Ennesimo atto intimidatorio a Don Panizza e la sua Comunità

11 aprile 2012 Commenti chiusi

«Vogliamo la scorta per Don Giacomo Panizza e la videosorveglianza nella sede “Pensieri e Parole» a chiederlo il movimento “Agende Rosse Calabria”,  il Comitato Natale De Grazia e “Donnelibertadistampa Calabria”

Foto: Lameziainstrada.tv

Lamezia Terme - Due colpi di pistola alla saracinesca del centro per disabili e migranti “Pensieri e parole”. E’ l’ennesima intimidazione all’associazione “Comunità Progetto Sud” di Lamezia Terme dopo i due già perpetrati nei mesi scorsi con un colpo di pistola alla finestra e l’esplosione di un ordigno al citofono. Presa di mira la comunità guidata da don Panizza sita nel palazzo requisito al clan dei Torcasio, oggi sede di attività d’integrazione e accoglienza per minori stranieri e disabili, di due case accoglienza e dove trovano allocazione la sede legale di Banca Etica  e di numerose associazioni come il “Forum del terzo settore”, la Fish regionale”, “Dpi”, “Le agricole”, R-evolution legalità” e lo sportello informativo sui diritti. Un fatto grave. L’ennesima dura minaccia all’attività di Don Giacomo Panizza e della Comunità che dirige, che da anni sono al fianco delle persone più deboli tenendo testa ai locali clan della ‘ndrangheta in un territorio difficile, come quello Lametino. Ciò che spaventa la società civile e le associazioni presenti sul territorio e attive sul fronte antimafia è che, a distanza di mesi, la sicurezza di Don Giacomo Panizza non sembra essere stata rafforzata. E lo stabile sede dell’associazione resta un obiettivo facile da colpire. A lanciare l’allarme l’associazione “Natale De Grazia”, e il movimento “Agende Rosse della Calabria” e “Donnelibertadistampa Calabria” che lanciano un appello: “Chiediamo alla Procura, alla Prefettura, alla Questura e al Viminale di intervenire tempestivamente per dare la scorta a Don Giacomo Panizza. E ci chiediamo come mai, dopo tutto questo tempo, il palazzo oggetto delle tante intimidazioni non è ancora stato posto sotto videosorveglianza. Lo troviamo assurdo e chiamiamo in causa le istituzioni, perché provvedano il prima possibile a garantire la giusta vigilanza allo stabile” . E la associazioni aggiungono: “Invitiamo, inoltre, la Commissione Antimafia che si recherà a Monasterace il 12 aprile a passare anche a Lamezia Terme, per portare il segno della presenza delle istituzioni in una terra di confine dove la ‘ndrangheta la fa da padrone. La “Comunità Progetto Sud” non può essere dimenticata”.

“Donnelibertadistampa Calabria”

Comitato “Natale De Grazia”

Movimento Agende Rosse Calabria

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Processo stralcio sul fiume Oliva. In aula Le testimonianze degli esperti

10 aprile 2012 Commenti chiusi

I tecnici dell’Ispra confermano l’alta contaminazione da metalli pesanti che all’epoca dell’interramento presentavano una concentrazione “drasticamente superiore” a quella riscontrata dalle analisi effettuate sui campioni di terreno prelevati con i carotaggi del 2010.

 

di seguito l’articolo di Roberto De Santo sul sito del  Corriere della Calabria

Processo “Valle dell’Oliva”, ascoltati i consulenti

Nel procedimento stralcio dell’inchiesta sull’inquinamento della zona le testimonianze hanno confermato l’alto livello di contaminazione

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Arru con la commissione europea Envi

