la predisposizione, sulla base di una collaborazione tra il Ministero dell’ambiente ed il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio, di azioni mirate che consentano di individuare e mettere in sicurezza o bonificare i relitti delle “navi a perdere”; 7. adeguati finanziamenti per sostenere queste indagini ed operazioni, anche usando i patrimoni sequestrati alla criminalità organizzata; 8. l’accertamento delle responsabilità penali, oltre che dei comandanti, degli armatori e dei proprietari della navi come stabilito dalla Legge sulla difesa del mare.

Nella sua Carta fondante l’Osservatorio ritiene che siano necessarie e urgenti azioni organiche per contrastare seriamente il rischio ambientale derivante da queste attività illecite, che costituisce una vera e propria “bomba ad orologeria” per l’ecosistema marino e la salute umana.

Infatti,  non è soltanto la tossicità a caratterizzare le condizioni di pericolo che derivano dal contatto con sostanze pericolose. La stabilità termodinamica e la bioaccumulabilità sono co-fattori di particolare rilievo, perché determinano tempi prolungati di interazione con l’ecosistema e soprattutto concentrazioni di sostanze tossiche potenzialmente maggiori. Il grave rischio, inoltre, dell’inquinamento delle catene alimentari, introduce un ulteriore elemento di grande preoccupazione per i possibili danni alla salute per gli abitanti di ambiti territoriali imprevedibilmente vasti, e comunque non confinati alle zone geografiche direttamente interessate.

Nella Carta fondante dell’Osservatorio si sollecita un’azione istituzionale concorde per porre fine a traffici che vedono il coinvolgimento e la connivenza di Paesi europei nei traffici illegali di rifiuti pericolosi anche radioattivi, denunciati tra l’altro anche, in una nota del 27 luglio 2004, dall’allora Ministro dei rapporti col Parlamento Carlo Giovanardi. Questa denuncia rende le omissioni e le reticenze, in primis del nostro Paese, particolarmente ingiustificate e inquietanti.

Da questo punto di vista le associazioni e le organizzazioni aderenti all’Osservatorio esprimono delle fondate perplessità sui recenti interventi delle istituzioni e nella loro Carta credono che si debba anche fare chiarezza sulle indagini e le ricerche recentemente effettuate nei tratti di mare davanti a Cetraro ed a Maratea: i risultati di queste ricerche (per come sono stati esposti dal Procuratore Nazionale Antimafia e dal Ministro dell’ambiente) sono viziati da informazioni incomplete e contraddittorie, che lasciano ancora profondi dubbi sulla volontà dello Stato di voler andare sino in fondo nell’accertamento delle responsabilità.

A circa quindici anni da quando sono emerse le prime evidenze sulle “navi  a perdere” e dopo ventidue anni dall’emergenza internazionale delle “navi dei veleni”, L’Osservatorio chiede che il nostro Paese finalmente interrompa questi traffici criminali, esercitando pienamente la propria sovranità sulle sue acque territoriali. Chiede che si  impedisca, a mare come a terra, la creazione di zone franche, dove non valgono le Leggi e le Regole condivise, utilizzate per scaricare veleni in dispregio dei diritti costituzionali dei cittadini, in primo luogo quelli relativi alla tutela della salute e dell’ambiente.


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Anche Udine si occupa delle “navi dei veleni”.

18 febbraio 2010 Commenti chiusi

Comitato De Grazia: dalla Calabria a Udine per far luce sulle “navi dei veleni”
Nella città friulana attivisti e giornalisti hanno discusso di traffici illeciti e verità taciute

Udine 13 febbraio 2010 – L’arci di Udine chiama a raccolta alcuni protagonisti della ricerca della verità sul traffico dei rifiuti in Italia in particolar modo sulle “navi dei veleni” e sul caso Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Tema dell’incontro “NAVI A PERDERE – Dalla Calabria alla Somalia sulla strada di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin”, organizzato dall’ ARCI Comitato Territoriale di Udine in collaborazione con il Comune friulano, sabato 13 febbraio, ore 17.00 presso Sala Ajace del municipio.M. Chiandoni, A. Palladino

Sono Intervenuti Andrea PALLADINO (nella foto a destra insieme ad Marco Chiandoni organizzatore), giornalista de “Il Manifesto” – Roberto SCARDOVA, autore del libro “Carte False”, edizioni Ambiente – Mariangela GRITTA GRAINER, consulente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e Gianfranco POSA, presidente del comitato civico “Natale De Grazia”, città di Amantea, Calabria. l’incontro è stato moderato da Antonio CAIAZZA, giornalista RAI Regionale del Friuli Venezia Giulia.

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Rifiuti tossici, sequestrate tre aree nella Sibaritide

17 febbraio 2010 Commenti chiusi

Rifiuti tossici, sequestrate tre aree nella Sibaritide

La Guardia di Finanza ha sequestrato siti già precedentemente cautelati e poi dissequestrati

fonte: http://ilquotidianodellacalabria.ilsole24ore.com/it/calabria/cosenza_sibaritide_sequestro_tre_aree_rifiuti_tossici_tre_ponti_chidichimo_cassano_capraro_.html

Foto del sito "Il quotidiano della calabria"

I provvedimenti sono stati eseguiti a conclusione di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, che fa seguito ad una precedente attività investigativa dalla quale era emerso un sistema di smaltimento illecito di tonnellate di rifiuti tossici provenienti dalla Pertusola Sud di Crotone.
Il sequestro delle aree, oggetto di precedenti provvedimenti, è stato disposto dalla Procura di Castrovillari per la mancata realizzazione degli interventi di bonifica previsti e per l’attuazione dei quali erano stati stanziati 4 milioni e mezzo di euro nell’ambito dell’Accordo di programma quadro in materia di tutela e risanamento del territorio regionale.
La messa in sicurezza dei siti sì è resa necessaria dal momento che parte delle opere realizzate dall’Ufficio del Commissario delegato per l’emergenza ambientale, dai sopralluoghi effettuati dai finanzieri e dai tecnici Arpacal, sono risultate deteriorate. In particolare, in un’area ricadente nel comune di Cassano è stata riscontrata l’inidoneità della copertura utile a garantire la necessaria impermeabilità che eviti il passaggio di pericolose componenti di piombo, cadmio, rame, arsenico e zinco possano contaminare il terreno sottostante.
La società Syndial spa è anche al centro di un contenzioso amministrativo avviato nel mese di marzo del 2009 per ottenere l’annullamento di provvedimenti ministeriali che la considerano soggetto obbligato alla bonifica dei siti inquinati.
Oggi la Finanza ha sequestrato siti già precedentemente cautelati e poi dissequestrati. La Procura di Castrovillari ha proceduto anche all’iscrizione nel registro degli indagati dei legali rappresentanti pro-tempore della società Syndial s.p.a., produttrice dei rifiuti che avrebbero cagionato l’inquinamento. Oggi la società è anche al centro di un contenzioso amministrativo per ottenere l’annullamento di provvedimenti ministeriali che la considerano soggetto obbligato alla bonifica.

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«Le navi dei veleni esistono!» Presto un dossier

6 febbraio 2010 Commenti chiusi

Gianni Lannes

«Il relitto di Cetraro non è il Catania» ad affermarlo è il giornalista investigativo Gianni Lannes che sta conducendo un’inchiesta sulle “navi dei veleni”.

«Ne abbiamo trovato a centinaia di navi affondate, anche a poche centinaia di metri dalla costa. – Dichiara in un’intervista rilasciata al canale satellitare Youdem il giornalista pugliese. – La cosa strana di questi inabissamenti è il fatto che non ci sono armatori che rivendicano la proprietà di queste navi che spariscono con il loro carico».

