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Archivio per la categoria ‘Attività del Comitato’

Comitato “De Grazia”. Cosa è successo dopo il 24 ottobre?

7 gennaio 2010 Commenti chiusi

Comitato “De Grazia”: un Gazebo in piazza per spiegare cosa è successo dal 24 ottobre in poi


DSCN8017Amantea 6 gennaio 2009 - Il Comitato civico “Natale De Grazia”, promotore ed organizzatore della manifestazione nazionale del 24 ottobre che ha portato nella città di Amantea (CS) oltre 30.000 persone provenienti non solo dalla nostra regione, ribadisce la necessità di non allentare la mobilitazione attorno al problema dell’inquinamento del nostro mare e delle nostre terre. Proprio per questo il Comitato “De Grazia” ha sentito la necessità di informare i cittadini sull’attività svolta nelle ultime settimane dall’associazione. Per tale ragione  ha allestito un gazebo nella centralissima piazza Commercio della città di Amantea giorno 6 gennaio con esposizione di foto, proiezione di filmati e con la distribuzione di un volantino sullo stato dei lavori nel fiume oliova, sulla vicenda “navi dei veleni” e sui progetti futuri sintetizzati dis eguito.

Vallata dell’Oliva

Stiamo costantemente monitorando la situazione mantenendo i contatti sia con la Procura della Repubblica di Paola sia con la Regione. In particolare con quest’ultima abbiamo avuto una serie di incontri che ci hanno consentito di conoscere le attività già avviate dalle istituzioni su questa zona. Dopo una prima verifica su quest’area, effettuata dai tecnici inviati dalla Procura, sono ora in azione tecnici specializzati del Ministero dell’Ambiente oltre a personale dell’Arpacal, del Corpo forestale dello Stato e del Comando dei Vigili del Fuoco. Questo personale sta predisponendo i siti per le successive analisi che avverranno attraverso specifici carotaggi ad opera di una ditta specializzata. I tempi di realizzazione non sono brevissimi. Occorre procedere con molta cautela e senza improvvisazioni, anche per evitare danni alle persone che procedono negli accertamenti e nei prelievi del materiale da analizzare. E’ prevedibile che entro un paio di mesi arriveranno i risultati delle prime analisi che verranno effettuati da tre diversi laboratori scientifici per conto della Regione, della Procura di Paola e del Ministero. Tali risultati saranno comparati tra di loro e dalle risultanze si conoscerà la verità scientifica sulle fonti inquinanti. E’ nostra intenzione, appena avremo acquisito queste informazioni, organizzare un incontro con la cittadinanza per comunicare quanto appreso. In attesa cercheremo di recuperare altri dati soprattutto di carattere medico sull’incidenza dei tumori nei nostri territori.

Vicenda delle “navi dei veleni”

Non ci ha per nulla convinto la “verità” fornita da ministero dell’Ambiente sul relitto di Cetraro. Troppo frettolose e contraddittorie le risposte che ci sono pervenute su una vicenda che presenta, per noi, molti lati oscuri. Ad iniziare dal luogo dove sono state effettuate le ricerche del Ministero, dalle caratteristiche del relitto esaminato dalla “Oceano Mare” e dalla velocità con la quale si sono svolte queste indagini. Su questi interrogativi abbiamo chiesto lumi al ministro Prestigiacomo ma a tutt’oggi non abbiamo avuto risposte esaurienti. Su tutte una: come mai neanche un relitto coinvolto nei traffici illeciti di rifiuti tossici, nocivi o radioattivi finora è stato individuato nonostante questi traffici siano stati accertati ormai da anni da tante indagini della magistratura e dalle stesse Commissioni parlamentari d’inchiesta? Per questo stiamo cercando di mantenere alta la soglia di attenzione informando e sensibilizzando le popolazioni residenti nelle aree dove questi presunti affondamenti sono avvenuti. Sempre con questo intento abbiamo partecipato ad un forum ambientalista regionale che si è svolto il 6 dicembre scorso a Lamezia Terme nonché ad altre iniziative.

Cosa c’è  in cantiere sugli altri fronti

Stiamo raccogliendo tutte le informazioni sullo stato di salute del nostro mare, sulla qualità delle acque che sgorgano dai nostri rubinetti, sulla gestione dei rifiuti e sull’inquinamento elettromagnetico che interessa la nostra città. Ma per andare avanti, con rinnovata convinzione e vigore, abbiamo bisogno soprattutto dell’attenzione e dell’aiuto di tutta la popolazione.

La battaglia che conduciamo non è solo nostra,

la salute da proteggere è quella di tutti.

Amantea il 24 di ottobre 2009 è diventata la “capitale d’Italia”

nella lotta all’inquinamento.

Dopo anni di notizie negative sulla nostra città, il nome di Amantea ha avuto un impatto altamente positivo in Italia ed all’estero di cui possiamo essere fieri. Proprio l’orgoglio e la convinzione di avere iniziato una battaglia giusta e di lunga durata ci spinge a chiedere a tutti voi di non smobilitare ma di aiutarci a continuare a batterci per far sopravvivere il vero spirito del 24 ottobre:mattina gazebo


LOTTARE PER UN FUTURO MIGLIORE

PER LA NOSTRA REGIONE!

