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Archivio per la categoria ‘Attività del Comitato’

Veleni italiani verso la Spagna

19 febbraio 2011 Commenti chiusi

Navi dei veleni. Traffico di rifiuti tossici da Genova all’Andalusia

di Andrea Palladino su “Il Manifesto”

Genova, 18 febbraio 2011 – Il portolano dei grandi broker dei rifiuti italiani è in fase di aggiornamento. Cambiano le rotte, si rinnovano gli accordi, ma i metodi sono gli stessi da un tempo ormai immemorabile. La nuova rotta delle navi dei veleni porta verso la Spagna: attraversa il mediterraneo, supera Gibilterra, per poi risalire il fiume Guadalquivir, fino al porto di Siviglia. Un percorso utilizzato in queste ore dalle navi che trasportano 80.000 tonnellate di terre di bonifica arrivate dalla ex Sisas di Pioltello, sito industriale alle porte di Milano, la cui bonifica è coordinata direttamente dal ministero dell’Ambiente. Un’operazione da fare in fretta, perché tra pochi giorni arriverà la commissione europea con in tasca pronta l’ennesima multa milionaria per l’Italia, se l’area non sarà stata ripulita.
Siviglia è solo il porto di arrivo per le navi partite da Genova, cariche di rifiuti pericolosi. La meta finale dei container e dei big bags bianchi riempiti con nerofumo contaminato da mercurio è l’enorme e terrificante discarica di Nerva, gestita dall’azienda spagnola Befesa. Una conca stipata di rifiuti pericolosi, un deposito costruito in una zona oggi economicamente depressa dell’Andalusia: da almeno un anno qui vengono stipati i veleni della Liguria e della Lombardia.
Scorrendo l’elenco delle autorizzazioni rilasciate dalla provincia di Genova – le uniche facilmente disponibili online – appare un nome che spaventa chi conosce il mondo sotterraneo dei veleni e delle bonifiche, l’area della Stoppani. «Sono terre dove il cromo esavalente, la vera bestia nera per chi si occupa di scorie industriali, è penetrato in profondità», raccontano esperti del settore appena sentono nominare il nome dell’ex industria chimica situata tra Cogoleto e Arenzano. Dove sono finite quelle terre contaminate, residuo della bonifica?

I conti che non tornano
I primi di luglio dello scorso anno una colonna di camion si mette in fila davanti ai cancelli del deposito di rifiuti pericolosi di Nerva. Trasportano parte di quei resti della bonifica dell’area della Stoppani realizzata dalla società di Parma Riccoboni Spa. Tre mesi prima la provincia di Genova aveva autorizzato l’esportazione di 8.000 tonnellate di rifiuti provenienti dall’ex fabbrica, chiedendo la presentazione delle fideiussioni necessarie a garantire il corretto smaltimento. I rifiuti non possono infatti essere buttati in discarica senza prima subire un processo che li renda inerti. Sulla carta quel carico venne trattato dalla società spagnola Befesa – prima di entrare a Nerva – negli impianti di Palos de la Frontera, a qualche chilometro di distanza. Ma qualcosa non torna.
Izquierda Unida dell’Andalusia nei giorni scorsi ha presentato un esposto dettagliato alla Fiscalia spagnola, chiedendo l’apertura di un’indagine sui rifiuti italiani. Secondo alcuni documenti allegati alla denuncia, il trattamento sarebbe stato solo virtuale. «Nei registri informatici dell’impianto di inertizzazione di Palos – si legge nel dossier che i magistrati spagnoli stanno esaminando – i camion della Riccoboni appaiono senza ora di entrata e uscita». Non solo. Analizzando altri movimenti di quei giorni, Izquierda Unida ha evidenziato altre stranezze nei movimenti dei mezzi: «Ventitré camion vengono caricati con una media di 25.000 chilogrammi di materiale netto ciascuno, pesati e dotati di documentazione in un tempo complessivo di 35 minuti. Questo è impossibile e dimostra la falsità di questi dati». Un’accusa netta e pesante. Per la Riccoboni si tratta di «una questione locale, che verificheremo quanto prima». I tecnici dell’azienda di Parma assicurano in ogni caso di avere in mano tutte le certificazioni previste e di aver visitato personalmente gli impianti: «Non ricordo quando ci sono stato – ha spiegato a il manifesto un dirigente – ma era tutto regolare».

