“Rosso” il romanzo di Mario Aloe sarà presentato ad Amantea

13 luglio 2011 Commenti chiusi

Amantea, 12/07/2011 - Il romanzo “Rosso”, opera prima di Mario Aloe, sarà presentato venerdi 15 luglio in piazza Calavecchia ad Amantea alle ore 20,00. L’evento, sarà salutato dal Primo cittadino di Amantea, Franco Tonnara e sarà introdotto da Gianfranco Posa (Comitato De Grazia). Durante la cerimonia di presentazione saranno letti alcuni brani del libro a cura di Franca Dora Mannarino (Piccolo Teatro). Modera il giornalista Salvatore Muoio. L’opera è ispirata dal traffico di rifiuti e dalle  ”navi dei veleni” vicende che hanno caratterizzato, suo malgrado, la storia recente della città di Amantea dove Aloe è nato e risiede.

Il libro narra la storia di Totò  Zafarone, un giornalista che, senza volerlo,  si trova coinvolto in un intrigo internazionale che ne sconvolge la vita. Il romanzo inizia con l’assassinio di un fedele servitore dello Stato assassinato ad un passo dalla meta mentre è alla caccia delle navi dei veleni: un intrigo internazionale e il perenne conflitto tra bene e male, amore e crudeltà, dedizione e cupidigia. Il filo del racconto è nel titolo, Rosso, come le bandiere della protesta nel corso di questi ultimi due secoli, rosso come i vessilli dell’Islam e dei pirati moderni del Corno d’Africa e rosso come la speranza che non vuole arrendersi ed è sempre presente e ci fa emozionare da Spartaco a SanFrancesco d’Assisi, da Che Guevara al Giudice Falcone e fa vibrare, ancora oggi, le corde del nostro cuore. Le ombre che agitano il romanzo le incontriamo nelle cronache dei quotidiani e nella storia della nostra Repubblica insieme alla spregiudicatezza del male e alla “lucentezza diabolica” dei suoi artefici: sono gli stessi di Ilaria Alpi e Miran Hovratin, sono quelli di Piazza Fontana e delle stragi sui treni. L’eroe del libro è una persona comune, costretta dagli eventi e dalla propria disillusione a scendere in guerra. Totò Zafarone non ha lo splendore di Achille, non aspira alla gloria e non vuole essere ricordato dai posteri, ma ha voglia di vivere la sua esistenza, godere dell’amicizia di altri esseri umani, amare ed essere amato. L’etica della professione e l’amore per una donna lo trascinano in guerra, in uno scontro mortale con una potente organizzazione che depreda i mari e i territori del Meridione e della Somalia.

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Il comitato per l’acqua pubblica del basso tirreno cosentino si ritrova dopo un mese dai referendum a Belmonte tra dibattiti, festa e musica

12 luglio 2011 Commenti chiusi

Festa dell’Acqua con cortei, dibattiti, musica, cibo e spettacoli

Belmonte Calabro, 11/07/2011 - Il movimento referendario del basso tirreno cosentino organizza a un mese esatto dalla vittoria una festa per sottolineare l’eccezionalità dell’avvenimento che ha visto un’enorme  partecipazione popolare, con un coinvolgimento  diretto ed attivo anche dei cittadini del comprensorio amanteano che in maggioranza hanno risposto Si agli appelli dei comitati referendari. Insieme al Comitato Natale De Grazia, aderiscono alla manifestazione che si terrà a Belmonte Marina il 13 luglio dalle ore 19.00, il Gruppo Attivo Belmonte, la Pro- Loco e l’Amministrazione Comunale di Belmonte, i  musicisti belmontesi che si esibiranno gratuitamente nel corso della manifestazione. La stessa prevede due cortei: uno di terra ed uno di mare che procederanno contemporaneamente, con partenza dal lungomare nord dopo un breve raduno , ora prevista  19.00, e arrivo sul lungomare sud, dove sono previsti gli interventi del comitato organizzatore Degli ospiti invitati, in particolare deL prof. Alfonso Lorelli in rappresentanza del comitato e i sindaci di Amantea, Franco Tonnara e di Acquaformosa, Giovanni Manoccio, nonchè del Sindaco di Belmonte, Francesco Bruno. Tutti incentrati sulla possibilità di creare sinergie, magari consortili, per dare risposte utili e meno dispendiose per i cittadini, nella gestione dei servizi primari (acqua, rifiuti ecc)