AMANTEA È stato il giorno delle escussioni dei consulenti tecnici incaricati di valutare il livello di inquinamento della Valle dell’Oliva. Nell’udienza odierna, celebrata nel Tribunale di Paola, il giudice monocratico Pierpaolo Bortone e le parti hanno interrogato a lungo i tecnici per capire cosa si sia verificato in questo territorio e precisamente in località Carbonara di Aiello Calabro. Un processo stralcio – quello svoltosi stamani nelle aule del Palazzo di giustizia  paolano – dell’inchiesta principale sulla vicenda dell’Oliva e che vede accusato Arcangelo Guzzo, in qualità di concessionario di un terreno in cui sono stati rinvenuti un altissimo livello di contaminazione: per lo più fanghi industriali e idrocarburi. Per la Procura di Paola, coordinata da Bruno Giordano, l’accusa è quella di aver trasformato il terreno in gestione a Guzzo in una vera e propria discarica illecita di materiale altamente pericoloso. Fondamentale per sostenere l’accusa la testimonianza di Leonardo Arru, direttore dei lavori di caratterizzazione della valle che ha ripetuto in aula quanto queste sostanze per caratteristiche e quantitativi riscontrati non poteva provenire da lavorazioni locali. Nel corso del processo è anche emersa la forte contaminazione di uliveti della zona. La prossima udienza di questo processo si terrà il 20 novembre. Mentre il 9 ottobre si celebrerà l’altro stralcio contro ulteriori proprietari di terreni all’interno  dell’Oliva.
Soddisfazione per l’andamento del procedimento è stata espressa dal legale di Legambiente, Rodolfo Ambrosio, ammessa come parte civile del processo: «Questa vicenda consentirà di capire cosa sia successo realmente nell’Oliva e soprattutto di individuare le responsabilità di quanto accaduto. Il nostro timore resta quello che il livello di inquinamento sia ancora maggiore di quanto finora verificato visto che le indagini sul posto sono state realizzate fino a dieci metri. Mentre la contaminazione potrebbe essere avvenuta a profondità superiori».

 

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Regione Calabria: 45 milioni per le bonifiche, ma il fiume Oliva è escluso

31 marzo 2012 Commenti chiusi

Nel 2004 “Foresta” e “Grassullo” erano nell’elenco dei siti ad alto rischio da bonificare con “urgenza”. Il comitato De Grazia scrive una lettera di protesta alla Regione.


Segue il testo integrale della lettera indirizzata al Presidente Scopelliti e all’assessore all’ambiente Pugliano.

Gent. Presidente,

Abbiamo appreso con piacere dalla stampa che l’Ente Regione ha stanziato la somma di 45 milioni di euro per procedere alla bonifica di alcuni siti inquinati e ad alto rischio che si trovano in 17 comuni  della Calabria.

Tra i comuni destinatari dei finanziamenti, però, non rientrano quelli di Amantea, Serra d’Aiello, Aiello Calabro, S. Pietro in Amantea nei cui territori ricadono i siti inquinati della vallata del fiume Oliva, dove sono stati interrati circa centomila tonnellate di rifiuti tossici e sono state rilevate sostanze radioattive (Cesio137).

Vogliamo ricordare che i dati dell’inquinamento della vallata sono certi e documentati, ciò a seguito dei carotaggi effettuati su incarico della Procura della Repubblica di Paola e dei risultati delle analisi chimiche e radiometriche eseguite sui campioni di terreno prelevati, sulle acque emerse e di sottosuolo. Le analisi sono anche esse incontrovertibili perché effettuate da enti istituzionali e certificate dall’ISPRA che ne ha diretto i lavori redigendo un piano di caratterizzazione.

Ricordiamo inoltre che l’inquinamento del fiume Oliva è stato appurato da diversi anni e già nel 2004, su sollecitazione dello scrivente Comitato, la Regione Calabria aveva incluso i siti di Foresta (fiume Oliva) e Grassullo (ove sorge l’ex discarica comunale di Amantea) tra quelli da bonificare con urgenza. Nello stesso periodo i Comuni  di Aiello Calabro e Serra d’Aiello sono stati destinatari di finanziamenti (circa 1,5 milioni di euro) da utilizzare per la bonifica di due località ricadenti nel bacino idrografico del fiume Oliva (“Foresta” comune di Serra d’Aiello e “Carbonara” comune di Aiello Calabro) dove erano state rilevate presenze di rifiuti tossici altamente pericolosi per la salute delle popolazioni. Tali somme, purtroppo, non ci risulta che siano mai state utilizzate per tale scopo.

Tanto premesso, riteniamo veramente assurdo ed incomprensibile che un’area tanto inquinata e da più tempo attenzionata dai media e dall’opinione pubblica non sia stata ancora messa in sicurezza e che oggi venga esclusa dal piano di bonifica della Regione – nel quale peraltro rientrava – mentre il risanamento dovrebbe essere prioritario ed urgente, per come riconosciuto anche dalla Commissione ambiente del Parlamento europeo (ENVI), recatasi sul posto qualche mese addietro.

Gli amministratori regionali conoscono benissimo la grave situazione della valle del fiume Oliva, sia per l’attenzione mediatica che la vicenda ha subìto, sia per i solleciti di intervento inoltrate dallo scrivente Comitato (l’ultimo notificato per lettera A/R il 27 gennaio scorso) sia per la protesta dei cittadini che nell’ottobre del 2009 è sfociata ad Amantea nella più grande manifestazione pubblica della storia della Calabria con la presenza di circa 35.000 persone.