Il giornalista, sotto scorta a causa degli attentati più volte subiti, è stato incuriosito dal caso Cetraro dopo le dichiarazioni rilasciate dal ministro Prestigiacomo in seguito alle ricerche effettuate della nave Mareoceano sui fondali di Cetraro. In quell’occasione i rappresentanti del Governo e della Direzione nazionale antimafia dichiararono che non si trattava di una “nave dei veleni” ma semplicemente della nave mercantile Catania, affondata durante la prima guerra mondiale.

«Grazie ad esperti abbiamo fatto delle verifiche. Non basiamo il nostro lavoro sulle dichiarazioni dei pentiti. – Ha affermato Lannes – Siamo abituati a lavorare sul campo che in questo caso è il mare». E proprio durante le ricerche è stata rinvenuta una pubblicazione che riporta il luogo preciso dove risulta affondato il Catania.

«Nell’archivio storico della marina mercantile italiana era custodita la pubblicazione “Navi mercantili perdute” – ha affermato Lannes mostrando il volume della marina -. A pag. 111 è documentato che il mercantile Catania, varato nel 1919, è affondato nella rada del porto di Napoli il 4 agosto 1943 e non a Cetraro, in Calabria». Presto il giornalista ha dichiarato che sarà in condizione di dimostrare che le navi dei veleni esistono. Infatti con i suoi collaboratori sta lavorando alla pubblicazione di un dossier che sarà presentato a Strasburgo per dimostrare che le navi affondate ci sono e sono cariche di veleni che entrando nella catena alimentare potrebbero provocare danni irreversibili alla salute dei cittadini.

Il 9 febbraio il giornalista, già collaboratore della Stampa e di altre testate nazionali, sarà ad Amantea per presentare il suo libro “NATO: colpito e affondato” nel corso dell’incontro-dibattito “Segreti e Veleni” organizzato dal comitato civico Natale De Grazia.  Nei giorni successivi sarà a Cosenza, Cetraro e chiuderà la su trasferta nella nostra regione il 12 febbraio a Reggio Calabria.

Questo il calendario delle iniziative:

Conferenza stampa di presentazione a Cosenza Martedì 9 febbraio ore 12:00

AMANTEA: Martedì 9 FEBBRAIO Ore 19:00 Palace Hotel Mediterraneo,

presenta Comitato Natale De Grazia : Gianfranco Posa, Alfonso Lorelli

COSENZA: 10 FEBBRAIO

Ore 10:30, Incontro all’Unical Aula Filol8, presenta Guerino Nisticò.

Ore 17:00, Libreria Ubik presenta Francesco Cirillo

CETRARO: 11 febbraio –  ore 18:00  Palazzo del Trono

REGGIO CALABRIA: 12 febbraio –  ore 17:00 Presso la sede dell“Associazione piccola Opera  Papa Giovanni Onlus”-V ia Vallone Mariannazzo – Presentano Nuccio Barillà di Legambiente e Domenico Nasone coordinatore Regionale dell’Associazione Libera

Foto di Gianni Lannes


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«Il Relitto di Cetraro non è il Catania»

6 febbraio 2010 Commenti chiusi

«Il relitto di Cetraro non è il Catania» lo afferma il giornalista Gianni Lannes che sostiene di averne le prove, smentendo le dichiarazioni della ministro Prestigiacomo.

Gianni Lannes sarà in Calabria dal 9 al 12 febbraio per la presentazione del suo libro “Nato: colpito e affondato”. Con lui parleremo di Navi dei Veleni, Segreti di Stato…e mostrerà le prove delle sue affermazioni sul “Catania”.

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Gianni Lannes, giornalista scortato dalla polizia di Stato per i numerosi attentati subiti durante le sue inchieste giornalistiche, non solo sulle “navi dei veleni”, sarà in Calabria

9 febbraio: Amantea (CS) Mediterraneo Palace Hotel ore 19,00

10 febbraio: Cosenza – Unical aula Filol8 ore 10,30 – Libreria Ubik ore 17,00

11 Febbraio: Cetraro (CS) – Palazzo del Trono – ore 18,00

12 febbraio: Reggio Calabria – sede dell“Associazione piccola Opera  Papa Giovanni Onlus”- ore 17,00

di seguito l’intervista di Lannes su Navi dei Veleni:
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su Gianni Lannes
C’è una nota ora, sul sito del giornale web TerraNostra (www.italiaterranostra.it), che meglio di tante parole può dare la misura della miseria morale in cui siamo sprofondati; perché chi nel nostro Paese ha ancora il coraggio e la dedizione per affrontare la lotta alle organizzazioni criminali, per affermare il bene della libertà di informazione e di parola, il bene della dignità che si oppone agli abusi di ogni potere, viene sempre più spesso lasciato solo a sostenere il peso di una lotta generosa ma sconveniente.

“Siamo liberi, indipendenti e incondizionabili, ma il direttore non mette a repentaglio la vita e l’incolumità dei suoi collaboratori (alcuni dei quali già minacciati). Da oggi le pubblicazioni saranno congelate – fino a quando non percepiremo dei segnali positivi – poiché lo Stato di diritto è andato a farsi friggere ed il governo Berlusconi se ne infischia dei cittadini onesti”.

Pubblicazioni sospese, nome dei collaboratori oscurato. Un’intera redazione che deve entrare in clandestinità. Il fatto che dei giornalisti si debbano autoimporre il silenzio a causa di intimidazioni e attentati volti proprio a estorcerglielo, è la prova agghiacciante di una sconfitta comune. E’ una nostra sconfitta. Il segno di una rotta generale della società italiana davanti alla ferocia del potere criminale che non si pone più limiti, davanti all’indifferenza connivente di istituzioni a cui nemmeno il più ottimista di noi può più fare sconti. E’ uno dei sintomi della peste civile che ci affligge, trionfante.

TerraNostra è un giornale web davvero bello. Lo scrivo con una doppia amarezza, perché purtroppo l’ho scoperto solo da poco, imbattendomi nelle notizie sulle numerose intimidazioni mafiose a Gianni Lannes, direttore di TerraNostra. La sospensione di questa testata è una ferita bruciante nel tessuto vivo della nostra esistenza civile, e tanto più bruciante quanto ignorata e passata sotto silenzio dalla maggioranza dei media nazionali.

La mobilitazione, i pochi (troppo pochi) attestati di solidarietà a Lannes e alla sua redazione, non sono finora serviti.

Il 2 luglio l’automobile di Lannes è stata incendiata; il 23 luglio, un sabotaggio ai freni; poi, l’esplosione di un’altra autovettura. E poi le lettere minatorie, “Lannes sei morto”, le minacce continue. La Prefettura di Foggia non intende assegnargli una scorta.
Meglio attendere che Lannes venga ammazzato sul serio, per potersi poi commuovere retoricamente una volta resolo innocuo. Vengono alla mente altri nomi: Siani, Rostagno, Mario Mauro, Ilaria Alpi, Maria Grazia Cutuli. Un elenco lunghissimo di giornalisti caduti armi in pugno sul loro campo di battaglia, e quasi sempre sembra trattarsi di fuoco amico. Un elenco che sembra infinito. Un muro del pianto della libera informazione italiana, davanti al quale sempre più persone dovrebbero fermarsi per riflettere, interrogarsi.

“Insomma, devono ammazzarmi affinché poi qualcuno possa retoricamente strapparsi i capelli.
Comunque, a filo di memoria, rammento che il marcio è allocato proprio in prefettura. Prove alla mano, basta rileggersi quanto ho scritto e pubblicato – nel settembre 2007 – sul mensile Narcomafie di don Luigi Ciotti, a proposito di tale Michele Di Bari, intoccabile ed eterno vice prefetto. In quella specifica inchiesta giornalistica è spiegato proprio tutto. Ecco perché non intendono proteggermi. Francamente non so a che punto sia l’indagine dell’autorità giudiziaria sugli attentati che ho subito.”