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Aden, nave con sostanze chimiche a bordo sequestrata dai pirati somali

4 gennaio 2010 Commenti chiusi

da http://www.repubblica.it/2010/01/sezioni/esteri/pirateria-somalia/pirateria-somalia/pirateria-somalia.html

NAIROBI – Una nave cisterna battente bandiera di Singapore e che trasporta sostanze chimiche è stata sequestrata oggi (1 gennaio 2010)  dai pirati somali nel Golfo di Aden. 

Lo hanno reso noto fonti a Nairobi, dove ha sede l’organizzazione kenyana del Programma di assistenza ai marittimi. 

Secondo la fonte, la Pramoni ha una stazza di 20.000 tonnellate e a bordo vi sono 24 uomini d’equipaggio (17 indonesiani, cinque cinesi, un nigeriano e un vietnamita). La nave era diretta a Kandla, in India, ed è stata sequestrata in una zona pattugliata dalla missione anti-pirateria organizzata dall’Unione Europea. Attualmente sarebbe diretta verso le coste africane del Corno d’Africa e l’equipaggio sta bene.

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Restauro Abbazia Florense. 5 gennaio menifestazione S. Giovanni in Fiore

4 gennaio 2010 Commenti chiusi

5 gennaio 2010, dalla Calabria rinasce l’utopia della giustizia.

Le ragioni di una manifestazione aperta, non partitica.

di Emiliano Morrone

fonte: http://www.lavocedifiore.org

s. giovanni fiore

San Giovanni in Fiore – L’Autorità di vigilanza sui Lavori pubblici ha stabilito che presso il Comune di San Giovanni in Fiore (Cs) sono state commesse gravissime irregolarità per il restauro dell’Abbazia florense; finanziato con fondi europei, ad oggi bloccati dalla Regione Calabria. Contestualmente, ha informato la Corte dei conti e la Procura della Repubblica.

Il monumento, da tempo vergognosamente prigioniero di un’impalcatura ormai marcia, simbolo dell’utopia della giustizia in questo mondo, dell’abate rivoluzionario Gioacchino da Fiore (1135-1202), è attualmente sequestrato dalla Procura della Repubblica di Cosenza.

I direttori del restauro, Giovanni Belcastro, Salvatore Marazita e Domenico Marra, nominati con delibera di giunta municipale e in violazione delle leggi e dei princìpi di correttezza e trasparenza dell’ordinamento interno e comunitario, sono indagati per danni. Con loro, è indagato il responsabile unico del procedimento, Pasquale Tiano, a cui la giunta comunale recentemente ha dato mandato, all’unanimità (Antonio Nicoletti, Pierino Lopez, Aldo Orlando, Attilio Mascaro, Antonio Candalise, Giuseppe Lammirato), di predisporre gli atti per la “rescissione in danno” contro l’impresa appaltatrice, Ati Lufraco (di Rende, in provincia di Cosenza). Dal canto suo, l’appaltatore, al quale la Procura di Cosenza e l’Autorità di vigilanza non hanno mosso alcun addebito, ha avviato contro il Comune una causa di risarcimento milionario; pure confortato da atti della Soprintendenza ai Beni architettonici di Cosenza, nei quali è chiaramente contestato l’operato dei direttori dei lavori.

Per come stanno le cose, è molto probabile che l’appaltatore vinca in giudizio: probabilmente saranno prosciugate le già esigue casse pubbliche del municipio, a danno dei cittadini. San Giovanni in Fiore ha una disoccupazione record, un’emigrazione da primato. Anche per assistenzialismo, purtroppo, si pone ai vertici dell’Europa.

Queste notizie sull’Abbazia florense, provate da documenti ufficiali, sono state taciute da parte della stampa regionale, che nel settembre scorso ha dato in pompa magna la notizia del dissequestro dell’edificio, rivelatasi poi una straordinaria bufala. Infatti, la Procura di Cosenza ha in realtà solo ordinato la realizzazione di opere di consolidamento dell’edificio; ancora non iniziate, forse per la volontà politica di modificare favorevolente la situazione, grazie al silenzio generale e all’atteggiamento di riverenza di pezzi dell’informazione.

Per questi motivi, fermamente credendo nella Costituzione, nella legge, nelle regole, nell’etica e nella responsabilità, mi appello a tutta la rete affinché il prossimo 5 gennaio calabresi e residenti altrove riusciamo a dimostrare che esiste una vigilanza su chi amministra e che la cosa pubblica è di tutti.

E’ necessario fermare gli abusi. Quello del restauro dell’Abbazia florense rappresenta uno dei più emblematici fra quelli commessi in Calabria, dove tutto è possibile e nessuno paga. Ha da fare, lo sottolineo, coi fondi europei; in Calabria sottratti da criminalità e colletti bianchi.