Seguirà,l’intrattenimento  musicale  e l’assaggio di un menù di terra: una lunga focaccia tricolore e uno di mare, tranci di tonno rosso arrosto.  Fra le particolarità della serata che si annuncia allegra ma con spunti di utile riflessione sui beni comuni ed ambientali, l’esibizione di giovanissime ragazze belmontesi impegnate in coreografie su musiche riguardanti l’acqua pubblica, la presenza di un caratteristico carretto trainato da un’asina con asinello al seguito, sul quale prenderanno posto i musicisti belmontesi per profondere musica etnico-tradizionale, mentre il corteo di mare verrà aperto da una barca imbandierata. I due cortei , che effettueranno brevi fermate intermedie, saranno guidati da noti animatori locali che provvederanno a creare il giusto clima di festa con qualche imput riflessivo sulle tematiche referendarie e…. con probabili ulteriori piacevole sorprese.

Per info: comitatodegrazia.orgmarlias@libero.it.


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I movimenti dell’Acqua Pubblica calabrese si riuniscono a Carlopoli ed è festa grande!

20 giugno 2011 Commenti chiusi

Di fronte ai ruderi dell’abbazia di Corazzo, che ospitò Gioacchino da Fiore, nel paese del compianto Bruni Arcuri (che da il nome al coordinamento calabrese Acqua pubblica) i comitati calabresi (tra cui il “De Grazia”)hanno espresso la volontà di portare avanti con determinazione tutte le azioni necessarie per giungere nel più breve tempo possibile alla completa ripubblicizzazione del servizio idrico calabrese. E a livello nazionale di riproporre la proposta di legge d’iniziativa popolare depositata in Parlamento già nel 2007. Per tale ragione il 2 e 3 luglio si terrà a Roma l’assemblea nazionale del Forum dei Movimenti per l’Acqua.

Carlopoli, 19 giu. 2011 – La straordinaria vittoria del 12 e 13 giugno ai referendum promossi dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, del quale il Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica “Bruno Arcuri” è parte integrante, ha segnato un punto di non ritorno nel governo e nella gestione del bene comune acqua. Come nel resto d’Italia, anche nella nostra regione la maggioranza assoluta dei cittadini si è espressa, al di là di puri e formali tecnicismi, a favore della gestione pubblica e partecipata, e contro la realizzazione di profitti sulle nostre acque.

L’Assemblea del Coordinamento “Bruno Arcuri” si è riunita presso l’abbazia di Corazzo, nel comune di Carlopoli (CZ), per ribadire il proprio ruolo di rappresentanza e titolarità delle istanze dei cittadini calabresi sulle questioni inerenti il bene comune acqua. In un’assemblea molto partecipata, che ha visto la presenza di più di cento persone rappresentative di comitati, associazioni e movimenti provenienti da tutta la regione, è stata ribadita la volontà di portare avanti con determinazione tutte le azioni necessarie per giungere nel più breve tempo possibile alla completa ripubblicizzazione del servizio idrico calabrese.

A pochi giorni dalla vittoria referendaria, constatiamo che finalmente molti amministratori nella regione si sono accorti di vertenze che il nostro Coordinamento sta conducendo da anni. Anzitutto, la questione della illegittimità delle tariffe applicate ai comuni, i cui costi gravano alla fine sulle tasche dei cittadini. Non meno rilevante è la mancata attuazione degli impegni sottoscritti in sede di ottenimento della concessione regionale, che obbligavano il socio privato ad investire quasi 100 milioni di euro nei primi 5 anni. Ancora, c’è la sconcertante novità della delibera 71 della giunta regionale, che obbliga i comuni ad accendere mutui per pagare presunti debiti connessi al servizio idrico e svende i servizi pubblici ad una nuova società, che quasi certamente sarà la stessa Sorical. Una direzione esattamente opposta rispetto a quanto richiesto dalla maggioranza assoluta dei calabresi.

La linea stabilita dall’assemblea di Corazzo per una reale ripubblicizzazione del servizio idrico prevede l’immediato rilancio della mobilitazione dei comitati e delle associazioni. Il prossimo 2 e 3 luglio si terrà a Roma l’assemblea nazionale del Forum dei Movimenti per l’Acqua, che riproporrà la proposta di legge d’iniziativa popolare depositata in Parlamento già nel 2007. Fin da subito però è necessario un chiaro pronunciamento di tutti gli enti locali e delle province, anche attraverso la modifica degli statuti, e soprattutto è urgente una chiara presa di posizione del consiglio regionale, per legiferare mantenendo fede al pronunciamento della maggioranza dei cittadini calabresi. Per fare questo, è necessario procedere anzitutto all’abrogazione della delibera 71 e alla rescissione in danno del contratto con la Sorical.