Le parole di Gianni Lannes sul suo lavoro e sulla sua vicenda meriterebbero attenzione e spazio infinitamente maggiore di quello che hanno avuto finora. Per questo segnalo la bellissima intervista a Lannes reperibile sull’altrettanto bellissimo blog di Antonella Beccaria, da cui ho tratto la precedente citazione.

Grande giornalista, Gianni Lannes. Free lance, autore di inchieste importantissime, sempre su argomenti che i potentati politici e finanziari d’Italia (e non solo) hanno tutto l’interesse a mantenere nel silenzio: i coinvolgimenti segreti della NATO sul territorio italiano, il traffico d’armi, il traffico di rifiuti tossici, l’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, le ecomafie e le navi dei veleni, la speculazione e i reati ambientali connessi alla costruzione di superstrade e inceneritori come quello targato Marcegaglia in Puglia. E poi ancora: le multinazionali come l’Eni, la Barilla, e i loro lati oscuri.

Un grande giornalista, che fa quello che un giornalista dovrebbe fare; che dovrebbe essere portato in palmo di mano dagli editori, additato come esempio da seguire per i giovani apprendisti, interpellato e valorizzato. Le sue inchieste meriterebbero la prima serata, la prima pagina; perchè
la finalità vera, più autentica, di chi sceglie la verità come professione è precisamente quella di tenere aperto uno spazio di libertà di azione, coscienza e parola per tutti noi, perchè solo all’interno di un luogo simile, sempre più necessario quanto più utopico e distante in questa nostra Italia, solo all’interno di un luogo simile noi possiamo vivere da cittadini, da uomini liberi.

Per questo la sospensione di un sito come TerraNostra colpisce tutti noi indiscriminatamente, compresi coloro i quali ne ignoravano l’esistenza, perché va a minare e a far crollare buona parte di quelle libertà e di quei diritti su cui anche i più inconsapevoli fondano la propria esistenza.

Un uomo con la sua parola può molto, perché la parola ha il potere reale e performativo di modellare il mondo che ci circonda, il mondo di chi a quella parola sa e vuole prestare ascolto per cercare di capire.
Se attorno a lui e ai pochi come lui cala il silenzio, se trionfano la diffidenza, l’isolamento, l’ignavia, ogni potenzialità di miglioramento si perde, e le parole migliori rischiano di svanire come gocce inghiottite dal deserto. Questo è quello che sta accadendo quotidianamente nel nostro Paese. Una sconfitta di TerraNostra sarebbe la sconfitta della nostra terra, usurpata dagli abusi e dalle tresche di clan, logge e consorterie di partito. La nostra libertà rischia sempre più di essere svenduta e assassinata per favorire mafie e oltraggiosi capitani d’industria, criminali e utilizzatori finali di ogni sorta.
Gianni Lannes ha deciso che la sua parola non si lascerà assassinare impunemente, la sua parola venderà cara la pelle. Tocca a noi decidere cosa fare della nostra parola, e con essa della nostra vita.

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NO MAFIA-DAY Reggio Calabria 13 Marzo 2010

2 febbraio 2010 Commenti chiusi

NO MAFIA-DAY  (Reggio Calabria, 13 Marzo


Appello del Comitato Organizzatore

Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.

(citato in Lavinia Farnese, Borsellino, eroe borghese in prima linea contro la mafia, la Repubblica, 17 luglio 2006, p. 53)

Parte da queste parole, e non solo, la necessità di organizzare una manifestazione nazionale contro tutte le mafie.

Parte dall’obbligo morale che ogni cittadino ha e che noi avvertiamo forte, come necessità di urlare che la mafia è una montagna di merda (Peppino Impastato).
Parte dalla presa di coscienza che le mafie, sono innanzitutto problema culturale e sociale.
Nasce dalla consapevolezza che le mafie non possano essere combattute “solo” nelle aule di tribunale.

Serve un sussulto, una insurrezione popolare, che spinga in maniera forte e decisa a sradicare non solo al Sud, ma in tutta Italia, la contiguità che troppo spesso vede protagonisti personaggi malavitosi ed esponenti politici piuttosto che uomini di potere.
Non sarà di certo una manifestazione a mettere la parola fine alle mafie, ma noi cittadini onesti, noi società civile siamo al fianco di chi quotidianamente combatte la mentalità mafiosa anche a scapito della propria incolumità.

I nostri EROI sono tutti coloro che hanno perso la loro vita in nome delle lotta alla mafia.

1906
ANDREA ORLANDO

1909
JOE PETROSÌNO

1911
LORENZO PANEPINTO

1914
MARIANO BARBATO, GIORGIO PECORARO

1915
BERNARDINO VERRO

1916
GIORGIO GENNARO

1919
GIOVANNI ZANGARA,COSTANTINO STELLA, GIUSEPPE RUMORE, GIUSEPPE MONTICCIOLO, ALFONSO CANZIO

1920
NICOLO’ ALONGI, PAOLO LI PUMA, CROCE DI GANGI, PAOLO MIRMINA, GIOVANNI ORCEL, STEFANO CARONIA

1921
PIETRO PONZO, VITO STASSI, GIUSEPPE CASSARA’, VITO CASSARA’, GIUSEPPE COMPAGNA

1922
DOMENICO SPATOLA, MARIO SPATOLA, PIETRO SPATOLA, PAOLO SPATOLA, SEBASTIANO BONFIGLIO, ANTONINO SCUDERI

1924
ANTONINO CIOLINO

1944
SANTI MILISENNA, ANDREA RAJA

1945
CALOGERO COMAIANNI, NUNZIO PASSAFIUME, FILIPPO SCIMONE, CALCEDONIO CATALANO, AGOSTINO D’ALESSANDRO, CALOGERO CICERO, FEDELE DE FRANCISCA, MICHELE DI MICELI, MARIO PAOLETTI, ROSARIO PAGANO, GIUSEPPE SCALIA, GIUSEPPE PUNTARELLO

1946
ANGELO LOMBARDI, VITTORIO EPIFANI, VITANGELO CINQUEPALMI, IMERIO PICCINI, ANTONINO GUARISCO, MARINA SPINELLI, GIUSEPPE MISURACA, MARIO MISURACA, GAETANO GUARINO, PINO CAMILLERI, GIOVANNI CASTIGLIONE, GIROLAMO SCACCIA, GIUSEPPE BIONDO, GIOVANNI SANTANGELO, VINCENZO SANTANGELO, GIUSEPPE SANTANGELO, GIOVANNI SEVERINO, PAOLO FARINA, NICOLO’ AZOTI, FIORENTINO BONFIGLIO, MARIO BOSCONE, FRANCESCO SASSANO, EMANUELE GRECO, GIOVANNI LA BROCCA, VITTORIO LEVICO.