Le navi della Prestigiacomo

Nerva (Andalusia). Rifiuti italiani

La conferma che la discarica spagnola di Nerva piace tanto all’Italia arriva dalla gigantesca operazione in corso in questi giorni a Pioltello. Come nel caso della Stoppani la gestione della bonifica e, di conseguenza, dell’intera filiera che termina in Andalusia è stata affidata direttamente alla struttura commissariale del ministero dell’Ambiente. Nel caso dell’ex Sisas di Pioltello la gestione è in mano all’avvocato Luigi Pelaggi, braccio destro del ministro Stefania Prestigiacomo. «A lui vi dovete rivolgere per ogni informazione», spiega il portavoce dell’assessorato all’ambiente della regione Lombardia. Ma l’avvocato Pelaggi – cercato più volte da il manifesto – di questa storia non ha voluto parlare.
Gli uffici delle autorità portuali di Siviglia hanno confermato il puntuale arrivo delle navi partite da Genova con i residui di Pioltello. La Zeeland, ad esempio, partita il 2 febbraio è arrivata in porto la sera del 6. La spola tra Genova e il porto andaluso è continuo, raccontano. Dalle navi vengono scaricati i container, che partono verso Nerva, attraversando le strade montuose – e a volte dissestate – del sud della Spagna. E non sempre le cose vanno bene: alla fine di gennaio un carico di nerofumo arrivato dall’Italia (il numero di serie del container risulta in carico a Fs Logistica Spa) si è ribaltato, arrivando a sfiorare un torrente che alimenta la falda acquifera della zona. Ma il vero dubbio è se e come vengono trattati i rifiuti pericolosi. E soprattutto cosa c’è scritto nella documentazione che ritornerà in Italia attestando il regolare smaltimento, che dovrà essere controllata e presentata per svincolare le fideiussioni milionarie presentate dalla società che ha vinto l’appalto della bonifica, la Daneco dei fratelli Colucci.
L’impianto di Nerva – secondo Izquierda Unida – non avrebbe la tecnologia necessaria per processare le scorie. Anche in questo caso il sospetto – che la magistratura dovrà verificare – è che tutto finisca in discarica senza nessun trattamento. Una preoccupazione che viene confermata anche da uno degli storici consulenti di Greenpeace, un esperto che si occupa di traffico di rifiuti tossici da almeno una decina di anni.
La scelta della Spagna nasce dai bassi costi che questo tipo di impianti ha rispetto a quelli tedeschi. Secondo alcuni operatori del settore – che chiedono l’anonimato – smaltire a Nerva costa all’incirca 60-70 euro a tonnellata, contro i 90 euro medi degli impianti del nord Europa. Non solo. Il trasporto via mare è sempre stato quello preferito dai broker dei rifiuti tossici, perché più discreto ed economico. «Far partire un cargo di 3000 tonnellate – racconta chi conosce il settore – costa meno di trentamila euro. Cifra decisamente più conveniente rispetto alla via terrestre verso la Germania». Ecco quindi che rispuntano i container contaminati e le navi cariche di veleni, dirette verso discariche lontane dagli occhi dell’Italia, dove si possono gestire le operazioni con la discrezione necessaria. Tutto sotto l’alta egida del ministero dell’Ambiente.


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Acqua: referendum a maggio insieme alle amministrative

16 febbraio 2011 Commenti chiusi

Chiediamo al Governo e alle forze politiche e istituzionali di poter votare per il referendum sull’acqua nella stessa data delle elezioni amministrative di maggio.

firma anche tu

clicca e sottoscrivi per l’accorpamento referendum-amministrative


“Con questa iniziativa il Comitato Referendario intende porre l’attenzione sull’opportunità e sull’utilità dell’accorpamento, al fine di contenere i costi pubblici legati all’esercizio del voto e per favorire la maggior partecipazione popolare possibile alle consultazioni referendarie.

APPELLO AL GOVERNO

REFERENDUM ACQUA:

ACCORPAMENTO CON LE AMMINISTRATIVE

Grazie al sostegno di oltre un milione e quattrocentomila donne e uomini di questo Paese, nella prossima primavera il popolo italiano sarà chiamato a votare due referendum per la ripubblicizzazione dell’acqua.

Chi ha posto la propria firma lo ha fatto nella convinzione che la battaglia per l’acqua pubblica sia prima di tutto una battaglia di civiltà, per la tutela e l’accesso universale ad un bene comune. Concetti incompatibili con ogni forma di privatizzazione e di consegna al mercato di un bene essenziale alla vita.

Ed è una battaglia di democrazia, per dare a tutte e tutti il diritto di decidere su ciò che a tutti appartiene.

I due referendum rappresentano una seria minaccia per chi vuole ricavare facili profitti dall’acqua: non mancano le pressioni dei poteri forti dell’economia e della politica istituzionale, per questo si accelerano le privatizzazioni nei territori, mentre si pensa di rimandare i referendum all’ultima data possibile, il 12 giugno, sperando che vinca l’astensionismo.

