Il 19 aprile i carotaggi nel fiume Oliva
Amantea - Ormai manca poco meno di una settimana all’inizio dei lavori di carotaggio nel fiume Oliva. La data prevista dalla procura di Paola è il 19 aprile.
Alcuni problemi tecnici hanno ritardato l’inizio dei lavori previsti per i primi giorni di febbraio. Anche il maltempo ha condizionato il lavoro dei tecnici e problemi burocratici, come il ritardo nella consegna dei risultati di alcune indagini preliminari, hanno fatto slittare ulteriormente i tempi di azione.
Ma, come si suol dire “non tutti i mali vengono per nuocere”. Lo slittamento dei tempi infatti ha permesso agli inquirenti di approfondire i lavori preventivi di indagine riuscendo ad individuare almeno altre due siti sospetti sui cui estendere i carotaggi.
Ma cosa è stato fatto da ottobre fino ad oggi?
Nei primi giorni di novembre è iniziato il piano di caratterizzazione eseguito dal Ministero dell’Ambiente attraverso l’ISPRA. Il Piano di Caratterizzazione rappresenta l’insieme delle attività di indagine utili a definire lo stato reale della contaminazione. La procedura si attiva quando i valori di concentrazione di alcune sostanze superano i valori limite, definita “soglia di contaminazione”. A queste attività hanno partecipato a vario titolo l’Arpacal, l’Arpa Piemonte, l’Arpa Lombardia e varie università.
Sono state effettuate delle indagini radiometriche superficiali sul suolo e indagini geofisiche per capire la qualità di terreno esaminato e le sostanze che lo compongono. Si è proceduto poi alla ricostruzione storica delle attività produttive svolte sul sito addivenendo alla definizione ambientale del suolo, del sottosuolo e delle acque, per poi decidere in quali punti precisi è necessario effettuare i carotaggi, ovvero l’asportazione di campioni di terreno.
Contestualmente il Corpo Forestale dello Stato, che collabora nelle indagini, ha controllato a tappeto tutto il bacino idrografico del torrente Oliva con un magnetometro per verificare l’eventuale presenza di materiale ferroso nel sottosuolo, indicazione dell’eventuale presenza di fusti metallici. E’ stato utilizzato un elicottero della forestale per rilievi termici, ovvero per controllare la temperatura del suolo e verificare se ci fossero delle anomalie come quelle riscontrate nella cava “radioattiva”, dove la temperatura del suolo supera di 5/6 gradi quella del territorio circostante. Sono stati effettuati anche dei rilievi sul tracciato stradale che costeggia i quattro siti contaminati già posti sotto sequestro (briglia del fiume, località Foresta, località Carbonara, cava dismessa) in modo particolare nei pressi della galleria che permette di raggiungere dal litorale tirrenico, il comune di Aiello Calabro, per sfatare il dubbio che durante i lavori di costruzione della strada (risalente agli anni ’90) non sia stato utilizzato il rilevato stradale per seppellirvi rifiuti pericolosi così come già successo in Somalia (dove Ilaria Alpi e Miran Hrovatin avevano il sospetto che sotto il tracciato della strada Garoe-Bosaso, costruita con i fondi della cooperazione italiana, fossero stati seppelliti rifiuti tossici e nocivi).
Tutte queste indagini sono necessarie per programmare le attività di carotaggio che sarà condotto da una ditta di Matera che ha vinto l’appalto indetto dal Ministero dell’ambiente.
Questa ditta si occuperà esclusivamente dei lavori di carotaggio (prelievo di terreno) e degli eventuali scavi che si renderanno necessari, ma non farà nessun tipo di analisi. I campioni di terreno prelevati durante il carotaggio saranno affidati a tre laboratori che effettueranno, in modo autonomo l’uno dall’altro, sia analisi radiometriche, che chimiche. Sugli stessi campioni di terreno anche alcuni istituti di ricerca universitari faranno delle analisi radiometriche. Tutti i risultati saranno inviati alle Istituzioni che lavorano sul caso: Procura di Paola, Ministero dell’Ambiente e Regione Calabria.
Anche sulla briglia alla cui base risulta presente un sarcofago di cemento armato pieno di mercurio ed altri metalli pesanti, non si è potuto operare fino ad oggi per l’eccessiva portata di acqua del fiume (come si può vedere nella foto a lato). Anche se attualmente il torrente è pressoché in secca, il corso dell’acqua sarà comunque deviato per permettere ai tecnici di lavorare in tranquillità.
Fino ad oggi il meglio della tecnologia e delle professionalità pare siano state impiegate, ma fra qualche giorno la parola passerà agli esperti in laboratorio che ci diranno, si spera in modo chiaro, univoco e veritiero, cosa si “nasconde” nel fiume Oliva.
Gianfranco Posa
13 aprile 2010
TEN 15.03.2010: Fiume Oliva – Nuovi sequestri