1947
ACCURSIO MIRAGLIA, PIETRO MACCHIARELLA, NUNZIO SANSONE, EMANUELE BUSELLINI, MARGHERITA CLESCERI, GIOVANNI GRIFO’, GIORGIO CUSENZA, CASTRENZE INTRAVAIA, VINCENZINA LA FATA, SERAFINO LASCARI, GIOVANNI MEGNA, FRANCESCO VICARI, VITO ALLOTTA, GIUSEPPE DI MAGGIO, FILIPPO DI SALVO, VINCENZO LA ROCCA, VINCENZA SPINA, PROVVIDENZA GRECO, MICHELANGELO SALVIA, GIUSEPPE CASARRUBEA, VINCENZO LO IACONO, GIUSEPPE MANIACI, CALOGERO CAJOLA, VITO PIPITONE, LUIGI GERONAZZO,

1948
EPIFANIO LI PUMA, PLACIDO RIZZOTTO, GIUSEPPE LETIZIA, CALOGERO CANGELOSI, MARCANTONIO GIACALONE, ANTONIO GIACALONE, ANTONIO DI SALVO, NICOLA MESSINA, CELESTINO ZAPPONI, GIOVANNI TASQUIER,

1949
CARLO GULINO, FRANCESCO GULINO, CANDELORO CATANESE, MICHELE MARINARO, CARMELO AGNONE, QUINTO REDA, CARMELO LENTINI, PASQUALE MARCONE, ARMANDO LODDO, SERGIO MANCINI, ANTONIO BUBUSA, GABRIELE PALANDRANI, GIOVAN BATTISTA ALCE, ILARIO RUSSO, GIOVANNI CALABRESE, GIUSEPPE FIORENZA, SALVATORE MESSINA, FRANCESCO BUTIFAR,

1952
FILIPPO INTILE,

1955
SALVATORE CARNEVALE, GIUSEPPE SPAGNUOLO,

1957
PASQUALE ALMERICO, ANTONINO POLLARI,

1958
VINCENZO DI SALVO, VINCENZO SAVOCA,

1959
ANNA PRESTIGIACOMO, GIUSEPPINA SAVOCA, VINCENZO PECORARO, ANTONINO PECORARO,

1960
ANTONINO DAMANTI, COSIMO CRISTINA, PAOLO BONGIORNO,

1961
PAOLINO RICCOBONO, GIACINTO PULEO,

1962
ENRICO MATTEI,

1963
GIUSEPPE TESAURO, MARIO MALAUSA, SILVIO CORRAO, CALOGERO VACCARO, PASQUALE NUCCIO, EUGENIO ALTOMARE, GIORGIO CIACCI, MARINO FARDELLI,

1966
CARMELO BATTAGLIA,

1967
GIUSEPPE PIANI, NICOLA MIGNOGNA,

1968
FRANCESCO PIGNATARO, GIUSEPPE BURGIO,

1969
ORAZIO COSTANTINO,

1970
MAURO DE MAURO,

1971
PIETRO SCAGLIONE, ANTONINO LORUSSO, VINCENZO RICCARDELLI,

1972
GIOVANNI SPAMPINATO,

1974
ANGELO SORINO,
EMANUELE RIBOLI,

1975
CALOGERO MORREALE, GAETANO CAPPIELLO, FRANCESCO FERLAINO,

1976
GERARDO D’ARMINIO, GIUSEPPE MUSCARELLI, PASQUALE CAPPUCCIO, CATERINA LIBERTI, SALVATORE FALCETTA, CARMINE APUZZO, SALVATORE LONGO, SALVATORE BUSCEMI,

1977
ROCCO GATTO, STEFANO CONDELLO, VINCENZO CARUSO, GIUSEPPE RUSSO, FILIPPO COSTA, ATTILIO BONINCONTRO,

1978
UGO TRIOLO, GIUSEPPE IMPASTATO, ANTONIO ESPOSITO FERRAIOLI, SALVATORE CASTELBUONO,

1979
FILADELFIO APARO, MARIO FRANCESE, MICHELE REINA, GIORGIO AMBROSOLI, BORIS GIULIANO, CALOGERO DI BONA, CESARE TERRANOVA, LENIN MANCUSO, GIOVANNI BELLISSIMA, SALVATORE BOLOGNA, DOMENICO MARRARA, VINCENZO RUSSO, GIULIANO GIORGIO, LORENZO BRUNETTI, ANTONINO TRIPODO, ROCCO GIUSEPPE BARILLA’, GIUSEPPE MARTURANO,

1980
DOMENICO MARTURANO, PIERSANTI MATTARELLA, GIUSEPPE VALARIOTI, EMANUELE BASILE, GIANNINO LOSARDO, PIETRO CERULLI, GAETANO COSTA, CARMELO JANNI’, DOMENICO BENEVENTANO, MARCELLO TORRE, VINCENZO ABATE,

1981
VITO JEVOLELLA, SEBASTIANO BOSIO, ONOFRIO VALVOLA, LEOPOLDO GASSANI, GIUSEPPE GRIMALDI, VINCENZO MULE’, DOMENICO FRANCAVILLA, MARIANO VIRONE,

1982
LUIGI D’ALESSIO, SALVATORE STALLONE, ANTONIO FONTANA, NICOLÒ PIOMBINO, ANTONIO SALZANO, PIO LA TORRE, ROSARIO DI SALVO, GENNARO MUSELLA, GIUSEPPE LALA, DOMENICO VECCHIO, RODOLFO BUSCEMI, MATTEO RIZZUTO, SILVANO FRANZOLIN, SALVATORE RAITI, GIUSEPPE DI LAVORE, ANTONINO BURRAFATO, SALVATORE NUVOLETTA, ANTONIO AMMATURO, PASQUALE PAOLA, PAOLO GIACCONE, VINCENZO SPINELLI, CARLO ALBERTO DALLA CHIESA, EMANUELA SETTI CARRARO, DOMENICO RUSSO, CALOGERO ZUCCHETTO, CARMELO CERRUTO, SIMONETTA LAMBERTI, GIULIANO PENNACCHIO, ANDREA MORMILE, LUIGI CAFIERO, GRAZIANO ANTIMO, GENNARO DE ANGELIS, ANTONIO VALENTI, LUIGI DI BARCA, GIOVANNI FILIANO,

1983
GIANGIACOMO CIACCIO MONTALTO, PASQUALE MANDATO, SALVATORE POLLARA, MARIO D’ALEO, GIUSEPPE BOMMARITO, PIETRO MORICI, BRUNO CACCIA, ROCCO CHINNICI, SALVATORE BARTOLOTTA, MARIO TRAPASSI, STEFANO LI SACCHI, SEBASTIANO ALONGHI, FRANCESCO BUZZITI, FRANCESCO IMPOSIMATO, DOMENICO CELIENTO, CRISTIANO ANTONIO, NICANDRO IZZO, FABIO CORTESE, SALVATORE MUSARO’, OTTAVIO ANDRIOLI,

1984
GIUSEPPE FAVA, RENATA FONTE, COSIMO QUATTROCCHI, FRANCESCO QUATTROCCHI, COSIMO QUATTROCCHI, MARCELLO ANGELINI, SALVATORE SCHIMMENTI, GIOVANNI CATALANOTTI, ANTONIO FEDERICO, PAOLO CANALE, LEONARDO VITALE, GIOVANBATTISTA ALTOBELLI, LUCIA CERRATO, ANNA MARIA BRANDI, ANNA DE SIMONE, GIOVANNI DE SIMONE, NICOLA DE SIMONE, LUISELLA MATARAZZO, MARIA LUIGIA MORINI, FEDERICA TAGLIALATELA, ABRAMO VASTARELLA, PIER FRANCESCO LEONI, SUSANNA CAVALLI, ANGELA CALVANESE, CARMINE MOCCIA, VALERIA MORATELLO, FRANCO PUZZO, MICHELE BRESCIA, SANTO CALABRESE, ANTIOCO COCCO, VINCENZO VENTO, PIETRO BUSETTA, SALVATORE SQUILLACE,

1985
PIETRO PATTI, GIUSEPPE MANGANO, GIOACCHINO TAGLIALATELA, SERGIO COSMAI, GIOVANNI CARBONE, BARBARA RIZZO ASTA, GIUSEPPE ASTA, SALVATORE ASTA, BEPPE MONTANA, ANTONINO CASSARÀ, ROBERTO ANTIOCHIA, GIUSEPPE SPADA, GIANCARLO SIANI, BIAGIO SICILIANO, GIUDITTA MILELLA, CARMINE TRIPODI, GRAZIELLA CAMPAGNA, MORELLO ALCAMO, GIUSEPPE MACHEDA, ROBERTO PARISI,

