Coreca, parziale dietrofront. Dopo le proteste degli ambientalisti il sindaco Tonnara decide di chiedere la Via
Tonnara: «Prima dell’inizio dei lavori, chiederemo che venga effettuata la valutazione d’impatto ambientale, se necessario anche a spese del Comune»
di Paolo Orofino su “Il Quotidiano della Calabria”
AMANTEA – «Prima dell’inizio dei lavori, chiederemo che venga effettuata la valutazione d’impatto ambientale, la cosiddetta Via, se necessario anche a spese del Comune». Lo afferma il sindaco di Amantea, Franco Tonnara, che assieme agli altri componenti della giunta municipale, ha firmato la delibera con cui si prevede un intervento a mare, nei pressi dello scoglio di Coreca, che sarebbe finalizzato alla protezione di quel tratto di litorale, soggetto da anni ad un insistente fenomeno di erosione costiera. Gli effetti che l’erosione costiera ha prodotto in questi anni sulla spiaggia di Coreca sono evidenti nelle foto che pubblichiamo in questa pagina. Ma se il male è conosciuto in maniera unanime, non così l’eventuale cura. Il sindaco di Amantea così replica al comunicato di protesta del Wwf, sceso in campo contro la suddetta delibera che prevede la realizzazione dei famigerati pennelli creati da massi. Tonnara, poi, si è detto stupito della notizia pubblica dal Quotidiano, secondo cui la zona di Coreca, con il grande e caratteristico scoglio, simbolo del litorale amanteano e della costa tirrenica cosentina, non venga riconosciuta come “area protetta”. Proprio da questo mancato riconoscimento, è scaturito il nullaosta da parte della Regione e il conseguente disco verde al progetto presentato dall’amministrazione comunale, approvato senza la cosiddetta procedura di Via, che, invece, sarebbe stata obbligatoria se quel tratto di lido, assieme al grande scoglio, fosse stato inserito nell’elenco dei siti protetti. «Crediamo – ha aggiunto il Franco Tonnara – di aver seguito la strada più saggia e utile alla comunità. Abbiamo, infatti, approvato il progetto preliminare con l’intenzione di non perdere i finanziamenti, fermo restando che prima dell’indizione della gara di appalto, promuoveremo un confronto tra i progettisti e le associazioni ambientaliste, che negli ultimi giorni hanno pubblicamente manifestato le loro perplessità sull’opera. Penso che dal confronto con gli ambientalisti, possa sfociare anche in un progetto alternativo, che magari meglio si integri nell’area e quindi comporti il minore impatto possibile. Se non si fosse seguita questa strada – ha concluso il sindaco di Amantea – si sarebbero persi i finanziamenti e oggi non avremmo potuto discutere in termini di soluzioni alternative».
“UN INTERVENTO E’ NECESSARIO”
- Ieri, oltre alla dichiarazione del sindaco, sull’argomento è arrivata una nota dell’amministrazione comunale, che ripercorre i punti salienti del piano della difesa e della ricostruzione della spiaggia amanteana, cominciato dieci anni fa. Piano da cui è rimasta fuori proprio la zona di Coreca, evidentemente per mancanza di fondi. «Il piano organico di difesa e ricostruzione del litorale di Amantea, iniziato nel 2001 e concluso nel 2008 – si legge sulla nota – il cui progetto generale è stato redatto dall’ufficio del Genio Civile Opere Marittime di Reggio Calabria, ha interessato quattro tratti, dove sono state realizzate scogliere frangiflutti a difesa del rilevato ferroviario e della statale 18: il primo, ubicato a Sud degli Scogli di Coreca , tra questi e la foce del torrente Oliva; il secondo, ubicato a Nord degli Scogli di Coreca, fino alla Località La Tonnara; il terzo, tra la località Tonnara e la foce del torrente Colongi; il quarto, Nord foce del Torrente Catocastro (Acquicella). Dagli interventi – prosegue la nota – è rimasta scoperta la zona prospiciente lo scoglio di Coreca. Il tratto prospiciente lo scoglio di Coreca resta, quindi, uno dei pochi tratti non protetti del litorale, dove il degrado ambientale per certi versi si è già consumato. Da circa quindici anni, infatti, è scomparsa la spiaggia emersa e lo stesso scoglio – di indubbia valenza paesaggistica e ambientale – risulta essere in pericolo e presenta fenomeni di corrosione (un pezzo si è letteralmente sgretolato). La necessità di un immediato intervento – lo stesso Genio Civile, consapevole delle criticità che quella zona presentava, aveva redatto nel 2003 un progetto (di un milione e mezzo di euro) relativo alla realizzazione, nella zona antistante lo scoglio, di scogliere emerse, ma il progetto non andò in porto – nasce dal fatto che in quell’area sono presenti strutture turistico-ricettive, nonché alcune abitazioni, e che la viabilità comunale del tratto ex ss 18 (posizionata a circa 7 metri sul livello del mare con un muro di contenimento prossimo alla battigia) è completamente esposta alle mareggiate e quindi al danneggiamento in occasione dei marosi più intensi». «La Commissione Straordinaria nel febbraio dello scorso anno approva, in linea tecnica, un progetto preliminare di lavori a difesa del litorale di Coreca (realizzazione di una scogliera foranea) inserendo l’opera nel programma annuale del 2010, prevedendo una spesa di 550.000 euro. Pareri favorevoli sull’opera sono stati espressi formalmente sia dall’Autorità di Bacino sia dall’Assessorato all’Ambiente della Regione Calabria. Sia le Ferrovie dello Stato (per 150.000 euro) che la regione Calabria (per 200.000 euro) si sono impegnate al co-finanziamento dell’opera. L’attuale amministrazione – così termina la nota – per i restanti 200.000 euro, nel novembre 2010 ha già contratto un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti». Questo quindi lo stato dell’arte. Dopo le proteste degli ambientalisti, però, le cose potrebbero cambiare e magari si potrebbero valutare altre forme di tutela della spiaggia di Coreca che siano meno invasive sia da un punto di vista paesaggistico che da quello dell’ecosistema.