Noi non ci stiamo.

Pensiamo che l’acqua sia un bene essenziale, da gestire in forma pubblica e partecipata dalle comunità locali.

Pensiamo che i referendum siano uno strumento fondamentale di democrazia e partecipazione.

Pensiamo che, nel pieno della crisi economica, sia ingiustificabile sperperare i soldi dei cittadini.

Per questo chiediamo al Governo e alle forze politiche e istituzionali l’accorpamento della data del referendum con quello delle prossime elezioni amministrative.

Rispettando la sovranità popolare, risparmiando denaro pubblico ed evitando l’assurdità di ritrovarsi alle urne per ben tre volte in poche settimane.

Comitato Referendario “2 Sì per l’Acqua Bene Comune”

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Cosenza “invasa” dalle Donne…

16 febbraio 2011 Commenti chiusi

Piazze gremite per la mobilitazione del 13 febbraio
A Cosenza piazze affollate da donne pronte a riaffermare la propria dignità. Presenti alcune rappresentanti del Comitato De Grazia

di Asmara Bassetti

Cosenza, 13 feb. 2011 – Oggi Cosenza c’era. C’erano le donne, e non solo donne.

In piazza Kennedy la gente ha iniziato ad arrivare già alle 10. Centinaia di palloncini rosa e sciarpe dello stesso colore al collo delle signore facevano sembrare ancora più viva e allegra la già bella e tiepida giornata.

Nessuno striscione o bandiera di partiti politici o associazioni erano presenti, ma numerosi cartelloni, ironici o seri, portati a testa alta da numerose donne ma anche uomini, che a Cosenza come in altre città italiane, sono scese in piazza per gridare “basta!”; basta ad un società e ad una classe dirigente prevalentemente maschilista che ci vede come oggetti, come merce di scambio di cui usufruire finché si è giovani e belle, in cambio di un lavoro o di un incarico, e da metter via quando compare qualcuna più giovane ed attraente.

Alle 11 circa, quando la piazza era gremita, il corteo è partito, attraversando l’intera zona pedonale di corso Mazzini, per poi fermarsi di fronte a Palazzo degli Uffici, dove, si sono susseguiti gli interventi. Voci rabbiose e forti di donne che hanno riempito la piazza denunciando l’annullamento che la dignità femminile sta subendo.

Viene letta una lettera scritta da un uomo,che ribadisce «è un fatto anche di dignità maschile e non solo femminile», dimostrando che non tutti i rappresentanti dell’altro sesso, vedono le  donne come qualcosa da sfruttare per il proprio piacere sessuale.

Tra i vari interventi, quello di Giovanna, studentessa del liceo “Telesio” di Cosenza, che legge – mentre tiene il foglio nella mano emozionata e tremolante – il “Discorso agli Ateniesi” di Pericle, incoraggiata e applaudita dalla folla, da cui riceve tanti “Brava!” detto veramente con il cuore.

Segue Matteo, studente anche lui, che si augura che la manifestazione «non sia solo una manifestazione di rabbia, come è giusto sia, ma un punto di partenza per costruire un’alternativa culturale a questa riduzione della donna in merce, di non chiudersi nei ghetti delle ideologie, ma di aprirsi nella costruzione di un modello valoriale opposto a quello attuale».

Seguono gli interventi di Eva Catizone, ex sindaco di Cosenza, dell’attrice e giornalista Adriana Toman, di Franca Villoresi in rappresentanza della delegazione del PD di San Giovanni in Fiore.

Applaudita con calore, una signora albanese ma ormai italiana di adozione, che apre il discorso con «non pensavo di trovare un paese così narcotizzato. Il problema non è Berlusconi ma gli italiani, quindi svegliamoci! »

E come darle torto!

Probabilmente, se noi donne siamo arrivate a scendere in piazza per fare un passo avanti nel riprenderci la dignità che ci spettava di diritto, e che già le nostre mamme, scendendo in piazza, avevano conquistato, forse è anche un pò colpa nostra, abbiamo lasciato correre, abbiamo lasciato che la situazione andasse avanti senza riuscire a fare qualcosa per fermare la discesa verso un fondo, che forse stiamo toccando.

Ma ora diciamo basta, fermiamo questa società, andiamo contro le istituzioni, che vogliono, non solo le donne, ma l’intero popolo italiano, succube e accondiscendente per attuare i loro programmi di potere e ricchezza, senza riuscire a capire che per rappresentare bene un popolo si deve lavorare “per il popolo” e non “per se stessi”.

