Navi dei Veleni: Comitato De Grazia, Resta Dubbio sulla volontà di fermare i traffici
scritto da Sara Della Bella
(AGENPARL)- Roma, 04 nov – “In questi giorni si fa un gran parlare delle rivelazioni di Carmine Schiavone sul traffico di rifiuti che ha riguardato la Campania e le altre regioni meridionali. Sul fenomeno delle “navi dei veleni”
riteniamo che le sue dichiarazioni nulla aggiungano alle notizie già conosciute.
Dai collaboratori di giustizia dobbiamo pretendere di più. Da chi ha partecipato direttamente ad attività criminali ci aspettiamo che forniscano luoghi e coordinate precise e verificabili, nomi e cognomi di committenti e
trafficanti e non i “sentito dire” che servono solo a riempire le pagine dei giornali”. Lo dichiara all’Agenparl, Gianfranco Posa, portavoce del Comitato Civico Natale De Grazia in merito al verbale desecretato della commissione ecomafia del 1997.
“Quello che invece colpisce di più in questa storia è ancora una volta l’atteggiamento delle Istituzioni. Prima il ”segreto” imposto alle sue dichiarazioni per tutti questi anni ed ora l’immobilità difronte a tali rivelazioni. E’
necessario intervenire sui luoghi indicati per risanare i territori e salvaguardare la salute dei cittadini. Vi sono luoghi già noti e verificati (cito solo per esempio in Calabria la vallata dell’Oliva e la fabbrica Marlane di Paia a Mare) dove è certo l’interramento di rifiuti pericolosi che è necessario rimuovere per bonificare le aree. Il modo in cui è stata conclusa nel 2009 la vicenda di Cetraro, sembra aver posto un serio freno alle indagini sulle navi dei veleni. - Continua l’esponente del Comitato De Grazia – Per porre invece un freno al traffico dei rifiuti – che non si è certo arrestato – è necessario che i cittadini si riapproprino dei territori togliendoli alle imprese criminali e prestino maggiore interesse alla gestione dei beni comuni. E poi servono istituzioni rappresentate da uomini valorosi e giusti, come lo era Natale De Grazia, le cui inchieste andrebbero riprese e portate a termine. I documenti delle indagini giudiziarie e quelle delle varie commissioni d’inchiesta non devono restare chiusi nei cassetti ma devono servire a fare luce sui traffici che hanno contaminato i territori e la vita dei cittadini dell’intero Mezzogiorno. Purtroppo ancora una volta resta il dubbio sulla reale volontà di fermare tali traffici”.