Le nostre proposte saranno esposte in dettaglio nel corso di una conferenza stampa che terremo nei prossimi giorni a Reggio Calabria nella sede del Consiglio Regionale, durante la quale presenteremo una articolata mozione, che chiederemo pubblicamente di sostenere a tutti i consiglieri regionali, insieme ai rappresentanti degli enti locali e delle province.

Fuori l’acqua dal mercato, fuori i profitti dall’acqua!

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L’onda anomala dell’acqua pubblica

18 giugno 2011 Commenti chiusi

Dalla prima rivolta internazionale contro le corporation al Forum di Corviale, cronaca di una svolta globale e locale costruita dal basso

di Andrea Palladino (il manifesto 14/06/2011)

C’è una data dimenticata dietro il successo straordinario, epocale, dei referendum sull’acqua. Febbraio 1997: sulla mailing list Forum international sur la globalisation appare un messaggio di uno studioso statunitense, Tony Clarke. E un documento allegato, che nel giro di pochi giorni inizia a circolare in decine di paesi, il Multilateral Agreement on Investment. Due mesi prima Martin Khor, direttore del Third World Network, Ong con base in Malesia, era riuscito a ottenere la bozza di quell’accordo sugli investimenti che l’Ocse stava segretamente preparando, che verrà da lì a poco conosciuto semplicemente come Mai. Khor aveva scansionato il documento per poterlo divulgare il più possibile, attraverso la rete internet. Fu un’esplosione, il vero annuncio del terzo millennio, la data di nascita del movimento mondiale contro la globalizzazione. E ieri in Italia, quattordici anni dopo, si celebrava la prima vittoria popolare di quell’onda lunga nuova, disobbediente, cresciuta fuori dalle segreterie di partito, reticolare, creativa e in grado di cambiare radicalmente la realtà, dal locale al globale.

L’opposizione al Multilateral Agreement on Investment fu in grado di bloccare quel primo tentativo di imporre le regole delle corporation, che si basavano sulla supremazia delle multinazionali rispetto agli stessi governi. Era solo la prima tappa, perché le grandi società dei servizi non abbandonarono mai quel progetto, cambiando semplicemente strategia dopo l’inaspettata opposizione internazionale della società civile. Lo spirito dell’accordo sugli investimenti dell’Ocse è subito dopo rientrato in pieno nelle grandi privatizzazioni dei beni comuni, dal Brasile al Sudafrica, dall’Inghilterra all’Italia. Dal 1997, però, il granellino di sabbia che aveva momentaneamente bloccato l’ingranaggio delle privatizzazioni si è moltiplicato all’infinito, si è mostrato a Seattle, e poi a Genova. Ha lasciato sui marciapiedi le prime vittime, come Carlo Giuliani, ha visto massacrare i più giovani nella scuola Diaz, nella macelleria che era solo un assaggio del massacro sociale che si preparava.
In Italia è dopo il 2001 che partono le grandi privatizzazioni dell’acqua. Un timing perfetto, scandito dai due governi Berlusconi e dalla timidezza del governo Prodi, quando l’ala liberista del Pd – composta dalla coppia Bassanini-Lanzillotta – abbracciò in pieno le teorie elaborate dall’Ocse qualche anno prima. Ma il granellino dei movimenti cresceva sotterraneo, nei territori, ampliava la propria forza attraverso le battaglie locali di Aprilia, di Arezzo, di Frosinone, della Campania, della Sicilia, dei Castelli Romani. Aggiungeva alla forza del movimento la crescita del consenso popolare, di fronte all’aberrazione della privatizzazione dell’acqua.

La tappa centrale del successo del referendum ha come scenario il lungo serpentone di Corviale, nella periferia estrema di Roma. Il Forum dei movimenti dell’acqua, nel 2006, aveva già raggiunto la maturità che serviva per iniziare a costruire il cammino durato cinque anni che è esploso ieri nelle urne. Dal 2003 aveva partecipato a un’altra campagna, stavolta europea, contro la direttiva che privatizzava i servizi pubblici, la famigerata Bolkestein.
Di quell’incontro a Corviale non rimane nessuna cronaca nelle principali testate nazionali. In fondo quel movimento che si occupava di acqua, che difendeva i beni comuni quando quelle parole erano considerate quasi tabù anche nel centrosinistra, che chiedeva l’uscita delle multinazionali dalla gestione dei servizi idrici, mentre l’ultimo governo di centrosinistra della capitale affidava tutto ad Acea, stringendo accordi segreti con i francesi di Suez, sembrava una cosa minuscola per gli opinionisti più accreditati.