La bonifica dell’area è urgente, perciò i Comuni interessati, la Provincia e la Regione devono compiere tutte le procedure necessarie al raggiungimento di tale scopo.

Protestiamo vivamente per le scelte fatte dalla Regione Calabria che hanno escluso dal programma di bonifica i siti inquinati della Valle del fiume Oliva e chiediamo alla Giunta ed al Consiglio regionali:

a) di conoscere i motivi di tale esclusione;

b) perché finora la Regione non ha compiuto atti finalizzati a bonificare la valle dell’Oliva,

c) perché non ha ancora acquisito i risultati dell’Ispra o, se li ha acquisiti, perché non ha ancora preso coscienza della grave situazione ecologica che si trova in quell’area e dell’urgenza della bonifica;

d) cosa intende fare nell’immediato per progettare e reperire i fondi necessari,

e) quale diversa destinazione hanno avuto i fondi stanziati nel 2004 per i comuni di Serra d’Aiello e di Aiello Calabro per  bonificare almeno le località “Foresta” e “Carbonara”, ma mai utilizzati.

Chiediamo, inoltre, un incontro ufficiale con il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore all’Ambiente per discutere del problema della bonifica in questione.

Invitiamo i sindaci dei Comuni interessati a farsi anche essi promotori di un incontro congiunto con la Regione.

Le popolazioni interessate non vogliono più aspettare e intendono conoscere modalità e tempi di attuazione della bonifica del territorio in cui vivono.

Amantea, 27/03/2012

Allegato:

-          Articolo pubblicato su “Il Quotidiano della Calabria” mercoledì 21 marzo 2012, pag. 15.

 

Comitato civico “Natale De Grazia”

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Jolly Rosso: Audizione Bellantone in Commissione Rifiuti

25 marzo 2012 Commenti chiusi

Registrazione Audio dell’audizione dell’ex comandante della capitaneria di porto di Vibo Valentia, Giuseppe Bellantone in
Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti dell’8 marzo 2011

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Belmonte (CS). Cittadini regalano progetti al Comune che ottiene finanziamenti per restauro antichi mulini

24 marzo 2012 Commenti chiusi

Già stanziati 150mila euro per il recupero di 3 mulini ad acqua e per realizzare un percorso naturalistico

Belmonte Calabro, 24 marzo 2012 - Sembra poco credibile che in Calabria un gruppo di cittadini offra le proprie professionalità e competenze a servizio gratuito di un ente pubblico (Regione, Comuni), che generalmente sono percepiti invece come “mucche da mungere”. Eppure è successo in una piccola cittadina come Belmonte Calabro dove un gruppo di cittadini, il “Gruppo attivo Belmonte”, ha redatto alcuni progetti che ha poi «regalato» al Comune.
L’Ente grazie a tale iniziativa ha già ottenuto dalla regione Calabria un finanziamento di 150mila euro e altri fondi potrebbero arrivare nelle casse municipali a conclusione dell’iter di valutazione di altri elaborati presentati dai volenterosi cittadini.

Il progetto complessivo, denominato la “Via del Pane”, prevede il recupero di sei mulini ad acqua e la realizzazione di un percorso naturalistico attrezzato che, risalendo l’asta fluviale del torrente Veri, dia la possibilità di visitare i mulini presenti nel territorio di Belmonte.
Con il finanziamento ottenuto, di 150mila euro, è già iniziato il restauro di tre antichi mulini ad acqua, ormai in disuso, che verranno recuperati e destinati alla produzione della farina, secondo gli antichi metodi contadini, un altro sarà attrezzato per la produzione del pane alla “majella” a lievitazione naturale e cottura a legna e l’altro all’esposizione, la degustazione e la vendita di prodotti tipici, nonché per l’organizzazione di iniziative culturali.


L’iniziativa di questi cittadini è l’espressione di un nuovo modo di concepire la cosa pubblica, il territorio e il paesaggio. Queste persone “Vivono e sentono” il territorio come qualcosa che “gli appartiene” e pertanto cercano di salvaguardarlo facendolo diventare una risorsa per l’intera comunità. Questo è quanto si percepisce dalle parole e dall’emozione che si legge negli occhi dei protagonisti. «Succede pochissime volte di poter condividere la gioia di veder realizzarsi quella che all’inizio era solo un’idea, un sogno – ha dichiarato Mario Arlia coordinatore del Gruppo attivo Belmonte -. Ha un grandissimo valore per noi vedere come la nostra proposta di semplici privati cittadini, avanzata alcuni anni fa, quando abbiamo redatto e regalato al Comune oltre 10 progetti da presentare a finanziamento del Psr-Regione Calabria, si stia concretizzando. I mulini del fiume Veri che per tanto tempo hanno prodotto alimenti per il popolo di Belmonte, torneranno di proprietà pubblica – ha concluso Arlia soddisfatto – e potranno nuovamente diventare occasione di sviluppo per l’intera comunità».