1986
PAOLO BOTTONE, GIUSEPPE PILLARI, FILIPPO GEBBIA, ANTONIO MORREALE, FRANCESCO ALFANO, ANTONIO PIANESE, VITTORIO ESPOSITO, SALVATORE BENIGNO, CLAUDIO DOMINO, FILIPPO SALSONE, ANTONIO SABIA, GIOVANNI GIORDANO, NUNZIATA SPINA,

1987
GIUSEPPE RECHICHI, ROSARIO IOZIA, GIUSEPPE CUTRONEO, ROSARIO MONTALTO, SEBASTIANO MORABITO, ANTONIO CIVININI, CARMELO IANNÒ, CARMELO GANCI, LUCIANO PIGNATELLI, GIOVANNI DI BENEDETTO, COSIMO ALEO,

1988
GIUSEPPE INSALACO, GIUSEPPE MONTALBANO, NATALE MONDO, DONATO BOSCIA, ALBERTO GIACOMELLI, ANTONINO SAETTA, STEFANO SAETTA, MAURO ROSTAGNO, LUIGI RANIERI, CARMELO ZACCARELLO, GIROLAMO MARINO, ANIELLO CORDASCO, GIULIO CAPILLI, PIETRO RAGNO,

1989
FRANCESCO CRISOPULLI, GIUSEPPE CARUSO, FRANCESCO PEPI, MARCELLA TASSONE, NICOLA D’ANTRASSI, VINCENZO GRASSO, PAOLO VINCI, SALVATORE INCARDONA, ANTONINO AGOSTINO, IDA CASTELLUCCI, GRAZIA SCIME’, DOMENICO CALVIELLO, GIUSEPPESALVIA,ANNA MARIA CAMBRIA, CARMELA PANNONE, PIETRO GIRO, DONATO CAPPETTA, CALOGERO LORIA,

1990
NICOLA GIOITTA IACHINO, EMANUELE PIAZZA, GIUSEPPE TRAGNA, MASSIMO RIZZI, GIOVANNI BONSIGNORE, ANTONIO MARINO, ROSARIO LIVATINO, ALESSANDRO ROVETTA, FRANCESCO VECCHIO, ANDREA BONFORTE, GIOVANNI TRECROCI, SAVERIO PURITA, ANGELO CARBOTTI, DOMENICO CATALANO, MARIA MARCELLA, VINCENZO MICELI, ELISABETTA GAGLIARDI, GIUSEPPE ORLANDO, MICHELE ARCANGELO TRIPODI, PIETRO CARUSO, NUNZIO PANDOLFI, ARTURO CAPUTO, ROBERTO TICLI, MARIO GRECO, ROSARIO SCIACCA, GIUSEPPE MARNALO, FRANCESCO OLIVIERO, COSIMO DURANTE, ANGELO RAFFAELE LONGO, CATALDO D’IPPOLITO,

1991VALENTINA GUARINO, ANGELICA PIRTOLI, GIUSEPPE SCEUSA,
SALVATORE SCEUSA, VINCENZO LEONARDI, ANTONIO CARLO CORDOPATRI, ANGELO RICCARDO, ANDREA SAVOCA, DOMENICO RANDÒ, SANDRA STRANIERI, ANTONINO SCOPELLITI, LIBERO GRASSI, FABIO DE PANDI, GIUSEPPE ALIOTTOANTONIO RAMPINO, SILVANA FOGLIETTA, SALVATORE D’ADDARIO, RENATO LIO, GIUSEPPE LEONE, FRANCESCO TRAMONTE, PASQUALE CRISTIANO, STEFANO SIRAGUSA, ALBERTO VARONE, FELICE DARA, VINCENZO SALVATORI, SERAFINO OGLIASTRO, VITO PROVENZANO, GIUSEPPE GRIMALDI, SALVATORE TIENI, NICOLA GUERRIERO,

1992
SALVATORE AVERSA, LUCIA PRECENZANO, PAOLO BORSELLINO, ANTONIO RUSSO, ANTONIO SPARTÀ, SALVATORE SPARTÀ, VINCENZO SPARTÀ, FORTUNATO ARENA, CLAUDIO PEZZUTO, SALVATORE MINEO, ALFREDO AGOSTA, GIULIANO GUAZZELLI, GIOVANNI FALCONE, FRANCESCA MORVILLO, ROCCO DI CILLO, ANTONINO MONTINARO, VITO SCHIFANI, PAOLO BORSELLINO, AGOSTINO CATALANO, WALTER EDDIE COSINA, EMANUELA LOI, VINCENZO LI MULI, CLAUDIO TRAÌNA, RITA ÀTRIA, PAOLO FICALÒRA, PASQUALE DI LORENZO, GIOVANNI PANUNZIO, GAETANO GIORDANO, GIUSEPPE BORSELLINO, SAVERIO CIRRINCIONE, ANTONIO TAMBORINO, MAURO MANIGLIO, RAFFAELE VITIELLO, EMANUELE SAÙNA, ANTONINO SIRAGUSA, LUCIO STIFANI,

1993
BEPPE ALFANO, ADOLFO CARTISANO, PASQUALE CAMPANELLO, NICOLA REMONDINO, DOMENICO NICOLÒ PANDOLFO, MAURIZIO ESTATE, FABRIZIO NENCIONI, ANGELA FIUME, NADIA NENCIONI, CATERINA NENCIONI, DARIO CAPOLICCHIO, CARLO LA CATENA, STEFANO PICERNO, SERGIO PASOTTO, ALESSANDRO FERRARI, MOUSSAFIR DRISS, DON GIUSEPPE PUGLISI, RAFFAELE DI MERCURIO, ANDREA CASTELLI, ANGELO CARLISI, RICCARDO VOLPE, ANTONINO VASSALLO, FRANCESCO NAZZARO, LORIS GIAZZON,

1994
VINCENZO GAROFALO, ANTONINO FAVA, DON GIUSEPPE DIANA, ILARIA ALPI, MIRAN HROVATIN, ENRICO INCOGNITO, LUIGI BODENZA, IGNAZIO PANEPINTO, MARIA TERESA PUGLIESE, GIOVANNI SIMONETTI, SALVATORE BENNICI, CALOGERO PANEPINTO, FRANCESCO MANISCALCO, NICHOLAS GREEN, MELCHIORRE GALLO, GIUSEPPE RUSSO, COSIMO FABIO MAZZOLA, GIROLAMO PALAZZOLO, LEONARDO CANCIARI, LlLIANA CARUSO, AGATA ZUCCHERO, LEONARDO SANTORO,

1995
FRANCESCO BRUGNANO, GIUSEPPE DI MATTEO, FRANCESCO MARCONE, SERAFINO FAMÀ, GIOACCHINO COSTANZO, PETER IWULE ONJEDEKE, FORTUNATO CORREALE, ANTONINO BUSCEMI, GIUSEPPE MONTALTO, GIUSEPPE CILIA, GIUSEPPE GIAMMONE, GIOVANNI CARBONE, CLAUDIO MANCO, FRANCESCO TAMMONE, ANTONIO BRANDI, ANTONIO MONTALTO, ANTONINO MONTELEONE,

1996
GIUSEPPE PUGLISI, ANNA MARIA TORNO, GIOVANNI ATTARDO, DAVIDE SANNINO, SANTA PUGLISI, SALVATORE BOTTA, SALVATORE FRAZZETTO, GIACOMO FRAZZETTO, MARIA ANTONIETTA SAVONA, RICCARDO SALERNO, GIOACCHINO BISCEGLIA, ROSARIO MINISTERI, CALOGERO TRAMÙTA, PASQUALE SALVATORE MAGRI’,