Finito il sit-in, la folla si disperde, ma solo fisicamente, perché le donne finalmente capiscono che non sono più sole, ma sono insieme ad affrontare una battaglia, che quando vinta, migliorerà la vita di tutti, anche degli uomini!

C’è chi propone di ritrovarsi in piazza, prossimamente, anche per stare insieme, ritrovarsi, ballare, cantare, esprimere le proprie idee.

Molti sembrano d’accordo. E allora ,al prossimo appuntamento, per riempire l’agorà proprio come si faceva un tempo, quando il “ grande fratello” e i concorsi di bellezza, erano ben lontani dalla realtà!

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“Se non ora quando?”…il 13 in piazza anche a Cosenza.

11 febbraio 2011 Commenti chiusi

Domenica in tutta Italia una Manifestazione per affermare la dignità delle donne. Anche le Donne del comitato De Grazia scenderanno in piazza a Cosenza. Al loro fianco gli attivisti di sesso maschile

di Asmara Bassetti

Anche Cosenza si prepara all’iniziativa prevista per domenica prossima “Se non ora Quando?”.

Il 13 febbraio, le donne si uniranno in una grande battaglia: manifesteranno per dimostrare il rispetto per la propria dignità , e perché è indecente essere rappresentate come oggetto da svendere al politico di turno.

Consapevoli della propria libertà, ottenuta grazie a donne che hanno combattuto per ottenere rispetto da parte di una società che le aveva sempre considerate “al di sotto” del ruolo maschile, partiranno da Piazza XI settembre alle dieci e mezza,  proseguendo per l’intera isola pedonale di Corso Mazzini.

L’iniziativa che si terrà contemporaneamente in molte città italiane con adesioni trasversali non è un attacco ad “altre” donne.

Su, non facciamo i moralisti! Il sesso non è un tabù, ognuna può fare del proprio corpo ciò che vuole! E’ vergognoso il modo in cui viene presentata la donna in questi giorni – non tanto per le loro scelte, quanto per chi approfitta della “situazione”- è il prostituirsi con membri del potere istituzionale, in cambio di apparizioni televisive, o cariche politiche, dando un’idea di se, che poco c’entra con la dignità e la libertà di azione.

E allora domenica tutti in piazza, uomini compresi ovviamente!

E che le donne non debbano più “offrirsi” per ottenere ciò che va invece conquistato!

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Cineforum: a Lamezia Progetto Sud proietta “L’ultima spiaggia…”

10 febbraio 2011 Commenti chiusi

Dopo la proiezione seguirà dibattito con il regista calabrese Massimo De Pascale e un portavoce del comitato civico “Natale De Grazia” di Amantea.

Lamezia Terme, 10 febbraio 2011 – L’appuntamento con la terz’ultima proiezione del cineforum “Pensieri Liberi”, organizzato dall’Associazione Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme in collaborazione con “R-Evolution Legalità”, è previsto per martedì 15 febbraio 2011 alle ore 18 presso la Sala Sintonia di via A. Reillo 5. Verrà proiettato il documentario inedito “L’ultima spiaggia. Un saggio di geografia disumana”  realizzato lo scorso anno dal regista Massimo De Pascale.

Il documentario, della durata di circa 50 minuti, è incentrato sul tema del traffico dei rifiuti che riguarda la Calabria.

“Il senso del lavoro è racchiuso in buona parte nel sottotitolo “Un saggio di geografia disumana” – ha dichiarato l’autore –. Si tratta di un documentario in cui la denuncia di una situazione estrema avviene attraverso il linguaggio delle immagini, cercando di coniugare poesia e antropologia e dilatando il discorso dalla situazione particolare a una riflessione più generale sull’incrinarsi del rapporto tra l’uomo e la natura”.

Il documentario si snoda attraverso una serie di interviste (le testimonianze di chi ha vissuto i fatti, da testimone o vittima, da ambientalista stigmatizzato, tacciato di essere allarmista, o da osservatore incredulo) che ricostruiscono la storia delle navi affondate nel Tirreno cosentino, partendo dallo spiaggiamento della motonave “Rosso” sino ad arrivare alla contorta vicenda della nave Cunsky che, secondo le recenti dichiarazioni del pentito Francesco Fonti, fu affondata al largo delle coste di Cetraro, con il suo carico di rifiuti radioattivi. Massimo De Pascale ripercorre questi eventi lentamente, centellinando i fatti, mettendoli insieme, tassello dopo tassello. Come se stesse componendo un puzzle.

Dopo la proiezione del documentario saranno presenti in sala il regista Massimo De Pascale e Gianfranco Posa portavoce del Comitato Civico “Natale De Grazia”, che ci parleranno della realizzazione dell’opera filmica e risponderanno alle domande del pubblico.