Gianfranco Posa

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Valle Oliva, c’è un rapporto di causa-effetto tra inquinamento e tumori?

20 marzo 2012 Commenti chiusi

Dottore Brancati (consulente medico della Procura di Paola): “ci sono più tumori di determinate tipologie ma non posso esprimermi in termini di causalità netta perchè non sappiamo quanto possono influire altri fattori (…) Bisogna fare sorveglianza epidemiologoica e indagine epidemiologica di campo che nessuno ci ha permesso ancora di fare”

Fonte AGENPARL

G. Brancati

Roma, 05 mar. 2012 - “Il sindaco di Serra d’Aiello mente sapendo di mentire”. Replica così all’AgenParl il Dott.re Giacomo Brancati incaricato dalla Procura di Paola di riferire sulle “statistiche riportate all’attualità non solo in riferimento alla mortalità e morbilità per linfomi ma anche per altre forme tumorali e per malattie non tumorali del sangue e degli organi emopoietici e/o per altre malattie eventualmente riscontrate, specificamente nei seguenti territori comunali: Amantea, San Pietro in Amantea, Serra d’Aiello. Aiello Calabro, Lago, Cleto, Malito, Domanico e Grimaldi. Riferisca in particolare se possano esistere connessioni tra quanto registrato e gli inquinanti ambientali presenti nel suolo e nelle acque e in atmosfera in ambito del bacino fluviale del fiume Oliva.”
“Quando si fanno valutazioni di mortalità lo si fa seguendo criteri particolari, tra questi stratificazioni per sesso e fascia d’età – dice il Dott.re Brancati – Siccome il comune di Serra d’Aiello è uno di quelli che porta maggior incidenza di mortalità, dovuta a cause diverse non sempre per i tumori, si è considerato le fasce d’età fino a 65 anni, cioè nelle persone relativamente più giovani e quindi l’effetto di mortalità sulle persone più anziane può essere quello influenzato dalla casa di riposo.

Nella conclusione del rapporto c’è un rapporto di causa-effetto tra inquinamento e aumento di tumori? 
La Procura mi fa una domanda e mi chiede: ci sono più tumori? Se si, sono correlabili alle sostanze trovate? La mia conclusione è questa: ci sono più tumori di determinate tipologie ma non posso esprimermi in termini di causalità netta perchè non sappiamo quanto possono influire altri fattori che comunque sono presenti in quella popolazione.

Quali sono, adesso, i provvedimenti da prendere, secondo lei?
Bisogna fare sorveglianza epidemiologoica e indagine epidemiologica di campo che nessuno ci ha permesso ancora di fare. Stiamo parlando del sistema integrato, alias registro tumori e un’indagine porta a porta. Alcuni registri tumore sono nati come iniziative locali. La delibera regionale del 2010 tentava di mettere a sistema il registro tumori e di dare una spinta in più per l’effettiva funzionalità.
La deputata calabrese del Pd, Doris Lo Moro, che ha presentato ieri un’interrogazione al Governo a tal proposito, ha spiegato all’AgenParl che “c’è un solo modo per evitare allarmi: da un lato monitorare le malattie, e il registro tumori serve a questo come strumento di indagine e conoscenza; dall’altro facendo le bonifiche che s’annunciano e non vengono effettuate”. Lavorare su due fronti, dunque, bonificare e monitorare le condizioni di salute della cittadinanza.

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“Attuare Registro tumori in Calabria” Doris lo Moro interroga i Ministri

3 marzo 2012 Commenti chiusi

Il deputato calabrese chiede anche la bonifica dell’Oliva e la costituzione di parte civile del Governo

di Roberto De Santo sul Corriere della Calabria 
leggi anche su ANGENPARL (agenzia stampa del Parlamento)

 