Sul caso, solo per citare alcune figure, a tutela del monumento sono intervenuti gli onorevoli Angela Napoli, Sonia Alfano, Luigi De Magistris, Gianni Vattimo e Franco Laratta; dal quale attendo un atto di grande coerenza, cioè la sua partecipazione alla manifestazione del 5 gennaio prossimo, nonostante appartenga allo schieramento che sostiene la giunta comunale in carica. Si sono espressi, ancora, Marcello Veneziani, Beppe Grillo, Rosanna Scopelliti, Derrick De Kerckhove e altri.

Il 5 gennaio dovrà rappresentare una rinascita per la Calabria, di là dai colori politici. Nell’unità, nel coraggio e nella fermezza d’una richiesta di giustizia corale che sia più forte delle coperture politiche che assicurano impunità e arricchimento ai responsabili di scempi, violazioni, ruberie.

Dalle ore 15, faremo una catena umana davanti all’Abbazia florense, purtroppo in pericolo per tutto quanto è fin qui accaduto. Il monumento, secondo indagini tecniche effettuate nei mesi scorsi, rischia anche cedimenti per causa di un restauro incompleto e il mancato consolidamento delle strutture portanti.

Pertanto, aspetto tutti gli amici della rete. E’ fondamentale partecipare e far sentire la nostra voce, indipendentemente dalle convinzioni politiche personali, dalle ideologie, dalle simpatie, dalla provenienza geografica.

Dateci una mano a riprenderci la nostra meravigliosa terra, conquistata e usata per sé dalla Ndrangheta con la maiuscola. Devastata, distrutta.


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L’Associazione Ulixes premia il Comitato De Grazia

30 dicembre 2009 Commenti chiusi

“Premi Itaca”: gli universitari di Ulixes premiano i calabresi del 2009.

Menzione speciale per il “Comitato De Grazia”.

Preziosa occasione di riflessione e confronto. Presenti importanti interlocutori regionali.


PREMIO ITACACatanzaro 29 dicembre 2009 – “Avremmo scelto di Menzionare il vostro Comitato per  l’impegno mostrato nelle  drammatiche vicende ambientali che   stanno investendo le nostre coste e che hanno accesso i  riflettori nazionali, ma che lasciano tuttavia diverse ombre.”

Così il direttivo dell’associazione Ulixes ha invitato  il Comitato civico Natale De Grazia a ritirare a Catanzaro, il premio Itaca 2009, per le attività condotte a difesa dell’ambiente e dei diritti fondamentali dei cittadini, come il diritto alla salute con la seguente

MOTIVAZIONE:
“Il ritrovamento al largo di Cetraro (CS) di una nave affondata, non censita dalle carte nautiche della Marina militare, che si sospetta contenga rifiuti radioattivi (sosterrebbero il sospetto e le accuse di un pentito) ha portato agli onori della cronaca lo scandalo delle navi dei veleni. Per il suo impegno coraggioso di lunga data contro lo scarico clandestino di rifiuti tossici in mare, l’Associazione Ulixes premia con una menzione speciale il Comitato Civico Natale de Grazia, e intende con la stessa menzione ricordare la figura del capitano De Grazia, ufficiale che non si fermò neanche davanti a pressioni ostili alle sue indagini e la cui morte desta ancora sospetti.”

Giorno 29 dicembre alle ore 17.00 nella sala del Consiglio Comunale di Catanzaro – Palazzo De Nobili si è tenuta la  quarta edizione dei Premi Itaca. L’associazione Ulixes degli universitari di Calabria ha premieto i calabresi dell’anno 2009, un momento di riflessione sull’anno appena passato e sulle prospettive future della regione.

Già da tre anni, infatti, la manifestazione mira attraverso il dibattito con i premiati e le istituzioni, a realizzare un momento di valutazione e confronto importante dove protagonisti sono i giovani e centrali i problemi dei calabresi.

Un’iniziativa bella e giovane quella dell’associazione che ha avviato da oltre un mese un sondaggio on line tra gli iscritti e i visitatori del sito www.associazioneulixes.org per designare quelli che sono considerati i corregionali più importanti, quelli che con il loro contributo hanno apportato un valore positivo aggiunto ad un anno difficile, difficilissimo per la nostra regione. E’ un premio diverso, più vero perché, nel rifiorire di riconoscimenti, quello di Ulixes ha impronta giovane e soprattutto critica. S’inscrive nei percorsi di studio e di analisi condotti con entusiasmo dall’associazione e segna certamente una volontà chiara dei giovani di Calabria di riprendersi il dibattito, operare giudizi, formare opinione pubblica. Il motto di quest’anno sarà una frase di Seneca, “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. Si tratta di un invito alla chiarezza ed alla trasparenza.

Passando ai premiati. Il “Premio Itaca” cultura è stato assegnato all’editore Carmine Donzelli per la grande capacità di valorizzare la cultura italiana e divulgarne le più importanti espressioni, con un occhio sempre rivolto alla tradizione, alla memoria e ad una attenta lettura del meridione.

Il “Premio Itaca” legalità al giudice Nicola Gratteri, per la sua infaticabile e mai doma lotta contro la ‘ndrangheta, operata con i mezzi della magistratura e con la parola, quella parola che apre gli occhi sulle reali implicazioni del malaffare e che può salvare generazioni affascinate dall’illusione di facili guadagni promessi dal crimine.