Il Comitato Civico Natale De Grazia è nato nell’agosto 2004 negli ambienti del WWF di Amantea (CS) in seguito alle vicende del caso giudiziario della motonave “Rosso”, che il 14 dicembre 1990 si spiaggiò sulle coste di Amantea e di cui si indagò per il sospetto che si trattasse di una delle tanti “navi a perdere”, ovvero che dovesse essere affondata con un carico di rifiuti pericolosi. Il fallito affondamento fece nascere il problema dello smaltimento del carico che si sospettava esser stato illegalmente interrato in un luogo preciso del bacino idrografico del torrente Oliva. Un caso giudiziario chiuso con l’archiviazione per mancanza di prove.

A partire da quel mistero è partita un’indagine ad ostacoli – su cui investigò, tra gli altri, il capitano Natale De Grazia, morto successivamente nel 1995, in circostanze mai chiarite – su un mistero ancora più grande e inquietante: la possibilità che decine di vecchie navi siano state mandate appositamente a picco per smaltire rifiuti tossici e radioattivi. Un’operazione durata anni con la complicità di governi europei e non, servizi segreti e ‘ndrangheta.

L’attività del comitato è proseguita per far conoscere la verità sull’inquinamento riscontrato nella vallata del Fiume Oliva e per far bonificare i luoghi contaminati anche – e soprattutto –  alla luce delle numerose patologie tumorali riscontrate tra gli abitanti della zona.

Associazione Comunità Progetto Sud

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Acqua Pubblica, inizia la campagna referendaria

3 febbraio 2011 Commenti chiusi
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Fiume Oliva, l’Ispra ha consegnato i dati sulla radioattività.

24 gennaio 2011 Commenti chiusi

Si tratterebbe di radioattività naturale. Ma a pochi giorni dalla chiusura delle indagini mancano i dati complessivi.

Nell’estate del 2010 sono iniziati e si sono conclusi i carotaggi nel fiume Oliva. «Entro fine novembre consegneremo i dati sulle analisi chimiche, per quelle sulla radioattività necessita più tempo» dissero i responsabili dell’Ispra al procuratore di Paola. Fino a qualche giorno fa nelle stanze della procura di Paola erano arrivati solo i risultati delle analisi chimiche condotte dall’Arpa Calabria, grazie alla collaborazione mostrata dall’ente ambientale calabrese con gli inquirenti. Le analisi sembrano confermare la presenza di fanghi industriali e di terreno contaminato da metalli pesanti tra l’altro idrocarburi, arsenico, cadmio, nichel, zingo, selenio, tallio, antimonio, tutte sostanze altamente pericolose per la salute degli abitanti della zona.

Dall’Ispra invece nessun risultato fino alla fine della settimana appena trascorsa. Eppure le analisi da condurre dall’ente governativo erano di numero nettamente inferiore a quelle condotte dall’Arpacal, almeno dal punto di vista chimico.

In questi ultimi giorni sono stati trasmessi dall’Ispra i dati preliminari sulla radioattività riscontrata nella cava di Valle del Signore, che confermano quanto affermato dai tecnici dell’Ispra durante i lavori di carotaggio, ovvero che si tratterebbe di radioattività di origine naturale. Così il procuratore Giordano si è visto costretto a convocare in Procura i tecnici dell’Ispra con quelli dell’Arpa Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna per metterli a confronto con quelli dell’Arpacal che nel 2009 certificarono la presenza di Cesio137 un radionuclide artificiale. L’incontro tra gli esperti dovrebbe tenersi nei primi giorni di febbraio, alla fine dello stesso mese scadranno i termini per le indagini preliminari e la Procura dovrà pronunciarsi: archiviazione o rinvio a giudizio degli indiziati? Mentre ancora resta in attesa dei dati mancanti e soprattutto della relazione complessiva  finale.

«Radioattività non da scorie» L’Ispra ha consegnato la relazione sui carotaggi effettuati in una cava ad Aiello
La Procura di Paola ha convocato l’Arpacal per esaminare le contraddizioni dei dati

Paolo Orofino su Il Quotidiano della Calabria del 23 gennaio 2011

AIELLO CALABRO – L’Ispra ha consegnato la relazione sui carotaggi a Valle Oliva. Gli esiti sugli esami radiometrici hanno dato esito negativo. Gli indici anomali di radioattività nella cava dismessa di Aiello Calabro, per l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, non sono riconducibili a scorie o altro materiale, che si sospettava fosse stato clandestinamente interrato nell’area, che, si ricorda, dista solo tre chilometri dal punto della spiaggia amanteana, dove venti anni fa si arenò la Jolly Rosso. Questa coincidenza ha contribuito ad infittire il mistero, che oggi sembra risolto. La radioattività misurata dai contatori Geiger nel maggio del 2009, pertanto, escludendo l’ipotesi “artificiale” introdotta dall’Arpacal, che al termine di primi rilievi nella cava di Aiello, parlò di “individuazione del radionuclide artificiale”.

