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Saviano: ”Rifiuti business come narcotraffico”

5 giugno 2010

«Le ecomafie sono business, sono silenzio, sono tacito accordo.
Il puzzo del loro malaffare è coperto dalle parole rassicuranti di quelli che ripetono a oltranza che tutto va bene»


I guadagni del traffico illecito dei rifiuti investiti in altri settori "legali"

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Roma. “Quello dei rifiuti è diventato uno dei business più redditizi che negli anni ha foraggiato le altre economie”, come per il narcotraffico, i profitti dell’ecomafia.

Vengono poi utilizzati dalle organizzazioni criminali per accumulare capitali con cui poi entra in altri settori, come negozi, alberghi, proprietà immobiliari, trasporti”.

È quanto scrive Roberto Saviano nella prefazione del rapporto ‘Ecomafia 2010′ presentato oggi da Legambiente. “Quindi in realtà – scrive ancora Saviano – usare il territorio italiano come un’eterna miniera nella quale nascondere rifiuti è più redditizio che coltivare quelle stesse terre”. “Le ecomafie sono business, sono silenzio, sono tacito accordo. Il puzzo del loro malaffare è coperto dalle parole rassicuranti di quelli che ripetono a oltranza che tutto va bene”, continua Saviano il quale sottolinea come, con i più di venti miliardi di guadagni annui, “le mafie attraverso gli affari del settore ambientale ricavano un profitto superiore a quello annuo della Fiat, che è di circa 200 milioni di euro, e di Benetton, che è di circa 120 milioni di euro”. Per lo straniero “l’idea dell’Italia muta” – continua Saviano. Se egli conservava “l’illusione delle colline toscane e del buon vino, delle belle donne e della pizza osservando il Vesuvio da lontano mentre il mare luccica cristallino, qualcosa inesorabilmente cambia. Tutto assume una dimensione meno idilliaca e più sconcertante”.

ANSA, 4 giugno 2010

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