Il “Premio Itaca” economia va a Cangiari, il nuovo brand di moda nato dalla mission di responsabilità sociale del Consorzio sociale GOEL e presentato il 24 settembre 2009 a Milano, durante la Settimana della Moda Donna, con lo slogan “beauty is different”.

Il “Premio Itaca” società civile va alla Fondazione Roberta Lanzino, che ha saputo trasformare il dolore di una perdita nella forza per reagire e per aiutare a reagire chi ha vissuto e vive l’orrore della violenza.

Un secondo “Premio Itaca” società civile va all’Associazione Città Futura “Giuseppe Puglisi” e a Domenico Lucano, sindaco di Riace, per aver trasformato Riace nella città dell’accoglienza, in un momento in cui l’Italia sembra andare da tutta altra parte la Calabria si riconferma solidale e civile.

Il “Premio Itaca” giornalismo va a Riccardo Bocca dell’Espresso per i suoi reportage sulla Calabria ed in particolare sulle “navi dei veleni”.

Il “Premio Itaca” giovani verrà assegnato ai Nonni di Acquaformosa ed al sindaco del centro arbëresh, Giovanni Manoccio per aver evitato la chiusura della scuola del paese, grande presidio di civiltà e democrazia, sedendosi ai banchi come alunni insieme ai propri nipoti. Promuovendo un  ulteriore incontro tra generazioni e riaffermando il valore dell’istruzione pubblica e della mutualità all’interno della comunità di appartenenza.

Una menzione speciale va anche al Comitato Civico Natale De Grazia, per il suo impegno di lunga data contro lo scarico clandestino di rifiuti tossici  a largo della Calabria.

La serata del 29 è proseguita con un importante evento musicale, alle ore 22.00 con ingresso gratuito, offerto alla cittadinanza dall’associazione universitaria calabrese Ulixes e dall’Assessorato alla cultura del comune di Catanzaro: il concerto di musica popolare dei Sabatum Quartet presso il caffè Letterario di Catanzaro in Via Menniti Ippolito.

Associazione Universitaria Calabrese Ulixes

http://www.associazioneulixes.org/

L’associazione Ulixes è stata fondata quattro anni fa a  Catanzaro.

L’idea di base era quella di creare un network tra gli studenti universitari calabresi che studiano in Calabria e quelli fuori.

La Calabria è da sempre  stata terra di emigrazione e negli ultimi anni ha visto perdere le intelligenze più brillanti che hanno diminuito e limitato considerevolmente il potenziale di sviluppo della nostra regione. L’associazione vuole far si che i giovani calabresi brillanti, dentro e fuori regione, si spendano attivamente per la propria terra tornando a viverla e programmarla; riappropriandosi del presente della Calabria e del suo futuro. Il nome dell’associazione rimanda a questa idea: offrire ai giovani calabresi, quelli che vivono fuori e quelli che rimangono, uno spazio ideale per pianificare e lavorare per una più giusta e sviluppata Itaca.

Con i suoi 600 membri, 6 sedi in Italia e 1 a Bruxelles, una lunga striscia di attività in Calabria e nelle altre regioni italiane, Ulixes rappresenta una della realtà Associative più attiva e dinamiche della Calabria sempre nel segno dell’a-partitismo e nel solo interesse collettivo.
Il’impegno dell’associazione negli anni è stato profuso in particolare nell’affermazione dei principi di democrazia, libertà e legalità con una forte opposizione alla costante presenza della mafia.

Tra le tante iniziative si ricordano in particolare:

- il sostegno al DDL Lazzati (sostenuto trasversalmente da diversi tra senatori e deputati, che vieta ai soggetti sottoposti a misura di sorveglianza speciale di poter fare propaganda elettorale, comportando anche la decadenza per il candidato che prende i voti della mafia. Un disegno di legge che mette fine al voto di scambio;

- la partecipazione al referendum per la tutela della Costituzione;

- la guida del movimento di associazioni e sindacati che nel 2007 ha promosso il primo referendum regionale per la pubblicazione del BUR (Bollettino Ufficiale Regione Calabria) che un trasversale ed unanime atto del consiglio regionale aveva abrogato, così da rendere  assolutamente non conoscibile ai cittadini tutti gli atti di spesa regionale e non trasparente la gestione amministrativa certo non nell’interesse della collettività.

Ogni anno, l”Associazione riconosce un premio alle persone e/o agli organismi che possono essere considerate i migliori Calabresi  dell’anno o anche i non Calabresi che hanno contribuito allo sviluppo della regione o che a modo loro hanno fornito una lettura peculiare del territorio. Non è il classico premio ma è vissuto come un momento di dialogo pubblico della società civile calabrese, in cui le autorità istituzionali presenti, tra cui il governatore, ascoltano quello che i cittadini hanno da dire.