Doris LoMoro

AMANTEA «La piena attuazione del registro tumori in Calabria, così come denuncia il comitato Natale De Grazia, sarebbe uno strumento utile di indagine in un territorio martoriato dall’inquinamento e dagli sversamenti illegali di rifiuti pericolosi». È quanto afferma, in una nota, il deputato Doris Lo Moro, del Pd, che ha presentato un’interrogazione ai ministri della Salute e dell’Ambiente raccogliendo l’appello che il Comitato De Grazia «al fine – prosegue la nota – di sollecitare azioni concrete per l’attuazione della delibera regionale che istituisce il registro dei tumori e la bonifica della Valle del fiume Oliva». Nell’interrogazione, la deputata del Pd, ricorda che il registro tumori «è un utile strumento non solo a carattere scientifico, ma soprattutto dal punto di vista operativo, perché permette in base ai risultati di mettere in atto azioni concrete e mirate alle specificità dei singoli territori. Per questo è necessario che il governo solleciti gli organi competenti della Regione a completare l’istituzione del registro tumori nelle province di Cosenza – Crotone e Reggio Calabria per poter mettere in relazione i dati epidemiologici con le zone di maggior inquinamento, al fine di studiarne i possibili nessi di causalità. Lo Moro sollecita la costituzione di parte civile dei ministeri interrogati nei processi in corso presso la Procura di Paola per l’inquinamento della Valle dell’Oliva, da anni discarica a cielo aperto».

segue il testo dell’interrogazione

Interrogazione a risposta scritta – Ministri della salute e dell’ambiente

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

Per sapere – premesso che:

con delibera della giunta della regione Calabria del 25 marzo 2010 n. 289 veniva approvato il «Progetto per la realizzazione del Registro tumori della popolazione della Regione Calabria» prevedendo l’istituzione di tre registri così suddivisi: Cosenza-Crotone; Catanzaro-Vibo Valentia, Reggio Calabria;

il registro tumori della provincia di Cosenza è stato presentato pubblicamente nel 2009 nella Sala degli Specchi della provincia alla presenza dei rappresentanti istituzionali della regione e della provincia, il direttore generale dell’Asp di Cosenza e la responsabile dell’unità operativa screening oncologici e registro tumori dell’azienda sanitaria provinciale di Cosenza, che ricopriva il ruolo di coordinatrice dello staff del registro tumori ma da allora non si è saputo più nulla fino alla delibera regionale del 25 marzo 2010, sopra citata;

ad oggi, fatta eccezione per la provincia di Catanzaro, che ha un registro attivo già dal 2003, la delibera regionale è rimasta del tutto inattuata. Come si legge sul sito del Ministero della Salute «La prima funzione dei registri tumori consiste nel descrivere il fenomeno neoplastico e le sue variazioni territoriali e temporali attraverso misure di incidenza e mortalità. I registri tumori producono dati di sopravvivenza per le diverse neoplasie, fornendo così un indicatore fondamentale della qualità dei servizi diagnostici e terapeutici nei diversi territori e del suo evolversi nel tempo. Inoltre, producono dati di prevalenza a livello locale e stime di prevalenza a livello nazionale. La prevalenza è l’indicatore più diretto del carico sanitario dovuto ai tumori in una popolazione ed è particolarmente utile per valutare i bisogni sanitari»;

a questo proposito il comitato civico Natale De Grazia, ricorda che la Calabria a causa degli interramenti illeciti di rifiuti tossici ha visto negli anni la totale compromissione dell’ambiente, delle falde acquifere e dell’intera catena alimentare con gravi conseguenze sulla salute pubblica. Per questo, sottolinea il comitato, sarebbe utile dare attuazione alla delibera regionale per dare finalmente risposte alla cittadinanza e studiare in base alle risultanze epidemiologiche le azioni concrete a tutela del territorio;

il comitato civico Natale De Grazia che da anni chiede la bonifica della Valle Oliva in località Serra D’Ajello (Cosenza) si è rivolto al dottor Stefano Ferretti, segretario nazionale dell’Airtum (Associazione italiana registro tumori) per conoscere lo «stato dell’arte» per il registro di Cosenza;

per questi motivi il Comitato ha inviato lo scorso gennaio una lettera ai sindaci di Amantea, Aiello Calabro, San Pietro in Amantea e Serra d’Aiello (e per conoscenza al presidente della regione Calabria, all’assessore regionale all’ambiente, al presidente della provincia di Cosenza e al direttore sanitario dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza) affinché ognuno per le proprie competenze faccia quanto necessario per avviare a definitiva soluzione la vicenda del fiume Oliva e ricordando che le autorità avevano già destinato ai comuni di Ajello Calabro e Serra d’Ajello un finanziamento di 1,5 milioni di euro per la bonifica dei siti inquinati. «Fondi che fino ad oggi non sono stati impiegati» si legge nella lettera;