Questa notizia preoccupante, riferita pure ai magistrati che seguivano l’inchiesta, messa in relazione alla suddetta vicinanza del sito “radioattivo”, al tratto di arenile dove si verificò lo spiaggiamento della Jolly Rosso, ha contribuito alla strutturazione di un caso senza precedenti per la Calabria.

Dopo l’anticipazione del Quotidiano, al riguardo, e l’ampio servizio pubblicato nei giorni seguenti dal settimanale “L’espresso”, anche il Tg1 della sera ha dedicato l’apertura alla notizia della “collina radioattiva” così ribattezzata.

PRESTO UNA RIUNIONE FRA ARPACAL E ISPRA.

La vuole il procuratore della Repubblica, Bruno Giordano, titolare del fascicolo sul presunto smaltimento illecito di rifiuti nocivi nella vallata del fiume Oliva, dove si trova la cava col dato anomalo di emissioni radioattive. La riunione dovrebbe tenersi nei primi di febbraio fra i tecnici dell’Arpacal e quelli dell’Ispra, affiancati

dal personale dell’Arpa-Piemonte. L’incontro è necessario per spiegare alcune apparenti contraddizioni. «Dati relativamente contrastanti » così li ha definiti lo stesso Giordano riferendosi alle conclusioni, circa l’origine della radioattività, raggiunte prima dall’Arpacal e poi dall’Ispra.

Ovviamente quella dicitura “individuato il radionuclide artificiale” ha indotto un po’ tutti, inquirenti compresi, a ipotizzare la presenza di sostanza radioattive sotterrate. Oggi, però, l’Ispra ci dice che non è vero. Nel corso del colloquio fra tecnici dei diversi enti che si sono occupati della scottante questione, alla presenza del procuratore Giordano, si cercherà di chiarire queste incongruenze.

L’ispra e l’Arpa-Piemonte hanno impiegato oltre sei mesi per consegnare al procuratore di Paola (che aveva disposto l’effettuazione dei carotaggi, come estremo approfondimento investigativo) la dettagliata relazione che ora “va letta, pagina per pagina” sostiene Giordano.

Gli ingegneri della ditta che la primavera scorsa avevano eseguito le trivellazioni, nell’immediatezza delle operazioni, avevano già parlato di “radioattività naturale” probabilmente derivante da un particolare tipo di roccia tipico di quell’area.

Quando verranno resi pubblici i contenuti della relazione dell’Ispra, si potrà capire qualcosa in più.

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ACQUA PUBBLICA, verso il referendum di primavera

22 gennaio 2011 Commenti chiusi

Un comitato per il SI per raggiungere il quorum e rendere pubblica la gestione dell’Acqua

Amantea, li 23.01.2011La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili due dei tre referendum contro la privatizzazione dell’acqua per i quali sono state raccolte in Italia 1.400.000 firme. Ad Amantea le firme raccolte sono state più di 1.000, in Calabria 50.000. Nella stessa seduta la Consulta ha dichiarato ammissibile anche il referendum contro il nucleare.

Se non vi saranno elezioni anticipate andremo a votare tra il 15 aprile ed il 15 giugno. Potremo così togliere di mezzo tutte le leggi approvate negli ultimi 15 anni dai governi di centro-sinistra e centro-destra che consentono una selvaggia privatizzazione dell’acqua. Con il referendum dovremo abrogare quelle leggi che garantiscono agli speculatori di ricavare profitti da un bene  comune, qual’è l’acqua, che la natura ha dato all’uomo gratuitamente perché necessario per la sua stessa sopravvivenza.

Chi vuole la privatizzazione dell’acqua, afferma che i privati gestiscono meglio ed in modo più efficiente il servizio idrico, ma quello che sta succedendo in questi giorni a Vibo Valentia è testimonianza del contrario: a Vibo la società privata SORICAL-VEOLIA sta distribuendo ai cittadini acqua inquinata e non potabile.

I sostenitori della privatizzazione tacciono, inoltre, su una certezza: la gestione privata comporta il raggiungimento di alti profitti. Questo si traduce in un aumento indiscriminato delle tariffe, spremendo soldi ai cittadini che dell’acqua non possono fare a meno.