Italia: Discariche abusive e acque reflue possibili sanzioni UE

30 dicembre 2009 Commenti chiusi

Italia: la Commissione europea ha inviato un ultimo avvertimento riguardo a possibili penalità per le discariche abusive e ha avviato una procedura concernente le acque reflue

di antonellamascia

Fonte: http://www.antonellamascia.com/

Fiume Oliva

Strasburgo, 5 agosto 2009 – La Commissione europea ha inviato un ultimo avvertimento riguardo a possibili penalità per le discariche abusive e ha avviato una procedura che riguarda le acque reflue. Qui di seguito la comunicazione apparsa il 25 giugno 2009 su presse releases RAPID, sul sito dell’Unione europea.

“La Commissione europea prosegue l’azione legale intrapresa nei confronti dell’Italia a causa di violazioni della normativa ambientale dell’UE con riguardo al trattamento dei rifiuti e delle acque reflue. Nella prima procedura, la Commissione ha deciso di inviare all’Italia l’ultimo avvertimento scritto concernente le penalità che potrebbero esserle comminate se non intraprenderà azioni tempestive per chiudere e bonificare migliaia di siti illegali e incontrollati di smaltimento dei rifiuti nell’intero paese. Nel 2007 la Corte di giustizia delle Comunità europee ha condannato per tali siti l’Italia, che deve tuttavia ancora adottare le misure occorrenti per conformarsi alla sentenza. La seconda procedura si riferisce al mancato rispetto degli obblighi in materia di trattamento delle acque reflue. Sono circa 500 i centri urbani che non possiedono un impianto di trattamento delle acque reflue conforme alle norme comunitarie.

Il commissario per l’ambiente Stavros Dimas ha osservato: “I gravi rischi costituiti dallo smaltimento incontrollato dei rifiuti e dal mancato trattamento delle acque reflue urbane sono tra i motivi che hanno indotto l’UE ad adottare norme che garantiscono i più elevati livelli di protezione dei cittadini e dell’ambiente. Invito pertanto le autorità italiane ad attuare rapidamente le iniziative occorrenti per ovviare alla situazione e dare piena attuazione alla normativa comunitaria in materia di ambiente.”.

Smaltimento illegale dei rifiuti

Nell’aprile 2007 l’Italia è stata condannata dalla Corte di giustizia delle Comunità europee per inadempimento generale e persistente degli obblighi previsti dalla normativa comunitaria in materia di rifiuti 1 , a causa dell’esistenza di migliaia di discariche illegali e incontrollate.

Nel febbraio 2008 la Commissione ha inviato all’Italia una prima lettera di avvertimento ai sensi dell’articolo 228, applicabile quando uno Stato membro non ha dato piena esecuzione a una sentenza della Corte di giustizia europea. Tale articolo attribuisce alla Commissione il potere, dopo l’emanazione di due avvertimenti, di deferire una seconda volta lo Stato membro alla Corte e di chiedere l’applicazione di penalità.

Le informazioni trasmesse dalle autorità italiane in risposta alla prima lettera di avvertimento indicano che il problema continua a essere di vasta portata e interessa quasi tutto il territorio nazionale. Nonostante le autorità italiane abbiano adottato un certo numero di provvedimenti, come il monitoraggio di alcuni siti, la Commissione giunge alla conclusione che, a due anni dalla sentenza della Corte, questi non sono sufficienti per affrontare la situazione e risolvere l’esistenza di un problema sistemico sul lungo termine.

La Commissione ha pertanto deciso di inviare all’Italia un ultimo avvertimento scritto ai sensi dell’articolo 228.

Questa procedura rientra in un più vasto approccio inteso ad affrontare problemi sistemici relativi allo smaltimento dei rifiuti illegale e incontrollato negli Stati membri.

Mancato trattamento delle acque reflue urbane

La Commissione ha deciso di inviare all’Italia un primo avvertimento scritto per mancato rispetto della normativa UE intesa a proteggere la salute umana e l’ambiente dall’inquinamento provocato dalle acque reflue. A norma della direttiva del 1991 concernente il trattamento delle acque reflue urbane 2 , i centri abitati con una popolazione superiore ai 10 000 abitanti che scaricano le acque in zone sensibili sotto il profilo ambientale devono dotarsi di un sistema di raccolta e trattamento che rispetti le più rigorose norme di qualità (“trattamento terziario”) entro la fine del 1998.

Sulla base di una valutazione delle informazioni trasmesse dall’Italia, la Commissione ritiene che oltre 500 centri abitati non rispettino tale direttiva. L’Italia ha due mesi per rispondere e in seguito la Commissione deciderà se inviare un ultimo avvertimento scritto.

Le acque reflue non trattate possono essere contaminate da batteri e virus pericolosi e rappresentano pertanto un rischio per la sanità pubblica. Tra l’altro contengono nutrienti come l’azoto e il fosforo che possono danneggiare le acque dolci e l’ambiente marino favorendo la crescita eccessiva di alghe che soffocano le altre forme di vita, processo conosciuto come eutrofizzazione.

Iter procedurale

L’articolo 226 del trattato conferisce alla Commissione la facoltà di procedere nei confronti di uno Stato membro che non adempie ai propri obblighi.

Se constata che la disciplina comunitaria è stata violata e che sussistono i presupposti per avviare un procedimento di infrazione, la Commissione trasmette allo Stato membro in questione una diffida o lettera di “costituzione in mora” (primo avvertimento scritto), in cui intima alle autorità del paese interessato di presentare le proprie osservazioni entro un termine stabilito, solitamente fissato a due mesi.