inoltre, nella lettera, si legge che una delegazione del comitato De Grazia si è recata presso gli ospedali riuniti di Reggio Calabria per acquisire dati sulle malattie tumorali della zona che hanno colpito anche molti bambini. I medici però non hanno potuto fornire alcun dato in quanto non esistono studi epidemiologici ufficiali, né un registro tumori, tuttavia hanno confermato che tra i ricoveri vi è un picco di bambini provenienti dai comuni di Amantea, San Pietro in Amantea, Ajello Calabro e Serra d’Ajello;

la procura di Paola ha affidato al dottor Giacomo Brancati, dirigente del dipartimento tutela salute e politiche sanitarie regione Calabria, un rapporto sulle malattie tumorali nei comuni ricadenti nella zona dell’Oliva e possibili nessi di casualità tra malattie riscontrate e sostanze inquinanti ritrovate;

nello studio epidemiologico del dottor Brancati, consegnato alla procura di Paola nel maggio del 2009, l’esperto aveva individuato 1.808 casi di malati oncologici nei comuni ricadenti nel distretto sanitario di Amantea di cui ben 191 proprio nell’area di località Foresta. Un’incidenza così elevata da far lanciare un vero e proprio allarme per i cittadini della zona. «Si conferma – scriveva Brancati – l’esistenza di un pericolo attuale per la popolazione residente nei territori dei comuni di Amantea, San Pietro in Amantea e Serra d’Aiello, circostante al letto del fiume Oliva a sud della località Foresta, dovuto alla presenza di contaminanti ambientali capaci di indurre patologie tumorali e non». E ancora. «Occorre rilevare – denunciava il consulente – la suggestiva evidenza di un eccesso di tumori maligni della tiroide nei territori più prossimi ai siti di contaminazione, che, ancorché al di sotto del limite di significatività statistica, concorda con la presenza anomala di cesio 137». Un allarme che, alla luce del nuovo rapporto scaturito dagli ultimi dati esaminati dal tecnico, sembra più che mai attuale -:

se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

se il Ministro della salute intenda promuovere iniziative per assicurare la concreta attivazione dei registri tumori su tutto il territorio nazionale e, in particolare, nella regione Calabria;

se il Governo intenda intervenire, per quanto di competenza, per assicurare l’immediata bonifica della Valle Oliva in località Serra d’Aiello (Cosenza);

se si intenda verificare come sono state utilizzate le risorse nazionali stanziate per le bonifiche che il comitato De Grazia denuncia non esser mai partite;

se i Ministri interrogati intendano costituirsi parte civile nei processi in corso presso la procura di Paola per l’inquinamento della Valle dell’Oliva, da anni discarica a cielo aperto;

se e come, i Ministri interrogati, intendano attivarsi per il controllo delle acque, dell’aria, dei prodotti agricoli e degli allevamenti ubicati nella zona sopra identificata.

LO MORO (4-15161)  MAR 1, 2012

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Valle Oliva, altri due sindaci “parte civile”

3 marzo 2012 Commenti chiusi

Insieme al comune di Amantea anche quelli di Serra d’Aiello e San Pietro saranno parte lesa nel processo che sarà celebrato.

Rino Muoio su Il Quotidiano della Calabria

Gioacchino Lorelli

Amantea, 29/02/2012 -  Altri due sindaci sono pronti a costituirsi come parte civile in un eventuale processo a carico dei responsabili dell’inquinamento dell’area del fiume Oliva. Dopo il sindaco di Amantea Francesco Tonnara, che ha risposto positivamente attraverso le pagine del Quotidiano all’appello arrivato dal Comitato “Natale De Grazia”, questa volta a dare riscontro sono i primi cittadini di altri due dei quattro comuni destinatari della lettera dello stesso comitato, quello di San Pietro in Amantea e di Serra d’Aiello, inviata loro nelle scorse settimane.

“Un eventuale processo ai responsabili dell’interramento di decine di metri cubi di materiali inquinanti e nocivi – ci ha riferito Gioacchino Lorelli, primo cittadino di San Pietro – non può non vederci coinvolti come parti lese. Abbiamo il dovere di costituirci parte civile per tutelare gli interessi delle nostre comunità e ottenere gli eventuali risarcimento per i danni subiti. L’appello del Comitato De Grazia, pertanto, ci trova assolutamente convinti e pronti”.

Dello stesso tenore anche la posizione del sindaco di Serra d’Aiello Antonio Cuglietta, che parla di atto dovuto. “Stiamo seguendo con attenzione il lavoro della Procura della Repubblica di Paola, impegnata ad accertare la verità sui fatti e sulle responsabilità che sono coinvolti

Antonio Cuglietta

nella brutta storia dell’Oliva – ci ha riferito. Ad un eventuale avvio del processo non potremo che costituirci parte civile per pretendere da chi ha attentato alla salute dell’ambiente e dei cittadini i giusti risarcimenti. Parallelamente dobbiamo da subito lottare per ottenere la bonifica del sito nel più breve tempo possibile”.