Poiché la Costituzione prevede che  un referendum è valido se vota almeno il 50% più uno degli aventi diritto, bisognerà mobilitarsi per far andare a votare i cittadini e per farli votare .

Il Comitato De Grazia di Amantea, che insieme alla CGIL e ad altre associazioni del territorio ha organizzato la raccolta delle firme, nel comunicare con soddisfazione la decisione della Consulta, rivolge un APPELLO a tutti i cittadini per costituire un Comitato pro-referendum e difendere così tutti i beni comuni che i privati vogliono rapinare alla collettività.

Nel contempo invitiamo il Sindaco di Amantea e la sua giunta a rendere operativo l’impegno assunto pubblicamente per la costituzione di un Consorzio tra i comuni del comprensorio al fine di perseguire l’obiettivo di una gestione pubblica integrata del sistema idrico, come sta già avvenendo in alcuni Comuni proprietari delle fonti di approvvigionamento.

Tutti quelli che vorranno far parte del Comitato cittadino “Contro la privatizzazione dell’acqua, per la vittoria del SI al referendum, per la difesa dei beni comuni” possono contattare il Comitato De Grazia con sede in Amantea alla via Della Libertà presso il centro commerciale GEFA o scriveteci: comitato.nataledegrazia@gmail.com

Comitato Civico
“Natale De Grazia”

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Ilaria Alpi e navi veleni. La Commissione Rifiuti riapre il caso

19 gennaio 2011 Commenti chiusi

“Sono soddisfatta. E lo sono perché ho seguito la vicenda calabrese, una vicenda contraddistinta da una forte partecipazione popolare e soprattutto dalla partecipazione del comitato De Grazia” è il commento dell’on. Doris lo Moro (nella foto a destra)



Un’agenzia Ansa sulla morte di Ilaria Alpi ritrovata nella casa di Comerio. Lo ha rivelato il maresciallo Scimone collaboratore del capitano De Grazia


Roma - La Commissione parlamentare d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti riaprirà le indagini sulla morte di
Ilaria Alpi all’interno della più ampia inchiesta sulle cosiddette navi dei veleni e sul traffico transfrontaliero dei rifiuti tossici o radioattivi”. E’ quanto scrive in una nota il presidente della Commissione Gaetano Pecorella. “L’odierna audizione del maresciallo Scimone, che ha operato in collaborazione con il capitano De Grazia e con i magistrati di Reggio Calabria, ha consentito alla Commissione di acquisire una notizia di estremo interesse. Nel corso di una perquisizione – fa sapere Pecorella – nei confronti di Giorgio Comerio è stata ritrovata, in un fascicolo rubricato ’Somalia’ relativo alla smaltimento dei rifiuti, la copia di un dispaccio dell’agenzia Ansa sulla morte di Ilaria Alpi”.
“Poiche’ in quel momento, sottolinea Pecorella, nulla consentiva di collegare la morte della giornalista e del suo operatore al traffico dei rifiuti con la Somalia -conclude il presidente – il rinvenimento di questo documento e la sua collocazione richiedono un ulteriore e penetrante approfondimento”.

“Sono soddisfatta. E lo sono perché ho seguito la vicenda calabrese, una vicenda contraddistinta da una forte partecipazione popolare e soprattutto dalla partecipazione del comitato De Grazia”. Ha commentato così, all’AgenParl, l’on. Doris Lo Moro (Pd) la decisione della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti, di riaprire le indagini sulla morte della giornalista Ilaria Alpi.

“Penso che il fatto che in Commissione siano emersi elementi tali da indurre il Presidente Pecorelli e la stessa commissione a riaprire le indagini sia un fatto positivo perchè va nella direzione di chi da tempo ha invocato chiarezza sulla vicenda – incalza la Lo Moro che continua - C’è, comunque, un legame tra la morte di Ilaria Alpi, la nave dei veleni e le indagini sui rifiuti e quindi, da questo punto di vista, la pista , quella sussurrata dall’opinione pubblica e da chiunque non avesse un approccio non conformista a questa vicenda, diventa, oggi, una cosa concreta. Sono soddisfatta e sempre più convinta che sulla vicenda della nave dei veleni abbia avuto un ruolo importante la criminalità organizzata, la ‘ndrangheta. Come nessuno si stupisce che ci sia un rapporto criminalità organizzata – rifiuti. Quello che però mi stupisce è che il rapporto non sia solo con la ‘ndrangheta, ma che ci sia un’interferenza, una presenza inquietante dei servizi segreti. E spero che la riapertura delle indagini sulla morte di Ilaria Alpi porti al chiarimento di questa presenza. Alcuni magistrati – spiega, poi, la deputata Pd - hanno ammesso la presenza ingombrante dei servizi segreti, si parlava anche di particolari come i numeri delle targhe automobilistiche. E sulle interpellanze, o qualsiasi atto di sindacato ispettivo presentato a tal proposito, il governo non ha mai risposto. Ora non potrà più sfuggire dal fornire questi dati. Oggi arriviamo ad un punto fondamentale, dovuto anche e soprattutto a tutto quello che è successo fino ad oggi. C’è una necessità di approfondimento, la stessa che, in tanti, avevamo invocato da tempo”.