Alla luce della risposta dello Stato membro, o in assenza di risposta, la Commissione può decidere di formulare un “parere motivato” (secondo e ultimo avvertimento scritto), nel quale espone chiaramente e in via definitiva i motivi per cui ritiene che sia stata commessa una violazione del diritto comunitario e invita lo Stato membro a conformarsi entro un termine ben preciso, in genere di due mesi.

Se lo Stato membro non si conforma al parere motivato, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia delle Comunità europee. Se la Corte di giustizia accerta che il trattato è stato violato, lo Stato membro inadempiente è tenuto ad adottare i provvedimenti necessari per conformarsi al diritto comunitario.

L’articolo 228 del trattato conferisce alla Commissione la facoltà di agire nei confronti di uno Stato membro che non si sia conformato a una precedente sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee, ancora una volta attraverso l’invio di un primo avvertimento scritto (lettera di costituzione in mora) e di un secondo e ultimo avvertimento scritto (parere motivato). Sempre a norma dell’articolo 228, la Commissione può chiedere alla Corte di infliggere una sanzione pecuniaria allo Stato membro interessato.

Le ultime statistiche generali sulle infrazioni sono disponibili sul sito:

http://ec.europa.eu/community_law/your_rights/your_rights_forms_en.htm#infractions.

Le sentenze della Corte di giustizia sono consultabili al seguente indirizzo:

http://curia.europa.eu/en/content/juris/index.htm

1 :

La direttiva quadro sui rifiuti (75/442/CEE, modificata dalla direttiva 91/156/CEE), la direttiva relativa ai rifiuti pericolosi (91/689/CEE) e la direttiva relativa alle discariche di rifiuti (99/31/CE).

2 :

Direttiva 91/271/CEE del Consiglio concernente il trattamento delle acque reflue urbane.”

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Comitato De Grazia: “Risorse del ponte per le vere emergenze del Sud”

22 dicembre 2009 Commenti chiusi

NO PONTE“Utilizzare le risorse

del Ponte

per le vere

emergenze del Sud”


Amantea, 21 dicembre 2009 – “Abbiamo partecipato alla manifestazione contro la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina convinti come siamo dell’enorme spreco di risorse che quest’opera, qualora fosse realizzata, comporterebbe per il Mezzogiorno d’Italia e per la Calabria in particolare”. Così il Comitato “Natale De Grazia” sintetizza le motivazioni della sua partecipazione alla manifestazione di sabato scorso. Una posizione netta che mette al centro delle rivendicazione il corretto uso di risorse economiche da destinare al Sud. “Le risorse che il Governo intende spendere per il Ponte – sostengono gli attivisti del Comitato – potrebbero essere utilizzate viceversa per le vere emergenze che i territori meridionali registrano da tempo. Ad iniziare dalla disastrosa situazione in cui versa l’ambiente e la sanità pubblica”. Su questo ultimo punto il Comitato sottolinea che “non è comprensibile che contestualmente alla richiesta effettuata dal Governo di ridurre drasticamente le risorse da destinare al sistema sanitario regionale che comporterà la soppressione di molti presidi ospedalieri nella nostra regione si possa poi stanziare ingenti risorse per costruire un’opera di cui il territorio e la popolazione calabrese non sente la priorità”. “Prioritario – continua il Comitato – è senza dubbio avere un sistema sanitario che permetta di intervenire per salvare una vita umana e non lasci trascorrere mezzora per l’arrivo di un’autoambulanza nel corso di una manifestazione già annunciata da tempo in pieno centro cittadino. Probabilmente con un sistema sanitario “normalmente” funzionante la vita dell’ex sindaco di Badolato, Francesco Nisticò, si sarebbe potuta salvare. Intendiamo esprimere il nostro cordoglio e la nostra solidarietà alla sua famiglia.”

“Riteniamo inoltre prioritario sapere che fine fanno i rifiuti tossico-nocivi se non addirittura radioattivi che il sistema produttivo nazionale ed internazionale mette in circolo e che vedono, spesso, i nostri territori quali terminali ultimi di smaltimento. Prioritario resta avviare le bonifiche dei siti contaminati non permettendo che intere aree come la vallata dell’Oliva, Crotone o la Sibaritide aspettino decenni per vedersi restituiti alla sicurezza del vivere quotidiano. Prioritario sul versante delle infrastrutture è garantire che non si muoia su un’autostrada già fatiscente come la Salerno- Reggio Calabria solo per una semplice frana”. Infine una netta presa di posizione “contro quelle forze politiche che strumentalizzano le legittime proteste della popolazione per bieche operazioni elettoralistiche”. “Noi – concludono gli attivisti del Comitato “De Grazia” – confermiamo la nostra totale distanza da quanti, a tutti i costi, vogliono mettere il “cappello” a manifestazioni spontanee di protesta di semplici cittadini o di associazioni di uomini liberi. Siamo e restiamo lontani da questo modo di agire”.

