Valle Oliva, durante gli scavi rinvenuto materiale interrato
La scoperta nel corso delle operazioni che hanno coinvolto diversi mezzi dei vigili del fuoco, i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Catanzaro e i tecnici dell’Arpacal tese a rimuovere i massi che coprono un terreno sospetto. La vicenda prende spunto dall’inchiesta pubblicata sul Corriere della Calabria
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AMANTEA, 15 Mag. 2012 - Sono arrivati fino oltre cinque metri di profondità i mezzi dei vigili del fuoco del comando provinciale di Reggio Calabria per consentire il prelievo di campioni dal terreno sospetto nella valle dell’Oliva ad Amantea. E già nel corso delle operazioni – coordinate dai Noe di Catanzaro su disposizione delle Procura di Paola – è stato rivenuto materiale diverso dallo stato dei luoghi. Secondo gli inquirenti, si tratterebbe molto probabilmente di materiale frutto di attività di discarica abusiva di rifiuti.
Mentre per conoscere la natura delle sostanze interrate si dovranno attendere le risultanze dell’Arpacal. I tecnici dell’Agenzia di protezione dell’ambiente di Cosenza hanno provveduto a campionare aliquote di terreno dalla profondità da inviare poi al laboratorio bruzio per compiere dettagliate analisi chimiche. Ma i prelievi come tutte le altre attività di indagine sui luoghi proseguiranno anche domani.
Oggi sul posto hanno lavorato, oltre ai Noe e ai vigili del fuoco di Reggio, gli uomini del nucleo Nbcr (Nucleare, batteriologico chimico e radiologico) dei vigili del fuoco di Cosenza, del nucleo ambiente di polizia giudiziaria della Procura di Paola e dell’Arpacal Cosenza. L’operazione – che prende le mossa da un’inchiesta del Corriere della Calabria cha ha documentato un presunto, nuovo caso d’inquinamento dei terreni – è partita già ieri mattina con la rimozione dei pesanti massi che coprivano il lembo di terreno nel cui sottosuolo sarebbero stato interrato materiale sospetto. Un’area già passata agli onori della cronaca per l’inchiesta avviata fin dal 2008 dalla Procura della Repubblica di Paola sulla presunta ipotesi di disastro ambientale causato proprio da migliaia di metri cubi di materiale altamente pericoloso – per lo più fanghi industriali, provenienti da fuori regione – che, secondo gli accertamenti effettuati dagli inquirenti, sarebbero stati interrati nella zona. Un’inchiesta delicata che ha portato all’arresto dell’imprenditore amanteano, Cesare Coccimiglio (poi scarcerato dal Tribunale della libertà di Catanzaro) e all’incriminazione di altre quattro persone accusate a vario titolo di aver permesso l’interramento del materiale tossico-nocivo che avrebbe contaminato i terreni e le acque superficiali e profonde della vallata.
Nell’operazione – disposta dal procuratore capo , Bruno Giordano, titolare dell’inchiesta sull’Oliva – sono al lavoro da ieri un escavatore e una grossa pala meccanica proveniente dal nucleo motorizzato dei vigili del fuoco di Reggio. Sono stati proprio questi mezzi pesanti ad operare in zona. Nel corso di un breafing avvenuto ieri, infatti, si è deciso di procedere con i lavori di rimozione dei massi e di scavo dei terreni utilizzando solo i mezzi della squadra reggina senza far intervenire il ragno meccanico del comando nazionale dei vigili del fuoco di Roma che, in un primo momento, era stato allertato.
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L’INCHIESTA DEL CORRIERE DELLA CALABRIA
Il fascicolo d’indagine su cui si sta muovendo la Procura parte su un nuovo presunto caso di interramento di materiale contaminato nella valle dell’Oliva. I sospetti degli inquirenti, stimolati dagli scatti fotografici pubblicati sul nostro settimanale, si sono concentrati in quest’area limitrofa all’azienda dell’imprenditore edile finito nell’inchiesta della Procura paolana. In particolare quegli scatti, riportati a dicembre scorso sul Corriere della Calabria, ritraevano alcuni mezzi – almeno tre camion di grosse dimensioni, due escavatrici e una pala meccanica – intenti a gettare, in un grosso fosso, del materiale scuro e poi a ricoprire il tutto. Altre foto, pubblicate sul settimanale, testimoniavano infine che quella stessa area era stata interamente coperta da grossi massi. Da qui i sospetti della Procura che ha aperto un apposito fascicolo su un presunto nuovo caso d’inquinamento della valle dell’Oliva. Le operazioni avviate ieri – fanno sapere i tecnici – dureranno ancora alcuni giorni. Dopo i lavori di rimozione dei massi e di prelievo dei campioni infatti i mezzi dei vigili del fuoco dovranno ripristinare lo stato dei luoghi.
Roberto De Santo
Corriere della Calabria