1997
GIUSEPPE LA FRANCA, CIRO ZIRPOLI, GIULIO CASTELLINO, AGATA AZZOLINA, RAFFAELLA LUPOLI, SILVIA RUOTOLO, ANGELO BRUNO, LUIGI CANGIANO, FRANCESCO MARZANO, ANDREA DI MARCO, AGATINO DIOLOSA’, VINCENZO ARATO,

1998
INCORONATA SOLLAZZO, MARIA INCORONATA RAMELLA, ERILDA ZTAUSCI, ENRICO CHIARENZA, SALVATORE DI FALCO, ROSARIO FLAMINIO, ALBERTO VALLEFUOCO, GIUSEPPINA GUERRIERO, LUIGI IOCULANO, DOMENICO GERACI, ANTONIO CONDELLO, MARIANGELA ANZALONE, GIUSEPPE MESSINA, GRAZIANO MUNTONI, GIOVANNI GARGIULO, GIOVANNI VOLPE, GIUSEPPE RADICIA, ORAZIO SCIASCIO, GIUSEPPE IACONA, DAVIDE LADINI, SAVERIO IERACI, ANTONIO FERRARA,

1999
SALVATORE OTTONE, EMANUELE NOBILE, ROSARIO SALERNO, STEFANO POMPEO, FILIPPO BASILE, HISO TELARAY, MATTEO DI CANDIA, VINCENZO VACCARO NOTTE, LUIGI PULLI, RAFFAELE ARNESANO, RODOLFO PATERA, ENNIO PETROSINO, ROSA ZAZA, ANNA PACE, SANDRO SCARPATO, MARCO DE FRANCHIS,

2000
ANTONIO LIPPIELLO, SALVATORE VACCARO NOTTE, ANTONIO SOTTILE, ALBERTO DE FALCO, FERDINANDO CHIAROTTI, FRANCESCO SCERBO, GIUSEPPE GRANDOLFO, DOMENICO STANISCI, DOMENICO GULLACI, MARIA COLANGIULI, HAMDI LALA, GAETANO DE ROSA, SAVERIO CATALDO, DANIELE ZOCCOLA, SALVATORE ROSA, GIUSEPPE FALANGA, LUIGI SEQUINO, PAOLO CASTALDI, GIUSEPPE MANFREDA, GIANFRANCO MADIA, VALENTINA TERRACCIANO, RAFFAELE IORIO, FERDINANDO LIQUORI,

2001
GIUSEPPE ZIZOLFI, TINA MOTOC, MICHELE FAZIO, CARMELO BENVEGNA, STEFANO CIARAMELLA,

2002
FEDERICO DEL PRETE, TORQUATO CIRIACO, MAURIZIO D’ELIA,

2003
DOMENICO PACILIO, GAETANO MARCHITELLI, CLAUDIO TAGLIATATELA, PAOLINO AVELLA, MICHELE AMICO,

2004
BONIFACIO TILOCCA, ANNALISA DURANTE, STEFANO BIONDI, PAOLO RODA’, GELSOMINA VERDE, DARIO SCHERILLO, MATILDE SORRENTINO, FRANCESCO ESTATICO, FABIO NUNNERI, MASSIMO CARBONE, TONINO MAIORANO, ATTILIO MANCA (Non riconosciuto come vittima di mafia per via delle prove insabbiate)

2005
FRANCESCO ROSSI, ATTILIO ROMANO’, GIANLUCA CONGIUSTA, FORTUNATO LAROSA, FRANCESCO FORTUGNO,

2006
FEDELE SCARCELLA.

2008
Adolfo Parmaliana (suicidato per attirare l’attenzione sul caso mafioso su cui indagava)

In questa lista vogliamo ricordare Giuseppe Gatì, un coraggioso resistente e modello per tutti noi
Giuseppe è stato trovato morto sul lavoro il 31 gennaio 2009
cit.”Questa è la mia terra ed io la difendo… e tu?”

Quello che vogliamo è che tutte le forze democratiche ci siano d’aiuto perchè questa lugubre lista di Eroi nazionali non debba continuare ad estendersi.

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Email per informazioni: nomafiadayinfo@gmail.com
Email per adesioni: nomafiaday@gmail.com

Il Comitato del NO MAFIA DAY

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S. Giovanni in Fiore: Manifestazione popolare. La società civile “vince”!

20 gennaio 2010 Commenti chiusi

Calabria, Abbazia Florense: Procura di Cosenza ordina di smontare i ponteggi. Prima vittoria della società civile italiana che ha manifestato il 5 gennaio scorso

dal sito amico “La Voce di Fiore

mercoledì 20 gennaio 2010.

Notizie buone dalla Calabria. Dopo la manifestazione apartitica del 5 gennaio 2010 per l’Abbazia florense, in restauro con fondi europei, la Procura di Cosenza ha ordinato di smontare i ponteggi lì da tre anni in un diffuso silenzio omertoso. Prima vittoria della società civile, che, purtroppo, dall’amministrazione di San Giovanni in Fiore (Cosenza) è stata definita manipolo di “avvoltoi”, aggiungendo che “la città non è di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”.

Respingendo le polemiche, abbiamo prodotto fatti, qui il dossier. Azioni positive e coraggiose, col coinvolgimento di tutte le forze, sociali, politiche e religiose, affinché il monumento – che risale al 1200 ed è simbolo dell’utopia della giustizia in questo mondo, dell’Abate Gioacchino da Fiore (1135-1202) – fosse restituito alla sua bellezza.

Ora, resta da risolvere, lo ribadiamo contro strumentalizzazioni partitiche, il problema della direzione dei lavori, nominata irregolarmente secondo l’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici. Ancora, va risolto il problema del contenzioso civile fra il Comune di San Giovanni in Fiore e la ditta appaltatrice, sciolto il contratto fra le parti. Bisognerà ottenere la riattivazione del finanziamento europeo sospeso nel giugno scorso dalla Regione Calabria.

Nondimeno, resta aperta la questione, da noi segnalata pubblicamente, della residenza sanitaria per anziani all’interno dell’Abbazia florense; un tempo opera di carità della Chiesa, oggi in mano a privati che non corrisponderebbero, secondo un dirigente del Comune di San Giovanni in Fiore, alcun fitto al municipio.

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Comitato De Grazia solidale con familiari vittime della mafia

14 gennaio 2010 Commenti chiusi

17° anniversario dell’assassinio del giornalista Beppe Alfano

Il Comitato De Grazia solidale con Familiari vittime della mafia.

A Barcellona il silenzio e l’indifferenza uccidono più del piombo.

La testimonianza di un’attivista

beppe alfano targa

Barcellona Pozzo di Gotto (ME) – 8 gennaio 2010, Le premesse non erano buone per la giornata di oggi.Un clima poco sereno a Barcellona per la commemorazione di Beppe Alfano, giornalista ucciso dalla mafia l’ 8 gennaio 1993: locandine staccate dai muri, persone che negli anni precedenti hanno contestato questa giornata, accusando la famiglia Alfano di screditare il paese, ma si possono staccare le locandine, ma mai il ricordo di un uomo onesto che ha dedicato la sua vita alla legalità, non si può staccare il senso di giustizia che si porta nel cuore, non si può rimuovere ai figli e alla moglie di Beppe Alfano il vuoto che egli gli ha lasciato come padre e marito, non si può togliere a questa famiglia il sacrosanto diritto di ricordarlo e gridare che la mafia esiste e l’uccisione crudele di questo giornalista ne è la prova, come tutte le altre vittime della mafia, si perché sono vittime che diventano simbolo della lotta e della legalità.
Sonia Alfano, prima figlia di Beppe Alfano, eurodeputata, ringrazia i giovani scesi da Roma, Napoli, Matera, Falerna; perché dopo 17 anni si sente circondata da persone, per stare accanto alla famiglia. Le sue lacrime scendono, è commossa, sono lacrime liberatorie, lacrime di tanta solitudine. L’ascolto e sento quel dolore, lo stesso dolore che avverto durante la Messa in memoria del padre. Il prete nell’Omelia ricorda il funerale di Beppe Alfano. Parla di quel giorno, quando disse a Sonia che dovrà essere lei ad occuparsi della famiglia e in particolar modo di Chicco. Il prete quel giorno di 17 anni fa, chiama Sonia allaresponsabilità, lei che pur coperta di forza e tenacia, è in quel momento una donna, una figlia che ha perso il padre, è con il proprio dolore, la rabbia per gli assassini, un essere umano con mille domande in testa. Ma, si sa, ci sono persone che devono crescere in fretta, devono diventare donne/uomini in fretta per le circostanze della vita, e tutto ciò che può sentire lei in quel momento dentro di sé, pian piano lo trasforma in forza e va avanti, non deludendo il parroco, la famiglia e tutti coloro che credono in una giustizia onesta, senza violenza, non deludendo principalmente suo padre e i principi per cui lui si è battuto sempre in vita.

