Fiume Oliva, l’Ispra ha consegnato i dati sulla radioattività.
Si tratterebbe di radioattività naturale. Ma a pochi giorni dalla chiusura delle indagini mancano i dati complessivi.
Nell’estate del 2010 sono iniziati e si sono conclusi i carotaggi nel fiume Oliva. «Entro fine novembre consegneremo i dati sulle analisi chimiche, per quelle sulla radioattività necessita più tempo» dissero i responsabili dell’Ispra al procuratore di Paola. Fino a qualche giorno fa nelle stanze della procura di Paola erano arrivati solo i risultati delle analisi chimiche condotte dall’Arpa Calabria, grazie alla collaborazione mostrata dall’ente ambientale calabrese con gli inquirenti. Le analisi sembrano confermare la presenza di fanghi industriali e di terreno contaminato da metalli pesanti tra l’altro idrocarburi, arsenico, cadmio, nichel, zingo, selenio, tallio, antimonio, tutte sostanze altamente pericolose per la salute degli abitanti della zona.
Dall’Ispra invece nessun risultato fino alla fine della settimana appena trascorsa. Eppure le analisi da condurre dall’ente governativo erano di numero nettamente inferiore a quelle condotte dall’Arpacal, almeno dal punto di vista chimico.
In questi ultimi giorni sono stati trasmessi dall’Ispra i dati preliminari sulla radioattività riscontrata nella cava di Valle del Signore, che confermano quanto affermato dai tecnici dell’Ispra durante i lavori di carotaggio, ovvero che si tratterebbe di radioattività di origine naturale. Così il procuratore Giordano si è visto costretto a convocare in Procura i tecnici dell’Ispra con quelli dell’Arpa Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna per metterli a confronto con quelli dell’Arpacal che nel 2009 certificarono la presenza di Cesio137 un radionuclide artificiale. L’incontro tra gli esperti dovrebbe tenersi nei primi giorni di febbraio, alla fine dello stesso mese scadranno i termini per le indagini preliminari e la Procura dovrà pronunciarsi: archiviazione o rinvio a giudizio degli indiziati? Mentre ancora resta in attesa dei dati mancanti e soprattutto della relazione complessiva finale.
«Radioattività non da scorie» L’Ispra ha consegnato la relazione sui carotaggi effettuati in una cava ad Aiello
La Procura di Paola ha convocato l’Arpacal per esaminare le contraddizioni dei datiPaolo Orofino su Il Quotidiano della Calabria del 23 gennaio 2011
AIELLO CALABRO – L’Ispra ha consegnato la relazione sui carotaggi a Valle Oliva. Gli esiti sugli esami radiometrici hanno dato esito negativo. Gli indici anomali di radioattività nella cava dismessa di Aiello Calabro, per l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, non sono riconducibili a scorie o altro materiale, che si sospettava fosse stato clandestinamente interrato nell’area, che, si ricorda, dista solo tre chilometri dal punto della spiaggia amanteana, dove venti anni fa si arenò la Jolly Rosso. Questa coincidenza ha contribuito ad infittire il mistero, che oggi sembra risolto. La radioattività misurata dai contatori Geiger nel maggio del 2009, pertanto, escludendo l’ipotesi “artificiale” introdotta dall’Arpacal, che al termine di primi rilievi nella cava di Aiello, parlò di “individuazione del radionuclide artificiale”.
Questa notizia preoccupante, riferita pure ai magistrati che seguivano l’inchiesta, messa in relazione alla suddetta vicinanza del sito “radioattivo”, al tratto di arenile dove si verificò lo spiaggiamento della Jolly Rosso, ha contribuito alla strutturazione di un caso senza precedenti per la Calabria.
Dopo l’anticipazione del Quotidiano, al riguardo, e l’ampio servizio pubblicato nei giorni seguenti dal settimanale “L’espresso”, anche il Tg1 della sera ha dedicato l’apertura alla notizia della “collina radioattiva” così ribattezzata.
PRESTO UNA RIUNIONE FRA ARPACAL E ISPRA.
La vuole il procuratore della Repubblica, Bruno Giordano, titolare del fascicolo sul presunto smaltimento illecito di rifiuti nocivi nella vallata del fiume Oliva, dove si trova la cava col dato anomalo di emissioni radioattive. La riunione dovrebbe tenersi nei primi di febbraio fra i tecnici dell’Arpacal e quelli dell’Ispra, affiancati
dal personale dell’Arpa-Piemonte. L’incontro è necessario per spiegare alcune apparenti contraddizioni. «Dati relativamente contrastanti » così li ha definiti lo stesso Giordano riferendosi alle conclusioni, circa l’origine della radioattività, raggiunte prima dall’Arpacal e poi dall’Ispra.
Ovviamente quella dicitura “individuato il radionuclide artificiale” ha indotto un po’ tutti, inquirenti compresi, a ipotizzare la presenza di sostanza radioattive sotterrate. Oggi, però, l’Ispra ci dice che non è vero. Nel corso del colloquio fra tecnici dei diversi enti che si sono occupati della scottante questione, alla presenza del procuratore Giordano, si cercherà di chiarire queste incongruenze.
L’ispra e l’Arpa-Piemonte hanno impiegato oltre sei mesi per consegnare al procuratore di Paola (che aveva disposto l’effettuazione dei carotaggi, come estremo approfondimento investigativo) la dettagliata relazione che ora “va letta, pagina per pagina” sostiene Giordano.
Gli ingegneri della ditta che la primavera scorsa avevano eseguito le trivellazioni, nell’immediatezza delle operazioni, avevano già parlato di “radioattività naturale” probabilmente derivante da un particolare tipo di roccia tipico di quell’area.
Quando verranno resi pubblici i contenuti della relazione dell’Ispra, si potrà capire qualcosa in più.