All’appello del “De Grazia”, a questo punto, manca solo la posizione del sindaco di Aiello Calabro Franco Iacucci, che, tuttavia, potrebbe arrivare nei prossimi giorni. Intanto gli stessi ambientalisti non nascondono la soddisfazione per aver avuto assicurazione nei giorni scorsi dai vertici dell’azienda sanitaria cosentina, dell’avvio dell’attesa “registro tumori” già dagli inizi dell’anno prossimi, che potrà da subito fornire dati epidemiologici sull’incidenza delle malattie tumorali nell’ultimo triennio. Nel frattempo l’impegno é concentrato nel sollecitare le istituzioni competenti, regionali, nazionali ed europee, a provvedere alla necessaria e improcrastinabile bonifica dell’alveo del fiume Oliva.

 

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Fiume Oliva. «Il Comune parte civile»

24 febbraio 2012 Commenti chiusi

Il sindaco Tonnara conferma la scelta sull’inquinamento dell’Oliva e l’azienda sanitaria ha incontrato il comitato “De Grazia” per il registro tumori

di Rino Muoio su Il Quotidiano della Calabria

F. Tonnara

AMANTEA 24 feb. 2012 - «Non solo accogliamo l’invito rivoltoci dal Comitato “Natale De Grazia” ma presto mi farò promotore di un incontro con i colleghi di Aiello Calabro, Serra D’Aiello e San Pietro in Amantea, per impegnarci sinergicamente nel chiedere con forza la bonifica del fiume Olivache, a latere della delicata inchiesta che con grande impegno la Procura della Repubblica di Paola sta portando avanti, é la cosa che più preoccupa le nostre popolazioni». Il sindaco Francesco Tonnara risponde, dunque, per primo, con chiarezza e convinzione, all’appello che il Comitato De Grazia ha rivolto ai sindaci dei quattro comuni che si affacciano sull’Oliva a metà del mese scorso, circa la costituzione di parte civile nell’eventuale processo ai responsabili dell’inquinamento dell’area del fiume.

Gli ambientalisti, guidati da Gianfranco Posa, hanno sostenuto l’invito, inviato un mese addietro, con una dettagliata relazione, attraverso la quale si ricostruisce l’intera vicenda e si riportano dati e passaggi pregnanti, che fotografano la gravità della situazione. In particolare, con la scheda che pubblichiamo a lato, descrivono i valori superiori alla media delle sostanze nocive che sono state rinvenute nell’area del fiume: «dopo – si legge – le analisi effettuate dall’Arpacal e validate dall’Ispra». Ma la relazione affronta una serie di aspetti della travagliata e nebulosa vicenda. «La finalità di questa lettera – chiarisce il Comitato – è parte integrante della nostra azione civile finalizzata a far conoscere il problema all’opinione pubblica, a spingere le Istituzione ad intervenire e cercare di supportare la Magistratura che ha condotto inchieste molto delicate con estremi sacrifici nel quasi assoluto isolamento istituzionale. Come le SS.LL sapranno, in questi anni alcune categorie di operatori economici e molti amministratori locali hanno cercato di occultare il problema preoccupati per il calo d’interesse sulla zona dal punto di vista turistico e commerciale». Nello stesso documento, poi, il Comitato riporta una serie di testimonianze delle popolazioni locale che parlano di tutta una fenomenologia per certi versi stupefacente (come quella della pesca di alcune trote con la testa molto più grande rispetto al resto del corpo) che potrebbe essere riconducibile alla presenza delle sostanze sopra citate nell’alveo del fiume.

«Una contaminazione così alta – scrivono gli attivisti del De Grazia – da costringere la stessa Procura di Paola a far sigillare,in questi anni, almeno una dozzina di pozzi di raccolta dell’acqua provenienti dall’alveo del fiume ed utilizzati per anni in agricoltura e nell’allevamento, anche industriale, di animali della zona».  Ed ancora: «Nello studio epidemiologico del Dr. Brancati, consegnato alla Procura di Paola nel maggio del 2009, l’esperto aveva individuato 1.808 casi di malati oncologici nei Comuni ricadenti nel distretto sanitario di Amantea di cui ben 191 proprio nell’area di località Foresta. Un’incidenza così elevata da far lanciare un vero e proprio allarme per i cittadini della zona. “Si conferma – scriveva Brancati –l’esistenza di un pericolo attuale per la popolazione residente nei territori dei comuni di Amantea, San Pietro in Amantea e Serra d’Aiello, circostante al letto del fiume Oliva a sud della località Foresta, dovuto alla presenza di contaminanti ambientali capaci di indurre patologie tumorali e non“». Un allarme che sembra più che mai attuale”.