Dal quel Forum di Corviale è poi uscita la pietra miliare del movimento per l’acqua pubblica, la legge di iniziativa popolare, presentata in Parlamento accompagnata da 450 mila firme, una cifra record. Ben pochi parlamentari, probabilmente, hanno mai letto quegli articoli, né tanto meno hanno cercato di discuterla. Non hanno capito che quelle migliaia di firme erano in realtà solo la prima pietra per la costruzione di un consenso che ieri ha sfiorato i 30 milioni di italiani, restituendo al paese la possibilità di decidere e di cambiare lo stato delle cose.
Servirebbero migliaia di pagine per raccontare quello che in questi quattordici anni è accaduto. Serve soprattutto la mente sgombra dai rituali della politica decotta delle segreterie di partito. Il movimento che ha reso possibile il miracolo è l’incarnazione della metafora della Cattedrale e del Bazar, utilizzata anni or sono per descrivere la filosofia dell’open source. Le grandi realizzazioni medioevali avevano un architetto in grado di controllare anche il minimo movimento dell’ultimo scalpellino; un modello opposto a quello del Bazar, dove l’informazione è sempre condivisa e corre orizzontalmente, in una rete neurale di pari che abbatte ogni gerarchia. Così l’Italia che si è presentata ieri nelle urne è fatta di migliaia di granelli, di comitati in grado da soli di condurre battaglie senza sosta contro i giganti dell’acqua. L’esperienza, la conoscenza, lo studio dei contratti capestro, lo smascherare le strategie commerciali più immonde – come quella di staccare l’acqua con i vigilantes armati – sono l’immenso patrimonio condiviso, aperto, open source. Un modello che è stato in grado di coinvolgere città per città, municipio per municipio, quartiere per quartiere tutte quelle persone che avevano perso ogni speranza di cambiare. Per questo ieri si è celebrata una vittoria realmente e profondamente popolare, che ha un protagonista assoluto, il cambiamento non più arrestabile cresciuto dal basso. Così forte da superare lo sbarramento mediatico costruito quando ormai era troppo tardi, e in grado ora di proseguire – con ancora più forza – quella lotta di lunga durata per la riconquista dei beni comuni, per la ricostruzione di un futuro possibile e giusto.

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L’on. Napoli interroga il Governo sulle acque di Cetraro

16 giugno 2011 Commenti chiusi

La parlamentare chiede al Governo di divulgare i risultati scientifici che hanno determninato la revoca del divieto di pesca sancito dalla capitaneria di Porto nel 2007 per presenza di tracce di contaminazione da sostanze pericolose per la salute umana e per l’ambiente

Roma, giovedì 16 giugno 2011

On. Angela Napoli (FLI): interrogazione su revoca divieto pesca litorale Cetraro

Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della salute, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

- Per sapere – premesso che:

l’ordinanza dell’ufficio circondariale marittimo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di Cetraro n. 03/2007, datata 18 aprile 2007, stabiliva un divieto di pesca in alcune aree antistanti le località di Cetraro per la riferita presenza di tracce di contaminazione da sostanze pericolose per la salute umana e per l’ambiente;

nel corso di una riunione presso il medesimo ufficio circondariale marittimo di Cetraro, in data 7 agosto 2008, su convocazione dell’autorità marittima, i rappresentanti di varie amministrazioni locali (ASP, servizio veterinario, comune di Belvedere, ARPACAL, provincia di Cosenza) e della procura di Paola decidevano la revoca della suddetta ordinanza di divieto di pesca;

tuttavia, dal verbale della riunione del 7 agosto 2008, che è stato alla base della successiva ordinanza n. 30/2008 dell’8 agosto 2008 di revoca del divieto di pesca, si rileva, pur nella totale assenza di riferimenti quantitativi e precisi a qualsivoglia valore di concentrazione, che nuovi dati successivi a quelli che avevano portato all’ordinanza di divieto di pesca del 18 aprile 2007 «hanno evidenziato, a conferma dei precedenti studi, principalmente una concentrazione di arsenico superiore agli standard di qualità dei sedimenti di acque marine…» e che, sempre dal suddetto verbale, si evince che «…è risultato il superamento del valore di concentrazione soglia di contaminazione (CSC) nei sedimenti marini di arsenico e cobalto, nonché valori molto alti di alluminio e cromo»;