alfano-beppe
Và avanti chiedendo giustizia, seminando legalità, passo dopo passo si circonda di persone che hanno voglia di cambiare, sono poche, ma non per lei, che di solitudine ne ha vissuto tanta. Dopo 17 anni di solitudine, di mancanza di solidarietà, non si sente sola in quel paese, dove gli hanno strappato una parte importante della sua vita: scendono le lacrime, sono mie le lacrime, sono miei gli occhi sofferenti e a volte persi di Chicco, sento mio quel vuoto e quella sete di giustizia e legalità che sono nei tre figli di Beppe Alfano, non può non appartenerci un dolore così grande. Lacerante, però, è anche il silenzio di questi cittadini, mi chiedo: chi intendono proteggere? Come si fa a chiudere gli occhi di fronte ad una fatto così evidente, ad un dolore così tangibile? Lo striscione attaccato al muro della Sala Consiliare di Pozzo di Gotto dice, urla:
“ A BARCELLONA IL SILENZIO E L’INDIFFERENZA UCCIDONO PIU’ DEL PIOMBO – Familiari Vittime di Mafia”.
Un silenzioso corteo và verso Viale Marconi, dove c’è la targa in memoria di Beppe. Silenzio, ma c’è anche gente di Barcellona che si avvicina, forse per guardare solamente. Sanno, sì loro sanno cosa siamo venuti a fare li, io mi soffermo a leggere queste parole, scritte sulla targa:
”A Beppe Alfano – Giornalista – Una Voce Di Verità Barbaramente Stroncata Dalla Mafia”
Ritorniamo alla Sala,con passo lento, gridiamo”Beppe Alfano è uno di noi” .
Inizia il convegno organizzato dalla famiglia Alfano, relatori: Gioacchino Genchi, l’On. Antonio Di Pietro, l’Eurodeputata Sonia Alfano, il Senatore Lumia. Sono interventi forti, con nomi e cognomi della criminalità, della mafia. Sono interventi che fanno uscire anche una volta la verità su quell’omicidio e anche su persone che continuano a fare politica, stare tra la magistratura e non sono puliti per niente. Sono interventi che si rivolgono soprattutto ai noi giovani: di non mollare, di combattere e denunciare, di credere nel cambiamento e di non spegnere la luce della speranza.
Genchi nel suo intervento dice “ IL RICORDO FA PAURA, LA RETE FA PAURA” ed io aggiungo l’unione di persone oneste che sanno la verità fa sempre paura. E riguardo alla RETE anche l’On. Antonio Di Pietro dice qualcosa: “ non è più tempo di dividere la destra e la sinistra, ma dividere le persone oneste da quelle disoneste”.
Beppe Alfano Una voce di verità: come poche ancora oggi dopo 17 anni, dava voce alla verità, cosi come fa oggi la figlia Sonia, e i suoi fratelli. Grintosa, testarda a proseguire questo cammino di legalità e verità, lei conosce la verità.
Il suo intervento è così traboccante di autenticità e coraggio. Ringrazia ancora una volta noi giovani venuti da fuori regione, ma ringrazia anche i giovani di Barcellona che l’hanno contattata tramite Facebook.
È dolce la sua voce, materna, quasi come se volesse proteggere tutti quei figli di Barcellona, forse è questa dolce determinazione che spaventa la gente di Barcellona, perché io ne rimango colpita e quasi affascinata, perché dovrebbe esserci rancore, rabbia,per questa gente che è li silenziosa, invece no Sonia è una donna che ha sofferto e alcune ferite sono ancora aperte, non chiede vendetta, non si arrabbia di fronte a questo muto scenario, comprende le paure delle persone, lei si arrabbia con gli uomini di mafia, non con la gente che definisce “vittime della mafia”. Qualcuno l’ha accusata di aver usato il nome del padre per entrare in politica, lei risponde “ Non ho usato il nome di mio padre, anche perché è anche il mio. E poi la politica è di tutti”. Si, la politica dovrebbe riempire gli uffici di persone oneste, e di persone che sono capaci di guardare il bene comune e non sono i propri interessi.
La giornata sta per terminare, saluti, ringraziamenti, abbracci. Sono io a ringraziare la famiglia Alfano, perché mi hanno fatto capire che gli ostacoli non mancano, lungo un percorso ci sono momenti che trovi le buche sotto i piedi e ti rendi conto che le hanno create per farti cadere nella loro “rete”, ma bisogna avere la forza di rialzarsi e non aver paura di camminare, di schierarsi dalla parte della verità, di urlarla, ma anche di sapere aspettare di urlare.
Mi sono sentita libera e una di loro, combattere certi sistemi mafiosi non è facile, ma oggi so che non siamo soli, che il sole fatica a sorgere, ma esiste per tutti.
Due arcobaleni, uno sull’altro, sono apparsi nel cielo di Barcellona, dietro nuvole nere, e i colori dell’arcobaleni erano più visibili, sorrido e ringrazio Dio per questa bellissima giornata di verità, legalità, dove si respirava il profumo del cambiamento. Emotivamente forte, semplicemente vera e allora di cosa si può aver paura?
Il pullman partito da Roma, per arrivare a Barcellona, per stare attorno alla famiglia Alfano, sta per partire. Non abbiamo, noi giovani, paura di manifestare la nostra indignazione verso la mafia, noi giovani (e non solo perché ci sono tanti 50enni) sentiamo dentro il senso di responsabilità non solo verso la propria Regione, ma ovunque, laddove la mafia ha deciso di abitare e mettere radici, siamo scesi per sradicare un sistema malato, un sistema malavitoso che non guarda in faccia nessuno e mette radice in qualsiasi luogo: imprese, aziende, politica, scuole, case, si estende a macchia d’olio per provocare danni e guardare i loro interessi personali.
Siamo scesi per gridare che la mafia esiste e non abbiamo dubbi: NOI SIAMO l’ANTIMAFIA! E andremo avanti, semineremo semi di verità e legalità dappertutto, in ogni luogo, in ogni angolo di questa terra, vogliamo insieme a tutte le persone oneste portare il fresco profumo della legalità, perché oggi abbiamo ricordato Beppe Alfano, ma voglio ricordare anche Giuseppe Fava, altro giornalista ucciso dalla mafia, che disse “se non si è disposti a lottare, a che serve esser vivi ?”
Appunto amici, a te Sonia Alfano, donna che hai colmato il tuo cuore dei valori di tuo padre, che stai seminando con la tua dolcezza e determinazione semi d’amore vero : NON MOLLIAMO, sempre insieme verso la LIBERTA’!!!
Francesca Munno
Attivista Comitato civico Natale De Grazia

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Parte dal “basso” la difesa dei beni culturali calabresi

8 gennaio 2010 Commenti chiusi

La società civile difende i beni della Calabria, in nome della legalità e della “giustizia”.