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Paul Connet in Calabria con la sua strategia “rifiuti zero”

15 gennaio 2011 Commenti chiusi

“Rifiuti Zero!”! E’ possibile anche in Calabria?
Ne parlerà il prof. Paul Connet a Lamezia, Vibo e Rosarno.

di Gianfranco Posa

Poul Connet è in Calabria per presentare la sua strategia “Rifiuti Zero”. Il suo tour nella nostra Regione, organizzato dalla Rete per la difesa del Territorio “Franco Nistico”,  inizia a Lamezia Terme lunedì 17 gennaio (teatro Umberto ore 17.00), proseguirà il 18 a Vibo Valentia e si concluderà il 19 a Rosarno. Paul Connett, oltre ad essere l’ideatore della strategia “rifiuti zero”, è professore emerito di chimica ambientale all’Università St. Lawrence di Canton, New York. Negli ultimi venti anni si è occupato di rifiuti, con particolare riferimento ai rischi collegati all’incenerimento ed allo studio di alternative più sostenibili.

Rifiuti Zero (in inglese Zero Waste) è una strategia che si propone di riprogettare la vita dei materiali, fare in modo che una volta diventati rifiuto possano essere riutilizzati, farli diventare dunque una risorsa in modo tale che la quantità di rifiuti da conferire in discarica sia prossima allo zero.

Per poter realizzare tale progetto è necessario creare un connubio tra responsabilità civica e responsabilità industriale e puntare su scelte politiche che non si basino sull’usa e getta, ma sulle tre Erre della strategia Rifiuti Zero:  Ridurre, Riutilizzare e Riciclare. Per raggiungere più celermente l’obiettivo “rifiuti zero” le industrie dovrebbero evitare di produrre imballi e prodotti non riutilizzabili né riciclabili. In questo potrebbe aiutarli la ricerca che in Italia purtroppo non viene finanziata adeguatamente. Studenti e università dovrebbero essere impegnati nell’individuazione dei materiali non riciclabili, né riutilizzabili, e proporre alle imprese delle alternative.

In Calabria siamo ancora lontani da percentuali accettabili di raccolta differenziata. I nostri amministratori puntano molto su sistemi più semplici da realizzare e ormai superati di smaltimento, come le discariche e gli inceneritori, a forte impatto ambientale e grave rischio per la salute dei cittadini. Ogni provincia dovrebbe invece dotarsi di impianti capaci di recuperare e riportare a materia-prima i rifiuti differenziati.

La strategia Rifiuti Zero, basata dunque sulla riduzione alla fonte dei rifiuti, sul riuso, il riciclo e raccolta differenziata porta a porta, non solo è rispettosa del territorio e della salute dei cittadini ma si rivela anche un modello di gestione vincente ed economicamente rilevante, perchè produce posti di lavoro, risparmia energia e anzi ne produce di nuova e più pulita. Promosso negli Stati Uniti dal presidente Obama, è un sistema applicato in molte città del mondo (come San Francisco e Canberra). In Italia ha trovato per la prima volta applicazione nel comune di Capannori, in provincia di Lucca, dove un’amministrazione virtuosa ha avviato una completa riorganizzazione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti andando ad eliminare dal territorio tutti i cassonetti ed attivando la raccolta domiciliare “Porta a porta”, con la consegna a tutte le famiglie degli strumenti per la raccolta differenziata, arrivata in pochi anni al 60%.

Di seguito il calendario degli appuntamenti:
17 Gennaio ore 17 Lamezia Terme – Teatro Umberto
18 Gennaio ore 11 Vibo Valentia – Liceo Classico Morelli, via xxv aprile, 1
18 Gennaio ore 16,30 Vibo Marina – Auditorium “Giubileo 2000″ Chiesa Parrocchiale, Via S.Anna.
18 Gennaio ore 19,30 San Calogero – Centro Socio culturale (ex SAUB) – via Jetsemani.
19 Gennaio ore 10,30 Rosarno – Liceo Scientifico “R. Piria”- via Modigliani, 5.
19 Gennaio ore 17,30 Rosarno – Auditorium Comunale – Via Umberto I

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