sempre nel medesimo verbale del 7 agosto 2008, si accenna al fatto che l’ARPACAL ha «analizzato le specie ittiche per i radionuclidi appartenenti alle famiglie U-Th-Cs evidenziando la presenza di tracce di Cesio 137 (attribuibile verosimilmente agli eventi di Chemobyl)» e ricordando che tali «eventi» sono successi ben oltre 20 anni prima del momento del campionamento e delle successive analisi di cui peraltro non si fornisce alcun dato quantitativo;

Porto di Cetraro

nel corso della medesima riunione, il rappresentante della procura di Paola riteneva che «alla luce delle analisi effettuate dall’ARPACAL ed alla luce delle note trasmesse dall’ICRAM (oggi confluita nell’ISPRA) e dal Ministero dell’ambiente ed alla luce delle prime e seconde analisi effettuate sul pescato dal servizio veterinario di Paola sarebbe opportuno voler valutare ulteriormente di effettuare le seguenti analisi scientifiche, soprattutto a fini precauzionali: 1) bioaccumulo…; 2) analisi di speciazione…; 3) ulteriori analisi radiometriche…; 4) ulteriori analisi sul pescato per quanto riguarda arsenico, cromo, piombo e mercurio…»;

il Direttore dell’azienda sanitaria provinciale di Paola chiedeva «se nel mercato risultano presenti specie ittiche pericolose per l’alimentazione umana» e che a tale richiesta il responsabile ufficio del servizio veterinario (ASP di Cosenza), presente alla riunione, rispondeva «di aver già comunicato in merito a chi di competenza e anche nel verbale del 1o agosto 2007»;

a conclusione del succitato verbale del 7 agosto 2008, l’autorità marittima chiedeva «…all’ASP di adoperarsi per effettuare gli ulteriori monitoraggi come richiesto dal rappresentante della Procura di Paola e dal Dipartimento di Prevenzione…»;

nella richiesta archiviazione inviata dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro al giudice delle indagini preliminari presso il tribunale di Catanzaro relativo al procedimento penale (n. 5003/09 RG. mod.21) a carico di Fonti Francesco e altri che, in sintesi, è relativo alle vicende del presunto affondamento doloso di «alcune navi contenenti rifiuti tossici e, con riferimento all’inabissamento di una di esse, avvenuto nel tratto di mare antistante il Comune di Cetraro…», si afferma che «l’ISPRA abbia …escluso qualsivoglia traccia di radioattività derivante da radionuclidi artificiali» e che secondo un esperto consultato in merito alla presenza di Cesio 137 «la presenza di tale radionuclide nelle matrici ambientali “è di sovente rilevata”»;

infine, nella medesima richiesta di archiviazione di cui sopra si afferma come «si evince che dall’analisi effettuata presso l’istituto zooprofilattico di Portici, circa la presenza di metalli in alcuni prodotti ittici,… non sono superiori ai limiti previsti dalla direttiva 2000/60/CE…» -:

se il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sia a conoscenza di quali siano gli elementi conclusivi di evidenza scientifica (nel rispetto dei diritti alla tutela della salute e dell’ambiente) che sono alla base della decisione (ordinanza n. 30/2008, dell’8 agosto 2008) dell’ufficio circondariale marittimo di Cetraro di revoca dell’ordinanza n. 03/2007 del 18 aprile 2007 di divieto di pesca emessa dallo stesso ufficio;

se il Ministro della salute sia a conoscenza delle valutazioni conclusive relative a risultanze analitiche spesso contraddittorie riguardanti la zona interessata dal divieto di pesca, che possono avere riflessi su aspetti rilevanti per la salute pubblica dei cittadini in Calabria, della gente di mare e più in generale dei cittadini italiani;

se si intenda rendere pubblici i dati (quantitativi) citati riguardo alla vicenda in questione, ovvero:

le varie analisi, comprese quelle effettuate prima dell’aprile 2007 e poi prima dell’agosto 2008, dell’ARPACAL e relative sia alle sostanze tossiche che a quelle radioattive (quali il Cesio 137);

le analisi realizzate dall’ASP di Paola dopo la richiesta dell’ufficio circondariale marittimo di Cetraro all’esito della riunione del 7 agosto 2008;

le informazioni consegnate «a chi di competenza» dal servizio veterinario ASP di Cosenza;

le analisi effettuate dall’ISPRA che escludono ogni presenza di radionuclidi artificiali nei sedimenti marini antistanti il litorale di Cetraro;

le analisi dell’istituto zooprofilattico di Portici che rilevano livelli non pericolosi di metalli nei prodotti ittici.