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Forum delle associazioni

8 dicembre 2009 Commenti chiusi

FORUM AMBIENTALISTA

DI ASSOCIAZIONI, MOVIMENTI E COMITATI

CHE HANNO PARTECIPATO

ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI AMANTEA DEL 24 OTTOBRE

COMUNICATO STAMPA

Lamezia Terme, 06 dicembre 2009 – Basta con l’abbandono progressivo dell’intero territorio calabrese contaminato da ogni sorta di materiale tossico-nocivo e radioattivo. Basta con una politica della gestione dei rifiuti che si è ridotta esclusivamente a gestire  discariche disseminate per l’intera Calabria in attesa della loro saturazione. Basta ancora alla mercificazione dei beni comuni ed ad una progressiva cementificazione dei territori per realizzare opere spesso dispendiose e poco utili per un sviluppo reale delle Calabria.

Oltre duecento persone a rappresentare 80 associazioni sparse sul territorio calabrese si sono confrontate per l’intera giornata oggi a Lamezia Terme nei locali del centro Agroalimentare ed hanno rivendicato una reale attenzione sui tanti drammi che interessano la nostra regione. Ad iniziare dalle emergenze che caratterizzano la città di Crotone il cui territorio è stato letteralmente violentato nel corso degli anni. Una consapevolezza che ha già portato in piazza nella città pitagorica migliaia di cittadini  il 3 ottobre. E che ha spinto il Forum a formulare una richiesta ben precisa: “Dovrà essere lo Stato a pagare la bonifica”.

Battaglie ambientali che sono state il cuore delle rivendicazioni che hanno portato il 24 ottobre ad Amantea oltre 30 mila persone giunte da tutta la Calabria. Per questo il Forum ha deciso di promuovere nuove iniziative per tenere alta l’attenzione sulle problematiche ambientali. Tra tutte la stesura di un libro bianco sui danni arrecati ai territori ed ai cittadini calabresi e l’istituzione di un coordinamento permanete tra tutti i movimenti impegnati nella difesa della Calabria.

“Vi è la necessità – hanno dichiarato gli organizzatori – di acquisire per avviare poi una piattaforma rivendicativa consapevole quante più informazioni possibili sulle problematiche ambientali legate ai territori interessati dalla contaminazione di rifiuti tossico-nocivi e radioattivi. Per questo occorre dotarsi fin da subito di tutti gli strumenti necessari ad approfondire indagini ambientali, epidemiologiche e  tossicologiche. Ma non solo. Occorre anche verificare le eventuali responsabilità civili, penali politiche ed amministrative per i disastrosi danni arrecati alla Calabria e alla salute dei suoi cittadini”.

Sul tema della gestione delle risorse naturali a partire dall’acqua il Forum delle associazioni ha ribadito la necessità di mantenere la gestione pubblica e renderla partecipata. “Obiettivo ancora possibile – sostengono i partecipanti al Forum – se, all’interno dei propri statuti, i Consigli comunali dichiarano che l’acqua è un diritto umano inalienabile ed un bene privo di rilevanza economica”. Sulla nave dei veleni la posizione resta netta. “Non ci convincono affatto – dichiarano – le rassicurazioni offerte dal Governo che servono solo a diminuire l’attenzione su una questione che è reale e che interessa non solo la Calabria. Per questo sono stati già avviati contatti con altre realtà territoriali anche internazionali che registrano lo stesso dramma”.

Il no al ponte sullo stretto di Messina, resta tra le battaglie principali del Forum che verrà ribadito con la partecipazione massiccia alla manifestazione del 19 dicembre prossimo a Villa San Giovanni. “Il nostro impegno – affermano a questo proposito – resta pieno nel difendere ad oltranza tutti i beni comuni del nostro territorio ad iniziare dall’area dello stretto che verrebbe devastato con la realizzazione del ponte”.

Navi dei veleni, c’è un nuovo pentito “Parlò degli affondamenti già nel 2004″

8 dicembre 2009 Commenti chiusi

Fonte: Repubblica.it

http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/cronaca/nave-veleni-2/nave-veleni-2/nave-veleni-2.html

Sembra riaprirsi la vicenda dei rifiuti tossici affondati. L’avvocato di Francesco Fonti: “Ritengo utile che la commissione parlamentare ascolti anche la sua versione”

Navi dei veleni, c’è un nuovo pentito

“Parlò degli affondamenti già nel 2004″

“Proprio nel giorno in cui ho chiesto l’audizione è stato investito da un’auto”

Di Anna Maria De Luca e Paolo Griseri

ROMA – C’è un nuovo pentito disposto a rivelare la sua verità sulle navi dei veleni. L’avvocato Claudia Conidi, legale di Francesco Fonti, il primo che ha raccontato la storia degli affondamenti programmati delle navi cariche di sostanze tossiche, ha segnalato nei giorni scorsi alla commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti la testimonianza di Emilio Di Giovine, ex boss della ‘ndrangheta di Reggio Calabria: “Ho incontrato Di Giovine in occasione di un processo – racconta Conidi – e mi ha spiegato di aver raccontato la storia degli affondamenti durante un interrogatorio nel 2004. Ho ritenuto utile chiedere alla commissione di ascoltare la sua testimonianza”.