E a questo punto il “De Grazia” rivolge l’attenzione sull’assenza di un registro tumori nella provincia di Cosenza. E in questo senso arriva l’altra notizia dell’ultima ora. Dopo aver atteso circa un mese, la direzione generale dell’Asp di Cosenza riceverà i vertici dell’associazione, guidati dal presidente Posa, per discutere, con ogni probabilità, proprio della questione aperta del registro tumori.

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Valle Oliva. Procura ricorre in Cassazione contro scarcerazione

24 febbraio 2012 Commenti chiusi

La Procura ritiene legittimo l’arresto di Coccimiglio mentre il Tdl di Catanzaro parla di «macroscopica lacuna investigativa»

di Paolo Orofino su il Quotidiano della Calabria

AMANTEA, 24 febr. 2012 – “Errori logici e travisamento dei fatti nelle motivazioni del Riesame”. Questa è l’essenza del ricorso in Cassazione del procuratore della Repubblica di Paola, Bruno Giordano. Questi si è rivolto ai supremi giudici per ribaltare la decisone del tribunale del Riesame di Catanzaro, che ha annullato l’arresto cautelare disposto nei confronti dell’anziano imprenditore amanteano Cesare Coccimiglio, nell’ambito del procedimento giudiziario sul “disastro ambientale” riscontrato nella vallata del fiume Oliva, area da anni sottoposta a speciali investigazioni, per via dell’inquietante sospetto, che in essa siano stati clandestinamente interrati rifiuti pericolosi o, addirittura, scorie radioattive.

Tutti i dubbi nascono dal misterioso spiaggiamento della motonave Jolly Rosso, che si arenò sulla spiaggia di Amantea, nel lontano 14 dicembre del 1990. Coccimiglio, arrestato dal gip di Paola e liberato dal Tdl distrettuale, è titolare di un’impresa nel settore dell’edilizia, con sede proprio nei pressi del torrente Oliva. L’uomo di 75 anni è accusato di responsabilità penali in ordine al grave inquinamento accertato in diversi siti della zona, dove, negli anni, sono stati sotterrati ingenti quantità di sostante nocive e materiali di risulta.

L’istanza che il procuratore Giordano ha inviato alla Corte di Cassazione si prefigge l’arduo obiettivo di scalfire l’ordinanza del collegio giudicante del Riesame, che ha totalmente accolto il ricorso dell’avvocato Nicola Carratelli, difensore di Coccimilgio, che si era opposto alla misura cautelare applicata al suo assistito. I giudici del Tdl nella motivazioni a supporto della loro sentenza sono stati chiari, ravvisando nell’impianto accusatorio della magistratura inquirente “macroscopiche lacune investigative” e “carenza di gravi indizi di colpevolezza” a carico dell’imprenditore indagato.

«Questa macroscopica lacuna investigativa – recita un passo dell’ordinanza del Tdl – non può, dunque, essere colmata neppure dall’affermazione, nondimeno apodittica, secondo cui, l’impresa del Coccimiglio avrebbe agito in maniera esclusiva nelle aree in questione. Tale asserzione, infatti – aggiungono i giudici del Riesame – suscita di per sé, già qualche perplessità, non tanto in relazione al rilevante arco temporale di cui si discute, ma in special modo, con riferimento all’ampissimo territorio che risulta coinvolto e che comprende diversi comuni del cosentino».

Prove insufficienti, quindi, per giustificare una misura restrittiva come la custodia cautelare. La procura di Paola, invece, è convinta del contrario, vale a dire del fatto che ci si siano elementi sufficienti per l’incriminazione e l’arresto preventivo di Coccimiglio. Per questo è già pronto il ricorso contro la decisione del Tdl di Catanzaro. Si ricorda, infine, che nella medesima inchiesta sono implicate altre persone, su cui sono stati già compiuti una serie di accertamenti, di cui si attendono gli esiti che dovrebbero essere ormai in dirittura d’arrivo.

Tutta l’indagine per cercare di capire l’origine dell’inquinamento presente nella valle dell’Oliva è ancora in corso. Una vicenda che ha tenuto a lungo con il fiato sospeso i residenti della zona dove alcuni studi affidati dalla Procura ad esperti del Dipartimento Salute della Regione hanno sottolineato l’alta presenza di malattie tumorali.

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