Valle dell’Oliva, Giordano: Presto i risultati dall’Arpacal
Il procuratore capo di Paola conferma la presenza di rifiuti sotterrati nel terreno al centro dell’inchiesta del Corriere della Calabria
AMANTEA «Quest’operazione ci ha permesso di accertare che anche in quest’area è stato riversato di tutto. Dai rifiuti industriali a sfridi dell’edilizia. Ma in questo occasione c’è l’aggravante che sono stati gettati ad una profondità tale da entrare a contatto con la falda acquifera». Così Bruno Giordano, procuratore capo di Paola commenta l’operazione condotta con il coinvolgimento dei mezzi pesanti del comando provinciale dei vigili del fuoco di Reggio in un terreno nella valle dell’Oliva ad Amantea. Un’indagine aperta dalla Procura in seguito ad un’inchiesta pubblicata dal Corriere della Calabria che aveva pubblicato alcuni scatti che ritraevano alcuni mezzi – almeno tre camion di grosse dimensioni, due escavatrici e una pala meccanica – intenti a gettare, in un grosso fosso, del materiale scuro e poi a ricoprire il tutto. In altri scatti, sempre ripresi dal nostro settimanale, si notava poi la stessa zona ricoperta da una pesante massicciata. I sospetti erano alimentati dalla circostanza che la zona è all’interno dell’area – la valle dell’Oliva nel Cosentino – al centro di una lunga indagine portata avanti fin dal 2004 dalla Procura paolana e che il terreno teatro dell’operazione era limitrofo all’azienda il cui titolare, Cesare Coccimiglio è accusato di disastro ambientale. Da qui l’interessamento degli inquirenti e l’avvio dell’indagine che ha portato al sequestro del terreno e alla successiva operazione – coordinata dai Nucleo ecologico ambientale dei carabinieri di Catanzaro – condotta dai vigili del fuoco, dall’Arpacal, oltre agli uomini del nucleo Ambiente della stessa Procura. «La preoccupazione era tanta – afferma Giordano – per l’accuratezza con la quale si era proceduto a nascondere i rifiuti. Visto che il terreno per una lunga striscia è stato ricoperto con pesanti massi. Per questo gli uomini che hanno lavorato nella zona hanno proceduto con una particolare cautela». Sul contenuto dei materiali rintracciati in questa nuova inchiesta il procuratore ha affermato di voler aspettare le analisi più dettagliate. «Nel corso dell’operazione – sottolinea Giordano – l’Arpacal ha proceduto a prelevare dei campioni per avviare specifiche analisi. Siamo convinti che i risultati li avremo molto presto, ma da un primo esame sembrerebbero fanghi industriali e sfridi dell’edilizia, quindi non rifiuti particolarmente speciali».
Roberto De Santo