Tra le associazioni presenti alla manifestazione popolare del 5 gennaio anche il Comitato Natale De Grazia.

Fonte: il Crotonese

san giovanniSan Giovanni in Fiore – Inizia alle 15,30 del 5 gennaio la manifestazione popolare a difesa dell’Abbazia florense indetta da gruppi della società civile. Si forma una catena umana per preservare simbolicamente il monumento, sul cui restauro con fondi europei, sospesi dal giugno scorso, sta indagando la Procura di Cosenza; mentre l’Autorità di vigilanza sui Lavori pubblici ha rilevato gravissime irregolarità in municipio, segnalandole a Corte dei conti e Procura.

Il giornalista Emiliano Morrone, che introduce, ricorda la ricorrenza della nascita di Peppino Impastato, il giovane di Cinisi (Palermo) ammazzato dalla mafia per le sue denunce. Quindi afferma che, nel consiglio comunale del 4 gennaio, dalla maggioranza sono partite accuse verso la stampa, riguardo all’Abbazia florense ritenuta responsabile d’una montatura mediatica.

Poi esprime profondo sdegno per l’aspra ostilità con cui, a suo avviso, la maggioranza in Comune ha trattato i movimenti antimafia promotori della manifestazione, invitandoli ad andare altrove dacché, per un esponente politico, “San Giovanni in Fiore non è la città di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”. A riguardo, Morrone legge un messaggio di Salvatore Borsellino.

Durissima la condanna dell’accaduto da parte del fratello del giudice Paolo Borsellino. Su Internet, centinaia i commenti indignati della rete antimafia, secondo cui la dichiarazione politica è un’offesa inaccettabile alla memoria e all’eredità morale e culturale del giudice siciliano.

Fallito il tentativo d’attribuire colori alla manifestazione, di ricondurla a strategie in vista delle prossime elezioni, la società civile presente è compatta: chiede verità, giustizia e l’immediata tutela dell’Abbazia florense. Ci sono anziani, adulti, ragazzi, bambini. Con Serenetta Monti, che coordina, ci sono i “Grilli del Pigneto”, da Roma; con Gianfranco Posa ci sono i ragazzi del “Comitato Natale De Grazia”, di Amantea (Cs); con Lilia Infelise ci sono rappresentanti di “Commossi e indignati”; con Francesco Lo Giudice gli universitari del “Movimento politico del Sole”, di Bisignano (Cs). Con Federica Menciotti ci sono i giovani del “Popolo delle Agende rosse”, arrivati da varie città italiane; ci sono gli “Amici di Pino Masciari” e attivisti di “Verso Sud”, l’associazione dello scrittore antimafia Orfeo Notaristefano. C’è il “Comitato cittadino per le primarie aperte”, l’associazione locale “Un sorriso agli emigrati”, il laboratorio culturale antimafia “la Voce di Fiore”, col direttore Morrone e il vice Vincenzo Tiano. Rosario Rizzuto è arrivato da Scandale (Kr); per l’occasione la signora Teresa paga un taxi da Altomonte (Cs). Chicco Alfano, figlio del giornalista Beppe, assassinato dalla mafia a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), partecipa con Rossella Vilardi per l’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia. Antonio e Maria, due professionisti, sono giunti da Roma. Assenti, per aver ritirato all’ultimo la propria adesione, Assopec, cioè l’associazione dei commercianti di “San Giovanni in Fiore”, “Legambiente Sila” e “Pro loco”.

All’appuntamento manca il presidente del Centro studi gioachimiti, non si vede anima della maggioranza in Comune. Disertano il presidente della Provincia di Cosenza, invitato con un telegramma, e il deputato Franco Laratta (Pd), invitato come i colleghi calabresi Angela NapoliLuigi De Magistris, del parlamento europeo, entrambi presenti. Non c’è l’arcivescovo di Cosenza, interessato con un telegramma. Ci sono però dei frati cappuccini, i quali intendono contribuire alla difesa dell’Abbazia di Gioacchino da Fiore, di cui Morrone ricorda l’utopia della giustizia in questo mondo, fondamentale per chi crede in un obiettivo cambiamento morale e culturale. Ancora, ci sono esponenti del Pdl, di La Destra, di Idv, di Vattimo per la città, dell’Udc. Con una delegazione – invitati, di là dai colori, come tutte le forze politiche -, sono presenti i giovani del Partito comunista dei lavoratori. “Nessun trasversalismo, solo l’adesione a un’iniziativa apartitica – ribadiscono le forze politiche presenti – che nasce per tutelare il monumento simbolo di San Giovanni in Fiore”. I rappresentanti della società civile spiegano le ragioni della loro presenza. Esortano i cittadini ad essere liberi. Applausi, commozione, speranza.

Morrone sottolinea che la manifestazione è per una tutela complessiva dell’Abbazia florense, tra le cui mura c’è pure una casa di riposo, per anni gestita dalla Chiesa e con atti sconosciuti passata a privati che non corrisponderebbero un fitto al municipio, proprietario dei locali in questione.

Giusi Gallo (Pcl), Francesco Saverio Oliverio (Pcl) Antonio Barile (Pdl), Marco Militerno (Vattimo per la città) e Pasquale Gallo (Idv) ripercorrono i fatti sull’Abbazia florense e, ciascuno con la propria autonomia, pretendono la massima tutela del monumento.

Napoli invita alla difesa dell’Abbazia e della cultura al di là delle parti politiche. Poi annuncia una sua richiesta al ministero dell’Interno, perché valuti se il Comune di San Giovanni in Fiore debba essere sciolto.

De Magistris insiste sulla vigilanza dei cittadini rispetto all’operato dell’amministrazione pubblica; per contrastare comitati d’affari, abusi, insabbiamenti.

Alfano assicura un ritorno dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime della Mafia a San Giovanni in Fiore; difende la memoria e l’eredità di Paolo Borsellino e, rivolgendosi alla maggioranza in Comune, esprime la sua indignazione per la denigrazione della società civile e di figure scomode. Nei prossimi giorni, in città arriverà Vittorio Sgarbi. Un giornalista riferisce che rappresentanti della maggioranza avrebbero chiamato la direzione di un giornale lamentandosi di suoi articoli. Viva solidarietà, per lui, da “la Voce di Fiore”.

La manifestazione si chiude con una toccante lettera del giornalista Biagio Simonetta, che richiama l’appello al “fresco profumo di libertà” di Paolo Borsellino.

Il Crotonese, 7 gennaio 2010

Le parole di Salvatore Borsellino su questa manifestazione:

salvatore-borsellino1“…non posso non fare sentire la mia voce e il mio sdegno a fronte della ignominiosa affermazione che mi è stato riferito essere stata fatta nel consiglio comunale di San Giovanni in Fiore dove è stato affermato che “questa non è la città di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e i gruppi antimafia debbono andare altrove“. Sappia chi ha pronunciato queste parole e chi con il proprio silenzio o con la propria adesione le ha avallate, che ogni città, ogni più piccolo paese in Italia, sono le città di Paolo Borsellino e di Giovanni Falcone perché non per la loro città, Palermo, hanno sacrificato la loro vita questi martiri, ma per il loro paese, per la loro Patria, l’Italia, e quindi non c’è posto in Italia in cui si combatte per la Legalità e per la Giustizia in cui Paolo Borsellino e Giovanni Falcone non siano presenti in spirito e dentro i cuori di quelle persone, giovani per età o per spirito, che non andranno altrove ma saranno presenti a lottare dovunque questa NUOVA RESISTENZA che stiamo combattendo e che alla fine trionferà lo renderà necessario.

Nel nome Di Paolo, di Giovanni e di Gioacchino da Fiore.

Salvatore Borsellino”

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