On. Angela Napoli (FLI)

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Il volume “Natale De Grazia, le navi dei veleni” sarà presentato a Roma

16 giugno 2011 Commenti chiusi

Roma 16 giugno 2011 - A pochi giorni dallo storico risultato della consultazione referendaria sul nucleare, la presentazione della graphic novel “Natale De Grazia, le navi dei veleni” (Round Robin Editrice, in collaborazione con l’associazione daSud), sarà occasione per parlare anche di scorie, quelle affondate dalla ‘ndrangheta nelle carrette del mare a largo delle coste della Calabria.

Natale De Grazia, Comandante di fregata, morto ufficialmente per un attacco cardiaco durante la notte del 12 e il 13 dicembre del 1995, faceva parte del pool che indagava sulle cosiddette “navi a perdere”. Seguiva una pista, che l’aveva portato a sfiorare anche la vicenda tragica della morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.

Gli autori, Enzo Mangini (giornalista), Pierdomenico Sirianni e Anna Ciammitti (disegnatori), presenteranno il volume, domenica 19 giugno alle ore 21.30 presso il Circolo degli Artisti (via Casalina Vecchia 42) a Roma. Interverranno con loro, Andrea Palladino (il manifesto), Vincenzo Mulè (Terra).

Sarà proiettato il reportage Le navi dei veleni, realizzato da Round Robin per Current TV.

Modera Sara Dellabella.

Per saperne di più:
http://www.roundrobineditrice.it/rred/scheda.aspx?bk=9788895731223
http://rredblog.wordpress.com/2010/12/13/natale-de-grazia/

Distribuzione:
NdA - www.ndanet.it
Fastbook - www.fastbookspa.it

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Incontro con Don Giacomo Panizza

16 giugno 2011 Commenti chiusi
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Referendum, le emozioni di chi ha lavorato

15 giugno 2011 Commenti chiusi

Grande risultato nel comprensorio di Amantea ed è festa grande.

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di Asmara Bassetti

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E’ fatta! Il referendum è passato!
I numeri parlano chiaro e sono andati oltre le aspettative di tutti: il 57% degli italiani aventi diritti al voto si è recato alle urne – più di 27 milioni di cittadini – superando di gran lunga la soglia del 50% + 1 necessaria per rendere valido il referendum.

Nonostante il Governo avesse scelto l’ultima data utile per indire i referendum – rifiutandosi di accorpare il referendum con le elezioni amministrative e facendo spendere ben 300 milioni di euro in più agli italiani – il popolo, tra il mare e il proprio futuro ha scelto  quest’ultimo, bocciando la privatizzazione dell’acqua pubblica, il nucleare e il legittimo impedimento.

E’ stato un percorso duro e faticoso quello che ha portato al referendum e lo sanno bene le associazioni ed i comitati, come il “De Grazia”, che insieme ad altre organizzazioni e liberi cittadini, per mesi si è battuto per sensibilizzare gli abitanti del comprensorio di Amantea senza tralasciare i paesini e le contrade. Anche i singoli volontari sono stati promotori dei temi referendari all’interno della propria cittadina – parlando con la gente, facendo numerosi stand informativi, volantinaggio, spettacoli, dibattiti, che vista la grande vittoria, hanno dato i suoi frutti.

Amantea, ha sorpreso tutti con una percentuale di votanti pari al 61,27%, ma l’importanza del referendum è stata molto sentita anche nei paesi vicini “animati” dal De Grazia: Falconara Albanese 55,8%, Lago 55,99 %, Cleto 53,3%, Longobardi 51,9%, Fiumefreddo Bruzio 50,4%, Belmonte Calabro 50,1%, S, Pietro in Amantea 49,68%, Serra D’Aiello 48,8%, Aiello Calabro 43,7%.