L’avvocato Conidi riferisce anche una inquietante coincidenza: “Proprio il giorno in cui ho chiesto l’audizione in Commissione rifiuti – dice il legale – Di Giovine è stato investito da un’auto ed è scampato per miracolo all’incidente. E’ stato ricoverato in ospedale da dove verrà prossimamente dimesso”.

Ma chi è Emilio Di Giovine? E’ un personaggio di primo piano. E’ stato per molto tempo il compagno della figlia di Theodor Cranendonk, trafficante di armi legato ai clan reggini di Serraino-Condello-Imerti. Cranendonk è stato arrestato dalla Dda di Milano per traffico d’armi. In casa di Cranendonk è stata trovata copia del progetto Odm per smaltire rifiuti pericolosi in mare: siluri imbottiti di materiali scomodi, sparati sotto il fondo dei mari e degli oceani. Ma l’autore di questi progetti, Giorgio Comerio, alla domanda “Conosce Cranendonk?” risponde: “E chi è? Una persona?”.

Nei giorni scorsi proprio Comerio ha inviato a Repubblica. it la sua verità in un memoriale su un traffico di veleni di cui per anni è stato accusato di essere uno dei registi. Al punto che, intervenendo in parlamento a nome del governo, Carlo Giovanardi lo ha definito “noto trafficante”.

Appena Emilio Di Giovine si sarà ripreso dall’incidente dovrebbe quindi essere sentito dalla Commissione antimafia che giudicò inattendibili, per quanto riguarda le navi dei veleni, le dichiarazioni del pentito Francesco Fonti. Fonti disse che, in Calabria, al largo di Cetraro c’era una nave dei veleni. La nave è stata trovata. Ma, secondo quanto comunicato dal Ministero dell’Ambiente, si tratterebbe solo di un relitto di guerra. Cosa dirà ora Emilio Di Giovine alla Commissione parlamentare? Secondo quanto sostiene l’avvocato Conidi, Di Giovine sosterrebbe le stesse tesi del suo assistito: le navi dei veleni ci sono, sono nei nostri mari con il loro carico letale. Intanto Francesco Fonti depone a Livorno per chiarire le sue dichiarazioni sull’affondamento di rifiuti tossici al largo delle coste toscane.

8 dicembre 2009

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FACCIAMO “RETE” – Forum delle associazioni

4 dicembre 2009 Commenti chiusi

LAMEZIA TERME

domenica 06 dicembre 2009

FORUM DELLE ASSOCIAZIONI


Le associazioni che hanno partecipato alla Manifestazione nazionale del 24 ottobre 2009 ad Amantea cercano di fare “RETE” riunendosi in assemblea presso il Centro AGROALIMENTARE di Lamezia Terme.

Il fine è condividere le problematiche dei vari territori e scrivere un LIBRO BIANCO sulle emergenze ambientali calabresi che dovranno essere sottoposte, per una soluzione definitiva, alle istituzioni competenti.


Per dare la vostra adesione scrivete a:

manifestazione@comitatodegrazia.org

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programma della giornata

DOMENICA 06 DICEMBRE – LAMEZIA TERME

ORARI E LAVORI

Ore 9:00 Registrazione partecipanti

Ore 9:30 Apertura dei lavori dell’Assemblea Plenaria e presentazione delle iniziative da intraprendere, lettura del documento base e composizione dei gruppi di lavoro

Ore 10:30 Avvio dell’attività dei gruppi di lavoro

Ore 13:00 Pausa pranzo (colazione a sacco a carico dei partecipanti)

Ore 14:00 Ripresa dei lavori in Assemblea Plenaria

Ore 15:00 Fine dell’attività dei gruppi di lavoro

Ore 15.30 Dibattito in Assemblea Plenaria sul lavoro dei gruppi di lavoro – Proposte e deliberazioni finali

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La Valle dei Veleni – Presenza di sostanze chimiche lungo il corso del Fiume Oliva: indagini ambientali ed effetti sulla salute della popolazione

4 dicembre 2009 Commenti chiusi
1/12/2009 – Nel dossier allegato in fondo pagina il WWF, su richiesta del presidente del Comitato civico Natale De Grazia, ha sottoposto ad analisi la perizia del dott. Brancati (redatta su richiesta della procura di Paola), sulle discariche rinvenute nella vallata del torrente Oliva, nei pressi di Amantea, nell’ambito delle indagini avviate dal Procuratore Bruno Giordano sulle “navi dei veleni”. Il report si compone di due parti: una che analizza e sintetizza le risultanze delle perizie fino ad ora effettuate in quelle aree, ed una composta da schede che spiegano cosa sono e quali siano gli effetti su ambiente e salute delle sostanze tossiche e nocive rinvenute nel corso delle indagini ed evidenziate dalle perizie.

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Scarica il file “valle veleni dossier WWF


Il Comitato ringrazia il WWF Italia ed in modo particolare la dottoressa Eva Alessi per il prezioso lavoro svolto e la dottoressa Patrizia Fantilli responsabile dell’Ufficio Legale per la sua fondamentale consulenza.

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