Immensa la gioia nell’apprendere che “ce l’avevamo fatta”, che potevamo gridare alla vittoria tante notti sognata, che a bassa voce avevamo iniziato a pronunciare già nei primi momenti dopo l’inizio degli sfogli. Ma la vittoria c’è stata, donando a tutti un’emozione che non si può spiegare a parole ma solo ricordare attraverso i numerosi momenti passati insieme a cercare di “far andare tutto nel verso giusto”.

Immancabile la festa “liberatoria” con un tuffo nei colori del referendum: le bandiere  azzurre dell’acqua pubblica ed il giallo del nucleare e la gioia immensa dei membri del comitato che hanno voluto condividere con tutti coloro che hanno contribuito al raggiungimento del quorum.
Insomma, una battaglia sudata, ma che alla fine ha premiato l’impegno di tutti, a dimostrazione che ogni guerra contro “il potente” può essere vinta, se il popolo si unisce e combatte insieme per i propri ideali e i propri diritti!
E’ stato così da sempre!

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Don Giacomo Panizza, il prete anti ndrangheta, torna ad Amantea

15 giugno 2011 Commenti chiusi

Don Giacomo Panizza torna ad Amantea.

“Contro le mafie non servono eroi. Bisogna che tanti facciano poco e non che pochi facciano molto. Serve che tutti ci impegniamo per la libertà di tutti, e la legalità è cosa nostra, un tassello di questo impegno”

Volontari del "De Grazia" con Panizza

Amantea, 14 giu. 2011 – C’era stato l’ultima volta il 24 ottobre 2009 rispondendo Sì all’appello del comitato De Grazia in occasione della grande manifestazione contro i veleni. Da qual momento è nata una collaborazione che ha portato i volontari del De Grazia ad essere ospiti della comunità Progetto Sud a raccontare la loro esperienza. Ora, Don Giacomo Panizza, torna nella cittadina tirrenica per raccontarci la sua storia grazie all’impegno dell’Auser di Amantea, un’altra importante realtà cittadina.

Giovedì 16 giugno nella piazza Calavecchia, Don Giacomo ci racconterà della sua esperienza in Calabria dove dice di aver trovato Purgatorio Inferno e Paradiso. Bresciano di origine, dal 2002 Don Giacomo Panizza è nel mirino di una delle più sanguinarie famiglie ‘ndranghetiste calabresi. Prima che intervenisse qualche mese fa al programma-evento di Rai 3 “Vieni via con me” come ospite di Roberto Saviano, pochi conoscevano il coraggio e l’impegno di don Giacomo Panizza, prete anti-’ndrangheta la cui storia è stata raccontata davanti a milioni di italiani. Adesso la sua esperienza può esser conosciuta da più gente grazie al volume “Qui ho conosciuto Purgatorio Inferno e Paradiso” (Feltrinelli – Serie Bianca, 256 pagine, prezzo di copertina 15 €).

Il libro nasce da una lunga ed appassionante conversazione con Goffredo Fofi, suo amico di vecchia data e compagno in molte battaglie sociali che lo hanno visto protagonista negli ultimi trent’anni. Nato da una famiglia di operai, nel 1964 Giacomo ha cominciato a lavorare in fabbrica dopo aver terminato la scuola elementare: lì è entrato in contatto con gli ambienti politici della sinistra militante, ed anni dopo, quando esplose una bomba a piazza della Loggia a Brescia, lui era con gli altri a manifestare, ed era lì anche qualche giorno dopo, quando la polizia arrestò i neri neofascisti e gli anarchici.

Dal suo quartier generale, il bar “Ai Miracoli”, Don Giacomo vedeva transitare studenti e barboni, giovani e prostitute, partecipando anche a convegni ed incontri che puntavano a trovare un sentiero percorribile di progresso e di giustizia per tutti. La vocazione lo ha colto da adulto e fidanzato, parecchio a digiuno di cristianesimo: dopo il seminario, il suo vescovo con molte titubanze lo ha ordinato sacerdote, obbligandolo a lasciare il quartiere delle prostitute per lavorare tra i disabili.

Don Giacomo ha così conosciuto la Comunità di Capodarco nelle Marche, un istituto che offriva agli handicappati amore e rispetto, coinvolgendoli nelle decisioni e richiedendo da parte loro responsabilità. Un bel giorno giunse a Fermo un gruppo di scout di Catanzaro che chieserio a Giacomo di ospitare anche qualche disabile calabrese, e venne deciso che a spostarsi fosse la comunità, spingendo alla nascita a Lamezia Terme (in provincia di Catanzaro) della Comunità Progetto Sud, che come dice Fofi è una “esperienza minoritaria che si radica e si concretizza nel mondo reale”.

Giacomo accetta di utilizzare a scopi sociali un palazzo requisito ai Torcasio, la famiglia malavitosa più temuta della zona: lo stabile che gli è stato assegnato dista pochi metri dalle abitazioni dei mafiosi a cui è stato sequestrato, ma ogni volta che deve accedere alla struttura deve bussare proprio a loro. Don Giacomo Panizza ha ricevuto molte minacce, la sede è stata più volte danneggiata, e qualcuno è arrivato a sabotare i freni dell’auto di un disabile, ma Don Giacomo non ha mai smesso di lottare.

Un libro appassionante come un romanzo, un dialogo serrato che ricostruisce la battaglia quotidiana di Don Giacomo Panizza contro la cosca dei Torcasio, ma anche il suo enorme amore per la terra calabrese, un progetto visionario e così grande da annullare la criminalità e gli altri ostacoli che si sono frapposti alla sua realizzazione. Perché “bisogna che tanti facciano poco, più che pochi facciano molto. Contro le mafie non serve Rambo. Serve che tutti ci impegniamo per la libertà di tutti, e la legalità è cosa nostra, un tassello di questo impegno”: soltanto in questo modo il Sud potrà superare i suoi limiti ed utilizzare pienamente le sue risorse ed il proprio tessuto sociale.

Guarda i video

“Vieni Via con me” – Saviano parla di Panizza

Panizza: “l’elenco delle cose che mi piacciono del Sud

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Premiati i vincitori del concorso letterario “Acqua come bene comune”

11 giugno 2011 Commenti chiusi

Gli studenti "premiati" del Liceo di Amantea

Amantea 11 giugno 2011 - Il concorso letterario “Acqua come bene comune” rivolto agli studenti delle scuole secondarie  superiori di Amantea, indetto dal Comitato civico “Natale De Grazia” e dal Comitato referendario comprensoriale “2 Sì per l’Acqua Bene Comune” e patrocinato dall’amministrazione comunale di Amantea, ha i suoi vincitori. La commissione, composta dalla prof.ssa Franca Furgiuele dell’ITC Mortati, dalla prof.ssa Ivana Vogliotti del Liceo scientifico e dal prof. Alfonso Lorelli del Comitato “De Grazia”, ha vagliato tutti i lavori che sono stati presentati ed ha deciso all’unanimità l’assegnazione dei premi previsti dal bando di concorso.

Il concorso è articolato in due sezioni:
A) una sezione per il miglior componimento letterario, composto dagli alunni sotto la diretta sorveglianza dei rispettivi docenti i quali hanno effettuato una prima selezione di merito;
B) una sezione per elaborati “audiovisivi” che prevede la presentazione di un breve documentario sull’acqua della durata massima di 15 minuti.

La Commissione  ha assegnato:
- il primo premio della sezione  letteraria alla studentessa ILENIA PASCALI dell’ITC Mortati;
- il secondo premio alla studentessa FELICIA OLEANDRO  dell’ITC Mortati;
- il terzo premio allo studente STEFANO FURGIUELE  del Liceo scientifico.

Il premio per il miglior audiovisivo è stato assegnato al documentario realizzato congiuntamente dalle studentesse  MARIANGELA COSCARELLA  E ANTONIETTA PELLEGRINO del Liceo scientifico.

Ai vincitori verranno consegnati come premio pacchi di libri donati dalla casa Editrice Rubbettino di Soveria Mannelli, dalla casa editrice Falco di Cosenza, dalle librerie “il Caffè” e “Morelli” di Amantea, dalla libreria “Ubik” di Cosenza.

Consegna della pergamena al prof. A. Lorelli vice-presidente del De Grazia

Ieri sera si è tenuta la premiazione degli studenti del Liceo e dell’Ipsia nel corso della manifestazione di chiusura dell’anno scolastico e questa sera (sabato 11 giugno) presso il Parco pubblico “La Grotta” saranno premiati gli studenti dell’ITC “Mortati”.

Ieri l’Istituto scolastico Liceo-Ipsia, nel corso della serata di chiusura dell’anno scolastico, ha conferito al Comitato “De Grazia” una pergamena a riconoscimento dell’impegno civico e dell’azione di sensibilizzazione a difesa dei beni comuni svolta anche all’interno della scuola con il concorso letterario.

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